Wired Ways
WIRED
WAYS – Wired Ways
Waterfall
Records
Distribuzione:
Broken Silence – The Orchard
Genere:
Rock Progressive
Supporto: cd – 2022
Ascoltare
un disco del genere nel 2022 è quantomeno un toccasana, almeno per me che ho
vissuto gli anni ’60 e ’70 nel loro splendore, fa davvero bene all’anima e alla
mente. I tedeschi Wired Wise capitanati da Richard Schaeffer e Dennis Rux hanno
costruito un ensemble quantomeno numeroso, composto di ben quaranta musicisti
per regalare al pubblico quasi quarantacinque minuti di musica a cavallo fra le
date citate.
Sicuramente
i primi nomi che vi verranno in mente saranno i Beatles, e fin qui ci siamo, il
quartetto di Liverpool, in effetti, straborda da ogni nota, ma esistono anche
coralità alla Queen, Psichedelia e mille altre sorprese che andiamo a
incontrare nelle nove tracce che compongono il disco che si troverà in
commercio dal 9 settembre 2022, sia in formato fisico sia su Bandcamp.com o
Spotify. Intanto la lista dei musicisti è la seguente:
Jean-Michael
Brinksmeier – Voce
Richard
Schaeffer – Voce, Tubular Bells, Glockenspiel, Shaker, Tamburello, Ching Zills,
Basso elettrico, Chitarra elettrica, Chitarra elettrica a 12 corde, Sitar,
Fender Rhodes, Hammond Organ, Celesta, Sintetizzatori, Tanpura elettronico,
Flauto dolce, Effetti vocali
Thunder Sheet, Wind Machine, Tamburello, Gong grande
Andreas Oelker – Timpani
Rocco Rossbach – Congas, Bongo, Shaker, Tamburello,
Vibraslap, Cowbell
Ravi
Srinivasan – Tablas, Koshi Chimes
Axel
Schäfer – Basso elettrico, Pump Organ, Celesta
Jan
Stolterfoht – Chitarra elettrica, Chitarra elettrica a 12 corde, Chitarra
acustica occidentale
Horst
Lietz – Chitarra elettrica, Chitarra elettrica a 12 corde, Chitarra acustica
occidentale, Nylon acustico Chitarra, Chitarra Acustica Western a 12 Corde
Davide
Russo – Chitarra Acustica Western
Arne
Reichelt – Violoncello
Friedrich
Paravicini – Violoncello
Winnie Kübart – Viola
Matthias Kübart – Viola, Violino
Ricada
Sybille Borman – Violino
Stefanie
Hölk – Violino
Lê
Mạnh Hùng – Monochord Zucca Liuto, Bamboo Flauto
Trần
Phương Hoa – Cetra spennata
Dàn
Nhạc Hà Nội – Cetra spennata
Rainer Oleak – Pianoforte, Mellotron
Sebastian Düwelt – Pianoforte a coda, organo Hammond,
Organ Bass, Clavinet
Chris Haertel – Wurlitzer, Hohner Electra
Rainer
Scharf – Organo da chiesa, Clavicembalo
Matthias
Trippner – Yamaha Electrone
Lisa
Maria Schaeffer – Ghironda, Baby Talk, Risate, Conteggio, Bye-bye &
Gibberish Singing
Tom
Lang – Celesta
Andreas Günther – Vermona Synth, Siel Orchestra,
Theremin
Martin Zitzmann – Poly Moog
Joel Sarakula – Synths
Jonas
Pietsch – Tromba
Paul
Santner – Flicorno
Max
Hering – Sassofono Tenore
Michael
Götte – Trombone
Oliver
Fox – Piccolo Flauto, Flauto da Concerto, Clarinetto
Yael Falik – Fagotto
David John Jaggs – Scouse Phone Call
Paul Herron – Ticket Tally Man
Dirk Sackhoff – Car Sounds
Udo
Geist – Car Sounds
Michael
Schönfeld – Corgoň
Da
rilevare l’incisione sonora analogica che bene sposa con tutti gli stili,
riuscendo nella difficile impresa di non essere né troppo vintage e neppure eccessivamente
moderna, davvero un valore aggiunto all’ascolto. Non da meno lo splendido
artwork per opera del disegnatore “progressivo” Frank Grabowski in edizione
cartonata, contenente all’interno un libretto di dodici pagine, testi e
dipinti.
Beatles
in cattedra sin dal primo brano “Ticket Tally Man”, fra orchestra e ritmo
cadenzato alla “Magical Mystery Tour”, la voce è pulita in stile Paul Mc
Cartney, ed ecco la prima sorpresa a metà del brano, il coro in stile Queen a
valorizzare al massimo il brano.
Con
“Peacock On The Highway” arriva la Psichedelia di fine anni ’60, la formula
canzone è rispettata alternando la melodia ruffiana a un riff semplice e
diretto dove il ritornello ovviamente risulta essere il piatto forte e semplice
da memorizzare.
“Lazy
Daisy” è uno dei miei preferiti, si apre con un lento piano, voce e violoncello
per poi aprirsi come un brano Prog, in effetti riscontro influenze Spock’s
Beard. Mi sciolgo davanti all’assolo finale di chitarra, da buon vecchio
nostalgico ovviamente. Una locomotiva che sbuffa ci accompagna verso “Hànội
Tramway”, canzone world, ariosa, rispettosa del folclore vietnamita. I testi delle
canzoni dei Wired Ways non sono poi semplici e scontati, trattano differenti
argomenti come il trasferimento, la comunicazione, la connettività, la
separazione e il lasciarsi andare.
Un
passo negli anni ’40 e ’50 con “Mosquitoes”, anche se nel corso dell’evolversi
il brano ogni tanto cambia di direzione, qui si evince la componente Prog (e The
Moody Blues). Bello l’intervento del flauto.
“Perpetuum
Mobile” inizia con il sitar e sembra uscire da “Revolver”. Ottime le coralità,
gli arrangiamenti sono il forte di questo lavoro. Altro brano di ottima fattura
è “When The Doors Are Closed” che si apre con voce e chitarra acustica per poi
colmare il suono con gli archi. Non so il perché ma mi ricorda qualcosa dei
Porcupine Tree più melodici. A metà il brano procede con la ritmica e nuovi richiami
al “Magical Mystery Tour”, una bella cavalcata nel tempo.
“Another
Sad Man” possiede un giro di tastiere che farebbe sicuramente la gioia anche di
Clive Nolan (Arena, Pendragon, etc), sognante e splendidamente interpretata dalla
voce di Jean-Michael Brinksmeier, un piccolo salto nel Neo Prog. D’atmosfera la
parte strumentale del brano. Il disco omonimo si chiude con “Planet 9”, semplicemente
una chicca da non perdere!
Credetemi,
“Wired Ways” bada al sodo con classe e fa stare bene, per me è una finestra
aperta in una stanza dall’aria consumata.
Ai
collezionisti dico che esiste anche l’edizione vinilica. MS
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