Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

giovedì 26 ottobre 2017

Poisonheart

POISONHEART – Till The Morning Light
Sneakout Records
Distribuzione: Burning Minds Music Group/Atomic Stuff
Genere: Glam/Metal Rock
Supporto: cd – 2017


Dice un noto proverbio “Chi la dura, la vince”, questo spesso è il risultato di chi nel tempo mette passione e voglia nel fare ciò in cui si crede. E’ anche il caso dei bresciani Poisonheart, originariamente band Glam/Punk-Rock chiamata Poison Heart . Si formano nella metà degli anni 2.000 con l’intento di riproporre brani di gruppi come Ramones ed altri ancora. Di quella formazione oggi resta Fabio Perini (chitarra) che dopo aver incontrato il bassista Giuseppe Bertoli decide di modificare il nome in Poisonheart e ricoprire anche il ruolo di cantante. Con il tempo non muta soltanto la line up, bensì anche l’orientamento musicale, puntando al Glam Metal e accantonando quindi la parte Punk della musica.
L’attività live è intensa e così le partecipazioni ad alcuni contest che portano a questi risultati: 2007-  4° posto al concorso "Bakkano Vitale 2" a Castegnato (BS). 2009- vincitori del concorso "Baraonda Rock" a Nave (BS). 2009- 3° posto al concorso "CG Rock" a Chiari (BS). Ed è nel 2010 che registrano il primo EP dal titolo “Welcome To The Party”, bene accolto dalla critica di settore. Ma la line up si scioglie per metà, e quindi Perini e Bertoli si ritrovano a ricostruire il gruppo che si riforma nel 2014 con l’innesto di Francesco Verrone (dai Needlework) alla batteria e Andrea Gusmeri (ex Dreamhunter) alla chitarra solista. Ogni colpo una cicatrice che comunque rafforza il carattere della band , la quale si diletta anche a cambiare nuovamente stile, miscelando nel loro sound anche fosche tinte Dark. I tempi sono maturi per “Till The Morning Light”, a tutti gli effetti il loro debutto discografico. Esso è composto da dieci brani ed accompagnato da un libretto con testi e foto annessi. Le voci femminili che si ascoltano durante il percorso sono di Francesca Cavalleri e Raffaella Rossi.
L’album si apre con “(You Make Me) Rock Hard”, graffiante, come la voce di Perini ed un riff dal sapore passato, quasi AC/DC o Accept e comunque sempre efficace. Sicuramente un brano da cantare live assieme a loro. Il lato Dark a cui mi riferivo in precedenza fa capolino in “Flames & Fire”, anche nel cantato. Le chitarre sostengono il tutto con riff di chitarra di memoria Judas Priest primi anni di carriera. Il suono si quieta con “Anymore”, più cadenzata e reminiscenze Paradise Lost, tuttavia i nomi che sto facendo non sono per dire che la band sta copiando, ma solamente per dare a voi che leggete e non ascoltate un punto di riferimento, perché i Poisonheart hanno comunque una buona personalità, decisamente sopra la media dei prodotti del genere. Si torna a spingere con “Lovehouse”, Rock allo stato fondente, diretto come un pugno allo stomaco e qui una puntina di vecchio Punk  si ritorna a sentire.
Ritornelli da cantare live dicevo, e anche “Shadows Fall” non esula da questo concetto. Il disco procede equilibrato con saggezza, brani più duri si alternano a momenti più pacati e la fluidità ci guadagna, ecco quindi “Baby Strange” fare da simil-ballata. “Under My Wings” ha un inizio in stile Scorpions, quelli più Metal, così un ritornello sporco appena di Punk e ruffiano.
Tutti i componenti approcciano allo strumento con buona tecnica e navigata esperienza, il muro sonoro è quindi compatto. “Out For Blood” e “Hellectric Loveshock” mostrano i muscoli della band mentre la conclusiva “Pretty In Black” è il sunto dello stile Poisonheart, ma con spiragli di luce.

Un disco scorrevole, caldo, ricco di esperienza e buone canzoni che faranno piacere sicuramente agli amanti del genere, gli altri? Si possono approcciare con tranquillità, è musica per tutti. MS

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