CHIASSO MOZZO - Chiasso Mozzo
Lizard Records
Distribuzione italiana: si
Genere: Folk Cantautorale
Support: CD - 2009
Lizard Records
Distribuzione italiana: si
Genere: Folk Cantautorale
Support: CD - 2009
Accompagnato da un supporto cartonato ed un artwork davvero invidiabile, creato da Alberto Martini, i toscani Chiasso Mozzo si affacciano ufficialmente al mondo musicale con questo esordio dal titolo omonimo. Con esso la Lizard Records aggiunge un altro tassello a quel puzzle sonoro cantautoriale dal nome “La Luna E I Falò”. Questo è un ramo della casa che si discosta dal Progressive Rock con il quale ci ha abituati solitamente, anche con risultati eccellenti, dedito ad una musica più cantautoriale e folcloristica. Infatti i Chiasso Mozzo portano con loro un bagaglio culturale alquanto variegato, grazie soprattutto all’esperienza acquisita di artisti da strada. Il loro è un circo sonoro, popolato da bizzarri e loschi personaggi, una musica apparentemente diretta, ma ricolma di strumenti e cultura, quindi ecco il contrabbasso, il pianoforte, i fiati, le percussioni, la batteria e molti altri ancora.
Le liriche sono forti, interessanti, scritte dal poeta Alessandro Scalpellini ed ottimamente illustrate graficamente dalla mano di Daria Palotti. In questo strampalato circo colorato, ci si imbatte con dure confessioni di un prete pedofilo, Irene, una nera signora, un becchino e molti altri curiosi personaggi. Il connubio musica-testi, lo avrete capito, è quindi fondamentale. Per rendere il tutto ancora più bizzarro e (perché no) clawnesco, la voce roca e forzata di Giulio Tosi è proprio quello che serve. La bravura dei Chiasso Mozzo risiede nel far sembrare tutto molto semplice, quando invece non lo è. Ci sono soluzioni sonore coraggiose e melodiose, quelle incastonate nella nostra cultura italica e molto altro. Ballate acustiche in stile De Andrè, non certo come musica di per se, quanto come approccio alla struttura del brano, in parole povere “cantastorie”, anche se dalla tendenza circense.
Davvero numerosi gli spunti interessanti, a volte accompagnati da coralità femminili, come nel “Tango Decadente”. In verità non voglio soffermarmi su nessun brano in particolare, perché ognuno è degno di nota e d’attenzione.
Questo esordio è per me una buona sorpresa, non fa altro che confermare il mio pensiero sugli artisti italiani, i migliori si aggirano sempre fuori dal music business. Chiudo dicendo che Chiasso Mozzo si trova in un garage in fondo ad un vicolo cieco di Pisa ed ora scusatemi, ci chiamano al circo, lo spettacolo sta per ricominciare…. MS
Le liriche sono forti, interessanti, scritte dal poeta Alessandro Scalpellini ed ottimamente illustrate graficamente dalla mano di Daria Palotti. In questo strampalato circo colorato, ci si imbatte con dure confessioni di un prete pedofilo, Irene, una nera signora, un becchino e molti altri curiosi personaggi. Il connubio musica-testi, lo avrete capito, è quindi fondamentale. Per rendere il tutto ancora più bizzarro e (perché no) clawnesco, la voce roca e forzata di Giulio Tosi è proprio quello che serve. La bravura dei Chiasso Mozzo risiede nel far sembrare tutto molto semplice, quando invece non lo è. Ci sono soluzioni sonore coraggiose e melodiose, quelle incastonate nella nostra cultura italica e molto altro. Ballate acustiche in stile De Andrè, non certo come musica di per se, quanto come approccio alla struttura del brano, in parole povere “cantastorie”, anche se dalla tendenza circense.
Davvero numerosi gli spunti interessanti, a volte accompagnati da coralità femminili, come nel “Tango Decadente”. In verità non voglio soffermarmi su nessun brano in particolare, perché ognuno è degno di nota e d’attenzione.
Questo esordio è per me una buona sorpresa, non fa altro che confermare il mio pensiero sugli artisti italiani, i migliori si aggirano sempre fuori dal music business. Chiudo dicendo che Chiasso Mozzo si trova in un garage in fondo ad un vicolo cieco di Pisa ed ora scusatemi, ci chiamano al circo, lo spettacolo sta per ricominciare…. MS
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