Facciamo un breve viaggio nella discografia di questa band inglese, autrice di un Rock a tratti Psichedelico, Progressivo ed in certi frangenti perfino Metal. Mente di tutta questa amalgama di suoni è Steven Wilson, ma non solo autore, infatti esso è anche ottimo produttore e lo ritroviamo anche con artisti del calibro di Fish o degli Opeth..
Personaggio ispirato in molti versi, sperimentatore nato, per inquadrarlo basta ricordare i numerosi progetti: i No- Man, un trio dedito ad un sound prettamente Psichedelico, i Bass Communion, musica Elettronica alternativa, i Blackfield, band fortunatissima autrice ad ora di due splendidi album come “Blackfield” e “Blackfield II”. In esso Steven collabora con l’Israeliano Aviv Geffen e propone una musica Rock a cavallo fra il Pop ed il Prog più malinconico.
Tutto comincia nella casa di Wilson nel 1987, gli esperimenti solistici si concretizzano in demo tape (oggi ricercatissimi), per poi sfociare in una discografia torrenziale. Per questo motivo mi astengo dal commentare le numerose edizioni limitate, Live, sigoli e DVD vari, messi in commercio su internet. Non li ignoro ovviamente, ma mi limito solo a segnalarveli. Signori, i Porcupine Tree:
Personaggio ispirato in molti versi, sperimentatore nato, per inquadrarlo basta ricordare i numerosi progetti: i No- Man, un trio dedito ad un sound prettamente Psichedelico, i Bass Communion, musica Elettronica alternativa, i Blackfield, band fortunatissima autrice ad ora di due splendidi album come “Blackfield” e “Blackfield II”. In esso Steven collabora con l’Israeliano Aviv Geffen e propone una musica Rock a cavallo fra il Pop ed il Prog più malinconico.
Tutto comincia nella casa di Wilson nel 1987, gli esperimenti solistici si concretizzano in demo tape (oggi ricercatissimi), per poi sfociare in una discografia torrenziale. Per questo motivo mi astengo dal commentare le numerose edizioni limitate, Live, sigoli e DVD vari, messi in commercio su internet. Non li ignoro ovviamente, ma mi limito solo a segnalarveli. Signori, i Porcupine Tree:
- Recordings (2001) Questa raccolta di brani inediti registrati in diversi momenti della loro carriera e non utilizzati in dischi ufficiali, esce in edizione limitata in 20.000 copie. Davvero una selezione ottima di pezzi assolutamente validi a tratti di caratura notevole, come “In Formaldeyde”. C’è anche “Even Less” in versione extended di quattordici minuti ed altri brani strumentali da brivido. Da avere. VOTO 8- Star Die: The Delirium Years 91-97 (2002) Altra raccolta di pezzi inediti, editi e rifatti del periodo Delirium. Doppio cd confezionato in un cofanetto elegante con tanto di megalibretto interno, con tutta la storia della band. Ci sono dei classici come “Radioactive Toy”, tutti brani fino al periodo “Signify” compreso. Doppio consigliato a tutti i fans e non. VOTO 8- In Absentia (2002) Ma in definitiva, cosa hanno incubato dal 2000 al 2002 i Porcupine Tree? Dopo il periodo delle raccolte, tutto si svela ai nostri orecchi in “In Absentia”. La collaborazione come produttore di Wilson con gli Opeth ha un effetto importante sulla sua stessa personalità. Le sonorità oscure e metalliche (Death) degli Opeth si trasmettono in parte in questo concepimento. “In Absentia” è un disco pesante, oscuro, con un fascino del tutto particolare. Ecco la nuova mutazione, tutto senza troncare con le proprie radici, è un sommarsi di cose per cui non c’è da stupirsi se vi dico che qui si trovano Pink Floyd, King Crimson ed Heavy Metal. Il disco incomincia subito con un riff da pugno in faccia, quello di “Blackest Eyes”, il quale lascia immediatamente spazio alla melodicità ed alla pacatezza della voce di Steven. Ecco, questi pochi secondi iniziali sono il sunto della linfa sonora dei nuovi Porcupine Tree. In questo disco risiedono altri brani classici, “The Sound Of Musak” e “Strip The Soul”, ma malgrado la band ami stupire ed evolversi, inevitabilmente non centra a pieno il bersaglio. E’ un cd bellissimo, dedicato a chi ama le emozioni forti, ma non del tutto fluido. Le buone idee, o meglio i semi di questo lavoro, daranno i frutti tre anni dopo. VOTO 7,5- Deadwing (2005) Perfetto! Basterebbe commentare con questo aggettivo e finirla qui, ma voglio spiegare il perché di tanto entusiasmo. Questo disco è tutto concatenato, un mix di quanto detto sino ad ora, con la giunta di ritornelli e coralità davvero indovinate. Il sound è sempre più duro ma meno oscuro, la chitarra di Wilson è sempre più nervosa e quando parte nei solo è micidiale. L’idea di fondere il loro sound con delle sonorità più ruffiane e commerciali fanno di “Deadwing” un disco da cantare, soprattutto in sede live assieme a loro. Esempio eccellente è il ritornello di “Lazarus”, o quello armonioso di “Open Car”, ci si può scatenare con “Halo” o “Shallow”. Altro frangente commerciale ma non scontato è “Mellotron Scratch”, ma la perla del disco si intitola “Arriving Somewere, But Not Here”. Il suo crescendo alienante e psichedelico sfocia in un feroce e nervoso Death Metal per poi ripiombare vertiginosamente nel Progressive. In questo disco i Porcupine Tree mettono in cattedra tutta la tecnica ed intesa, una tecnica da paura, specialmente quella dimostrata dal nuovo batterista Gavin Harrison, una vera e propria macchina da guerra! “Deadwing” si stampa indelebilmente nella mente, è il classico disco che un amante della musica Rock vorrebbe sentire. Nulla da modificare, tutto al posto giusto, è così che deve essere. VOTO 10- Fear Of A Blank Planet (2007) Ancora una volta Steven e soci ci stupiscono per creatività. In questo disco sono mischiate anche le influenze delle band parallele di Wilson, ossia ci sono scheggie di Blackfield e di No Man. Non è abbandonata la strada di “Deadwing”, ma all’ascolto di “Fear Of A Blank Planet” si ha gia la sensazione di essersi allontanati un poco. Questo cd non è perfetto, c’è nuovamente la sensazione che la band stia nuovamente virando da qualche altra parte, non ancora ben definita. Un altalenarsi di durezze e carezze, argomenti forti, si parla del rapporto fra i media ed i giovani e il suo devastante potere. La title track parla proprio di questo. Due i pezzi più commerciali e di facile memorizzazione, “My Ashes” e “Sentimental”, per il resto lavoro di routine. Oramai la band si ritrova ad occhi chiusi e quando parte, non ce n’è per nessuno. VOTO 8,0
The Incident (2009) Dopo altre varie collaborazione Wilson e soci si chiudono ancora in studio per dare vita ad un nuovo album. Per l’ennesima volta la band viaggia controcorrente, malgrado abbiano trovato nel tempo la formula giusta per fare canzoni orecchiabili e quindi facili da vendere, i Porcupine Tree si cimentano addirittura in un'unica suite di quasi un ora! “The Incident” è un doppio cd, anche se la seconda parte dura solate una ventina di minuti. Ma torniamo al cd1 nel quale possiamo godere di questa lunga suite. Il suono della band sta proseguendo la sua mutazione, racchiudendo dentro nuove sonorità elettriche e ancora più nervose, molto vicine al Math Rock. Si può dire che questo sia il proseguo più maturo di “Fear Of A Blank Planet”e comunque non esulano momenti in classico stile Porcupine Tree. “Time Flies” è l’hit dell’intero lavoro e prosegue il cammino più commerciale della band. Il cd2 è bello, più acustico e commerciale, forse per questo anche il meno interessante in quanto girano sonorità gia note ai fans della band…forse anche troppo. I brani contenuti sono quattro e la produzione cristallina esalta il suono della band. Questo in definitiva è un doppio disco che spaccherà i fans in due, chi li abbandonerà delusi dalla loro evoluzione e chi invece (come me) li amerà sempre di più, perché rispettano la musica. (VOTO: 8)
Non si coccolano negli allori, i signori suonano quello che piace a loro, senza scendere a compromessi di sorta. Qui risiede la genialità ed il rispetto per l’ascoltatore, il quale se vuole, viaggia assieme a loro in questo lungo tragitto negli antri del Rock, spaziando dalla Psichedelìa al Prog fino a giungere al Metal ed ora al Math! Suonano ciò che vogliono e quindi si divertono ed il divertimento è contagioso anche in chi li ascolta. Fans se ne vanno e molti altri se ne acquistano. E adesso ditemi voi dove possiamo collocare una band di questo tipo…
Mitici.
molto vicini ai Pink Floyd
RispondiEliminaSpecialmente il primo periodo, diciamo dal 1990 fino al 2000.
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