MAURO MONTOBBIO - Scattered
Memories
Autoproduzione
Genere: Rock Progressivo
Supporto: Bandcamp – 2024
E’
con grande piacere che vengo a conoscenza del ritorno musicale di Mauro
Montobbio. Chi segue il Progressive Rock italiano sicuramente ha sentito
nominare band come Eris Pluvia, Narrow Pass e The Rome Pro(g)ject di Vincenzo
Ricca con le quali il chitarrista di Camogli ha suonato. Ho sempre apprezzato
il suo stile, delicato, melodico e infoltito di richiami che spaziano nel
tempo, dagli anni ’70 con i Genesis al Neo Prog più recente, a dimostrazione di
una cultura musicale di Montobbio a 360 gradi.
Il
tempo l’ha maturato ulteriormente, così la vita che l’ha messo avanti a un
lutto importante, quello del fratello Guido avvenuto a pochi mesi dall’uscita
di "A New Day" nel 2014 dei Narrow Pass, suo progetto personale. “Scattered
Memories” lo ritrova oggi quando quasi avevo perso le speranze di poter riascoltare
la sua musica e quest’album composto di nove tracce, lo dico subito, mi tocca
l’anima.
Non
diamo per scontata la facilità di comporre canzoni dirette, armoniose e
toccanti, perché dietro c’è oltre ad un grande lavoro compositivo, l’amore e la
passione di scoprirsi, se tutto ciò fosse semplice, tutti sarebbero capaci di
comporre album importanti che solo il tempo generalmente sa rendere giustizia.
Si, perché questa musica non è mordi e fuggi, esula dalle mode, dalle
imposizioni, ed è proprio per questo che c’è bisogno del tempo per comprenderne
la validità. Sono dunque convinto che “Scattered Memories” rientri a far parte
di quella categoria di album senza tempo, da centellinare con parsimonia.
Già
da “Destinazioni” l’ascolto si apre ad ampie soluzioni, in cui la voce di Anna
Marra diventa un evidenziatore di sensazioni e le tastiere di Giovan Battista
Bergamo immergono nel favoloso mondo di Tony Banks (Genesis). La sezione
ritmica è affidata a Luca Grosso (batteria), e Fabio Gremo (basso). L’approccio
melodico è influenzato dagli anni ’70, suoni cari sia a chi apprezza quel
genere di Rock Progressivo e anche la canzone semplice e diretta. La prima
sorpresa sopraggiunge con “Take A Mile In My Shoes”, un perfetto equilibrio fra
Neo Prog anni ’80 e quel Rock AOR composto essenzialmente di energia pura, a
tratti riconducibile al suono degli inglesi IQ. Lo strumentale si lancia in
cambi di tempo e di umori in cui è facile trovarsi inconsciamente ad
approcciare l’ascolto a occhi chiusi, qui la magia dell’impatto sonoro conduce inesorabilmente
a viaggiare con la fantasia.
In
“Into The Light” risaltano in primo piano le voci di Pete Hicks Dik Cadbury e
Valeria Caucino, consapevoli che il connubio maschile femminile ha sempre una
riuscita affascinante. Il pezzo è una ballata sensibile mai troppo melensa, una
carezza all’animo. Quando la chitarra di Montobbio apre all’assolo, le emozioni
decollano sino a portare il pelo delle braccia ad alzarsi. Qui il basso è
suonato da Dik Cadbury.
“No
Man’s Land” vede altri due ospiti d’eccezione, Stefano Guazzo al sax e la
grande Elisa Montaldo al piano, artista nota nel panorama per la sua
ecletticità e preparazione tecnica. Lo strumentale ancora una volta si lascia
trasportare da assolo dall’ampio respiro, quello che i fans del genere adorano
da morire, e chi lo è, ha certamente compreso il messaggio. Fra i migliori
momenti dell’album segnalo “Heaven Is Crying”, aperta dalla voce di Anna Marra
e proseguita dal trio Dik Cadbury, Pete Hicks, e Valeria Caucino. Altro ospite
d’eccezione è Nick Magnus (Steve Hackett) alle tastiere. La musica è prossima
al Neo Prog con velate sensazioni malinconiche oltre che scure, tuttavia non
esulano le immancabili aperture epiche in stile Clive Nolan (Pendragon, Arena,
etc.). Qui Montobbio raggiunge con la chitarra alte vette. Un'altra piccola
gemma dell’album s’intitola “Forever Friends” e sembra dedicata proprio all’amico
Gianluca Nicolini, docente di Flauto Traverso al Conservatorio di Alessandria.
Lo strumento è protagonista di questo movimento dal sentore antico in cui è
sempre piacevole lasciarsi trasportare da arpeggi di Hackettiana memoria. L’apertura
strumentale a metà del brano, ancora una volta, è semplicemente da brividi.
Ritornano
Montaldo e Guazzo in “The Gate”, composizione ricercata e contemplatrice in
alcuni passaggi, in cui tutti gli strumentisti sembrano ragionare sopra ogni nota.
“Scattered Memories” è un breve strumentale chitarra e flauto dove regna la
serenità. L’album si conclude con i sette minuti crescenti di “A March For Hope”,
sunto dello stile attuale di Montobbio, il quale ritorna con stile,
consapevolezza e tanta voglia di donare a tutti una musica che fa bene al
cuore, in un momento come quello attuale in cui chi grida ed è approssimativo
sale in cattedra. Con “Scattered Memories”, se lo volete, avete un salvagente a
cui aggrapparvi. MS
Versione Inglese:
MAURO MONTOBBIO - Scattered Memories
Self-production
Genre: Progressive Rock
Support: Bandcamp - 2024
It is with great pleasure that I learn about Mauro
Montobbio's musical comeback. Those who follow Italian Progressive Rock surely
have heard of bands like Eris Pluvia, Narrow Pass and Vincenzo Ricca's The Rome
Pro(g)ject with whom the guitarist from Camogli has played. I have always
appreciated his style, delicate, melodic and infused with references that span
time, from the 1970s with Genesis to more recent Neo Prog, demonstrating Montobbio's
all-around musical culture.
Time has matured him further, so has the life that put
him ahead of a major bereavement, that of his brother Guido that occurred
within months of the release of "A New Day" in 2014 by Narrow Pass,
his personal project. "Scattered Memories" finds him again today when
I had almost given up hope of ever hearing his music again, and this nine-track
album, I'll say it now, touches my soul.
We do not take for granted the ease of composing straightforward,
harmonious and touching songs, because behind it there is not only great
compositional work, but also love and passion to discover themselves, if all
this were simple, everyone would be able to compose important albums that only
time generally knows how to do justice. Yes, because this music is not bite and
run, it eschews fads, impositions, and that is precisely why time is needed to
understand its validity. Therefore, I am convinced that "Scattered
Memories" falls into that category of timeless albums, to be sipped
sparingly.
Already from "Destinazioni", the listening
opens up to broad solutions, in which Anna Marra's voice becomes a highlighter
of sensations and Giovan Battista Bergamo's keyboards immerse in the fabulous
world of Tony Banks (Genesis). The rhythm section is entrusted to Luca Grosso
(drums), and Fabio Gremo (bass). The melodic approach is influenced by the
1970s, sounds dear both to those who appreciate that kind of Progressive Rock
and also the simple and direct song. The first surprise comes with "Take A
Mile In My Shoes", a perfect balance between '80s Neo Prog and that AOR
Rock composed essentially of pure energy, at times reminiscent of the sound of
England's IQ.
The instrumental launches into tempo and mood changes
in which it is easy to find oneself unconsciously approaching listening with
eyes closed, here the magic of the sonic impact leads inexorably to travel with
the imagination.
In "Into The Light" the voices of Pete Hicks
Dik Cadbury and Valeria Caucino stand out in the foreground, aware that the
male-female combination always has a fascinating success. The piece is a
sensitive ballad that is never too melancholy, a caress to the soul. When
Montobbio's guitar opens to the solo, the emotions take off until they bring
the fur on the arms to rise. Here the bass is played by Dik Cadbury.
"No Man's Land" features two more special
guests, Stefano Guazzo on sax and the great Elisa Montaldo on piano, an artist
known in the scene for her eclecticism and technical preparation. The
instrumental once again allows itself to be carried away by wide-ranging solos,
the kind that fans of the genre adore to death, and those who are, certainly
understood the message. Among the album's best moments I would point out
"Heaven Is Crying", opened by Anna Marra's vocals and continued by
the trio of Dik Cadbury, Pete Hicks, and Valeria Caucino. Another special guest
is Nick Magnus (Steve Hackett) on keyboards.
The music is close to Neo Prog with veiled melancholic
as well as dark sensations, however, the inevitable Clive Nolan-style epic
openings (Pendragon, Arena, etc.) do not escape. Here Montobbio reaches high
heights with the guitar. Another little gem on the album is titled
"Forever Friends" and seems to be dedicated precisely to his friend
Gianluca Nicolini, professor of Flute Traverso at the Conservatory of
Alessandria. The instrument is the protagonist of this movement with an ancient
scent in which it is always pleasant to be carried away by arpeggios of
Hackettian memory. The instrumental opening in the middle of the piece, once
again, is simply chilling.
Montaldo and Guazzo return in "The Gate", a
searching and contemplative composition in some passages, in which all the
instrumentalists seem to reason over every note. "Scattered Memories"
is a short guitar and flute instrumental where serenity reigns. The album
concludes with the growing seven minutes of "A March For Hope", a
summary of Montobbio's current style. which returns with style, awareness and a
great desire to give everyone music that is good for the heart, at a time like
the present when those who shout and are sloppy rise to the top. With
"Scattered Memories", if you want it, you have a life preserver to
cling to. MS
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