Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

giovedì 10 novembre 2011

Dreamtide

DREAMTIDE - Dreams and Deliver
AOR Heaven

Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: AOR

Support: CD - 2008



C’è energia in questo ritorno dei Dreamtide, una energia che aleggia in molti dei brani contenuti in “Dream And Deliver”. Sono passati quattro anni dalla loro ultima comparsa in studio e visto che la band è quasi composta da tutti gli elementi dei Fair Warning, è lecito attendersi qualcosa di altamente coinvolgente. L’ingresso dell’ex bassista degli Scorpions, Francis Buchholz da una marcia in più, per cui le attese sono elevate. Tuttavia dopo ripetuti ascolti di questo buon prodotto, resta un leggero senso di incompiutezza, un poco come quando ci si alza da tavola con un senso di appetito perché non si è mangiato a dovere. Sia chiaro che gli ingredienti sono tutti genuini, peccato forse per una produzione sonora non proprio all’altezza. I suoni restano troppo attaccati, rendendo l’ascolto piatto.
Ma dopo aver narrato le pecche, veniamo ai pregi. Come dicevo all’inizio, l’energia sgorga a iosa, sin dalle iniziali “A Fools Crusade” e “I Don’t Wanna Wait”, con un ottimo e canticchiabile ritornello. Le chitarre sciolinano ottimi assolo, mettendo in cattedra un Hard Rock Melodico dagli indubbi attributi. “Same Star” è sfacciatamente ruffiana, divertente e leggiera, da ascoltare soprattutto in auto quando non si ha voglia di pensare troppo. Il songwriting dell’album aleggia sulla sufficienza ed in alcuni frangenti, come nelle buone ballate “Dancing When The Night Falls” ed “Help Me”, sul discreto. Olaf Senkbell presenta una prova con più meriti che demeriti, forse penalizzato da certi brani francamente fiacchi. Questo è l’unico difetto vero di “Dream And Deliver”, la non continuità. Ci sono alcuni passaggi a vuoto dovuti ad una struttura sonora scontata e sentita. Tutto questo va a discapito della fluidità, pur restando comunque un disco nettamente sopra la sufficienza. Allora godiamo anche dell’ascolto di “The Vow”, un brano che concilia con l’intero genere. I Dreamtide a volte riescono a raggiungere alte vette di gradimento, peccato per quanto detto, altrimenti ora eravamo qui a descrivere con ben altri aggettivi.
Non posso parlare di occasione mancata, perché è un disco da consigliare, certo è che visti i componenti e visto quattro anni, forse sono io che mi attendevo qualcosa di più. Comunque bravi davvero. MS

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