OVERKIND – Acheron
Andromeda Relix
Distribuzione: G.T.Music
Genere: Metal Progressive
Supporto: cd – 2019
Gli
Overkind sono una band giovane, formata nel 2016 a Verona dal chitarrista
Riccardo “Richie” Castelletti, dal bassista Filippo “Jin” Zamboni e dal
cantante e tastierista Andrea Zamboni. Poco dopo si aggiunge alla batteria
Nicolò “Tino” Fraccaroli. Non sono nuovi nel panorama Metal Prog italiano, sorgono
dalle ceneri della band Fatal Destiny, autrice dell’ottimo “Palindromia” che
riscuote buoni consensi anche a livello internazionale.
“Acheron”
trae spunto dalla Divina Commedia di Dante ed è a tutti gli effetti un concept
album.
Si
presenta in confezione cartonata con tanto di libretto interno contenente i
testi e l’artwork di Simone Bertozzi.
L’opera
come si può immaginare è suddivisa per gironi, “Circle I”, “Circle II”, “Circle
III” etc e dodici tracce, tutte cantate in lingua inglese.
Suono
d’acqua, che fa pensare ad una traghettata di Caronte, apre il concept con
“Acheron”, a seguire la musica che non nasconde la passione per un gruppo
storico come i Queensryche. Ottima la prova vocale di Zamboni che tuttavia non
fa il verso a nessuno, rimanendo personale e curata. Numerosi i cambi di ritmo
e gli stop & go, un andamento a tratti caracollante e in altri più spedito.
La chitarra di Castelletti è ficcante e precisa, tagliente quando deve esserlo
e tecnica quanto basta. Adiacente “Love Lies (Paul & Francis)”, un mid
tempo di personalità sia nella scelta ritmica che nella metrica melodica del
testo. La band si dimostra aperta alla ricerca, lasciando lo stile in un limbo
non proprio qualificabile, in fondo questo è anche il volere dei quattro
musicisti.
“Cerberus”
mostra il lato più delicato degli Overkind e la voce si adatta subito a questo
andamento, una semi ballata Rock gradevole e di personalità. Una breve acustica
e tastieristica “Circle IV’s Interlude” accompagna l’ascolto ad “Anger Fades”,
più roboante ed aperta ad innesti anni ’80 e ‘90.
Il
Metal Prog è questo, un continuo mutamento di situazioni e di emozioni e questo
è chiaro anche agli Overkind che potrebbero farne scuola.
“Flames”
si avvicina più alla formula canzone rispetto quanto ascoltato sino ad ora,
quando certe melodie sanno dove andare a parare. Ottima la chitarra. “Hollow
Man’s Secret” apre con arpeggi e si snoda con delicatezza, altra bella vetrina
per la voce di Zamboni, non da meno “My Violent Side” qui accompagnato dal
piano per poi sfociare il tutto in un bel solo seppur breve di chitarra
elettrica. Si torna a correre con “All Is Gray” ed i suoi cambi di tempo. “End
Of A Souless Thief” prosegue il cammino nei gironi con enfasi mentre torna il
piano in “Traitor’s Letter”, momento sentito ed appassionato completamente
strumentale.
L’opera
si chiude con “The Fiend”, un sunto dello stile Overkind.
I
ragazzi mostrano passione ed idee cercando di staccarsi dai soliti cliché che
il genere spesso ci ha propinato e lo fanno con tecnica e sapienza, portando
sempre rispetto per la storia passata. Un disco che consiglio agli ascoltatori
più open mind del Metal e agli amanti del Rock. MS
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