REALE ACCADEMIA DI MUSICA – Angeli
Mutanti
M.P.
& Records/ GT Music
Genere:
Progressive Rock
Supporto: cd – 2018
Siamo
nel 2018 e non vi nascondo che ancora nel mio giradischi gira spesso l’album
“Reale Accademia Di Musica” (prodotto da Maurizio Vandelli) del gruppo omonimo
datato 1972! Questo vi può far comprendere quanto personalmente sia legato al
suono e alla melodia di questo gruppo romano di Progressive Rock italiano. Il
perché è molto semplice, la musica proposta è sia legata al mondo progressivo
del tempo, che alla melodia italiana, quella di facile memorizzazione che ci
contraddistingue. Fu un disco con poche elucubrazioni e tanta sostanza.
La
band di Pericle Sponzilli (voce, chitarra) ha avuto un vuoto di presenza lungo dalla
metà degli anni ’70 sino ad oggi, ma i
R.A.M.(dice la bio “anche impropriamente con questo nome”) tornano con lavori
in studio come “R.A.M. : Il Linguaggio Delle Cose”, per poi arrivare ai nostri
giorni con altri due album, “R.A.M. : Tempo Senza Tempo” (2009) e “La Cometa” (2013)
Ma oggi Sponzilli torna alle redini del gruppo incoraggiato anche da questo
ritorno di fiamma del genere Progressive Rock, e crea questo nuovo disco dal
titolo “Angeli Mutanti”. La formazione si completa con il tastierista Fabio
Liberatori (anche Stadio), Erika Savastani (voce), Andy Bartolucci (batteria) e
Fabio Fraschini (basso).
Il
disco contiene dieci tracce, ad iniziare proprio dal brano “Angeli Mutanti”. La
forza dei R.A.M. risiede negli arrangiamenti molto curati, così nelle melodie,
ed il tempo sembra essersi fermato. Bella la voce di Erika, dolce e malleabile
a seconda della situazione che il pezzo richiede. Apprezzo molto anche il solo
di chitarra elettrica in una sorta di Psichedelia Prog che spezza il brano.
“Alba” è cantata ancora a doppia voce, maschile e femminile, mentre la tastiere
fanno da importante sottofondo rendendo il suono pieno e dal profumo fortemente
vintage. “Alba dove eri ieri sera al tramonto….” poi è un tocco raffinato.
“Johnny
e Adele” è un momento più delicato, una ballata tipicamente italiana e ancora
una volta gli anni ’70 sono presenti, specie nel suono delle tastiere. Altra
canzone dal dna italico con tanto di mediterraneità è “Cosa Nascondono Le
Nuvole”. Il Prog dei R.A.M. è così, solare e bada al sodo senza troppi inutili
tecnicismi, anche se assolo di chitarra di tanto in tanto affiorano con
eleganza. Non ci sono suite, bensì canzoni. Ascoltare “The Beat Goes On (Come
la Canzone)” mette l’anima al caldo, toccante nelle vocalità su di una chitarra
acustica che dialoga dolcemente con le tastiere.
Un
suono di pianoforte sostenuto apre “Tempo”, movimento Prog che si fonde con la
voce di Erika e l’emozione ancora una volta accresce, per chi vi scrive è uno
dei brani più importanti del disco. Soluzioni sonore senza tempo, arrangiate
davvero con gusto.
“A
Dritta San Salvador” mi ricorda materiale delle Orme di metà carriera, mentre la voce di Erika
sale. “Una Sola Immagine” è più ruffiana, come un gatto che si sfrega fra le
gambe quando ha fame e si lascia accarezzare con gentilezza. “Io Sono Qui” è
sunto di stile ancora una volta vintage. Chiude il disco alla grande lo
strumentale “La Pista ed Il Miraggio”, qui fuoriescono i R.A.M. che abbiamo
conosciuto nel tempo.
La
musica deve fare questo, ossia rimanere impressa nella mente. Quando un disco
termina si deve avere ricordo di esso, sia per un passaggio, sia per un
ritornello che per un gradevole assolo. Qui c’è musica italiana di elevata
fattura, semplice e mai banale, dategli un attento ascolto, lo merita davvero.
Ben tornati R.A.M. (MS)
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