Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

mercoledì 24 novembre 2021

Anima Mundi

ANIMA MUNDI – Insomnia
Progressive Promotion Records
Distribuzione italiana: G.T.Music
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd – 2018



La discografia dei cubani Anima Mundi comincia a essere nutrita e a parlare una lingua propria. Infatti, la band ha costruito negli anni un particolare incedere, un modus operandi personale, raccogliendo nel tempo influenze sonore da gruppi vari moderni come Porcupine Tree tanto per citare un nome, ma anche dal passato, quegli anni ’70 che hanno dato vita a questo genere che fra mille difficoltà comunque non da segni importanti di cedimento.
“Insomnia” è il sesto album da studio dopo l’ottimo “I Me Myself” del 2016, il primo album con la casa tedesca Progressive Promotion Records, e che prosegue la trilogia appena intrapresa con il precedente. Nei testi si parla ancora di politica, finanza e tecnologia che avanza, analizzando puntigliosamente l’esistenza umana odierna e futura. Nella line up si denota la dipartita del cantante Michel Bermudez a favore di Alvis Prieto. Completano la formazione i soliti Virginia Peraza (tastiere, effetti, voce), Marco Alonso (batteria), Yaroski Coredera (basso) e Robert Diaz (chitarra e voce).
Il supporto al disco è ancora una volta piacevole alla vista e buon rappresentante del contenuto sonoro, classica edizione cartonata con tanto di libretto accurato con testi e info, oltre che contenente belle foto. Ed è subito mini suite, il primo brano “Citadel” di undici minuti è suddiviso in tre atti, amalgamato su una spina dorsale sia sinfonica sia jazz, quest’ultimo evinto nell’approccio vocale. La musica si adopera in differenti stadi umorali, toccando anche vette dark come nel secondo atto del brano intitolato “ActII – Scenary”. Alcuni suoni potrebbero risiedere anche nella discografia Pink Floyd di metà carriera. La terza parte del brano parte in un movimento caro al prog fans più incallito, una fuga strumentale  di matrice Spock’s Beard. Concatenata sopraggiunge “Nine Swans” e le tastiere diventano fondamentali per le atmosfere che riescono a disegnare, per chi li conosce diciamo in stile Arena più intimistici. Con questi punti di riferimento non vorrei che passasse il messaggio che gli Anima Mundi non hanno personalità, tutt’altro, cito nomi di band famose nell’ambito per cercare di far capire meglio l’approccio sonoro proposto dalla band, che spazia da uno stile all’altro con sicurezza e capacità strumentale.
Come in un'unica enorme suite sopraggiunge “Electric Credo”, in effetti elettrico è anche il pezzo qui molto ricercato e per certi versi sperimentale, passa alla mente inevitabilmente quel “On The Run” dei Pink Floyd. Il concept si spezza e subentra “The Hunter”, sensibile e delicato fra voce e arpeggi di chitarra, ancora una volta supportati dall’importanza delle tastiere in un risultato decisamente New Progressive Rock.
La title track è il classico pezzo dall’ampio respiro, bene arrangiato anche nei supporti vocali sussurrati in sottofondo. Il brano, per li conoscesse, richiama alla memoria i Parallels Or 90 Degrees. Un ticchettio apre “Electric Dreams”, una stanza apparentemente vuota dove squilla a vuoto anche un telefono. Un countdown probabilmente uscito da una tv accesa, un suono spettrale, enfasi che lascia l’ascoltatore attento al divenire. Giunge un sax a rendere tutto apparentemente più tranquillo, ma un suono di sirena prolungato fa ritornare la sensazione d’insicurezza, per fortuna ecco sopraggiungere il rumore di chiavi che aprono la porta: si esce.
Una tromba fusion accompagna “The Whell Of Days”, è mezzanotte e ancora si cammina per strada in attesa di domani. Il pezzo è Jazzy anche se coperto da un velo di oscurità. Jazz psichedelico. “New Tribe’s Totem è la seconda mini suite dell’album con i suoi dieci minuti di durata. Il brano mi fa cogliere l’occasione per sottolineare l’importanza del ruolo strumentale del basso in quest’album, ben dosato e possente quanto serve nel momento giusto. Tutto questo rende il lavoro più intrigante, i suoni fra effetti stereo e per quantità variegata di certo non fanno scollare l’ascoltatore dallo stereo. Ed ecco fare capolino i Porcupine Tree, così nella conclusiva “Her Song”, canzone che per il sottoscritto è la più bella dell’intero album, chitarre Pink Floydiane comprese.
In generale, da sottolineare dunque gli ampi momenti passati nella psichedelia, sempre in agguato nel sinfonismo dei suoni.
Un disco che racconta una lunga storia e lo fa più marcatamente possibile, sigillando il connubio fra i suoni e le immagini della nostra fantasia supportate dalle parole dei testi e da quanto narrato sino ad ora. Finalmente un disco registrato nel rispetto non solo della musica ma anche degli effetti e delle sonorità. Attendo ora con impazienza la parte conclusiva di questa trilogia e spero che tutto questo accada abbastanza velocemente.
 
“Insomnia” è dedicato al loro amico Heidi Burgs passato a miglior vita. MS






4 commenti:

  1. Il mio approccio fu diverso poichè già sapevo di ascoltare un gruppo cubano.Non diverso però fu lo stupore nell'ascoltare una musica ben strutturata,eseguita con perizia tecnica ed anche una certa personalità senza fare uso di ritmi cubani ma rimanendo in un "modello"chiaramente europeo.Devo dire che si tratta di un ottimo gruppo,che si mostra valido anche in sede di songwriting,in grado di reggere la suite senza annoiare(cosa che non sempre riesce ai gruppi contemporanei).Detto ciò mi sono procurato anche gli altri due lavori realizzati dalla band cubana.Vale la pena riscoprirli.Ciao Max.

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  2. Ciao Saldec! Anche io ho fatto la tua strada, mi sono procurato gli altri dischi!Eheheheh in effetti è strano ascoltare una band cubana praticamente quasi priva di richiami folcloristici del loro territorio. Si, buon gusto nel comporre e buona tecnica... Abili ed arruolati! ;-)Ciao e grazie per la vista ed il commento!

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  3. Ascolta il terzo, che è stato uno dei migliori lavori dell'anno settore!

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  4. Si Michele, "The way" lo nominai anche nei Progawards 2010, però non arrivarono oltre la finale (non sono solo nella giuria....ahahahah). Hai fatto bene a dirlo, per chi ci legge un buon consiglio: Ascoltate anche THE WAY! ;-)

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