Indra
INDRA – Ceneri (Requiem Per Il
Sogno Americano)
Bradiphouse
Opificio
Distribuzione:
Open Mind – Lizard Records
Genere:
Progressive Jazz/Folk
Supporto: cd – 2020
La
sezione Open Mind della Lizard Records è sempre rivolta verso la musica più
ricercata, sotto forma di arte mai
convenzionale, l’orecchio attento di Loris Furlan è continuamente alla ricerca
di forti emozioni che sempre travalicano il sentiero del trend modaiolo. Sto
parlando dunque di musica difficile da collocare in un genere ben specifico,
come nel caso dei molisani Indra.
Sono
un trio formato da Gianluca Vergalito (chitarra acustica, chitarra elettrica,
sitar, basso), Antonio Armanetti (percussioni, batteria, didgeridoo), e Mattia
Strazzullo (piano, tastiere, synth bass). Il progetto è immerso in un contesto
multiculturale, con strumentazione etnica cimentata anche in passaggi
jazzistici. Esordiscono nel 2017 con l’album “Fossili” (1698701 Records DK2)
assieme alla ballerina Laura Esposito, mentre oggi si coadiuvano dell’apporto
aggiuntivo di Sara Ferrigno (danza), e Giuseppe Bianchi (recitazione). Questo
secondo album intitolato “Ceneri” si presenta in edizione cartonata contenente
due adesivi raffiguranti il loro logo e i testi del concept descritti nel colorato libretto interno. Esso narra
delle vicissitudini poco fortunate di un ingegnere immigrato dall’Est Europa. Dieci
frangenti sonori sono il viaggio che
accompagna l’ascoltatore più attento alla musica concepita come mezzo di
trasporto per la mente, il tutto per una durata di circa quarantadue minuti.
“Fenice”
presenta subito un suono pindarico, leggero,
grazie soprattutto all’uso del pianoforte impegnato in note semplici che hanno
il senso del tempo che fu. Strumentisti preparati che sfoggiano una tecnica non
rivolta ad elucubrazioni inutili, bensì alla melodia di facile memorizzazione.
La voce roca di Giuseppe Bianchi è calda, sferzante nel contesto, capace di
dare profondità alla musica tuffata persino in un frangente soft jazz. La
stessa apre “La Variante Ascari”, contesto maggiormente Jazz sostenuto dalle
percussioni di Armanetti, nell’evolversi il brano tocca grazie ancora all’uso
delle tastiere, piccoli solchi Progressivi. Musica, danza, recitazione, poesia,
il teatro Indra giunge alla scanzonata “Fuochi D’Artificio”, canzone più
movimentata rispetto al contesto sin qui memorizzato. In alcuni passaggi si
denotano influenze Orme, queste non saranno certamente volute, tuttavia
sottolineo per dare visione anche della parte più progressiva dell’album.
“Taranta Stomp” già il nome lascia presagire il tipo di ascolto, altro musicale
allegro ricco di sorprese etniche. Più folcloristica “Erzezù”, scenica
nell’incedere caracollante e circense. Qui la fanno da padrona i fiati. In
“Cuore” il ritmo cadenzato porta l’ascolto verso una fusion delicata dove
questa volta è la chitarra elettrica a fare sfoggio delle proprie capacità
balistiche. Con “Illusione” gli Indra mettono piede in territori cari ai
canadesi Uzeb, ma mai l’etnico viene accantonato, qui in un mix davvero
intrigante.
“Il
Viandante” possiede un incedere mesto di sonorità legate alla musica del nostro
sud, mentre “Caronte” traghetta verso l’inferno il nostro povero ingegnere. Il
contesto è all’inizio lugubre e duro, grazie anche alla chitarra qui lievemente
Heavy, ma il piano infine porta verso un nuovo sole. L’acustica “Manifesto” chiude con grazia ed
eleganza questo disco che lascia traccia di se anche al suo termine nella
memoria dell’ascoltatore.
Un
album che canzone per canzone, tassello per tassello, compone un quadro sonoro
colorato e decisamente mediterraneo. Freschezza e storia di base all’interno,
si denota che il trio è in possesso di un bagaglio culturale davvero
invidiabile. Multicultura concentrata in un solo disco. MS
Salve maestro, mi chiamo IVANO SGATTONI da Nereto prov di TE. Mi sono accorto che lei recensisce solo album appena usciti, dalla etichetta emerita LIZARD record, certo negli anni, soprattutto fino 90 inizi 2000 ha prodotto realtà molto convincenti. Ma nel prog italiano per fortuna esistano ancora, per fortuna altre realtà forse migliori della Lizard. Mi spiega con cortesia perché di questa sua scelta. In più le vorrei citare che negli ultimi mesi del '20 sono usciti album di grande valore all'estero come i LUNAR CLOCK e speravo in una sua recensione.Io la ammiro molto, anche se preferisco le recensioni puntuali e i gruppi poco conosciuti di ARLEQUINS.IT Le chiedo di non recensire solo i cd che gli vengano spediti gratuitamente. Potrei farle altri nomi come gli italiani Ellesmere. Confido in una sua nuova fase di recensioni. Saluti prog
RispondiEliminaCiao Ivano! E' presto detto, se guardi tutto il blog non c'è solo Lizard, ma ogni tipo di genere e di case discografiche. Ovvio che do la precedenza a chi manda dischi fisici piuttosto che file in quanto c'è una spesa dietro anche di spedizione oltre che di supporto fisico. Malgrado tutto recensisco anche mp3. Non lo faccio per mestiere, è mio tempo libero e mi sembra che già così sia un miracolo, sai, la passione è grande (oltretutto scrivo anche libri e il tempo è davvero risicato). Nessuno mi paga! Per il discorso Lunar Clock conosco. Però anche io non è che posso stare sempre al pc ad ascoltare musica, è penalizzante, amo il supporto fisico ed ascoltare nel mio Pioneer SA610 per la qualità sonora. Sono vecchio prototipo ancora innamorato della musica ascoltata e non sentita. Non sono milionario e quindi non posso comperare tutto. Ho messo per questo motivo nel blog "DONATE" ma in cambio ricevo zero euro per comperare cd e invece richieste come in questo caso di recensire mp3. Arlequins è formato da un gruppo di appassionati, io sono solo. Hanno la possibilità di ascoltare di più, sponsor, sono noti e bravi. Anche loro però hanno recensito tutto il catalogo Mellow…per dire… Un abbraccio amico mio e speriamo che la musica ci renda migliori, ma la vedo in difficoltà anche lei in questo periodo di restrizioni. Ripeto per non essere frainteso, io non sto recensendo dischi che mi vengono regalati, l'80% li compero, basta che poi guardi nella totalità del blog.
RispondiEliminaGrazie ancora Ivano.
Nota che ho recensito oltre 1.000 band e se aggiungiamo quelle degli "speciali" e delle "recensioni brevi" siamo sulle 2.000 band!
RispondiEliminaCaro Max, mi congratulò per il tuo impegno e non ero a conoscenza che i cd li devi comprare come faccio io incallito lettore di nonsoloprogrock.Anche io ascolto solo musica da oggetto fisico, adoro i dischi e adoro anche di più i cd, essendo cresciuto proprio negli anni del boom dei CD. Non amo ascoltare dal web le vari band di nuova uscita, perché come dici tu non è esaltante stare sempre davanti a quello schermo. Quando leggo una recensione e mi incuriosisce una band, vado in rete solo per dare un ascolto preventivo per poi comprare il cd o il disco. Ormai, siamo rimasti in pochi, e spesso vengo anche deriso da chi non può capire l'importanza anche storica nel possedere e collezionare dischi. Tu sei anche appassionato di metal come il sottoscritto, da ragazzino negli anni 90 era quasi una moda essere metallaro, e rimpiango quei gloriosi tempi, vedendo i ragazzini di oggi ascoltare quella vacuità di rap italiano. Purtroppo oggi i ragazzi sono tutti uguali, sfornati come stampi. E continuo a rimpiangere gli anni in cui c'era il metallaro (diviso in varie correnti) il punkettaro, il fighetto da discoteca ecc. Troppa omologazione, anche e soprattutto per colpa dei social. Scusami dello sfogo e della lungaggine, ma questo è ormai un mondo che non mi appartiene più. Solo la passione per il prog, il metal che però mi fa essere una mosca bianca. Cordiali saluti, continua a darci buona musica. Ivano Sgattoni.
RispondiEliminaIvano, io e te siamo uguali... La passione è tanta, mi piace condividere da indipendente e così continuerò. Spero che nel blog troverai cose interessanti. Un abbraccio e ancora grazie.
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