SUPERPUSHER – Nighting
Autoproduzione
Genere: Stoner/Psichedelia
Supporto: ep – 2013
La cittadina
marchigiana Fabriano (AN), è in un periodo di notevole fermento musicale, con
esordi e conferme davvero numerose, a partire dai Soundsick, per poi ascoltare
anche Death Riders, Marco Sonaglia, Quintetto Petrov, Agorà, Black Mirrors ed
altre ancora. La cosa non sorprende più di tanto, in quanto rispecchia la media
nazionale di uscite underground, soprattutto grazie ad internet ed alla sua magica
condivisione culturale. Da sempre la città della carta è stata ricercatrice di
arte musicale, meno di frequentazione della stessa se proposta da persone
locali. Molti creano, pochi partecipano, vale il detto “Nemo propheta in patria”. Città anomala, avversa al fenomeno e
quantomeno riservata. Per questo a volte ci si stupisce quando ci si imbatte in
una realtà come questa dei SuperPusher. Sono formati da Antonio Del Basso
(voce), Samuel Boldrini (chitarra e voce), Giulio Passeri (basso) e Andrea
Antognoli (batteria). Giovane l’età dei ragazzi, ma la proposta è di gran lunga
ricca di esperienza e di personalità. La militanza dei singoli musicisti in
altre differenti realtà locali quali Empty Dialogue e Charles Bontafuzzi and
His Orchestra, ha la propria valenza. Psichedelia e Stoner emergono dal sound
del gruppo e “Nighting” nei quattro brani, trasuda in cultura musicale.
Dimostrano di aver saputo ascoltare ed assimilare molto di quello che la storia
del Rock e perché no, anche del Prog, ha dato negli anni, e qui mi riallaccio
al discorso di internet.
Si formano nel
2012 e come ricordano nella loro biografia “Allo scopo di creare la colonna
sonora di una horror-web series ambientata nella loro città di provenienza”.
L’attività live è alquanto intensa e non priva di soddisfazioni, come la
vittoria nella settima edizione dell’Homeless Rock Fest di Macerata. Ma veniamo
all’ep.
Il primo brano
“Slugworm” circonda inizialmente
l’ascoltatore con della Psichedelia eterea, un approccio quantomeno emotivo e
coinvolgente. Radiohead affiorano nella destabilizzante rabbia Post Punk che si
sviluppa nel percorso sonoro lungo quasi dieci minuti. Buono il lavoro alla
batteria da parte di Antognoli, mentre le parti strumentali restano alquanto
semplici e lineari, puntando molto sul lato coinvolgente dell’ascolto. Nel
finale, incedere granitico ed ossessivo come il sound nervoso dei King Crimson
ci insegna. Collegata giunge “Seasick”, un ibrido fra Porcupine Tree primo
periodo e Police. Il solo di chitarra di Boldrini è orecchiabile e spezza
l’ascolto arricchendo il brano di questo valore aggiunto, apparentemente
scontato ma che così in realtà non è, in quanto oggi le giovani band commettono
quasi tutte l’errore di non esprimere mai un assolo strumentale. Limite che
invece i SuperPusher dimostrano di non avere. Per gli appassionati di Stoner
Rock consiglio di alzare il volume in “Blind Giants”, canzone che mette anche
in evidenza le buone doti di Del Basso e che comunque gioca con l’ascoltatore
in una sorta di schiaffo o bacio. Gli anni ’70 sono nell’aria.
Angoli da
smussare ce ne sono, ad esempio l’uso della voce che è si buona , ma che va
registrata in tonalità. Chiude l’ottima “Malfour” ed il suo wah, qui meglio le
linee vocali. Ma ancora una volta protagonista indiscussa è la musica, grazie
ad un riff di chitarra elegante che personalmente mi riporta alla memoria lavori
di band come i svedesi Landberk, sicuramente fatto non voluto questo della
band, ma le atmosfere oscure e l’intercalare della chitarra è comunque di
matrice Crimsoniana, per questo riconducibile anche alla band di Fiske e soci.
I SuperPusher
hanno personalità da vendere, le idee ci sono e quello che più ho apprezzato in
“Nighting” è la voglia di suonare per il piacere di suonare, non badando a mode
o stilemi inflazionati. Questo denota cultura e vero amore per la musica. Credo
proprio che se la strada intrapresa è questa, di questi quattro ragazzi ne
sentiremo parlare ben presto. Ovviamente non a Fabriano, anzi consiglio ai
fabrianesi di non ascoltare assolutamente questo ep… Esso è privo di armonie
melodiche inflazionate e di superficialità. La chiamereste “musica strana”, non
vi piacerà sicuramente. (MS)
Ciao Max, scusa se scrivo su questa recensione qualcosa che non c'entra nulla ma ho bisogno di ricordare una voce, un uomo ed un grande anzi grandissimo musicista che poche ore fa ci ha lasciati: Big Di Giacomo non salirà più sul palco e questo pensiero fa orrore alla mia mente perchè il Banco e la sua voce sono stati parte importante della mia vita, senza alcun dubbio il gruppo italiano che ho amato di più.
RispondiEliminaHo tanti ricordi dei loro concerti anche di quello di villa Ada a Roma quando presentarono "..di terra" l'album con l'orchestra e senza la voce di Francesco. Certo rimangono i ricordi e sopratutto i suoi dischi ma che tristezza sapere che non potrò più andare ad un concerto del Banco per ritrovare tanti che come me a volte hanno bisogno di provare ancora la gioia di cantare " io sono nato nato libero, libero" con lo stesso trasporto di quando avevamo sedici anni. Scusami per lo sfogo e scusa se per moltissimo tempo sono rimasto silente ma come vedi sono corso qui a scrivere perchè sono certo che sul tuo blog molti, come me, stasera o nei prossimi giorni vorranno ricordare Francesco.
Grazie
Io ti ringrazio di cuore....Per la tua testimonianza! Ma davvero d cuore. Io l'ho ricordato solo con due parole qui nel blog. Questa mattina . Ma non ti nascondo che in me se ne è andato via assieme a lui un pezzo della mia anima. Si, Franz...lo ricorderemo come merita, io ho sempre scritto sul Banco, come hai potuto vedere nel blog, l'ho sempre stimato tantissimo, ma Francesco era una persona un passo avanti a noi, sempre informato e soprattutto sagace nelle sue riflessioni. Se ne è andata la più bella voce Rock italiana di oggi. Mi mancherà. Grazie Franz, grazie davvero.
RispondiElimina