MIDAS
FALL - Cold Waves Divide Us
Monotreme
Records
Genere:
Post Prog Moderno
Supporto: cd / 2024
La
musica l’ascoltiamo con uno stato d’animo ben specifico, qualche volta vogliamo
divagarci, divertirci, altre l’adoperiamo come sottofondo mentre sbrighiamo faccende
più o meno lavorative, oppure per estraniarci in un momento di relax, questo è
il suo grande potere, la malleabilità. Non mancano di certo le scelte, oggi più
che mai, dove i generi si sono a loro volta spaccati come un vetro in altri piccoli
sottogeneri dalle nuove sonorità. Bene conosce la situazione il Progressive
Rock, il quale è così mutato nel tempo tanto da non poter più essere accostato
solo al suo glorioso passato. Esiste un limbo in cui le atmosfere elargite
conducono verso un mondo malinconico, quasi spettrale, attraverso suoni
elettrici che si alternano a passaggi acustici, questi sposano bene alcuni
concetti che l’artista del caso vuole approfondire, come l’isolamento
societario a cui l’individuo oggi va incontro a causa di una vita frenetica e
fredda relegata a personali egoismi. Musica che fa pensare ed emozionare,
mirata a un pubblico specifico, preparato mentalmente ad aperture sonore non
convenzionali e disposto ad ascoltare più che a sentire, e credetemi se vi dico
che c’è molta differenza.
Nel
campo si cimentano da anni gli scozzesi Midas Fall, formazione creata nel 2008
dalla cantante e chitarrista Elisabeth Heaton e dalla sua amica Rowan Burn. L’esordio
discografico risale al 2010 con il sorprendente “Eleven. Return And Revert”,
nel quale spiccano immediatamente le caratteristiche sonore prossime all’indie
e al Post Rock. Seguono negli anni altri tre album in studio, tutti di notevole
fattura, sino giungere ai nostri tempi con “Cold Waves Divide Us” e un Gothic
style più marcato. Si denota uno sviluppo professionale non indifferente, a
partire dalla cura per le melodie e i crescendo sonori che sono la carta
vincente per questa band oggi formata da Elizabeth Heaton (voce, chitarra, tastiere,
synths, batteria), Rowan Burn (chitarra, tastiere, synths, batteria), e Michael
Hamilton (basso, synths, batteria). Con il tempo dunque la band manifesta un
approccio progressivo maggiore, il quale dona all’ensemble un fascino aggiunto.
“Cold
Waves Divide Us” è formato di dieci canzoni e si presenta con la copertina per
mano di Steven Pellatt.
E
proprio a proposito dei crescendo, l’iniziale “In The Morning We? Il Be Someone
Else” ne è immediatamente portavoce. Lo sgocciolare di note del piano lascia
successivamente spazio al ruggente Post Rock delle chitarre elettriche, mentre
la voce di Elisabeth si esibisce in una prova straziante e perfetta per il
contesto. Le carte sono già in tavola. “I Am Wrong” ha un sentore di pessimismo
spalmato su una ritmica insistente di fondo, dove i synth disegnano atmosfere
eteree. I Midas Fall solo raramente lasciano lo spazio a un raggio di sole, ma
quando lo fanno è un tepore che scalda l’anima, “Salt” ne è una prova. Un
movimento malinconico e toccante giunge in “In This Avalanche”, piano e
violoncello, dove ancora una volta la voce è splendida interprete. L’album
scorre su binari dritti, senza cali di tensione per quarantasette minuti di
buona musica.
“Cold
Waves Divide Us” è una rosa nera, ma non coglietela, lasciatela ancora crescere
per goderne la freschezza e il profumo. MS
Versione Inglese:
MIDAS FALL - Cold Waves Divide Us
Monotreme Records
Genre: Modern Post Prog
Support: cd / 2024
We listen to music with a very specific state of mind,
sometimes we want to digress, have fun, others we use it as a background while
doing more or less work-related chores, or to estrange ourselves in a moment of
relaxation, this is its great power, malleability. There is certainly no
shortage of choices, now more than ever, where genres have in turn split like
glass into other small subgenres with new sounds. Well acquainted with the
situation is Progressive Rock, which has changed so much over time that it can
no longer be juxtaposed only with its glorious past. There is a limbo in which
the atmospheres bestowed lead toward a melancholic, almost ghostly world,
through electric sounds that alternate with acoustic passages, these marry well
some concepts that the artist of the case wants to explore, such as the
societal isolation to which the individual today goes because of a hectic and
cold life relegated to personal selfishness. Music that makes you think and
emote, aimed at a specific audience, mentally prepared for unconventional sound
openings and willing to listen more than hear, and believe me when I say there
is a lot of difference.
The Scots Midas Fall, a lineup created in 2008 by
singer and guitarist Elisabeth Heaton and her friend Rowan Burn, have been
trying their hand in the field for years. They made their recording debut in
2010 with the stunning "Eleven. Return And Revert", in which the
sonic characteristics close to indie and Post Rock immediately stand out. Three
more studio albums followed over the years, all of remarkable workmanship,
until reaching the present time with "Cold Waves Divide Us" and a
more pronounced Gothic style. It denotes a not inconsiderable professional
development, starting with the care for melodies and sonic crescendos that are
the trump card for this band today formed by Elizabeth Heaton (vocals, guitar,
keyboards, synths, drums), Rowan Burn (guitar, keyboards, synths, drums), and
Michael Hamilton (bass, synths, drums). Over time, therefore, the band
manifests a greater progressive approach, which gives the ensemble added
appeal.
"Cold Waves Divide Us" consists of ten songs
and features a cover art by the hand of Steven Pellatt.
And just on the subject of crescendos, the opening
"In The Morning We? Be Someone Else" is an immediate spokesperson for
this. The drip of piano notes later gives way to the roaring Post Rock of
electric guitars, while Elisabeth's voice gives a heartbreaking and
context-perfect performance. The cards are already on the table. "I Am
Wrong" has a hint of pessimism smeared over an insistent background
rhythm, where synths draw ethereal atmospheres. Midas Fall only rarely give way
to a ray of sunshine, but when they do it is a soul-warming warmth,
"Salt" is proof of that. A wistful and touching movement comes in
"In This Avalanche", piano and cello, where once again the voice is
splendid performer. The album flows on straight tracks, with no slumps for
forty-seven minutes of good music.
"Cold Waves Divide Us" is a black rose, but
do not pluck it, let it still grow to enjoy its freshness and fragrance. MS
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