KARMAKANIC - Wheel of Life
Regain Records
Genere:Symphonic Prog
Supporto: cd - 2004
Questo è il secondo disco della formazione svedese e per tutti coloro che ancora non li conoscono dico che è un supergruppo, composto da grandi strumentisti provenienti da importanti formazioni Rock e Progressive. Jonas Reingold (Flower Kings, Kaipa), Goran Edman (Malmsteen, Brazen Abbot), Krister Jonsson e Czorsz (Flower Kings) sono coloro che compongono la formazione base, ma in questo “Wheel Of Life” ci sono anche special guest del calibro di Roine Stolt (Transatlantic, Flower Kings e Kaipa), Tomas Bodin e Richard Anderson (Time Requiem, Space Odyssey).
Le premesse per un ottimo risultato ci sono tutte ed in definitiva non vanno deluse. E’ un lavoro dedicato a tutti coloro che amano la musica a 360°, senza restrizioni né paure di sperimentazioni di sorta, basta ascoltare l’iniziale “Masterplan (Pt.1)” nei suoi quindici minuti per comprendere a pieno il concetto. Le atmosfere sono prossime ai The Fower Kings, ma questo è inevitabile vista la presenza dei 3/5 del gruppo. Cominciare un disco con un pezzo così lungo è anticommerciale, ma chi ama questa musica non può che farne un vanto. Cascate di note in un vorticoso susseguirsi di assolo supportate da una ritmica prepotente, soprattutto imperniata sul basso.
Più allegra “Alex In Paradise”, quasi scanzonata e ci presenta i Karmakanic come validi autori anche di brani alla portata di tutti. Gradevoli gli interventi chitaristici di matrice Jazz. Ancora Flower Kings, quelli periodo “Stardust We Are” nella successiva “At The Speed Of Light” ed ancora una volta basso in evidenza. La sperimentazione degli svedesi sale con “Do U Tango?” avvicinandosi molto al mondo dei Liquid Tension Experiment. Un pianoforte ci accompagna verso “Where Earth Meets The Sky” e dimostra un classicismo inaspettato, ma rapidamente tutto ritorna nelle scorribande sonore a cui ci hanno abituato. Molto toccante “Hindby”, mentre la title track “Wheel Of Life” con i suoi otto minuti ci rimanda allegria e solarità. Chiude la seconda parte di “Masterplan” un lavoro quasi totalmente strumentale, maestoso e mai scontato.
I Karmacanic sono un raro esempio di vera sperimentazione mista ad esperienza e tecnica, caso assolutamente raro nel mondo musicale di oggi e questo disco è un acquisto obbligato per chi fa del Progressive un credo! MS
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