NONSOLO PROGROCK, blog di informazione musicale ed altro
a cura di MASSIMO SALARI
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mercoledì 24 agosto 2022
Wired Ways
WIRED
WAYS – Wired Ways Waterfall
Records Distribuzione:
Broken Silence – The Orchard Genere:
Rock Progressive Supporto: cd – 2022
Ascoltare
un disco del genere nel 2022 è quantomeno un toccasana, almeno per me che ho
vissuto gli anni ’60 e ’70 nel loro splendore, fa davvero bene all’anima e alla
mente. I tedeschi Wired Wise capitanati da Richard Schaeffer e Dennis Rux hanno
costruito un ensemble quantomeno numeroso, composto di ben quaranta musicisti
per regalare al pubblico quasi quarantacinque minuti di musica a cavallo fra le
date citate. Sicuramente
i primi nomi che vi verranno in mente saranno i Beatles, e fin qui ci siamo, il
quartetto di Liverpool, in effetti, straborda da ogni nota, ma esistono anche
coralità alla Queen, Psichedelia e mille altre sorprese che andiamo a
incontrare nelle nove tracce che compongono il disco che si troverà in
commercio dal 9 settembre 2022, sia in formato fisico sia su Bandcamp.com o
Spotify. Intanto la lista dei musicisti è la seguente: Jean-Michael
Brinksmeier – Voce Richard
Schaeffer – Voce, Tubular Bells, Glockenspiel, Shaker, Tamburello, Ching Zills,
Basso elettrico, Chitarra elettrica, Chitarra elettrica a 12 corde, Sitar,
Fender Rhodes, Hammond Organ, Celesta, Sintetizzatori, Tanpura elettronico,
Flauto dolce, Effetti vocali Thunder Sheet, Wind Machine, Tamburello, Gong grande Andreas Oelker – Timpani Rocco Rossbach – Congas, Bongo, Shaker, Tamburello,
Vibraslap, Cowbell Ravi
Srinivasan – Tablas, Koshi Chimes Axel
Schäfer – Basso elettrico, Pump Organ, Celesta Jan
Stolterfoht – Chitarra elettrica, Chitarra elettrica a 12 corde, Chitarra
acustica occidentale Horst
Lietz – Chitarra elettrica, Chitarra elettrica a 12 corde, Chitarra acustica
occidentale, Nylon acustico Chitarra, Chitarra Acustica Western a 12 Corde Davide
Russo – Chitarra Acustica Western Arne
Reichelt – Violoncello Friedrich
Paravicini – Violoncello Winnie Kübart – Viola Matthias Kübart – Viola, Violino Ricada
Sybille Borman – Violino Stefanie
Hölk – Violino Lê
Mạnh Hùng – Monochord Zucca Liuto, Bamboo Flauto Trần
Phương Hoa – Cetra spennata Dàn
Nhạc Hà Nội – Cetra spennata Rainer Oleak – Pianoforte, Mellotron Sebastian Düwelt – Pianoforte a coda, organo Hammond,
Organ Bass, Clavinet Chris Haertel – Wurlitzer, Hohner Electra Rainer
Scharf – Organo da chiesa, Clavicembalo Matthias
Trippner – Yamaha Electrone Lisa
Maria Schaeffer – Ghironda, Baby Talk, Risate, Conteggio, Bye-bye &
Gibberish Singing Tom
Lang – Celesta Andreas Günther – Vermona Synth, Siel Orchestra,
Theremin Martin Zitzmann – Poly Moog Joel Sarakula – Synths Jonas
Pietsch – Tromba Paul
Santner – Flicorno Max
Hering – Sassofono Tenore Michael
Götte – Trombone Oliver
Fox – Piccolo Flauto, Flauto da Concerto, Clarinetto Yael Falik – Fagotto David John Jaggs – Scouse Phone Call Paul Herron – Ticket Tally Man Dirk Sackhoff – Car Sounds Udo
Geist – Car Sounds Michael
Schönfeld – Corgoň Da
rilevare l’incisione sonora analogica che bene sposa con tutti gli stili,
riuscendo nella difficile impresa di non essere né troppo vintage e neppure eccessivamente
moderna, davvero un valore aggiunto all’ascolto. Non da meno lo splendido
artwork per opera del disegnatore “progressivo” Frank Grabowski in edizione
cartonata, contenente all’interno un libretto di dodici pagine, testi e
dipinti. Beatles
in cattedra sin dal primo brano “Ticket Tally Man”, fra orchestra e ritmo
cadenzato alla “Magical Mystery Tour”, la voce è pulita in stile Paul Mc
Cartney, ed ecco la prima sorpresa a metà del brano, il coro in stile Queen a
valorizzare al massimo il brano. Con
“Peacock On The Highway” arriva la Psichedelia di fine anni ’60, la formula
canzone è rispettata alternando la melodia ruffiana a un riff semplice e
diretto dove il ritornello ovviamente risulta essere il piatto forte e semplice
da memorizzare. “Lazy
Daisy” è uno dei miei preferiti, si apre con un lento piano, voce e violoncello
per poi aprirsi come un brano Prog, in effetti riscontro influenze Spock’s
Beard. Mi sciolgo davanti all’assolo finale di chitarra, da buon vecchio
nostalgico ovviamente. Una locomotiva che sbuffa ci accompagna verso “Hànội
Tramway”, canzone world, ariosa, rispettosa del folclore vietnamita. I testi delle
canzoni dei Wired Ways non sono poi semplici e scontati, trattano differenti
argomenti come il trasferimento, la comunicazione, la connettività, la
separazione e il lasciarsi andare. Un
passo negli anni ’40 e ’50 con “Mosquitoes”, anche se nel corso dell’evolversi
il brano ogni tanto cambia di direzione, qui si evince la componente Prog (e The
Moody Blues). Bello l’intervento del flauto. “Perpetuum
Mobile” inizia con il sitar e sembra uscire da “Revolver”. Ottime le coralità,
gli arrangiamenti sono il forte di questo lavoro. Altro brano di ottima fattura
è “When The Doors Are Closed” che si apre con voce e chitarra acustica per poi
colmare il suono con gli archi. Non so il perché ma mi ricorda qualcosa dei
Porcupine Tree più melodici. A metà il brano procede con la ritmica e nuovi richiami
al “Magical Mystery Tour”, una bella cavalcata nel tempo. “Another
Sad Man” possiede un giro di tastiere che farebbe sicuramente la gioia anche di
Clive Nolan (Arena, Pendragon, etc), sognante e splendidamente interpretata dalla
voce di Jean-Michael Brinksmeier, un piccolo salto nel Neo Prog. D’atmosfera la
parte strumentale del brano. Il disco omonimo si chiude con “Planet 9”, semplicemente
una chicca da non perdere! Credetemi,
“Wired Ways” bada al sodo con classe e fa stare bene, per me è una finestra
aperta in una stanza dall’aria consumata. Ai
collezionisti dico che esiste anche l’edizione vinilica. MS
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