Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

domenica 4 febbraio 2024

Moongarden

MOONGARDEN - Christmas Night 2066
Maracash Records / AMS Records
Genere: Symphonic Prog
Supporto: cd – 2023




Sono poche le band di Rock Progressivo Italiano moderno che possono vantare oggi una discografia così estesa composta di dieci album in studio, i mantovani Moongarden sono fra di loro. La band oggi sestetto, si basa su due colonne portanti principali che fanno riferimento ai nomi di Cristiano Roversi (tastiere, mellotron), e Davide Cremonini (chitarre). La storia comincia nell’ormai lontano 1993, molte date live e tanti altri riconoscimenti, soprattutto da parte della critica di settore in quanto la musica Prog sinfonica proposta è sempre agiata su alti livelli compositivi e tecnici. Tuttavia i Moongarden hanno anche loro nel proprio istinto, il piacere di creare melodie gradevoli ben miscelate all’insegnamento dei maestri del passato come Genesis e Pink Floyd su tutti.  Sono passati cinque lunghi anni dal bellissimo “Align Myself To The Universe”, ma il tempo e il Covid non hanno scalfito la volontà e il piacere di suonare ancora ottima musica, per questo ritroviamo la band con “Christmas Night 2066” e la solita splendida copertina realizzata dall’ormai icona del settore Ed Unitsky.
Il sestetto si completa con Simone Baldini Tosi (voce, violino), Dimitri Sardini (chitarre), Mirko Tagliasacchi (basso), e Mattia Scolfaro (batteria).
Nonostante il titolo dell’album, qui l’argomento non è incentrato sul Natale, bensì su un concept riguardante una famiglia impegnata in un’ipotetica guerra con tutto ciò che ne consegue, soprattutto sulla lotta di una madre costretta a subire il forte dolore della perdita del figlio. Nelle note di copertina si può leggere “Facciamo finta che sia Natale”, tutto questo apporta alla lettura del concept un dolore aggiunto che esalta all’ennesima potenza la stupidità della guerra oltre la mancanza di una felicità naturale che solo una famiglia riesce a dare, soprattutto in certi momenti. Questo apporta al sound dell’album un filo di malinconia particolare esaltata maggiormente dalla bella voce di Simone Baldini Tosi.
La versione deluxe del lavoro, contiene materiale aggiuntivo proveniente da cinque anni di collaborazioni di varia natura, Mangala Vallis, con Simone Rossetti, Il Porto Di Venere, e Saro Cosentino, oltre a cover dei Genesis.
Da rilevare immediatamente la robustezza dei suoni che riempiono l’ascolto durante gli undici brani del concept, tutto ciò è soprattutto per merito delle tastiere di Roversi, Mellotron compreso.
L’intro di “After All” mette in chiaro l’accaduto attraverso il greve incedere impreziosito da coralità vocali e un violino di sottofondo alle tastiere davvero struggente, così la rude “The Armageddon Parade” può iniziare la narrazione degli eventi. “God's Will” con il portamento pone un macigno sullo stato d’animo. Il sound possiede arrangiamenti moderni che possono richiamare alla mente passaggi cari a band come Porcupine Tree o The Pineapple Thief (in alcuni brevi casi) a testimonianza della volontà di progredire nel settore senza paletti o preconcetti. Il Progressive Rock in teoria dovrebbe essere questo, adeguarsi ai tempi, ed è a mio modo di vedere, la carta giusta per lasciare attivo l’interesse. Il collage dei brani tutti intersecati fra di loro, pone vivo l’ascolto che scivola via senza improvvisi stop monotoni, così come è adeguata la scelta di alternare partiture strumentali a momenti cantati. Le chitarre richiamano a tratti quelle di Steve Hackett (Genesis), perché le radici non si scordano mai, così come sparuti passaggi nel Neo Prog Marillioniano anni ’80. Un brano toccante su note di pianoforte s’intitola “Just You And Me”, piccola gemma sonora, e il concept si chiude in crescendo emotivo con “Building A New World” e “After All It's Christmas”, vetrina per le capacità balistiche della band che sa esibirsi con classe.
Il 2023 si conclude in bellezza con quest’album che di sicuro spaccherà il pubblico in due fazioni, quelli che lo riterranno troppo malinconico e quelli che invece godranno a pieno di queste toccanti atmosfere. Badate che in fin dei conti loro si chiamano “Il giardino della luna”, non della terra! MS 





Versione Inglese:


MOONGARDEN - Christmas Night 2066
Maracash Records / AMS Records
Genre: Symphonic Prog
Support: cd - 2023


There are few modern Italian Progressive Rock bands today that can boast such an extensive discography consisting of ten studio albums, Mantua's Moongarden are among them. The band today a sextet, is based on two main pillars that refer to the names of Cristiano Roversi (keyboards, mellotron), and Davide Cremonini (guitars). The story begins in the now distant 1993, many live dates and many other recognitions, especially from the critics of the sector as the proposed symphonic Prog music is always comfortable on high compositional and technical levels. However, Moongarden also have in their instincts, the pleasure of creating pleasing melodies well mixed with the teaching of past masters such as Genesis and Pink Floyd above all.  It has been five long years since the beautiful "Align Myself To The Universe", but time and Covid have not nicked the will and pleasure of still playing great music, which is why we find the band again with "Christmas Night 2066" and the usual stunning cover artwork by the now industry icon Ed Unitsky.
The sextet is completed with Simone Baldini Tosi (vocals, violin), Dimitri Sardini (guitars), Mirko Tagliasacchi (bass), and Mattia Scolfaro (drums).
Despite the title of the album, the subject matter here is not about Christmas, but rather a concept about a family engaged in a hypothetical war with all that entails, especially the struggle of a mother forced to endure the severe pain of losing her son. In the liner notes it can be read "Let's pretend it's Christmas", all of which brings to the reading of the concept an added pain that exalts to the nth degree the stupidity of war as well as the lack of a natural happiness that only a family can provide, especially at certain times. This brings to the sound of the album a particular thread of melancholy enhanced more by the beautiful voice of Simone Baldini Tosi.
The deluxe version of the work, contains additional material from five years of various collaborations, Mangala Vallis, with Simone Rossetti, Il Porto Di Venere, and Saro Cosentino, as well as Genesis covers.
Immediately noteworthy is the robustness of the sounds that fill the listening experience throughout the eleven tracks of the concept, all of which is mainly due to Roversi's keyboards, Mellotron included.
The intro of "After All" makes it clear what has happened through the heavy pacing embellished by choral vocals and a truly poignant keyboards background violin, so the rough "The Armageddon Parade" can begin the narrative of events. "God's Will" with poise places a boulder on the mood. The sound possesses modern arrangements that may call to mind passages dear to bands such as Porcupine Tree or The Pineapple Thief (in some brief instances) testifying to a willingness to progress in the field without stakes or preconceptions. Progressive Rock in theory should be this, adapting to the times, and it is in my view, the right card to leave interest active. The collage of songs all intersecting with each other sets the listening alive, which slips away without sudden monotonous stops, just as the choice of alternating instrumental scores with sung moments is appropriate.
The guitars at times recall those of Steve Hackett (Genesis), because roots are never forgotten, as are sparse passages into 1980s Marillionian Neo Prog. A touching track on piano notes is titled "Just You And Me", a small sonic gem, and the concept closes in emotional crescendo with "Building A New World" and "After All It's Christmas", a showcase for the band's ballistic abilities that they know how to perform with class.
2023 ends on a high note with this album that is sure to split audiences into two factions, those who will find it too melancholy and those who will fully enjoy these touching atmospheres. Mind you, after all, they are called Garden of the Moon, not Earth! MS







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