Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

sabato 13 agosto 2022

Sideless

SIDELESS - Choose The Way
Autoproduzione
Genere: Metal Progressive
Supporto: Spotify – 2022




Il Metal e il Progressive Rock spesso hanno unito le proprie forze, anche se i due generi sembrano essere per loro natura apparentemente incompatibili.  L’esordio dei vicentini (e padovani) Sideless è una testimonianza della bontà di certi risultati al riguardo.
Francesco Marangoni è il tastierista e chitarrista della band Metal Indaco e assieme al fratello Alberto Marangoni (basso) iniziano a gettare le basi di questo progetto che si completa con l’innesto di Maurizio Gioli alla voce (Airhead e i Kronos) e Christian Camazzola alla batteria.
La componente Metal nei dieci brani contenuti in questo concept album è calmierata da fraseggi con il flauto e richiami al passato nobiliare del Rock. Trattasi dunque di concept, dove l’argomento intrapreso riguarda la dittatura in Nord Corea e ciò che ne deriva, attraverso le vicissitudini di due ragazzi, Ning e Tian.
L’album si apre con la strumentale “Strange Illusion” e le atmosfere richiamano subito il classico Metal Progressive nonostante un tentativo di addolcire da parte del flauto, un brano che potrebbe benissimo rappresentare l’essenza del genere perché in esso sono contenuti tutti gli ingredienti che lo compongono. L’ascolto dei singoli componenti di band come Pink Floyd e Prog italiano fa del loro bagaglio culturale un buono spunto di base sul quale costruire la struttura modernizzata delle composizioni. Ed ecco dunque che in canzoni come “Chains” s’interfacciano il passato e il presente, energia, rabbia e comunque classe.
“Without A Soul” ha un iniziale incedere graffiante successivamente spezzato dalla parte più acustica dei Sideless, posso tranquillamente accostare questo brano a moltissimi dei più noti Savatage, ottimo punto di riferimento focalizzato dai componenti.
La quindicenne Elena Xillo presta la voce in “Away”, canzone dalle tinte malinconiche al confine degli Anathema di metà carriera. Più progressiva nel senso vero del termine è “Majestic Dream”, qui s’intuisce la passione per il Prog italiano anni ’70. Si torna nel Metal in “Misstep”, così la voce si barcamena con successo fra fasi più ruvide e quelle maggiormente pulite. “The Show Is Over” è semplice, in netta media del genere in questione, mentre apprezzo un breve, ma sincero assolo di chitarra. In “Throwin' Treats” mostrano i muscoli, facendo richiami ai Queensryche di fine carriera.
Molto bella “Another Door” fra le mie preferite dell’intero concept, a concludere “The Last Shot”, canzone ricca di cambi umorali e di conseguenza di ritmo, dove fa capolino anche un Mellotron.
“Choose The Way “ è un lavoro onorevole senza troppi alti e bassi, magari avrei preferito qualche assolo più ficcante a staccare l’andamento dei brani che comunque godono tutti di buone melodie. Chi non ama l’innesto Metal e Progressive Rock ovviamente non cambierà idea dopo l’ascolto, ma chi è aperto agli innesti derivanti da altri generi troverà “Choose The Way” un buon tentativo di emozionare in maniera differente dal consueto.
Una curiosità, i quattro musicisti nel realizzare il concept non si sono mai incontrati tutti assieme, poteri della tecnologia moderna. MS






2 commenti:

  1. Ho scoperto solo ora questa tua recensione, e ti ringrazio sentitamente per questa tua analisi davvero ben fatta e che mi rende ancora più orgoglioso di questo album!

    Francesco Marangoni

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  2. Ciao Francesco, grazie a voi per la musica.

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