Puah - Due Acca Hho
Autoproduzione
Genere: Indie Pop
Supporto: Digital Soundcloud – 2024
Questo
blog chiamasi Nonsolo Progrock, per cui mi giungono da recensire anche
realizzazioni mirate a un genere non proprio affine ai palati di certi
ascoltatori, solitamente abituati a scorribande strumentali ricche di cambi di
tempo e via dicendo. Ma la musica è bella perché è varia, conoscere sempre
nuovi artisti è un piacere, soprattutto se sono italiani.
Con
il progetto Puah (Piccola Unità Anti Hi-Fi) del fiorentino Alessandro Pagani ci
avventuriamo nel Pop minimale, quello in cui spesso le parole sono più
importanti della musica, relegata a un movimento semplice e supportata da
melodie gradevoli facilmente memorizzabili. Elettronica dunque e poco altro ad
accompagnare i testi graffianti, brevi e in rima, mirati contro una società che
ci sta fagocitando attraverso le sue follie. Pagani è musicista, scrittore, ex
membro della band Valvola e co-fondatore dell’etichetta discografica Shado
Records. Ha suonato la batteria anche con gli Stolen Apple, e oggi non disdegna
neppure passaggi nel cantautorato.
“Due
Acca Hho” come suggerisce il titolo, ha come argomento base l’acqua, mentre l’acronimo
Piccola Unità Anti Hi-Fi porta al suono onomatopeico Puah, significante una
sorta di rigetto. L’album prende spunto da una poesia, un breve componimento
scritto decenni fa dalla sorella Daniela purtroppo deceduta nell’ormai lontano
1997. Daniela alla tenera età di cinque anni, partecipò allo Zecchino D’Oro. La
poesia narrava: “Mi girai nel vicolo del piccolo paese e sentii un rumore
costante. Mi avvicinai, una fontana perdeva, cercai di stringerla. Poi ne vidi
un’altra che perdeva, la strinsi. Poi ancora un’altra che perdeva, la strinsi.
Tornai indietro e tutte le fontane perdevano nuovamente. Le fissai, poi mi
sedetti su una sedia, mi misi una coperta addosso e mi addormentai. Sognavo che
tutte le fontane non gocciolavano più. Ero contenta, sognavo.”.
Nelle
dieci canzoni che compongono l’insieme, l’acqua è intesa non solo come suono,
ma soprattutto come principio attivo della purificazione. Pagani suona tutti
gli strumenti, a iniziare dalla strumentale “Tra Le Tue Corde”, dal refrain
leggermente retrò. Ed ecco lo sciacquio delle onde giungere in “Vado Al Lago”,
una sorta di nenia in cui l’acqua si tinge di rosso sangue per una morte di
overdose. Il Pop è diretto, semplice, come un pugno allo stomaco, e si vive la
sensazione di malessere durante l’ascolto.
In
“Daydream” l’artista impugna la chitarra acustica e sopra suoni synth si
addentra in un cantautorato si ruffiano, ma altrettanto sagace. La ricerca per
le rime sembra essere quasi maniacale.
Torna
il Pop sorretto da un uso incessante di percussioni con “I Passi Passati”, qui la
riflessione di un uomo che perde il proprio sguardo nel mare. “Each Is One” è
cantata in lingua inglese, l’elettronica è davvero protagonista indiscussa,
come in certi brani antichi dei Kraftwerk anni ’70, la voce è filtrata e il
contesto si svolge in pieno Hip Hop. Nella musica di Pagani non manca tuttavia
la ricerca, soprattutto quella vocale, e neppure i giochi di parole, un esempio
giunge da “T’Amerò Tra Tamerici”. “Amore Plutonico” prosegue la ricerca
strutturale del brano attraverso la storia d’amore fra due alieni. Il brano che
ho apprezzato maggiormente s’intitola “Noe”, una ballata in cui l’artista
riprende la chitarra, anche se i conclusivi “Belli Eppure” e “Tutti Bravi” non
sfigurano di certo nel contesto.
“Due
Acca Hho” è un disco diretto, apparentemente monocorde dove nascosta nel Pop
minimale si cela una ricerca di suoni e di testi di certo non banale. Se volete
variare l’ascolto, Puah ve ne offre la possibilità. MS
Versione Inglese:
Puah - Due Acca Hho
Self-publishing
Genre: Indie Pop
Support: Digital Soundcloud - 2024
This blog is called Nonsolo Progrock, so I also get to
review achievements aimed at a genre not exactly akin to the palates of certain
listeners, usually accustomed to instrumental jaunts full of tempo changes and
so on. But music is beautiful because it is varied, always getting to know new
artists is a pleasure, especially if they are Italian.
With Florentine Alessandro Pagani's project Puah
(Piccola Unità Anti Hi-Fi) we venture into minimal Pop, the kind in which words
are often more important than music, relegated to simple movement and supported
by pleasant melodies that are easy to memorize. Electronics then and little
else to accompany the biting, short and rhyming lyrics, aimed against a society
that is engulfing us through its follies. Pagani is a musician, writer, former
member of the band Valvola and co-founder of the record label Shado Records. He
also played drums with Stolen Apple, and today he does not disdain passages
into songwriting either.
"Due Acca Hho" as the title suggests, has
water as its basic subject, while the acronym Small Anti Hi-Fi Unit leads to
the onomatopoeic sound Puah, signifying a kind of rejection. The album takes
its cue from a poem, a short composition written decades ago by her sister Daniela
who sadly passed away back in 1997. Daniela at the tender age of five
participated in the Zecchino D'Oro. The poem narrated, "I turned into the
alley of the small town and heard a constant noise. I approached, a fountain
was leaking, I tried to squeeze it. Then I saw another one leaking, I squeezed
it. Then yet another one leaking, I tightened it. I went back and all the
fountains were leaking again. I stared at them, then sat down on a chair, put a
blanket over me and fell asleep. I dreamed that all the fountains were no
longer dripping. I was happy, dreaming."
In the ten songs that make up the set, water is
understood not only as sound, but especially as the active principle of
purification. Pagani plays all the instruments, starting with the instrumental
"Tra Le Tue Corde", with its slightly retro refrain. And here is the
lapping of the waves coming in "Vado Al Lago", a sort of dirge in
which the water is tinged blood red from an overdose death. Pop is direct,
simple, like a punch to the gut, and one experiences the sick feeling while
listening.
In "Daydream", the artist wields an acoustic
guitar and over synth sounds delves into a songwriting that is pandering, but
equally shrewd. The search for rhymes seems to be almost manic.
Pop supported by incessant use of percussion returns
with "I Passi Passati", here a reflection of a man who loses his gaze
in the sea. "Each Is One" is sung in English, the electronics are
really the undisputed protagonists, as in certain old tracks by 70s Kraftwerk,
the vocals are filtered and the context takes place in full Hip Hop. In
Pagani's music, however, there is no lack of research, especially vocal
research, or even wordplay, an example comes from "T'Amerò Tra Tamerici".
"Plutonic Love" continues the structural research of the track
through the love story between two aliens. The track I enjoyed most is titled
"Noe", a ballad in which the artist reprises the guitar, although the
concluding "Belli Eppure" and "Tutti Bravi" certainly do
not disfigure in context.
"Due Acca Hho" is a straightforward,
seemingly monotonous record where hidden in the minimal Pop is a search for
sounds and lyrics that is certainly not trivial. If you want to vary your
listening, Puah offers you the possibility. MS
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