Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

domenica 14 marzo 2021

Nodo Gordiano

NODO GORDIANO – Sonnar
Open Mind - Lizard Records
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd – 2020




Chi segue il Rock Progressivo Italiano (RPI) di sicuro conosce già lo storico nome Nodo Gordiano. Esordiscono discograficamente nel 1999 con l’ottimo album dal titolo omonimo per poi rilasciare nel tempo altri tre dischi in studio, tutti dediti al Prog storico di marca King Crimson e Genesis in primis. Anche la collaborazione nel 1998 con il Banco Del Mutuo Soccorso lascia un segno tangibile. Lo stesso sassofonista Alessandro Papotto l’anno successivo lascia la band per andare a realizzare nuove realtà musicali come Periferia Del Mondo o collaborare con gli stessi Francesco Di Giacomo e Rodolfo Maltese (BMS). Quindi dopo assesti di line up nel tempo li ritroviamo oggi formati da Filippo Brilli (sax), Andrea De Luca (chitarra, basso, tastiere), Davide Guidoni (percussioni, tastiere) e Natalia Suvorina (voce).
Essendo il Progressive Rock denominato “musica colta” per antonomasia, di certo anche le tematiche trattate nei testi non possono che non essere banali, bensì ricercate. In “Sonnar” si analizza l’essere inteso come individuo, immerso nella realtà proiettata verso il futuro fra riferimenti Nietzsche e Michel Foucault. Il concetto viene trattato in tre movimenti così descritti nella loro biografia:
“Tre momenti che ruotano attorno all’esperienza dell’Altro, separati tra loro da demoni che, come nella tomba degli Anina, custodiscono il mistero del Fuori, e si conclude con i versi dell’inno vedico a Sūrya, a memoria del simbolismo solare che, anche nelle tenebre, lo pervade.”. Ve lo dicevo che il contesto non è sicuramente banale.
Il supporto che custodisce il disco è cartonato e contiene un bel libretto con testi e bellissime foto che non fanno altro che immergere il lettore nel mondo dell’elaborato concept. Il tutto  è accompagnato da una oscurità di fondo che esalta il compito dell’ascolto iniziato con “Only Fool! Only Poet!”. La voce di Natalia spezza un intro decisamente Crimsoniano mentre il proseguo varia di ritmo e d’intensità come solo il Prog sa fare. Il passato aleggia anche in “Limbic Rendez-vous” (questo incontro nel sistema limbico del cervello dove risiedono le nostre emotività), ma questa volta sono i Van Der Graaf Generator ad essere maggiormente chiamati in causa. Come dicevo, angoscia e oscurità aleggia nelle foto interne del libretto, questo connubio con la musica è perfettamente riuscito. Importante l’apporto del sax.
I Nodo Gordiano più sperimentali si riscontrano nella più breve “Charun”, fra suoni psichedelici, loop e percussioni dal sapore etnico. L’asso nella manica si intitola “After Dusk”, una suite di venti minuti suddivisa a sua volta in otto movimenti. Qui si mette in pratica tutto il bagaglio storico e culturale del gruppo, un immenso percorso che parte dagli anni ’70 sino a giungere ai giorni d’oggi. Non disdegnano neppure passaggi nel Rock con suoni più elettrici. Se non fosse per l’intervento del sax e di altre scelte dal calore mediterraneo, i Nodo Gordiano potrebbero benissimo essere scambiati per un gruppo Prog Nordico, molto spesso si immergono in ambienti più oscuri e freddi.
I cinque minuti di “Vanth” scorrono su percorsi più psichedelici e innovativi pur restando attenti alla melodia di base. Si conclude con la title track “Sonnar”, piccola gemma progressiva.
I Nodo Gordiano riescono a capitalizzare al massimo la loro annosa esperienza, proponendo suoni importanti adatti alle orecchie di un Prog fans incallito. Qui c’è di che godere per chi sa cogliere il bello dall’arte. Altro orgoglio italiano. M
S




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