ZOUNDWORKS – 2014
Life Line Productions
Genere: Progressive
Rock
Supporto: cd – 2014
Erik De Beer, polistrumentista olandese e fautore
dell’ottimo progetto Life Line Project, è un fiume in piena. Non si finisce mai
di conoscere il suo materiale sonoro proposto nel tempo. Molto spesso capita
che rispolveri la musica composta nel
passato, per ridonargli nuova veste. E’ anche il caso del progetto Zoundworks
risalente ai primi anni ’80.
Con esso Erik ritorna a suonare personalmente tutti gli
strumenti, a partire dal flauto alla chitarra elettrica, così tastiere, basso e
batteria. La collaborazione esterna questa volta arriva soltanto a livello
vocale, grazie alle voci di Ankie Jansen, Marion Brinkman, Mieke Meijer e di
Heleen Vos.
Sempre di Progressive Rock si tratta ed in questo caso anche
più allegro delle precedenti realizzazioni con Life Line Project. I brani
contenuti in “2014” sono ben sedici, tutti di medio bassa durata, arrivando al
massimo dei 4.20 minuti.
Nel suono rispecchiano le caratteristiche del genere di
quegli anni, ossia una via di mezzo fra il Prog ed il New Prog, questo lo si
evince già dall’iniziale e chitarristica “First Flight” che non sfigurerebbe in
un album dei Rousseau. E la chitarra viaggia ancora di più nella successiva
“What’s That Zound?”, inseguendosi allegramente con le tastiere, vera passione di
De Beer. Infatti nel disco suonano Mini Moog, Hammond, Roland, Piano ed altro
ancora. Bellissima “Prelude To The Future”, con un arpeggio di chitarra che
rispolvera i fasti dei Genesis periodo Hackett.
Un pregio del disco sta nella freschezza delle composizioni,
relegate si al contesto colto del Rock, ma che badano direttamente al sodo,
senza orpelli e guardando in faccia solamente alle buone armonie. “The Last
War” è al riguardo proprio un esempio di sintesi Progressiva, confermando che
se si vuole, nel genere si può essere non scontati con buone melodie.
Un flauto dolce apre “Interlude”, una delle migliori
realizzazioni dell’album, per carisma e varietà di suoni e ritmi. Divertente “Injustice”,
con la voce di Ankie Jansen, quasi una filastrocca ma con un ritornello più
importante.
Non mancano i frangenti più tecnici o toccanti, come in
“Again”, oppure le composizioni più ricercate (“Zoundwork Shuffle”) e neppure
il Folk, grazie a “Early Bird Waltz”, a testimonianza della buona preparazione
tecnica e culturale di questo artista olandese. L’ascolto di “Cantata”, ricca
di vocalità, mi fa venire alla memoria
certe soluzioni alla Focus, il che è anche una piacevole sorpresa. Ricca di
sonorità e di allegria. Il disco si chiude con “Last Flight” leitmotiv
dell’album.
Si sente che Erik De Beer vive di musica, che la respira e
la metabolizza, il risultato è contagioso e resto stupito anche dal fatto che
questo progetto Zoundworks sia restato celato per così tanti anni.
Buona scoperta per il sottoscritto e spero che lo sia anche
per chi, come voi, ama la musica Progressive, quella più semplice e diretta.
(MS)
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