IL SEGNO DEL COMANDO - Il
Domenicano Bianco
Black
Widow Records / Nadir Music
Genere:
Dark Progressive Rock
Supporto: cd – lp – digital
L’amore
che s’adopera nel realizzare un obbiettivo artistico è direttamente
proporzionale alla riuscita dello stesso, narrava il sommo poeta: “L'amor che
move il sole e l'altre stelle”. In Italia esistono casi in cui nella musica la
sinergia fra la label e l’artista sono perfettamente sincronizzati, il tutto
non soltanto per il rispetto dell’acquirente che si trova nelle mani un
prodotto curato nei particolari, a partire dall’artwork sino alla
registrazione, ma soprattutto per amor proprio. La musica è l’obbiettivo
prestabilito, è lei la vera protagonista che riesce nell’emozionare e
accomunare persone in un unico luogo, quello etereo della mente.
Avere
oggi la cultura di ascoltare un disco (e non sentire) così come leggere un
libro, è un dono quasi più unico che raro, relegato ai pochi fortunati che
riescono a ritagliarsi un lasso di tempo da dedicare con attenzione a questa
musa.
Soltanto
così si riesce ad apprezzare a pieno un prodotto artistico.
Il
Rock ha numerose strade, inutile in questa sede elencarle tutte, per questo ci
sono i motori di ricerca, una di queste è il Progressive Rock che
superficialmente oggi (a detta di molti) viene classificato come genere in fin
di vita. Una branca proviene anche dal Doom e il Dark, qui Antonio Bartoccetti
(Antonius Rex) ha ricercato sin dai lontani anni ’60. Questo stile non ha molti
seguaci, ma come spesso si dice, pochi ma buoni oltre che affamati di questa
musa. La genovese Black Widow è una casa discografica ancora di salvezza, da
sempre punto di riferimento del caso in questione, produttrice di una nutrita
squadra di band dedite a queste sonorità oscure ma sempre ricercate.
Una
delle band a cui giustamente tiene molto è Il Segno Del Comando. Il nome prende
spunto dal famoso romanzo di Giuseppe D'Agata negli anni ’70, di cui venne
registrata anche una piccola serie tv. Diego Banchero (basso) e Renato “Marcy”
Carpaneto (voce) sono gli ideatori di questo progetto nato nel lontano 1995.
Atmosfere
gotiche disegnano disperazione, dramma, incubi, il tutto sotto una musica
tuttavia semplice da ricordare e mai persa in inutili orpelli.
“Il
Domenicano Bianco” è il sesto disco in studio formato da otto canzoni in cui
suonano Riccardo Morello (voce, tastiere), Davide Bruzzi (chitarre, tastiere),
Roberto Lucanato (chitarre), Beppi Menozzi (tastiere), Diego Banchero (basso) e
Fernando Cherchi (batteria). L’album chiude una trilogia iniziata con “Der
Golem” (2002 – Black Widow Records) e proseguita con “Il Volto Verde” (2013 –
Black Widow Records) ispirata dai romanzi di Gustav Meyrink.
“Il
Libro Color Cinabro” è l’intro strumentale che addentra l’ascoltatore nel mondo
dark de Il Segno Del Comando, composto da un suono di organo impegnato in una
nenia sonora rafforzata da sinfonia e ritmo cadenzato davvero d’effetto. “La
Bianca Strada” è un brano crepuscolare dove la band dimostra la crescita
artistica nel songwriting, qui Morello interpreta il brano senza forzature
alternandosi agli assolo strumentali di ottima fattura. Molto materiale anche
per il Prog fans di vecchia data.
La
title track si apre con tastiere e un sottofondo di carillon dal profumo
ottocentesco, quando poi sopraggiungono le strumentazioni, l’enfasi si fa
spazio prepotentemente. “Ofelia” è una sorta di ballata malinconica carica di
patos. Criptica “La Testa Di Medusa” , assolo d’organo maestoso perfettamente
incastonato fra un brano e l’altro. Sopraggiunge “Il Dissolvimento Del Corpo
Con La Spada”, brano strumentale più lungo dell’album grazie ai quasi nove
minuti di durata, qui la band mette in tavola molte delle carte a disposizione.
Le tastiere ricoprono un ruolo importante su una ritmica sempre pulita, ma è la
chitarra elettrica che fende colpi al cuore, tecnica e melodia a braccetto. E’
il pezzo che ho apprezzato maggiormente perché qui la band si lancia senza
freni.
“Missa
Negra” ha un incedere in stile Goblin, un velo nero cala nella mente. La
chiusura è affidata a “Solitudine”, fotografia della sensazione affidata agli
arpeggi di basso. Banchero è molto ispirato e “Il Domenicano Bianco” è un
piccolo gioiellino sonoro che a mio modo di vedere, piacerà anche ad un
pubblico più vasto, non soltanto all’amante del gotico e del Dark.
Il
succitato rispetto per l’acquirente è rafforzato da un edizione limitata in boxset
curata in ogni particolare, questo è l’amore per la musica, altro che file… MS
Versione Inglese:
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