DARK SUNS - Grave Human Genuine
Prophecy
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Prog Metal
Support: CD - 2008
Il Prog Metal ha preso diverse ramificazioni nel corso della sua esistenza, pur essendo un genere musicale ben definito. I Rush hanno insegnato, i Dream Theater sviluppato ed i Tool sperimentato, questo solo per fare tre nomi. In questo labirinto sonoro si districano anche altre band, fra le quali quella del geniale Daniel Gildenlow, i Pain Of Salvation. Questa premessa per cercare di catalogare la proposta di questi tedeschi dal nome Dark Suns. Diversi i punti in comune, anche se il suono che si aggira in “Grave Human Genuine” è davvero Dark. Niko Knappe al microfono alterna parti vocali pulite al Growling, tanto da ricordare a tratti anche i primi Anatema. Buono il lavoro svolto dal fratello Maik Knappe alla chitarra.
Questo “Grave Human Genuine” è il naturale sviluppo sonoro del precedente “Existence”. La band qui mostra più carattere, malgrado i richiami gia citati, siano a volte troppo marcati. Osano i Dark Suns, ascoltate “Flies In Amber” e sono certo che ne resterete colpiti. Dipende anche da cosa si cerca nella musica, ovviamente chi segue questo filone in teoria cerca l’innovazione e del carattere ed i tedeschi, per questo verso stanno lavorando alacremente. “Thornchild” si apre tristemente con arpeggio e piano e si sviluppa in aree sognanti e Progressive, con un cantato iniziale quasi alla Opeth. Negli otto minuti, riescono ad emozionare in un crescendo ammaliante. Nei dieci minuti di “Rapid Eyes Moment” le tastiere ci propongono orchestralità ampie per poi lasciare spazio al suono elettrico alla My Diyng Bride.
Le atmosfere sono sempre oscure e questo per chi non è amante della cosa, potrebbe essere un limite del cd. Caldo il basso di Kristoffer Gildenlow (Pain Of Salvation-Arcana-Dial) in “Amphibian halo”, un tocco sensibile all’animo di chi ascolta. Fanno nuovamente capolino gli Opeth in “Free Of You”, uno dei momenti più devastanti di “Grave Human Genuine”, ferocia ed eleganza per un risultato davvero destabilizzante. Chiude “Papillon”, in sintonia con quanto ascoltato sino ad ora. La voce di Knappe a volte mi ricorda quella di Hogarth dei Marillion.
Insomma di cose ne ho dette anche troppe, rischierei solo di inquinare le idee.
Questo cd lo consiglio vivamente a tutti coloro che vivono la musica degli artisti che ho menzionato, agli altri ovviamente consiglio di stare alla larga e di risparmiare i soldini…di questi tempi…. MS
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