Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

mercoledì 24 agosto 2022

Wired Ways

WIRED WAYS – Wired Ways
Waterfall Records
Distribuzione: Broken Silence – The Orchard
Genere: Rock Progressive
Supporto: cd – 2022




Ascoltare un disco del genere nel 2022 è quantomeno un toccasana, almeno per me che ho vissuto gli anni ’60 e ’70 nel loro splendore, fa davvero bene all’anima e alla mente. I tedeschi Wired Wise capitanati da Richard Schaeffer e Dennis Rux hanno costruito un ensemble quantomeno numeroso, composto di ben quaranta musicisti per regalare al pubblico quasi quarantacinque minuti di musica a cavallo fra le date citate.
Sicuramente i primi nomi che vi verranno in mente saranno i Beatles, e fin qui ci siamo, il quartetto di Liverpool, in effetti, straborda da ogni nota, ma esistono anche coralità alla Queen, Psichedelia e mille altre sorprese che andiamo a incontrare nelle nove tracce che compongono il disco che si troverà in commercio dal 9 settembre 2022, sia in formato fisico sia su Bandcamp.com o Spotify. Intanto la lista dei musicisti è la seguente:
Jean-Michael Brinksmeier – Voce
Richard Schaeffer – Voce, Tubular Bells, Glockenspiel, Shaker, Tamburello, Ching Zills, Basso elettrico, Chitarra elettrica, Chitarra elettrica a 12 corde, Sitar, Fender Rhodes, Hammond Organ, Celesta, Sintetizzatori, Tanpura elettronico, Flauto dolce, Effetti vocali
Thunder Sheet, Wind Machine, Tamburello, Gong grande
Andreas Oelker – Timpani
Rocco Rossbach – Congas, Bongo, Shaker, Tamburello, Vibraslap, Cowbell
Ravi Srinivasan – Tablas, Koshi Chimes
Axel Schäfer – Basso elettrico, Pump Organ, Celesta
Jan Stolterfoht – Chitarra elettrica, Chitarra elettrica a 12 corde, Chitarra acustica occidentale
Horst Lietz – Chitarra elettrica, Chitarra elettrica a 12 corde, Chitarra acustica occidentale, Nylon acustico Chitarra, Chitarra Acustica Western a 12 Corde
Davide Russo – Chitarra Acustica Western
Arne Reichelt – Violoncello
Friedrich Paravicini – Violoncello
Winnie Kübart – Viola
Matthias Kübart – Viola, Violino
Ricada Sybille Borman – Violino
Stefanie Hölk – Violino
Lê Mạnh Hùng – Monochord Zucca Liuto, Bamboo Flauto
Trần Phương Hoa – Cetra spennata
Dàn Nhạc Hà Nội – Cetra spennata
Rainer Oleak – Pianoforte, Mellotron
Sebastian Düwelt – Pianoforte a coda, organo Hammond, Organ Bass, Clavinet
Chris Haertel – Wurlitzer, Hohner Electra
Rainer Scharf – Organo da chiesa, Clavicembalo
Matthias Trippner – Yamaha Electrone
Lisa Maria Schaeffer – Ghironda, Baby Talk, Risate, Conteggio, Bye-bye & Gibberish Singing
Tom Lang – Celesta
Andreas Günther – Vermona Synth, Siel Orchestra, Theremin
Martin Zitzmann – Poly Moog
Joel Sarakula – Synths
Jonas Pietsch – Tromba
Paul Santner – Flicorno
Max Hering – Sassofono Tenore
Michael Götte – Trombone
Oliver Fox – Piccolo Flauto, Flauto da Concerto, Clarinetto
Yael Falik – Fagotto
David John Jaggs – Scouse Phone Call
Paul Herron – Ticket Tally Man
Dirk Sackhoff – Car Sounds
Udo Geist – Car Sounds
Michael Schönfeld – Corgoň
Da rilevare l’incisione sonora analogica che bene sposa con tutti gli stili, riuscendo nella difficile impresa di non essere né troppo vintage e neppure eccessivamente moderna, davvero un valore aggiunto all’ascolto. Non da meno lo splendido artwork per opera del disegnatore “progressivo” Frank Grabowski in edizione cartonata, contenente all’interno un libretto di dodici pagine, testi e dipinti.
Beatles in cattedra sin dal primo brano “Ticket Tally Man”, fra orchestra e ritmo cadenzato alla “Magical Mystery Tour”, la voce è pulita in stile Paul Mc Cartney, ed ecco la prima sorpresa a metà del brano, il coro in stile Queen a valorizzare al massimo il brano.
Con “Peacock On The Highway” arriva la Psichedelia di fine anni ’60, la formula canzone è rispettata alternando la melodia ruffiana a un riff semplice e diretto dove il ritornello ovviamente risulta essere il piatto forte e semplice da memorizzare.
“Lazy Daisy” è uno dei miei preferiti, si apre con un lento piano, voce e violoncello per poi aprirsi come un brano Prog, in effetti riscontro influenze Spock’s Beard. Mi sciolgo davanti all’assolo finale di chitarra, da buon vecchio nostalgico ovviamente. Una locomotiva che sbuffa ci accompagna verso “Hànội Tramway”, canzone world, ariosa, rispettosa del folclore vietnamita. I testi delle canzoni dei Wired Ways non sono poi semplici e scontati, trattano differenti argomenti come il trasferimento, la comunicazione, la connettività, la separazione e il lasciarsi andare.
Un passo negli anni ’40 e ’50 con “Mosquitoes”, anche se nel corso dell’evolversi il brano ogni tanto cambia di direzione, qui si evince la componente Prog (e The Moody Blues). Bello l’intervento del flauto.
“Perpetuum Mobile” inizia con il sitar e sembra uscire da “Revolver”. Ottime le coralità, gli arrangiamenti sono il forte di questo lavoro. Altro brano di ottima fattura è “When The Doors Are Closed” che si apre con voce e chitarra acustica per poi colmare il suono con gli archi. Non so il perché ma mi ricorda qualcosa dei Porcupine Tree più melodici. A metà il brano procede con la ritmica e nuovi richiami al “Magical Mystery Tour”, una bella cavalcata nel tempo.
“Another Sad Man” possiede un giro di tastiere che farebbe sicuramente la gioia anche di Clive Nolan (Arena, Pendragon, etc), sognante e splendidamente interpretata dalla voce di Jean-Michael Brinksmeier, un piccolo salto nel Neo Prog. D’atmosfera la parte strumentale del brano. Il disco omonimo si chiude con “Planet 9”, semplicemente una chicca da non perdere!
Credetemi, “Wired Ways” bada al sodo con classe e fa stare bene, per me è una finestra aperta in una stanza dall’aria consumata.
Ai collezionisti dico che esiste anche l’edizione vinilica. MS







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