KLANG! – Scarto
Setola Di Maiale
Genere: Sperimentale / Elettronica
Supporto: cd – 2025
Esistono
album musicali in cui l’attenzione per l’ascolto e l’immedesimarsi nel contesto
è superiore alla media, non che tutti gli altri dischi vadano affrontati con
superficialità, sia inteso, ma l’approccio per certa musica cosiddetta “impegnata”
dai più, deve essere necessariamente elevato. Se si entra poi nel quadro sperimentale, qui la concentrazione deve rimanere
ai massimi livelli Le sensazioni che scaturiscono all’ascolto, raggiungono lo scopo
solamente quando si è coinvolti pienamente dentro il progetto.
Il
complesso friulano denominato Klang!, si adopera nel trasporre sensazioni in
suoni attraverso la ricerca sperimentale a tratti improvvisata, grazie alle
capacità artistiche dei componenti già famosi nel campo della musica. In studio
nel 2024, il chitarrista Andrea Massaria (qui con il soprannome Anton Klang in onore di Anton Webern con
Klang che è “suono” in lingua tedesca), e il compositore elettronico Alessandro
Seravalle (qui con il soprannome Karlheinz
Lärm in onore di Karlheinz Stockhausen con Lärm che è “rumore” in lingua
tedesca), rilasciano “Catastrofe Del Vuoto Elettrodebole”. In occasione della performance live del
Festival Space Music adibita ai giardini del Museo Sartorio di Trieste, i
Klang! diventano un trio stabile grazie all’innesto del batterista Stefano Edgard Schüsse Giust. Qui si esibiscono
in un brano unico della durata di quarantacinque minuti immortalati in questo “Scarto”.
Ed
ecco, per la suddetta immersione all’ascolto, il significato di “scarto” nella
lettura chiave di Fausto Romitelli: “Produrre uno scarto significa innanzitutto
aprire una breccia nelle abitudini percettive, in una situazione comunicativa
consolidata, acquisita, rassicurante, normalizzata.”. Aggiungo che “scarto” è
anche cambiamento di direzione, quella non convenzionale che apporta a un
effetto collaterale del senso unitario delle cose. Un rifiuto alla cultura
odierna, anzi, direi più uno schiaffo in cui infilzare la bandiera della
resistenza culturale.
Gli
strumenti si sfidano, si rincorrono, si lasciano e si riprendono, trasportando
il significato di musica dentro un filone altamente sperimentale e ricercato,
dove la realtà si frappone alla fantasia.
Il
termine “musica sperimentale” fu coniato dal musicista John Cage nel 1955, e
qui gli strumentisti sembrano averne fatto tesoro.
Sensazioni
d’incomprensione melodica denotano una forte personalità caratteriale tendente
tuttavia all’incontro, i suoni si ascoltano fra di loro scaturendo scenari
impressionistici in cui la destabilizzazione lascia campo alla curiosità.
Metamorfosi
d’intenti, giusti o sbagliati che siano, dettano la strada dello “scarto” fra
dinamiche colorate e ricche di cambi d’umore. Dopo una prima parte che potrei
definire “libera”, i musicisti s’immergono nel suono più pacato, rilasciando
apparenti frangenti di quiete. Schegge di Psichedelia e Free Jazz si susseguono
sempre sotto l’occhio vigile dell’elettronica di Seravalle.
Un
consiglio, se posso permettermi, è quello di approcciare l’ascolto al buio e a
volume alto, qui le sensazioni si amplificano interagendo con i nostri sensi.
“Scarto”
è quindi un rifiuto di quello che la società di oggi ci impone, dove anche uno
sbaglio può essere una scappatoia verso la ragione e la volontà di essere “individuo
a se stante”. Il termine in questo periodo ha perso definitivamente il proprio
significato. Una boccata d’aria nell’atavica Controcultura, conosciuta negli
anni ’70 e sconosciuta in quest’era moderna. Un ritorno seppur parziale in cui
perdersi e immedesimarsi, tutto questo grazie ai Klang!, per questo non finirò
mai di ringraziarli. MS
Versione Inglese:
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