DAYMOON – Cruz Quebrada
Progressive Promotion Records
Distribuzione italiana: GT Music
Genere: Crossover Prog
Supporto: cd – 2016
Terzo
disco in studio per i portoghesi Daymoon dopo “All Tomorrows” (2011) e “Fabric
Of Space Divine” (2013). Questa volta però la band di Fred Lessing (voce, chitarra, basso, flauto,
tastiere, percussioni, xilofono e arpa), André Marques (batteria, tastiere,
basso), Bruno Evangelista (voce) e Adriano Pereira (clarinetto), si avvale di
un folto numero di special guest: Paulo Chagas (strumenti ad aria), Luca
Calabrese (tromba), Nuno Flores (viola, violino), Thomas Olsson (chitarra),
Rita Simões (voce), Trevor Lever (narrazione) e Simon Harris (narrazione).
Dopo
le dovute presentazioni veniamo alla carne al fuoco, anche in questo disco ben
cotta e saporita, con otto tracce di cui due suite, “Thyme” di quindici minuti
e “The River” di venticinque.
Il
disco è un concept album basato sulla triste vicissitudine di Fred Lessing, il
quale nel 2011 perde la propria moglie Ines per un cancro al colon. Un disco
che per l’artista vuole essere anche psicologicamente terapeutico, il narrare
questa dura sciagura porta anche ad uno sfogo esterno e al non tenersi tutto
dentro. “Cruz Quebrada” è suddiviso in due fasi, una “In”, dove accade il triste evento e le sue conseguenze, ed
“Out”, cioè l’uscita per una vita 2.0.
La
breve title track è angoscia, caos, sensazione del mondo che ti cade addosso
nell’apprendere che all’ospedale lei è
morta. La fase “out” prosegue con “Fish Dissected”, qui l’autore è perduto,
confuso e si avvicina alla pazzia. La musica è greve e malinconica, basata
soprattutto sui fiati (clarinetto, flauto) e su una ritmica cadenzata e
possente. “Where It Hurts Most” e “Shipwreck” hanno un sentore di “The Wall”,
non solo per la musica ma anche per il canto. Bello l’intervento del violino di
Nuno Flores, energico e stridente, così quello della chitarra elettrica, con
questi brani il disco apre le ali. Molto bene i cambi di tempo. Una sorta di
Psichedelia “Barrettiana” mista a New Prog e musica classica si accolla tutto
il bagaglio musicale di “Whalebone”. L’ascolto prosegue con il lento incedere del ritmo fra picchi sonori
e fraseggi più pacati. La gradevolissima “Thyme” chiude la parte “out”, una
mini suite con tutte le carte in regola
per tenere incollato il Prog fans allo stereo. Ma il meglio arriva proprio nel
finale, come si dice in gergo dulcis in fundo, la fase “In” è la suite “The
River”, monumentale composizione ricca di ogni argomentazione trattata qui e
anche in alcuni anni di questo interminabile genere musicale di nome Prog,
aggiungendo un pizzico di Beatles.
“Cruz
Quebrada” è un album malinconico che comunque apre di tanto in tanto a piccoli
spiragli di luce, come dire che la vita va avanti anche in barba alle
difficoltà che sembrano spesso insormontabili. Un disco probabilmente
terapeutico per Lessing, ma di sicuro qualche giovamento lo si ha anche
ascoltandolo da fruitori.
La
musica è anche una terapia, personalmente l’ho sempre sostenuto. MS
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