DRIFTING SUN – Veil
Autoproduzione
Genere: Neo Prog
Supporto: cd / Bandcamp – 2024
E’
fatto di cronaca costatare che anche nel 2024 il genere Neo Prog prosegue
imperterrito il proprio cammino, in barba alle mode. Mi ricordo negli anni ’80
che la stampa di settore e critici vari, tacciava il genere di vita breve in
quanto ritenuto clone inutile dei maestri degli anni ’70, Genesis, Pink Floyd,
Camel e King Crimson su tutti. Nulla di più sbagliato, band come Arena, per
fare un nome, ha riportato nuova linfa vitale al contesto, ma per i dettagli e
gli approfondimenti al riguardo, vi rimando al mio terzo libro NEO PROG – STORIA
E DISCOGRAFIA (Arcana).
Il
Neo Prog ha un pubblico non numerosissimo ma fedele, forse anche questa è la
chiave di lettura. Molte band seppur non famose, nel tempo hanno rilasciato
lavori interessanti, sempre basati sulle tastiere e le chitarre in un mix fra Genesis,
Camel e Pink Floyd.
Una
formazione composta da elementi di varie nazioni e mediamente considerata si
chiama Drifting Sun. Di base inglesi, il quintetto si è spesso autoprodotto
nella lunga carriera che vede prendere forma a Chesham nel 1994 circa. Otto gli
album in studio senza considerare EP e i numerosi singoli. Nel tempo si
guadagnano non soltanto la stima del pubblico, ma anche dei musicisti stessi,
tanto che durante le defezioni nella line up, si vedono oggi inserire dei
strumentisti famosi nel circuito come ad esempio l’ex bassista dei IQ Jon
Jowitt, e l’ex batterista dei Pendragon Fudge Smith. La band è completata da John
'Jargon' Kosmidis (voce), Ralph Cardall (chitarra, mandolino), e Pat Sanders
(tastiere).
“Veil”
è quindi il nuovo album formato da otto canzoni che vedono alternarsi ospiti
come Suzi James al violino, e numerosi coristi. Lo stile è inequivocabilmente
fedele alla linea, i nomi citati sono la conferma di quanto descritto.
L’opener
s’intitola “Veiled”, fra piano e tastiere che girano attorno ad una nenia dal
sapore antico, atmosfere care ai Pendragon e a tutti coloro che ci orbitano
attorno. Il disco in realtà si apre con una mini suite di dodici minuti
intitolata “Frailty”, qui la band si dimostra sin da subito coesa e con le idee
chiarissime. I testi sono bene interpretati dalla voce di Kosmidis e sappiamo
bene che il Neo Prog necessita sia di parti vocali sia di parti al limite del
recitato, come Fish (Marillion), Alan Red (Pallas), e Peter Nicholls (IQ) ci
hanno dimostrato e deliziato nei loro album. Ma i Drifting Sun fanno qualcosa
in più, aggiungono coralità e arie complesse, tanto da far fare capolino anche
ai maestri Yes. Ovviamente i cambi di tempo sono immancabili, così le parti
pianistiche delicate come all’inizio di “Eros And Psyche”, canzone che potrebbe
benissimo risiedere nella discografia anni ’90 dei Pallas o dei succitati
Arena.
“The
Thing” è davvero una piccola gemma che brilla di luce propria, tanta enfasi ed
emotività fra le note, così è “Through The Veil”. A intervallare i due brani
c’è la breve pianistica “2-Minute Waltz”, ricordate l’intro di “Firth Of Fifth”
dei Genesis? Bene, l’intento è simile, ma più che altro qui c’è
approfondimento, tanto da divenire una vera e propria vetrina a se stante per
le capacità esecutive di Pat Sanders. Ho citato molti nomi che di certo chi non
segue il genere non ha compreso, a loro dico soltanto che qui c’è musica
godibile al 100%, non logorroica o elucubrata, ma intelligente, come nel caso
di “The Old Man” o della conclusiva “Cirkus”, rispettosa anche del passato e
dei suoi insegnamenti.
Resta
anche il fatto che il Neo Prog è un genere sempre gentile e fedele alle armonie
semplici, spesso da cantare o fischiettare negli assolo, genericamente di
matrice Pinkfloydiana, e “Veil” non si sottrae di certo a questo modus
operandi. Un gran bell’album! MS
Versione Inglese:
Nessun commento:
Posta un commento