Sideless
SIDELESS - Choose The Way
Autoproduzione
Genere: Metal Progressive
Supporto: Spotify – 2022
Il
Metal e il Progressive Rock spesso hanno unito le proprie forze, anche se i due
generi sembrano essere per loro natura apparentemente incompatibili. L’esordio dei vicentini (e padovani) Sideless è
una testimonianza della bontà di certi risultati al riguardo.
Francesco
Marangoni è il tastierista e chitarrista della band Metal Indaco e assieme al
fratello Alberto Marangoni (basso) iniziano a gettare le basi di questo
progetto che si completa con l’innesto di Maurizio Gioli alla voce (Airhead e i
Kronos) e Christian Camazzola alla batteria.
La
componente Metal nei dieci brani contenuti in questo concept album è calmierata
da fraseggi con il flauto e richiami al passato nobiliare del Rock. Trattasi
dunque di concept, dove l’argomento intrapreso riguarda la dittatura in Nord
Corea e ciò che ne deriva, attraverso le vicissitudini di due ragazzi, Ning e
Tian.
L’album
si apre con la strumentale “Strange Illusion” e le atmosfere richiamano subito
il classico Metal Progressive nonostante un tentativo di addolcire da parte del
flauto, un brano che potrebbe benissimo rappresentare l’essenza del genere perché
in esso sono contenuti tutti gli ingredienti che lo compongono. L’ascolto dei singoli
componenti di band come Pink Floyd e Prog italiano fa del loro bagaglio
culturale un buono spunto di base sul quale costruire la struttura modernizzata
delle composizioni. Ed ecco dunque che in canzoni come “Chains” s’interfacciano
il passato e il presente, energia, rabbia e comunque classe.
“Without
A Soul” ha un iniziale incedere graffiante successivamente spezzato dalla parte
più acustica dei Sideless, posso tranquillamente accostare questo brano a
moltissimi dei più noti Savatage, ottimo punto di riferimento focalizzato dai
componenti.
La
quindicenne Elena Xillo presta la voce in “Away”, canzone dalle tinte
malinconiche al confine degli Anathema di metà carriera. Più progressiva nel
senso vero del termine è “Majestic Dream”, qui s’intuisce la passione per il
Prog italiano anni ’70. Si torna nel Metal in “Misstep”, così la voce si
barcamena con successo fra fasi più ruvide e quelle maggiormente pulite. “The
Show Is Over” è semplice, in netta media del genere in questione, mentre
apprezzo un breve, ma sincero assolo di chitarra. In “Throwin' Treats” mostrano
i muscoli, facendo richiami ai Queensryche di fine carriera.
Molto
bella “Another Door” fra le mie preferite dell’intero concept, a concludere “The
Last Shot”, canzone ricca di cambi umorali e di conseguenza di ritmo, dove fa
capolino anche un Mellotron.
“Choose
The Way “ è un lavoro onorevole senza troppi alti e bassi, magari avrei
preferito qualche assolo più ficcante a staccare l’andamento dei brani che
comunque godono tutti di buone melodie. Chi non ama l’innesto Metal e
Progressive Rock ovviamente non cambierà idea dopo l’ascolto, ma chi è aperto
agli innesti derivanti da altri generi troverà “Choose The Way” un buon
tentativo di emozionare in maniera differente dal consueto.
Una
curiosità, i quattro musicisti nel realizzare il concept non si sono mai
incontrati tutti assieme, poteri della tecnologia moderna. MS
Ho scoperto solo ora questa tua recensione, e ti ringrazio sentitamente per questa tua analisi davvero ben fatta e che mi rende ancora più orgoglioso di questo album!
RispondiEliminaFrancesco Marangoni
Ciao Francesco, grazie a voi per la musica.
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