DEPOSED
KING – Letters To A Distant Past
Autoproduzione
Genere: Post‑Prog Moderno
Format: CD / Digital – 2025
Amici
e amanti del Post Prog
Moderno, se vi sfondate di Porcupine Tree, Riverside e band simili, fermatevi a
leggere la recensione e annotatevi il nome degli ungheresi Deposed King.
Sono
un duo composto da Daniel Kriffel e Dominique Király, con sede a Budapest. La
band ha pubblicato il suo album di debutto “One Man’s Grief” nel gennaio 2023 e
offre un’ampia gamma di influenze Prog, come Post Rock, Rock Psichedelico, Progressive Folk, Jazz,
alcuni momenti Heavy Prog e persino influenze di musica classica.
Sto
quindi parlando di quella musica atmosferica, spesso arrangiata con effetti che
richiamano la natura fra vento e pioggia. Delicata anche nel cantato, con un
approccio che miscela Steven Wilson e Tim Bowness (No Man).
Chi
ama queste sonorità e quanto ho paragonato, troverà “Letters To A Distant Past”
un vero e proprio capolavoro, perché sa miscelare tutto il meglio che questi
artisti hanno proposto negli anni, ma così tanto che per alcuni attimi ho avuto
la sensazione che fosse un prodotto dell’IA! Invece no, sono proprio Daniel e
Dominique a confezionare queste atmosfere eteree che sembrano sollevarci dal
terreno durante l’ascolto.
Il
disco va in crescendo emotivo; salto l’intro di turno intitolato “Stillness”
perché ormai di queste soluzioni ne ho ascoltate milioni, e passo direttamente
a “Moonlight Lullaby”, un lungo brano di quasi dieci minuti in cui l’approccio
melodico si alterna a fasi Psichedeliche; questo potrebbe benissimo risiedere
in “Signify” (Porcupine Tree). Indovinato il frangente di sax che sfocia in un
crescendo Rock con tanto di tastiere a innalzare il tutto. Il solo di chitarra
elettrica è breve ma incisivo, per poi tornare agli interventi effettuali e a
un incedere alla Steven Wilson primo periodo solista.
“Daymare”
gode di un pezzo al pianoforte ben congeniato, nulla di trascendentale, ma ha
la capacità di rapire l’ascolto, perché sei sempre in attesa che qualcosa
accada. Questa sospensione è caratteristica del genere stesso. La strumentale
title track, ancora una volta, sfiora i dieci minuti e sono spesi bene! Il
brano riesce a estraniare l’ascoltatore da tutto ciò che lo circonda,
trasportandolo nei meandri della mente. La chitarra elettrica sa come e quando
intervenire, così i suoni elettronici spezzettati. Fa comparsa anche il Mellotron
per uno dei frangenti più Progressivi in senso generale dell’album. C’è anche
del Post Rock e un brevissimo
momento Hard.
“Remnant
Of Rain” si stacca dal Rock grazie a un pianoforte classicheggiante, una
coccola al cuore, un movimento che va ascoltato rigorosamente ad occhi chiusi.
Non
manca neppure la mini‑suite
di oltre dodici minuti intitolata “Reverie”, un altro picco dell’album in cui
il duo si gioca tutte le carte a disposizione. Qui fanno comparsa piccoli
spiragli di luce e meravigliosa è la parte strumentale centrale; questa volta
sono i Pink Floyd a tornarmi in mente.
Dolcissima
“Hope”, un bel dialogo fra le chitarre acustiche, voci e coralità di fondo.
“Dream
Awake” chiude l’album, ascoltatela in cuffia e alzate il volume… Non dico
altro.
Io
sono in possesso dell’edizione Deluxe che contiene altri quattro brani,
praticamente un album a sé. Qui “Corridors Of Fog” si addentra nel mondo dei
Porcupine Tree ultimo periodo e comunque sa alternare differenti fasi ed
emozioni in altri undici minuti abbondanti di sensazioni sublimi. Non da meno
“Ashes Drift Apart”, immersa inizialmente in nostalgici giri armonici Folk che
ricordano tempi antichi. Nel proseguimento sale il volume, l’elettronica e la
chitarra elettrica provano in un istante a fare la voce grossa.
“The
Snow” è adiacente, malinconica come solo i Radiohead sanno fare, mentre la fine
dell’opera spetta alla versione singolo abbreviata di “Reverie”.
“Letters
To A Distant Past” è proprio come la copertina dell’album: basta fissarla
durante l’ascolto per perdersi nella nebbia di un paesaggio desolato dove, al
centro, c’è un posto dove andare a scaldarsi. Malinconico, sì, ma ammaliante, ipnotico… dannatamente
bello! MS
Versione Inglese:


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