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mercoledì 22 maggio 2024

Puah

Puah - Due Acca Hho
Autoproduzione
Genere: Indie Pop
Supporto: Digital Soundcloud – 2024




Questo blog chiamasi Nonsolo Progrock, per cui mi giungono da recensire anche realizzazioni mirate a un genere non proprio affine ai palati di certi ascoltatori, solitamente abituati a scorribande strumentali ricche di cambi di tempo e via dicendo. Ma la musica è bella perché è varia, conoscere sempre nuovi artisti è un piacere, soprattutto se sono italiani.
Con il progetto Puah (Piccola Unità Anti Hi-Fi) del fiorentino Alessandro Pagani ci avventuriamo nel Pop minimale, quello in cui spesso le parole sono più importanti della musica, relegata a un movimento semplice e supportata da melodie gradevoli facilmente memorizzabili. Elettronica dunque e poco altro ad accompagnare i testi graffianti, brevi e in rima, mirati contro una società che ci sta fagocitando attraverso le sue follie. Pagani è musicista, scrittore, ex membro della band Valvola e co-fondatore dell’etichetta discografica Shado Records. Ha suonato la batteria anche con gli Stolen Apple, e oggi non disdegna neppure passaggi nel cantautorato.
“Due Acca Hho” come suggerisce il titolo, ha come argomento base l’acqua, mentre l’acronimo Piccola Unità Anti Hi-Fi porta al suono onomatopeico Puah, significante una sorta di rigetto. L’album prende spunto da una poesia, un breve componimento scritto decenni fa dalla sorella Daniela purtroppo deceduta nell’ormai lontano 1997. Daniela alla tenera età di cinque anni, partecipò allo Zecchino D’Oro. La poesia narrava: “Mi girai nel vicolo del piccolo paese e sentii un rumore costante. Mi avvicinai, una fontana perdeva, cercai di stringerla. Poi ne vidi un’altra che perdeva, la strinsi. Poi ancora un’altra che perdeva, la strinsi. Tornai indietro e tutte le fontane perdevano nuovamente. Le fissai, poi mi sedetti su una sedia, mi misi una coperta addosso e mi addormentai. Sognavo che tutte le fontane non gocciolavano più. Ero contenta, sognavo.”.
Nelle dieci canzoni che compongono l’insieme, l’acqua è intesa non solo come suono, ma soprattutto come principio attivo della purificazione. Pagani suona tutti gli strumenti, a iniziare dalla strumentale “Tra Le Tue Corde”, dal refrain leggermente retrò. Ed ecco lo sciacquio delle onde giungere in “Vado Al Lago”, una sorta di nenia in cui l’acqua si tinge di rosso sangue per una morte di overdose. Il Pop è diretto, semplice, come un pugno allo stomaco, e si vive la sensazione di malessere durante l’ascolto.
In “Daydream” l’artista impugna la chitarra acustica e sopra suoni synth si addentra in un cantautorato si ruffiano, ma altrettanto sagace. La ricerca per le rime sembra essere quasi maniacale.
Torna il Pop sorretto da un uso incessante di percussioni con “I Passi Passati”, qui la riflessione di un uomo che perde il proprio sguardo nel mare. “Each Is One” è cantata in lingua inglese, l’elettronica è davvero protagonista indiscussa, come in certi brani antichi dei Kraftwerk anni ’70, la voce è filtrata e il contesto si svolge in pieno Hip Hop. Nella musica di Pagani non manca tuttavia la ricerca, soprattutto quella vocale, e neppure i giochi di parole, un esempio giunge da “T’Amerò Tra Tamerici”. “Amore Plutonico” prosegue la ricerca strutturale del brano attraverso la storia d’amore fra due alieni. Il brano che ho apprezzato maggiormente s’intitola “Noe”, una ballata in cui l’artista riprende la chitarra, anche se i conclusivi “Belli Eppure” e “Tutti Bravi” non sfigurano di certo nel contesto.
“Due Acca Hho” è un disco diretto, apparentemente monocorde dove nascosta nel Pop minimale si cela una ricerca di suoni e di testi di certo non banale. Se volete variare l’ascolto, Puah ve ne offre la possibilità. MS





Versione Inglese:



Puah - Due Acca Hho
Self-publishing
Genre: Indie Pop
Support: Digital Soundcloud - 2024


This blog is called Nonsolo Progrock, so I also get to review achievements aimed at a genre not exactly akin to the palates of certain listeners, usually accustomed to instrumental jaunts full of tempo changes and so on. But music is beautiful because it is varied, always getting to know new artists is a pleasure, especially if they are Italian.
With Florentine Alessandro Pagani's project Puah (Piccola Unità Anti Hi-Fi) we venture into minimal Pop, the kind in which words are often more important than music, relegated to simple movement and supported by pleasant melodies that are easy to memorize. Electronics then and little else to accompany the biting, short and rhyming lyrics, aimed against a society that is engulfing us through its follies. Pagani is a musician, writer, former member of the band Valvola and co-founder of the record label Shado Records. He also played drums with Stolen Apple, and today he does not disdain passages into songwriting either.
"Due Acca Hho" as the title suggests, has water as its basic subject, while the acronym Small Anti Hi-Fi Unit leads to the onomatopoeic sound Puah, signifying a kind of rejection. The album takes its cue from a poem, a short composition written decades ago by her sister Daniela who sadly passed away back in 1997. Daniela at the tender age of five participated in the Zecchino D'Oro. The poem narrated, "I turned into the alley of the small town and heard a constant noise. I approached, a fountain was leaking, I tried to squeeze it. Then I saw another one leaking, I squeezed it. Then yet another one leaking, I tightened it. I went back and all the fountains were leaking again. I stared at them, then sat down on a chair, put a blanket over me and fell asleep. I dreamed that all the fountains were no longer dripping. I was happy, dreaming."
In the ten songs that make up the set, water is understood not only as sound, but especially as the active principle of purification. Pagani plays all the instruments, starting with the instrumental "Tra Le Tue Corde", with its slightly retro refrain. And here is the lapping of the waves coming in "Vado Al Lago", a sort of dirge in which the water is tinged blood red from an overdose death. Pop is direct, simple, like a punch to the gut, and one experiences the sick feeling while listening.
In "Daydream", the artist wields an acoustic guitar and over synth sounds delves into a songwriting that is pandering, but equally shrewd. The search for rhymes seems to be almost manic.
Pop supported by incessant use of percussion returns with "I Passi Passati", here a reflection of a man who loses his gaze in the sea. "Each Is One" is sung in English, the electronics are really the undisputed protagonists, as in certain old tracks by 70s Kraftwerk, the vocals are filtered and the context takes place in full Hip Hop. In Pagani's music, however, there is no lack of research, especially vocal research, or even wordplay, an example comes from "T'Amerò Tra Tamerici". "Plutonic Love" continues the structural research of the track through the love story between two aliens. The track I enjoyed most is titled "Noe", a ballad in which the artist reprises the guitar, although the concluding "Belli Eppure" and "Tutti Bravi" certainly do not disfigure in context.
"Due Acca Hho" is a straightforward, seemingly monotonous record where hidden in the minimal Pop is a search for sounds and lyrics that is certainly not trivial. If you want to vary your listening, Puah offers you the possibility. MS





  

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