Røsenkreütz
RØSENKREÜTZ - Divide Et Impera
Andromeda Relix / Opal Arts
Distribuzione: G.T. Music
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd – 2020
Dai
tempi dell’antica Roma si sa che “Divide Et Impera” (dividi e comanda) è un
detto su cui un tiranno può fare ciecamente affidamento. Quando un popolo è
diviso, distratto dalle rivalità interne e dalle discordie, il governatore può
dormire sonni tranquilli e fare ciò che meglio crede. Oggi nel 2020 ancora
questo detto non è intaccato da un filo di ruggine.
Lo
sa bene anche Fabio Serra, autore del gruppo Røsenkreütz. Inizialmente nato
come progetto solista, oggi si avvale di musicisti come Massimo Piubelli
(voce), Gianni Sabbioni (basso), Gianni Brunelli (batteria), Carlo Soliman
(tastiere) e Eva Impellizzeri (viola, tastiere, cori), mentre Fabio Serra ne è
chitarrista, tastierista, bassista e cantante.
Il
tema del concept è quindi il controllo nel senso più ampio del termine, otto
canzoni nel quale esso viene osservato, studiato, raccontato.
“Divide
Et Impera” giunge dopo sei anni dall’esordio di “Back To The Star”, edito
sempre dall’Andromeda Relix. La musica è ancora una volta rivolta al Crossover
Prog, fra classico e moderno. Lo scatto di Christophe Dessaigne è la copertina
dell’album presentato in edizione cartonata con un ricco libretto di venti
facciate, impreziosito dalla grafica suggestiva delle immagini di Lara Zanardi.
Ciò
che si nota sin dal primo ascolto di “Freefall, brano che apre l’album, è
l’ottima qualità sonora. Il sound può ricondurre a quello dei Kaipa con una
lieve tendenza verso il Neo Prog. Molto orecchiabile e bene eseguito. Le
tastiere mettono gioia, così il ritmo spezzato mentre la chitarra elettrica ci
regala un buon assolo.
“Imaginary
Friend” può risedere anche nella discografia dei primi Spock’s Beard con
innesti anni ‘80, non a caso siamo nel Crossover Prog. La viola di Eva
Impellizzeri dona un tocco di classicità che non guasta, ma quello che
nuovamente colpisce l’ascolto è la melodia orecchiabile, di sicuro alla fine
dell’ascolto qualcosa in testa rimane. Massimo Piubelli (anche Methodica) al
microfono se la cava ottimamente, con professionalità. Dopo tanto ritmo un
momento riflessivo coglie l’ascoltatore in “The Candle In The Glass”, una
ballata con la chitarra tirata in modalità primi Porcupine Tree.
“I
Know I Know” fa un balzo indietro nel tempo, andando a rovistare nella
Psichedelia Hard Rock degli anni ’70 mentre “Aurelia” è una dolce ballata molto
sentita e di carattere, come ad esempio certi Queensryche hanno saputo
raccontare. “True Lise” è il brano più breve del disco con i suoi quasi sei
minuti, composizione che nel ritornello ha molto dei Toto. “Sorry And…” cela
fra le note tanta storia, ma il brano che più colpisce per coralità di suoni e
di stili è il conclusivo “The Collector”, una mini suite di 15 minuti che sa
come intrattenere, fra suoni elettrici, Nero Prog stile Arena, melodie
accalappianti e personalità.
I
Røsenkreütz hanno fatto un grande passo in avanti rispetto il buon esordio,
Fabio Serra si dimostra ottimo compositore oltre che un polistrumentista
preparato. Il Prog è trattato con i guanti, così l’Hard Rock e tutto ciò di cui ho narrato. Un insieme che
lascia appagati al termine dell’ascolto, un altro pregio consiste nella
scorrevolezza dell’insieme, mai un momento di calo, l’attenzione è sempre alta.
Un disco che può piacere a molti di coloro che amano le buone melodie senza
limitazioni di stili. “Divide Et Impera” è in definitiva un disco onesto e
professionale che anche molti dall’estero potrebbero invidiarci. MS
Troppo orecchiabili per i miei gusti,non banale la sezione strumentale con inserti hard tipici degli anni 70.
RispondiEliminaOrecchiabili si, ma per me non è un difetto, la musica mi deve comunque lasciare una traccia da ricordare. Amo i brani complessi, la psichedellia, la sperimentazione, ma alla fine nè la canti e nè la fischietti. Ma io faccio poco testo, sono un onnivoro sonoro...ahahahah ;-) Per me comunque è un gran bel disco. Ciao Saldec e se non ci si ribecca: buon ferragosto!
RispondiEliminaCiao Max,sono Salvatore De Cristofaro,buon ferragosto anche a te.Conosco i tuoi gusti
EliminaGrande Salvatore, scusa ma non ti ho riconosciuto. Si vede che invecchio.... Ahahahaahh
RispondiEliminaUno dei migliori album che ho ascoltato di recente. Ben scritto, ben suonato e ben registrato. Una festa!
RispondiEliminaHai ragione Lorenzo, è così anche per me.
RispondiEliminaSecondo me è un album senza una vera identità. È un miscuglio di generi diversi che vuole essere prog, ma per me è tutt'altro. Sarà pure crossover prog (che sinceramente non capisco) ma manca di linearità. Però come per tutti i gruppi italiani, ho fatto il mio dovere e l'ho comprato.
RispondiEliminaCrossover è proprio quello che hai detto tu, un miscuglio di generi, di conseguenza non è apprezzato da colui che invece ascolta il classico Prog. Fatemi un nome di chi oggi inventa qualcosa di nuovo, grazie. Comunque ti capisco intendiamoci, ma a me piace la musica in senso generale, anche perchè le melodie sono buone e una canzone comunque deve lasciarmi qualcosa da ricordare. Qui ho di che ricordare.
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