Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

venerdì 2 gennaio 2015

L'uomo e la musica attraverso il suono

UOMO E MUSICA
Di Massimo Salari


La musica nasce con l’uomo, lo accompagna dai tempi dei tempi, è l’udito che ha fatto il suo naturale percorso. In fondo, il primo suono ritmico che ascoltiamo è già nella pancia della nostra mamma…. il suo cuore. Una volta nati viene il suono, ossia il riconoscere ed associare un oggetto, o una azione a quanto ascoltato. Esso ha una frequenza nel tempo.


Per l’uomo primitivo, l’associazione di suoni è poi d’ importanza vitale, il riconoscere ad esempio le situazioni di pericolo o versi di alcuni animali pericolosi. Nasce anche la necessità di esprimersi a suoni, anche per lunghe distanze, il suono come mezzo di comunicazione, far viaggiare il suono al posto delle persone, molto più veloce e sicuro. Molte tribù comunicavano fra di loro percuotendo oggetti, come ad esempio tronchi vuoti o quant’altro. Si riunivano, descrivevano situazioni di pericolo o di allarme, ma a volte anche di festa. Il tronco vuoto percosso lascia così adito anche all’interpretazione del gusto personale, al piacere del movimento, perché il suono ritmico è anche rassicurante. Tutto si riallaccia al ritmo del cuore, quello che abbiamo sentito da sempre, sopra di esso come intensità, il suono ci invita a situazioni di euforia o di agitazione, più lento invece a situazione di tranquillità, calma o di riflessione. Non è naturale e quantomeno non usuale, adoperare ritmi veloci per momenti di meditazione, salvo alterazioni mentali dovute ad altre sostanze esterne. E’ nella nostra natura.
Nasce dunque la musica, per definizione così descritta: “La musica (dal sostantivo greco μουσική) è l'arte dell'organizzazione dei suoni nel corso del tempo e nello spazio.
Si tratta di arte in quanto complesso di norme pratiche adatte a conseguire determinati effetti sonori, che riescono ad esprimere l'interiorità dell'individuo che produce la musica e dell'ascoltatore; si tratta di scienza in quanto studio della nascita, dell'evoluzione e dell'analisi dell'intima struttura della musica. Il generare suoni avviene mediante il canto o mediante strumenti musicali che, attraverso i principi dell'acustica, provocano la percezione uditiva e l'esperienza emotiva voluta dall'artista.”.
La musica così si sviluppa, nel tempo cambiano i supporti per crearla, l’arte subentra già nell’era primitiva, quando al suono di percussioni si affinano strumenti appositi, magari anche nati casualmente, ma nel tempo modificati e resi funzionali all’uopo. Un esempio un bastoncino vuoto che soffiandoci dentro produce un suono, in seguito migliorato facendo su di esso dei buchi. Un piffero. Chiudendo i fori con le dita, i suoni cambiano. Ecco il suono al servizio del piacere umano.
La musica viaggia soprattutto nel sistema limbico del cervello e scatena la dopamina, vera e propria droga.


Questa non è utile per l’evoluzione della specie, ma fa piacere, come mangiare la cioccolata o fare sesso. Il cervello imparando a concentrarsi sull'ascolto si droga ed inganna il corpo, come ad esempio la masturbazione, essa non serve alla riproduzione della specie, ma la si fa ugualmente per il piacere proprio  (non si sta in effetti copulando).
Quindi la musica non è indispensabile per i termini biologici, ossia non allunga la vita, si può vivere benissimo anche senza, tuttavia è adatta a stuzzicare le nostre capacità mentali.
Per questo esiste anche la musicoterapia, perché riesce a lenire del 15% il dolore fisico (esperimenti fatti sulle persone, con  mani immerse nel ghiaccio o ferro ardente che si scalda nella mano, dimostrano che chi ascolta musica resiste un poco di più al dolore). Con il tempo ci si accorge che esiste anche l’Amusia, ossia l’incapacità di ascoltare la musica e di memorizzarla, in fin dei conti è come la dislessia nella lettura. Grazie ad essa, si è capito che musica e linguaggio sono due cose ben distinte nel nostro cervello.
Amusici sono il 5% della popolazione mondiale.



Altro fenomeno è la Sinestesia ossia la capacità di associare colori, sapori ed odori alla musica.



Nel tempo le strumentazioni rendono la musica più articolata e complessa, adatta a tutte le esigenze e nasce anche quella di scriverla per dettargli delle regole univoche per tutti.
I gusti della popolazione all’ascolto della musica, sono generalmente legati agli eventi della vita, ai singoli episodi stessi i quali modificano l’esistenza ed il modo di pensare, di conseguenza, essendo la musica un linguaggio anche scritto, è dunque cronaca del periodo.
Un esempio per far capire il concetto, la musica ed i testi di Bob Dylan non sarebbero stati tali senza la “Guerra in Vietnam”.
Tuttavia la musica ritmata per il ballo, ossia quella meno destabilizzante in quanto più ripetitiva, è quella che nei secoli va per la maggiore. La massa in essa si riconosce e si rassicura, nascono per questo anche i balli di gruppo. Si costruiscono posti dove poterla vivere al meglio, come balere e discoteche, dove la musica alta subentra nell’individuo rendendolo euforico e felice, portandolo al ballo liberatorio.
L’uomo mette necessariamente del tempo ad adattarsi ai mutamenti delle cose, c’è chi più degli altri si spinge alla ricerca ed alla sperimentazione, ma in generale questo individuo all’inizio viene emarginato e messo in una bolla precauzionale di indifferenza dalla massa, proprio come per un virus. Eppure è colui che progredisce e fa migliorare il nostro stile di vita, in effetti tutto questo viaggia  nella normalità dell’evoluzione della specie.
La musica “complessa” dunque esiste, necessariamente supportata da una tecnica importante, la ricerca di nuove soluzioni, nuovi suoni e situazioni, fanno dell’ascoltatore attento un  individuo che gode a pieno della musica, come un prolungamento del suo essere. C’è chi ama trovarsi destabilizzato, ossia che viene portato in nuovi ed inesplorati limbi sonori, e chi invece di tutto questo ne trae fastidio. Non esiste una regola precisa per tutti, resta il fatto che colui che modifica le regole, nel tempo e solo nel tempo, convince la massa che in qualche modo si adegua all’evoluzione stessa, facendola propria e riportandola nei canoni della stabilità, magari con qualche piccola variante. Ognuno per la causa mette del proprio.
Nascono necessariamente i nomi dei generi musicali, questo per dare punti di riferimento all’ascoltatore. Essi sono relegati agli stili ed ai ritmi, ma anche in base alle strumentazioni. Esiste la musica Classica, il Blues, il Rock, il Folk, il Metal, il Reggae, l’elettronica e decine e decine di altri generi.
La musica psicologicamente riesce a modificare anche i nostri gesti quotidiani, per esempio fa spendere di più un acquirente nei negozi, specie quella classica, in cui inconsciamente ci fa sentire degli intenditori (ad esempio, si compera lo champagne più caro rispetto quello che costa di meno). Viceversa, una musica forte e ritmata o elettrica, spinge l’acquirente verso la cassa. La musica classica è anche adoperata da repellente per i vandali nelle metropolitane di Londra, non è musica cool e non piace al vandalo. Anche gli animali pur non componendo musica, hanno comunque differenti sensazioni all’ascolto, ad esempio, la mucca con Simon & Garfunkel fa più latte, mentre le galline fanno più uova con i Pink Floyd.

Il suono è dunque parte fondamentale della nostra esistenza e per vivere meglio, dovremmo dedicarci di più ad ascoltare che a sentire, perché ascoltare è dedicare l’attenzione a quel suono, mentre il sentire è un ascolto distratto senza concentrazione (ad esempio sentiamo passare una macchina ma non memorizziamo, in quanto suono già conosciuto). La nostra evoluzione passa anche attraverso l’ascolto, così la nostra cultura ed il benessere che ne traiamo, sforziamoci a capire per trarne vantaggio.

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