REVERSAL SYMMETRY – Jekyll &
Hyde
Autoproduzione
Genere: Progressive Rock/Metal
Supporto: MP3 – 2018
Il
genere Progressive Rock bene si presta ad opere o colonne sonore, spesso la
magniloquenza e la struttura di certi album sono dei veri e propri concept da
opera. Alcune volte ci si perde in questo grande calderone di idee, metamorfosi
strutturali dettate da scene da rappresentare risultando spesso pesanti e
logorroici, in altre invece si possono godere momenti di vero e proprio piacere
musicale.
Ma
il Progressive Rock in senso generale è già di suo un film per un orecchio, per
cui addentrarsi in storie anche classiche non è altro che un cammino
paradossalmente naturale.
Da
Roma ci provano i Reversal Symmetry, nuova band sorta dalle ceneri degli ottimi
Layra, autrice di due album autoprodotti dal titolo “Chiaroscuro” (2008) e
“Crono” (2011). L’argomento trattato è la vita del Dottor Jekyll, mutante
personaggio creato dalla fantasia dello scrittore Stevenson, qui descritta in
maniera fedele all’originale.
Il
progetto è diviso in due parti, la prima si intitola “The White Side” ed è
composta da sette canzoni rappresentanti la supremazia della ragione
sull’istinto primordiale. La seconda parte “The Dark Side” è formata da sei
canzoni che lasciano trapelare la negatività e la distruzione.
Progetto
ambizioso dunque, e in quanto tale necessita di un complesso di artisti
corposo, ecco quindi le voci a
rappresentare i differenti personaggi a cura di Moreno Sangermano (Jekyll/Hyde),
Steve Sangermano (Utterson), Guido Gori Giorgi
(Lanyon) ed Alessio Quaresima Escobar (Poole), mentre la line up si completa
con Fabio Vitale (chitarra), Graziano
Sessa (basso), Matteo Ferretti (tastiere) e Davide Miccinilli (batteria). La
lingua scelta per il cantato è l’inglese.
La
parte bianca inizia con “Henry's Mirror”, un tuffo negli arpeggi passati in
stile Marillion era Fish e poi via verso la magniloquenza delle tastiere. Il
brano si apre ulteriormente su un territorio al confine con il Metal Prog, fra
cambi di tempo e un cantato ben calato nella parte.
Il
contrasto di Jekyll & Hyde è amalgamato nella struttura dei brani, dove si
passa da momenti pacati ad altri crescendo vigorosi, proprio come accade nella
bella “Story Of A Door”. Il contrasto è quindi il binario del viaggio sonoro. In
sede live i Reversal Symmetry fanno uso di interpretazioni con costume, proprio
come alcune volte capita nel Progressive Rock (vedi Genesis, Marillion, IQ
etc.). L’opera prosegue con “The Eye of Reason”, frangente più solare, con un
ottima apertura fra chitarra elettrica e tastiere, un brano che potrebbe
risiedere tranquillamente nella discografia degli americani Queensrÿche.
Toccante il canto lirico in “Eternal Void”, una musica cinematografica che
spazia fra il Metal ed il Prog Rock.
Il
contrasto canzone - lirica ha il suo indiscutibile fascino, “Promises” è una
ballata voce piano in evidenza con al centro del brano un istante Folk per poi incedere
verso il crescendo finale con le chitarre elettriche. La “White Side” si chiude
con “Henry's Choice, uno dei frangenti più Prog del concept, grazie anche
all’uso delle tastiere in stile New Prog.
“The
Smell Of Rain” apre la “Dark Side” in maniera nervosa e metallica, seppure al
suo interno contiene un cantato recitato alla Genesis o se vogliamo più recentemente
come spesso fanno gli inglesi Arena. Intrigante “The Evil Inside” in pieno
territorio Metal Prog. Altro dei momenti che più ho apprezzato è contenuto in
“The Window” e nei suoi arpeggi. Apprezzo sempre molto i crescendo sonori
durante lo svolgersi dei brani. “Anomalies” prosegue nel terreno New Prog dando
spazio come sempre alle buone melodie. Non nascondo di scorgere certe affinità
con i Marillion di Hogarth, per poi però scappare verso lidi più oscuri e
pesanti, con inserimenti brevi in growl. I Reversal Symmetry quindi è evidente
che godono di una buona personalità.
Torna
la sinfonia cinematografica con “In Another Life” e perché no anche una
spolverata di Dream Theater. In conclusione c’è uno dei momenti più toccanti
dell’album, “Like So Many Fragments Of Glass” con Jekyll & Hyde
all’unisono. Degno finale di questa opera Rock che nella sua ambiziosità si
lascia ascoltare con estremo piacere.
Il
fatto che le soluzioni sonore siano molteplici fa si che l’insieme sia
scorrevole ed interessante, su questo influisce anche il ruolo dei differenti
cantanti.
Complimenti
ai musicisti e avanti così, la scena italiana si fa sempre rispettare. MS
Davvero una bellissima recensione! Grazie Max
RispondiEliminaGrazie Matteo, bell'opera Rock! Noi italiani non siamo secondi a nessuno, l'ho sempre ribadito.
RispondiEliminaGrande Max, ti dimostri, come al solito,un ascoltatore attento a ogni sfumatura.
RispondiEliminaGrazie Moreno, mi piacerebbe dire che è una mia predisposizione, purtroppo invece è l'età... Sai, in 54 anni di musica Prog ne ho ascoltata. ;-) A parte gli scherzi, tutto è molto più facile quando i musicisti hanno qualcosa da dire senza scopiazzare "copia/incolla" di qua e di la. Come dicevo nella recensione, i punti di riferimento ci sono, ma loro godono di buona personalità. Grazie ancora Moreno.
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