MARCHESI SCAMORZA – Hypnophonia
Ma.Ra.Cash Records
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd-2015
Marchesi
Scamorza, sin dal nome si intuisce che trattasi di un gruppo Progressive Rock
Italiano. Il fascino del “non scontato” e dell’”unico”, oltre che nel genere raramente
l’appellativo resta singolo, ma spesso formato da due o tre parole.
Nel
2012 la band ferrarese si fa conoscere al pubblico con “La Sposa Del Tempo”, un
disco dalle influenze PFM, Genesis, Delirium e Yes. Un buon esordio,
considerando che prendono forma nel 2009. Iniziano anche loro, come molte altre
formazioni, con le cover per poi dedicarsi a materiale proprio. I componenti
nella loro musica hanno varietà di soluzioni, dettate dalla differente
provenienza dei gusti personali. Un mix che comunque porta ad uno stile sempre
caro al classico Prog italiano, compreso quello delle Orme, PFM, Banco e
Locanda Delle Fate.
Nel
2014 il quintetto viene a conoscenza del produttore e musicista Mike 3rd della Prosdocimi
Records, di sicuro un nome che i fans del genere già conoscono, specialmente
per la realizzazione del progetto Ex KGB. Il connubio dell’incontro trova il
sunto in “Hypnophonia”, termine che sta a significare l’unione fra la psiche
umana ed il suono. Il disco si presenta con un buon libretto di
accompagnamento, con tanto di testi e foto della band. La registrazione è più che
buona e i brani contenuti sono cinque,
due dei quali suite della durata di quasi quattordici minuti: “Il Cammino Delle
Luci Erranti” e “La Via Del Sognatore”. La formazione è composta da Enrico
Bernardini (voce), Lorenzo Romani (chitarra, Mandolino, cori e tastiere),
Enrico Cazzola (tastiere), Paolo Brini (basso) e Alessandro Padovani
(batteria).
Ci
sono anche semplici canzoni all’interno di “Hypnophonia”, come la iniziale
“1348”, dove la parte centrale del brano può richiamare l’epicità di certe
Orme, grazie all’uso delle tastiere, ma che resta comunque legata alla formula
canzone. Il gioco si fa duro con la suite “Il Cammino Delle Luci Erranti”, pane
per i denti del Prog fans incallito, quello relegato alle regole intoccabili,
piuttosto che a quello aperto alle nuove soluzioni. Quindi, cambi di tempo, di
umore, ritornelli che si rincorrono a
tratti nel proseguo del brano, assolo strumentali ed epicità mista a
drammaticità. L’intesa fra i componenti è buona, la ritmica funziona così come
le tastiere che sanno sempre accompagnare le melodie con precisione e
tempistica. Anche queste sono caratteristiche del genere che vanno rispettate,
in quanto il Progressive Rock vuole necessariamente navigare nella parte più
“dotta” e complessa della musica. Non è un caso che il momento più bello del
brano risulta essere proprio il finale, dove l’insieme lavora con vigore e perizia.
“Campi
Di Marte” gode del vento anni ’70, un aria fresca e pulita che sobbalza
l’ascoltatore nel tempo. I sei minuti de “L’Uomo Col Fiore In Bocca” sono più
raffinati nell’interpretazione vocale, inizialmente meno Prog e piuttosto
vicina alla formula canzone italiana anni ‘80/90. Non nascondo che in alcuni momenti mi sembra di
intravedere in lontananza i primi Litfiba, salvo poi tornare nei ranghi e
giocare con il piano elettrico di Cazzola. Qui territorio Orme.
Non
è un caso che spesso nelle recensioni si adopera il termine “Dulcis In Fundo”,
perché in effetti così è anche con “La Via Del Sognatore”, suddiviso in tre
parti: Pt1 “La Notte”, Pt2 “Il Sogno” e Pt3 “Il Risveglio”.
Ascoltare
musica così oggi nel 2015 è fatto incredibile, quante volte abbiamo sentito
dire Prog “musica morta”, “musica di nicchia”, in un era dove la tecnologia è
avanzata ed ha portato attraverso le mode ad altre sonorità e a strutture
musicali più semplici.
“Hypnophonia”
mi convince del fatto che il genere Progressive Italiano (specie quello
classico, come in questo caso) invece non morirà mai, perché anche nel futuro
ci saranno sempre dei nuovi Marchesi Scamorza… Come in una staffetta il
testimone viene comunque passato. 2015, il genere è in buona salute, quindi
avanti così. MS
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