ALBUS DIABOLUS – Compendio
Esoterico Elettronico
My
Kingdom Music
Genere:
Horror Dark Prog
Supporto: Digital / CD – 2025
Paura
della morte? Il diavolo ci tenta? Quanti quesiti l’uomo si pone al riguardo!
Una storia lunga di millenni che non avrà mai fine, neppure nella musica,
quando, alla fine degli anni ’60, l’ispirato Antonius Rex dà inizio a un filone
esoterico e horror. Tutto ciò vuoi per esorcizzare, oppure semplicemente per
avere una colonna sonora della morte, come l’immaginiamo e come pensiamo si
adoperi il diavolo. Tanti sarebbero gli esempi sonori da elencare, anche in
Italia, specialmente nelle colonne sonore dei film a tema, come nel caso dei
Goblin con Profondo Rosso, ma esistono album che da soli costituiscono una vera
e propria colonna sonora della morte, anche senza immagini alle spalle. Oggi ne
abbiamo un esempio lampante e ben strutturato: quello degli Albus Diabolus,
collaborazione nata dall’incontro del Mater A Clivis Imperat di
Samael Von Martin con la brava e splendida Elisa Montaldo
(Il Tempio delle Clessidre).
Il
progetto è così strutturato:
Il
Diavolo “Samael Von Martin” (voce solista, chitarre, sintetizzatori, tastiere,
basso), Elisa Montaldo (voce, cori, tastiere, sintetizzatori, programmazione,
arrangiamenti), Simón Fèrètro (chitarra solista), Alessio Saglia (organo da
chiesa), Natalija Brankovic (voce narrante).
“Compendio
Esoterico Elettronico” si situa all’ingresso dell’inferno; per essere più
specifici, è nella città di Pandemonium, regno di Satana e delle cerimonie
occulte. Non avete paura leggendo le mie parole? Allora date vita all’ascolto,
che si apre con “Albus Diabolus”, un brano ispirato dagli anni ’80 e dalla
Coldwave (movimento musicale emerso in Francia e Belgio alla fine degli anni
’70). I synth sono fondamentali, così come le coralità ecclesiali, a tempo con
una ritmica funebre che, infine, si lancia in un tema quasi dance.
Gothic
Ambient e Doom Metal si affacciano durante il percorso, anche nella breve
“Homorphus”. Uno spettrale organo da chiesa apre “Liturgica”, ritmata
esibizione e accurata nella descrizione di ambientazioni care al demonio, il
quale narra durante il suonato. Ancora una volta le coralità tastieristiche
sono un valore aggiunto, così come il solo di chitarra.
Una
nenia latina in loop inizia “Potentissimis”, canzone arricchita da elettronica
a bordo. Il sabba è aperto.
“E
Così Sia…” è un’altra cerimonia sostenuta dal battere della grancassa e, ancora
una volta, dall’elettronica dei sintetizzatori e della drum machine. Le parole
di Samael Von Martin danno vita a immagini olocaustiche in “Dadashining”, per
poi passare all’”Elettro Sabba”, nomen omen. Danzereccia “Sommi Spiriti”, che
sembra uscire direttamente dagli anni ’80, mentre “Noctua” ristabilisce le
tenebre più oscure, dove nell’ambientazione sembrano piovere gocce di sangue:
horror totale.
Immancabile
il “Rituale”, brano fra i più interessanti dell’album, dall’approccio più
“progressivo” tanto per intenderci. Il breve “Outro” ci conduce fuori da questo
putiferio di pece.
Non
so se esista, ma se così fosse sono certo che anche il diavolo avrebbe ballato
durante l’ascolto. Ora avete paura? Ancora no? Allora ascoltatelo al buio con
delle candele accese, e l’inferno si paleserà in tutta la sua spaventosa
essenza. Coraggio! MS
Versione Inglese:


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