Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO
La storia dei generi enciclopedica

domenica 30 ottobre 2011

Neverness III

NEVERNESS III - The Measure of Time
Musea
Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: Symphonic Prog
Support: CD - 2009




Terzo capitolo per gli spagnoli Neverness. Ho sempre apprezzato lo sforzo creativo di questo quartetto, il cantato in inglese per rendere più popolare il prodotto ed anche il modo di comporre la musica che lascia spazio sia a buone melodie che ad una certa ricerca strutturale. “The Measure Of Time” è suddiviso in sei tracce tutte di lunga durata, tanto per sottolineare che loro sono una band Prog a tutti gli effetti. “Behind Your Face” con i suoi undici minuti chiarisce subito le influenze stilistiche della band, richiamando giri di chitarra nervosi alla King Crimson, ma anche momenti pacati, per un Rock sinfonico esaltato dalle tastiere di Victor Pèrez.
La title track riporta ancora la chitarra di Javier Nieto (anche voce) alla fine degli anni ’70 quando Fripp (King Crimson) comincia a virare la rotta verso un suono più isterico. La ritmica composta da Antolìn Olea (batteria) e da Dino Martìn (basso) non esagera mai e tuttavia si ritrova molto bene, palesando una sufficiente intesa. Certamente si presentano all’ascolto numerosi cambi di tempo ed umorali, questo spezza ed impreziosisce il lavoro intero, rendendolo nettamente più interessante. Strumentalmente i brani si lasciano apprezzare, anche se non è che ci sia una grande prova di carattere, perché molto di quello che si ascolta è gia sfruttato da molte altre band. Apprezzabili di tanto in tanto degli interventi di elettronica eseguiti con le tastiere, mi fanno tornare alla mente gli anni passati, quando il Prog dava ancora il meglio di se. Agli amanti della chitarra elettrica stile Gilmour dico che avete di che ascoltare, in quanto molto spesso compaiono note sostenute e comunque energia a profusione. Ascoltare “Reing Of Fools” è come fare un balzo indietro nel tempo fra le note dei Floyd più lisergici, per me una vera e propria goduria. I toni si placano con l’intro di piano in “Rest In Peaces”, preludio ad un altro momento altamente psichedelico in un crescendo davvero efficace. Chiude il disco un altra minisuite dal titolo “Shadows Of The Past”. Questa è un sunto di tutto quello che abbiamo potuto apprezzare durante l’ascolto dell’intero disco.
Dunque i Neverness III mi hanno convinto e divertito, perché comunque sia la musica è emozione e svago, anche se il genere Prog spesso e volentieri si autoesalta con logorroiche fughe strumentali. La Musea Records è sempre sinonimo di qualità, a prescindere dai gusti personali. Complimenti MS

sabato 29 ottobre 2011

I King Crimson attraverso la discografia

Di Salari Massimo     King Crimson
                                                          
Gli Inglesi King Crimson, in ambito musicale, rappresentano al meglio il significato del termine “Sperimentazione”. In un mondo dove ispirarsi a qualcuno è semplice e mettere del proprio è fatica, il gruppo capitanato dal leader Robert Fripp (1946, Wimborne, Dorset) è icona del Rock Progressivo.
I Nice, Moody Blues e Procol Harum, in auge con il loro Rock neo-classico sin dalla metà degli anni ’60, non sono altro che la scintilla che farà esplodere la sperimentazione sonora del gruppo grazie al mix con il Rock Psichedelico.
Ad ottenere certe sonorità  innovative per quegli anni, viene incontro anche la tecnologia strumentale, infatti il suono delle orchestre viene riprodotto (o meglio sostituito) dallo stupefacente Mellotron.
Questo è una tastiera con dei nastri pre registrati, dove ad ogni tasto corrisponde un suono. Ovviamente le registrazioni sono a completo piacimento. Uno strumento affascinante dunque, ma con tutte le difficoltà che apporta, non sempre infatti è possibile sostenere la nota più del lecito a causa della sua brevità. Lo strumento sostituisce spesso anche le voci corali.
Il gruppo gira intorno alla forte personalità del chitarrista Fripp, ma proprio per questo nel tempo andrà incontro a tantissime defezioni, in un turbinio quasi esasperato di mutazioni di line-up.
Non c’è quasi mai armonia fra i componenti, Lake andrà con Emerson e Palmer e perfino i bravi jazzisti Mel Collins e Keith Tippett non resistono a lungo al suo fianco. La prima fase della carriera si conclude dopo l’LP “Island” e l’eclettico chitarrista scioglie e ricompone subito la band, questa volta circondandosi di personaggi a lui più congeniali. E’ la volta del batterista Bill Bruford (Yes), il violinista David Cross, il bassista John Wetton (Family) ed il nuovo paroliere Richard Palmer-James. Questa sembra essere la formazione più stabile, escono “Lark’s Tongues In Aspic” e “Starless And Bible Black”, ma la camaleontica evoluzione artistica di Fripp è notevole, il Rock si allontana (vedi anche le sperimentazioni con Brian Eno) così la band da la sua seconda defezione.
Nel 1981 lo ritroviamo per tre nuovi album a fianco di Adrian Belew, Tony Levin e Bruford, ma il Progressive si allontana sempre più, anche per il fatto che nel periodo il genere conosce un momento di grande oscurantismo. Solo nel 1994/95 i Crimson ritornano in auge, rimarcando un suono maturo e moderno.
 Il sound primordiale del Re Cremisi è molto variegato, a volte schizzato, altre nervoso, per poi sfociare in melodie oniriche, romantiche e dolci, il tutto con sconcertante semplicità.
Le radici sono piantate nel lontano 1967, quando il trio Giles, Giles e Fripp si unisce per registrare un buon album sperimentale dal titolo "The Cheerful Insanity Of Giles, Giles And Fripp" (Dream, 1968). I King Crimson nascono ufficialmente il 13 gennaio del 1969 al Fuhlam Palace Café di Londra, quando Fripp e il batterista Michael Giles (1946), insieme al cantante-fiatista Ian McDonald (1946) si uniscono al bassista e cantante Greg Lake (1948,  EL&P) e Pete Sinfield, autore anche dei curiosi testi.
Per analizzare dettagliatamente il fenomeno King Crimson, percorriamo ora insieme la loro lunghissima carriera passando per la discografia, comprendendone le mutazioni, quelle che li hanno resi unici e musa per molti altri gruppi odierni, soprattutto del nord Europa e scandinavi (Landberk, Anekdoten, Anglagard etc.). Ogni disco è un capitolo a se, in un susseguirsi di nuove soluzioni, partendo dal Rock passando per la Psichedelìa , l’elettronica, la World Music ed anche per il Jazz, senza mai ripetersi.
IN THE COURT OF THE CRIMSON KING ( Island-1969)
Siamo al cospetto di uno dei debutti discografici più eclatanti dell’ intera storia del Rock, sia come musica che come rappresentazione visiva del disco. Mai un grido lanciato da un volto così grottesco, come quello rappresentato dalle matite di Barry Godber, artista della Chelsea Art School, è stato così profetico. Questo è l’uomo schizoide del ventunesimo secolo, disturbato dall’avidità del denaro fino ridurlo alla pazzia. La salvezza sta fra le braccia del mostruoso Re Cremisi che ci accoglie con volto rassicurante all’interno dell’ LP apribile (gatefould) e nel brano “Moonchild”. Nel febbraio del 1970, a soli ventisei anni, purtroppo Godber muore per un attacco di cuore. Non ci sono titoli tantomeno nomi del gruppo, davanti o dietro la copertina e questo dona ancora più fascino al prodotto, ma è la musica a colpire di più.
“21st Century Schizoid Man", apre il disco violentemente, voce filtrata (copiata in seguito da moltissimi altri gruppi come ad esempio gli americani Spock’s Beard in “The Light”) con chitarra e sax in un turbinio di cambi di tempo ed emozioni. Ci pensa "I Talk To The Wind" ad immergerci in altre atmosfere, quelle più romantiche e rilassate dettate dal flauto di McDonald. Questa e la successiva ed epica "Epitaph" sono gia due classici del gruppo. Il Mellotron sgorga abbondante e lega alla perfezione con la voce di Lake. La febbrile voglia di ricerca si dimostra più marcata nel lato B del disco, "Moonchild" è uno dei primi veri e propri brani Progressive nel vero senso della parola. L’uomo del ventunesimo secolo fugge dunque dalle sue fobie e va a ripararsi nel mondo fatto di sogni, illusioni e delicate melodie del Re Cremisi, mai un debutto sonoro fu così coraggioso e pretenzioso, ma il pubblico inglese accoglie con entusiasmo questo nuovo stile sonoro regalando al quintetto il quinto posto nelle classifiche di vendite. Una leggenda
 IN THE WAKE OF POSEIDON (Island-1970)
Proprio per il fatto che I brani sono stati scritti nell’anno del precedente “In The Court Of Th Crimson King”, tutto fa pensare che questo non sia altro che il suo proseguo. Ma qualcosa all’interno della band comincia ad incrinarsi e naturalmente ciò si rispecchia anche nel disco. Al suo interno non ci sono grandi classici, pur essendo un lavoro ricco di emozioni e di ottimi passaggi strumentali, infatti il pubblico regala loro nientemeno che il quarto posto in classifica. Ancora una volta i testi parlano di follia, di conseguenza ci imbattiamo nuovamente in momenti onirici come “In The Wake Of Poseidon”, che altro non è che la “Epitaph” tanto riuscita nel precedente album. La sperimentazione si denota di più nel brano “Cat Food”, quasi un avvertimento di Fripp sulla strada che seguirà nei futuri lavori, ma soprattutto nella farneticante "Devil's Triangle”. La voce di Gordon Haskell non è proprio quella di Lake, ma in “Cadence And Cascade” riesce ad emozionare positivamente. In verità questo album doveva essere un doppio, ma la metà del tutto segue McDonald  nell’abbandono di Fripp e soci per dedicarsi ad una carriera meno fortunata ma pur sempre decorosa. Il disco lo potete ascoltare in McDonald & Giles.
LIZARD (Island-1970)  
I sentori di “Cat Food” si tramutano in realtà, magistralmente artefatti e plasmati in composizioni di matrice jazz, diventano il concepimento inquietante di “Lizard”. Keith Tippett al piano, Robin Miller all'oboe, Mark Charig alla cornetta, Nick Evans al trombone aiutano Fripp in questo intrigato puzzle sonoro.
Questa volta non esplodono momenti di respiro, poca melodia e molto Free Jazz. Si denota anche un filo di sarcasmo nei confronti dei Beatles nei testi del brano “Happy Family”, confermato anche dalla meravigliosa copertina dell’album dove il quartetto di Liverpool è rappresentato dietro la lettera “i” di Crimson.
 La suite “Cirkus” chiarisce subito la strada intrapresa da Fripp e soci, improvvisazioni e molti fiati infarciscono i momenti musicali sempre più distanti dalla formula canzone. C’è anche spazio per un richiamo al brano “Cadence And Cascade” con “Lady Of The Dancing Water”, ma siamo lontani dall’obbiettivo. Il lato B si apre con la meravigliosa suite “Lizard” ed una sorpresa simpatica, la voce di Jon Anderson (Yes). Ancora molto Mellotron, in questo LP, un piccolo e complicato gioiello da scoprire ascolto dopo ascolto, ma l’evoluzione dei King Crimson è solo cominciata e nessuno la potrà fermare.
ISLAND (Island-1971)  
“Island”è un lavoro complesso.
Questo disco ha diviso molta critica musicale, ma il pubblico che oramai ha accettato la natura della creatura di Fripp lo difende tutt’oggi a spada tratta. Mel Collins ai fiati, Boz Burrell al basso e microfono ed il batterista Ian Wallace fanno la loro breve apparizione nella storia della line-up del gruppo. Esistono due momenti veramente memorabili, “Formentera Lady” ed “Island”, ma da godere anche la strumentale chitarristica “A Sailor’s Tale”. “Ladies Of The Road” è la “Cat Food” di turno, lasciando ancora una volta presagire la nuova strada che di li a poco Fripp andrà a percorrere, per il resto molto Jazz Rock.
“Island” racchiude in se uno dei momenti strumentali più belli dell’intera carriera dei King Crimson, fotografia di un momento musicale meraviglioso ed inimitabile, quello degli anni ’70.
EARTHBOUND (Island-1972)
Il primo periodo musicale di questa creatura sonora si conclude con un sigillo live, lavoro controverso mai digerito dallo stesso Fripp. La formazione è quella di “Island” e Collins sembra quasi avere il sopravvento su tutti. Ma la registrazione è la grande nota stonata del disco, rovinato da una approssimativa incisione, sporca e fastidiosa tanto da farlo sembrare un Bootleg (registrazione pirata in vinile o in cassetta, che tanto andava di moda in quegli anni, fatta con mezzi rimediati e poveri, come registratori portatili o, quando andava bene, da un addetto al mix molto accondiscende). A favore invece,vanno tre brani editi solo in questo live, “Peoria”, “Earthbound” e la suite strumentale “Groon” con annesso assolo di batteria.
LARK’S TONGUES IN ASPIC (Island-1973)  
Chiuso definitivamente il primo capitolo della loro controversa carriera il gruppo, come una ameba, si rimodella e sorprendentemente sforna un nuovo capolavoro. Ovviamente siamo lontani dai tempi Rock, oramai si è in un punto di non ritorno, l’evoluzione prosegue con l’ausilio di Cross al violino, Wetton al basso, Bruford alla batteria e Muir alle percussioni. Incredibilmente l’affiatamento fra i componenti sembra immediato e la sperimentazione sembra essere più fluida delle precedenti. La chitarra di Fripp è vertiginosa, come in “Larks' Tongues In Aspic" e "The Talking Drum” ed esplora territori sonori a molti sconosciuti. Indovinata anche la novità del violino, perfetto elemento integrativo nelle delicate “Exiles” e “"Book Of Saturday”. Non mancano nemmeno elementi Heavy, come ad esempio nell’aggressiva “Easy Money”, il che nell’insieme non guasta. La title track “Lark’s Tongues In Aspic”  avrà una terza parte nel 1984 (“Theree Of A Perfect Pair”) ed una quarta nel 2000 (“The ConstruKCtion Of Light”) a testimonianza della malleabilità compositiva del gruppo.
STARLESS AND BIBLE BLACK (Island-1974)
L’evoluzione sonora di “Larks' Tongues In Aspic" trova appiglio l’anno successivo in questo lavoro registrato in diversi contesti, una sala concerto, dal vivo ad Amsterdam ed in studio. E’sempre la chitarra di Fripp a farla da padrona ed il disco completa definitivamente il discorso aperto con il precedente LP. Non mancano dunque le improvvisazioni, le tonalità oscure e drammatiche che oramai contraddistinguono il loro sound, come ad esempio nelle improvvisazioni del lato B. Visto nella sua globalitàStarless And Bible Black” si potrebbe suddividere in tre parti, una più violenta, la melodica e la sperimentale. Quella melodica è ben rappresentata da "Lament" e da "The Night Watch”, mentre "We'll Let You Know", la gotica "The Mincer" e "Trio"  rappresentano il lato sperimentale. Questo è dunque un altro tassello interessante della loro ricca discografia, anche se le vendite non le rendono giustizia. Siamo nel 1974 ed in questo periodo il Rock Progressivo sta lasciando i suoi ultimi lamenti, i King Crimson lo sentono e si congedano con il successivo album dal titolo “Red”.
RED (Island-1974)  
Ufficialmente sono stati i King Crimson ad aprire il genere Progressive, e con questo disco sono potenzialmente loro a chiuderlo. Dopo di esso si prenderanno una lunga pausa di riflessione e ritorneranno a noi solo nel 1981. “Red” non solo chiude un periodo Rock rigoglioso ed irripetibile, ma anche il loro interessante secondo periodo storico. La title track e “One More Red Nightmare" sono due classici brani complicati e tirati, come loro ci hanno insegnato e “Starless” con il suo crescendo è un capolavoro. Il gruppo è sempre supportato da collaboratori , fra cui spicca il sempre fedele Collins, ma in realtà è ridotto ad un trio (Fripp, Bruford e Wetton). Per la prima volta i nostri vengono rappresentati in copertina con una foto che lascia intravedere la metà dei loro volti avvolti dal buio, proprio come la loro musica.
USA (Island-1975)  
E come congedarsi dal pubblico se non con un disco live?
Proprio come nella fine della loro prima parte artistica, gli inglesi ci salutano con un concerto registrato ad Ashbury Park e Providence, ma questa volta con risultati decisamente migliori del precedente “Earthbound”. Anche in questo caso troviamo un brano inedito, “Ashbury Park” e qualche sorpresa, come nella finale “21st Century Schizoid Man” dove al posto del sax troviamo l’ottimo violino di Cross. Un onesto congedo dal pubblico e testimonianza di gran classe.
THE YOUNG PERSON’S GUIDE TO KING CRIMSON (Island-1975)  
Nello stesso anno Fripp decide di far uscire per tutti coloro che volessero capire chi fossero stati i King Crimson , un antologia con tutti i loro migliori brani, ben supportati da un libretto esauriente e ben curato. Ovviamente stiamo parlando di un doppio LP.
DISCIPLINE  (EG-1981)  
Ma Fripp non può restare molto tempo senza proporre qualcosa di nuovo, la creatura riprende vita, malgrado i tempi siano lontani dal Progressive Rock. La genialità del chitarrista sta proprio nel mezzo, concepisce un sound fresco e moderno, sperimentale si, ma più vicino alla formula canzone. Vengono richiamati Bruford, il chitarrista e cantante Adrian Belew , il bassista Tony Levin ed i giochi sono fatti. Il disco non va ricordato negli anni come un tassello indispensabile della loro carriera, ma va apprezzato per il coraggio che ha nel comparire in un contesto oramai distante dal suo. Comunque sia si lascia ben ascoltare ed il Rock scaturisce fluidamente in tutta la sua durata.
BEAT (EG-1982)  
I fans del Re Cremisi in questo periodo di vacche magre, piuttosto che vederli sparire definitivamente, si accontentano di tutto ciò che fanno, apprezzano molto l’evoluzione stilistica che viene loro offerta (anche elettronica e world-music) e senza indugi salgono sul progetto di Fripp e soci. Dunque anche “Beat” viene ben accolto e dal canto suo non si sposta di un grado dalle coordinate del precedente “Discipline”. Non ci sono momenti storici nemmeno in questo album, ma tante buone canzoni, fra le quali ricordiamo "Neal And Jack And Me", "Heartbeat", "Sartori In Tangier" e "Neurotica".
THREE OF A PERFECT PAIR (EG-1984)  
Oramai i giochi sono fatti, le sorprese sono finite, così come il periodo anni ’80 per i nostri sperimentatori, i quali si rendono conto di non aver altro da dire. Questo disco è l’ultimo del terzo periodo ed è leggermente più fiacco dei suoi predecessori, pur racchiudendo in se due ottimi momenti come “Sleepless” e “Larks' Tongues In Aspic Part 3”  
Il gruppo è sciolto ufficialmente, ma i fans hanno sempre il modo di mettere mano al portafoglio, escono una sequenza di bootleg, antologie e live davvero martellanti fra cui segnaliamo:
The Compact King Crimson (2lp EG- 1986 ant.)
 
L’antologia nulla aggiunge e nulla toglie a quanto i nostri hanno prodotto. Nessuna bonus tracks, ma solo alcuni dei momenti migliori della loro carriera. Molti i classici che varcano tutti i periodi sia degli anni ’70 che ’80. Interessante per chi si volesse avvicinare per la prima volta al gruppo.
Frame By Frame (4cd Caroline-1991 ant. + inediti)  
La raccolta più esauriente di questo periodo che analizza con accurata attenzione tutta la loro carriera, fino al 1984.
The Great Deciver (Live 1973/1974) (1992-DGM 4cd live)
Una chicca per tutti gli estimatori, il cofanetto contiene i concerti: Providence (1974), Glasgow (1973), Pittsburgh (1974) Toronto (1974) e Zurigo (1973). Una dimostrazione che i King Crimson non sono solo un gruppo sperimentale da studio, ma una vera e propria macchina sonora.
Nel frattempo Fripp non resta con le mani in mano, ma partecipa a due album in coppia con il chitarrista Andy Summers dei Police: I Advance Masked (A&M, 1982). e Bewitched (A&M, 1984). Ancora sperimentazioni schizzate del funambolico chitarrista.
VROOM (Virgin-1994)  
Passano gli anni, molti sottogruppi del Progressive, i cosiddetti giovani irriducibili, riportano in auge i fasti di certe sonorità. Complessi come Landberk, Anekdoten, Anglagard, Sinkadus e compagnia bella, si rifanno proprio a Fripp e soci, riportando al pubblico l’attenzione su di un genere che sembrava assopito nel torpore del tempo. Il genere risorge dalle proprie ceneri e a sorpresa tutto riparte. I King Crimson, dal canto loro avvertono nuovamente questa vitalità ed eccoli ritornare addirittura in una formazione “doppia” con le coppie Fripp e Belew alle chitarre, Levin e Trey Gunn al basso e allo stick e Bruford e Pat Mastellotto alla batteria e percussioni. Il risultato che va a tastare il terreno è un EP di trenta minuti, ma che già fa ben presagire sul futuro del gruppo. I brani sono tipici King Crimson, aggressivi e delicati nello stesso tempo.
THRAK (Virgin-1994)  
La padronanza strumentale in mano ai componenti fuoriesce orgogliosa fra le note di questo ottimo disco, un insieme quasi fuorviante di emozioni. Si passa dai soliti momenti pacati ad un Rock moderno di buona caratura dove i nostri sembrano voler ribadire “i maestri siamo solo noi”.
Lo stillicidio per il portafoglio del fans prosegue inesorabile in un mare di realizzazioni, specialmente in ambito live:
B’Boom (2cd Virgin- 1995 live)  
Thrakattak (Virgn-1996 live)  
The Nightwatch (2cd DGM-1997 live) Questo ottimo prodotto, non è altro che la rappresentazione integrale del famoso concerto del 23 novembre 1973 al Concertgebouw di Amsterdam. Più volte ascoltato in bootleg in questo caso subisce un lavoro di pulizia sonora che lo riporta alla magia dei tempi che furono e lo rendono travolgente in tutto il suo ascolto. La formazione è quella classica Fripp, Bruford, Wetton e Cross.
Epitaph (2cd DGM-1997)  
Ecco una interessante testimonianza degli esordi. Esibizioni dal vivo ben registrate nel 1969 a New York, San Francisco, Inghilterra, più canzoni tratte dalla BBC.
Absent Lovers- Live In Montreal (2cd Discipline-1998-live)  
Live At The Marquee 1969 (DGM Collector’s Club-1998)  
La leggendaria formazione del 1969 che si esibisce nel palco del Marquee Club è una cosa da non perdere, almeno per i fans più sfegatati che potranno ascoltare al suo interno brani che mai più i nostri riproporranno dal vivo.
Cirkus (2cd Virgin-1999)  
Non è altro che il parente vicino della raccolta “The Young Person’s Guide To King Crimson”, la differenza sostanziale è che mentre questo si occupa del periodo in studio, in Cirkus si documenta quello dal vivo. Il primo cd esamina dal 1984 al 1998, il secondo il periodo1972.
THE CONSTRUkCTION OF LIGHT (EMD-Virgin-2000)  

Finalmente nel nuovo millennio possiamo godere di nuove vibrazioni, i King Crimson ritornano in studio per registrare un album inedito,  sulla strada tracciata da “Thrak”. La musica è sempre più oscura e celebrale, con poco cantato, ma con una perizia tecnica sopraffina. La formazione (neanche a dirlo) è mutata, rispetto al precedente disco, mancano Tony Levin e Bill Bruford, ma Threy Gunn e lo strepitoso drumming di Pat Mastellotto non fanno sentire queste importanti defezioni. Forse c’è una certa mancanza di veemenza alla quale i nostri ci avevano abituato nel tempo, ma in generale dopo differenti ed accurati ascolti, non possiamo considerare “The ConstruKction Of Light” un opera di passaggio.

THE POWER TO BELIEVE  (DGM/Sanctuary-2003)  

A questo punto non è più facile, dopo così tanti anni dall’esistenza del genere Rock, cercare di proporre qualcosa di nuovo e di non scontato, ma i King Crimson, precursori dei tempi, lo hanno sempre saputo. E’ proprio per questo che i lavori da studio diventano più radi rispetto agli anni ’70, facile sarebbe ironizzare sull’età dei componenti ed attribuire loro una mancanza di fantasia dovuta ad un inevitabile caduta di ispirazione. Così non è, “The Power To Believe” racchiude in se una innovazione che nemmeno 1000 gruppi odierni messi insieme sarebbero capaci di partorire. Inquietudine, disturbo ed alienazione giocano in equilibrio fra strutture sonore che spesso si lasciano e si riprendono in un percorso ricco di profumi e di colori. E chi rincontriamo? Per la gioia dei vecchi fans anche la struttura di “Larks' Tongues In Aspic”.

Sono passati più di trentacinque anni dalla loro formazione, sono passati migliaia di gruppi e di tendenze nell’ambito sia Rock che Progressive, tutte hanno avuto in loro un elemento del Re Cremisi, anche se in maniera inconscia ma inevitabile. La storia si scrive, non la si inventa ed ancora oggi, più attuale che mai, ci sembra di udire l’urlo di disperazione del grottesco uomo schizzato del ventunesimo secolo. Re Cremisi, i tempi oggi sono ancora più caotici, abbiamo sempre più bisogno del tuo aiuto, accoglici ancora una volta fra le tue rassicuranti braccia, non titubare, siamo sempre noi, quelli che credono nei sogni.     

CHI SI E’ ISPIRATO AI KING CRIMSON

In tutto il mondo esistono centinaia e centinaia di bands che si rifanno alle loro sonorità, o perlomeno ne traggono fonte d’ispirazione. In questo piccolo vademecum andiamo a ricordare i più famosi, quelli che hanno avuto un successo commerciale più ampio:

LANDBERK
Come vedremo la maggior parte di questi complessi provengono tutti dalle freddi terre del nord , dalla regione scandinava in particolare. Questo combo è il sunto della semplicità. Provenienti dalla Svezia i Landberk racchiudono nel loro sound tutto quello che il Re Cremisi ci ha donato, ma sapientemente rielaborato e semplificato in pochi tocchi strumentali. La malinconia e la dolcezza è il loro piatto forte, non si può restare indifferenti davanti al suono della chitarra di Reine Fiske. L’artista sembra avere con lei un rapporto fisico, il modo di toccare le corde è perlomeno sinuoso e delicato per un risultato strappa applausi. Nel 1994 realizzano “One Man Tell’s Another” (Megarock Records), il loro terzo capitolo discografico che la critica premierà come il miglior disco Prog dell’anno. In realtà tutti i loro dischi sono da avere, anche l’ultimo “Indian Summer” (Record Heaven-1996), dopo di che il gruppo si scioglie per dare vita oggi al nuovo progetto Paatos, voluto dal bassista Stefan Dimle.

ANEKDOTEN
Ancora Svezia ed ancora atmosfere grevi al limite del disperato. La potenza sonora prodotta dal quartetto è stupefacente per naturalezza. Il Violoncello di Anna Sofi Dahlberg assieme alla chitarra di Nicklas Berg producono sonorità incredibili, soprattutto in sede live. Lo strumento di Anna viene trattato con una violenza che poco ha del femminile, ma tutto questo non deve trarre in inganno, gli Anekdoten hanno un grandissimo senso della melodia ed i loro crescendo sonori sono l’arma vincente. Ciliegina sulla torta la sezione ritmica composta da Jan Erik ;ijestrom (Basso) e Peter Nordins (batteria), una vera e propria macchina da guerra. Da avere almeno “Vemod” (Record Heaven-1995) e “Nucleus” (Musea-1995).

ANGLAGARD
Questo sestetto nordico ha fatto disperare migliaia di fans al proprio scioglimento avvenuto pochi anni or sono. Mellotron, flauti, chitarre e tutto quello che fa Prog anni ’70 è contenuto nel bagaglio della formazione. Anche loro, come i cugini Anekdoten sono una band che da il meglio di se in sede live. “Buried Alive” (Musea-1996) è un classico esempio di come deve essere un concerto Prog. Composizioni variegate con funambolici cambi di tempo e brani di notevole durata sono all’ordine del giorno, le influenze King Crimson fuoriescono da tutte le note. Spettacolari. Da avere “Hybris” (Mellotronen-1992) e “Epilog” (Musea-1994).

SINKADUS
Altra formazione nordica a sei componenti con l’innesto di due donne, Lena Pattersson al violoncello e Linda Johansson al flauto e voce. Nuovamente cascate di tastiere e richiami ai Crimson primo periodo, quello più Neo-Romantico. Molta carne al fuoco e come ogni band Progressive che si rispetti compongono brani di una lunghezza media di un quarto d’ora. Ci sono anche influenze Genesis e il loro mondo è molto fiabesco, come si può vedere anche dalle copertine dei dischi. Solo un punto a loro sfavore, il cantato è in lingua madre, francamente stridente nel contesto.  Da avere : “Aurum Nostrum” (Cyclops-1995)

HOYRY-KONE
Finalmente un gruppo che fa della sperimentazione e della ricerca sonora un vero e proprio credo. Molto simili ai King Crimson si inventano assurdi innesti fra marcette, Heavy Metal, operistica e Prog! Davvero un connubio irresistibile per tutti coloro che fanno del genere un credo puro. Fra le fila troviamo alla batteria un certo Peter Nordis (Anekdoten) e questo la dice lunga sul genere proposto. Anche in questo caso il gruppo è un sestetto con tanto di fiati e violino. Cercate assolutamente “Huono-Parturi” (APM-1997).

KVAZAR
Sonorità oscure, disturbate, acide che sfociano in melodie di grande presa, questo vi dice nulla? Ebbene anche in questo caso la lezione Cremisi è perfettamente assimilata. Il quintetto proviene dai paesi scandinavi ed è autore di un piccolo capolavoro che,secondo me, è  troppo snobbato dal pubblico. Questo si intitola ”Kvazar” (Musea-1999), peccato non averlo.

SARAX
Ci spostiamo in Cile per incontrare una band sorprendente, una band che sa unire alla perfezione l’Heavy Metal ai King Crimson. Il cantato è in lingua madre, anche se di vocale c'è veramente poco, anzi più che altro si tratta di recitato. Stranamente questo non sembra apportare un limite al sound, tutto sembra scorrere alacremente. Il senso di angoscia è alto, la musica entra dentro, lo stato d'animo viene turbato. Lo stile Sarax è marcato e non conosce compromessi. Da avere : “Ejecucion”  (Cantera Producciones- 2000).

NeBeLNeST
I Francesi molto si avvicinano al sound del Re Cremisi, le loro scorribande strumentali sono ricche di cambi di tempo e ricerca, non tanto strumentale quanto strutturale. Il genere affrontato potremo denominarlo Avant-Progressive, Post Rock. Mai scontati sono in possesso di una tecnica individuale invidiabile. Da avere: “NeBeLNeST” (G.&P. Essential Music-1999) e “Nova Express” (Studio Album-2002).

AKINETON RETARD
Siete fra quelli che cercano nel Progressive un mondo assolutamente nuovo e non commerciale? Siete fra coloro che amate sparare un nome assurdo ai vostri poveri ed ignari amici che ascoltano musica? Chi meglio di questi Cileni per stupirli? Nel disco, praticamente quasi tutto strumentale, andate incontro ad acidità Crimsoniane ricche di fiati e soluzioni vocali alquanto bizzarre. Ricerche sonore miste a Free Jazz, veramente tanta fantasia fra i solchi. Chi ama la melodia per se stessa troverà questo disco ostico e forse non reggerà a tutto l'ascolto, ma chi cerca "novità" ha pane per i propri denti, il prodotto in questione si chiama “Akineton Retard” (Lizard-2001).

LIZARD
Anche la Polonia ha nei propri ranghi un complesso dedito ai maestri, forse anche troppo. Brani articolati sfiorano quasi il plagio, prevedibili sin dal nome ma degni di nota. Da avere “Psychopuls” (Metal Mind Records-2004).

DJAM KARET
Chi ascolta la musica degli DK, viene travolto da un muro sonoro di forte presa emotiva, questo grazie all'uso di sintetizzatori e due chitarre, oltre che dalla classica base ritmica basso-batteria. Loro riescono a carpire il lato più articolato del sound King Crimson, tanto da risultare a tratti prolissi ed un poco freddi. Il gruppo americano è comunque famoso non solo in patria e noi abbiamo di che godere all’ascolto di “A Night For Baku” (Cuneiform-2003).
TEMPANO
Dalla lontana Venezuela ecco un gruppo dai numeri alti. Piano, archi e chitarre danno il loro meglio nelle parti strumentali dei brani, mentre il cantato allontana un poco il sound del gruppo dai Crimson. Dotati di uno spiccato senso del songwriting i Tempano sanno accarezzare quando è il caso e picchiare quando ci vuole. Memorabile “The Agony And The Ecstasy” (2002) , soprattutto ricco di pathos ed è un racconto sulle opere di Michelangelo.
STEREOKIMONO
Alex Vittorio, Cristina Attori ed Antonio Severi dimostrano in “Primosfera” (Immaginifica-2003) il grande amore per il gruppo di Fripp. Il Progressive italiano deve molto ai King Crimson, forse più di quello che in realtà si ascolta, forse questo è anche il pregio delle nostre formazioni, saper apprendere le lezioni ed amalgamarle con una buona personalità, tutta prettamente mediterranea.
SOTOS
I nostri cugini francesi nutrono molto amore per il Progressive in generale, specialmente per quello più articolato. In questo caso invece siamo al cospetto di un gruppo essenziale, senza troppi intenti logorroici. I Sotos sono autori di un Prog crimsoniano racchiuso in lunghe composizioni arrangiate in maniera essenziale. Da avere: “Platypus” (Cuneiform-2003).

venerdì 28 ottobre 2011

EX KGB in concerto

Dopo aver raccolto consensi di critica e pubblico per il disco d'esordio 'I Putìn', le travolgenti ex spie capitanate da Mike 3rd ritornano live: appuntamento il 2 novembre 2011 a Milano
  Ex-Kgb in concerto alle Scimmie!


  Mercoledì 2 novembre 2011

ore 23.00
Le Scimmie
Via Cardinale Ascanio Sforza, 49
Milano

Mercoledì 2 novembre 2011 si riscalda l'autunno con l'Irriverent Groovy Rock degli EX KGB: allo storico locale di Milano Le Scimmie il ritorno della band che ha infuocato il pubblico di tutta Italia. Dopo un anno di soddisfazioni grazie agli innumerevoli apprezzamenti per il disco di esordio I Putìn (prodotto da Ronan Chris Murphy) e per i vari concerti che hanno raggiunto l'acme con l'apertura per Tony Levin al Club Il Giardino. 
"L'onestà e la graffiante energia non passano inosservate" (La Repubblica XL); "I Putìn è uno dei dischi italiani più gustosi degli ultimi anni" (Ritmi); "un esordio decisamente di alto profilo per un power trio che, nel futuro prossimo, promette davvero di offrire più di una sorpresa" (L'Isola che non c'era); "che disco meraviglioso questo dei padovani The Ex-Kgb!" (NerdsAttack). Responsi critici prestigiosi per un album in distribuzione nazionale (Ricordi - La Feltrinelli - FNAC) e in vendita ai concerti al costo speciale di 7 Euro; per gli audiofili incalliti c'è anche il vinile - 180 grammi - per il migliore impianto stereo.

 La scuderia Prosdocimi è orgogliosa del risultato degli Ex Kgb capitanati dall'instancabile Mike 3rd, promotore della Stagione della Beneficenza (a favore di Greenpeace e AIRC) e anima dei Tunatones, la Surfabilly band che negli ultimi mesi ha fatto sculettare il nord Italia e a breve entrerà in studio per la registazione del primo disco.


The Ex Kgb:
 Alberto Stocco: batteria - percussioni - voce
Emanuele Cirani: Chapman Stick - basso - voce
Mike 3rd: chitarra - voce


Info:
The Ex-Kgb:
http://www.theex-kgb.eu

Ufficio Stampa Synpress44
http://www.synpress44.com/

giovedì 27 ottobre 2011

Albert Hammond

ALBERT HAMMOND - Revolution of the Heart
SPV

Genere: Virtuoso
Supporto: cd - 2005



Sono sinceramente felice di parlare di un artista di fama mondiale, che ha dato quello che ha dato, sin dai prolifici anni ’70, un collaboratore d’eccellenza che ha dato lustro a moltissimi grandi artisti come Elton John, Simply Red, Tina Turner, Olivia Newton John e molti altri ancora.
La sua lunga carriera è ricca di soddisfazioni e di gemme artistiche, alla fine degli anni ’70 decide di accasarsi in Spagna dove da alle stmpe il disco dal titolo “My Spanish Album”. Solo oggi lo ritroviamo con questo cd dal titolo “Revolution Of The Heart” di altissima scuola, scritto a quattro mani con un altro grande della musica che risponde al nome di Leo Sayer.
Il chitarrismo proposto non è quello a cui ci hanno abituato i guitars heroes di oggi, non ci sono le solite cascate di note a travolgerci, ma tanta musica, quella che, come ci suggerisce il titolo, proveniente dal cuore. Ascoltare brani come “The Centre Of The Universe” fa bene all’anima. Folk Rock caldo, signorile, come nel brano “Restless Years” dov'è impossibile non socchiudere gli occhi e lasciarsi accarezzare dalle dolci note della chitarra classica. La sua calda voce completa il lavoro. Ogni singolo brano è un potenziale Hit Single, ma in verità riconosco che sarebbe molto anacronistico che ciò accadesse, visto il tipo di sonorità proposta, almeno da noi in Italia.
Oggi non siamo più abituati ad ascoltare musica tranquilla, senza trucchi, senza donne seminude che si dimenano, senza grida e francamente ho dubbi sulle vendite di un prodotto del genere. Ma io non voglio credere a tutto ciò, non mi rassegno ed ancora oggi, grido ad alta voce “Viva la vera musica”, quella non dettata dalle mode, ma dalla testa di un artista che in questo caso si chiama Albert Hammond. Signori, giù il cappello! MS


mercoledì 26 ottobre 2011

Ecco cosa NON SERVE all'Italia

Camera, la Lega attacca Fini. Bagarre in aula, sospesa la seduta

Bagarre nell'aula dove sono venuti alle mani deputati del Carroccio e di Fli

26 ottobre, 15:36 (Ansa.it)

ROMA - Bagarre nell'aula della Camera dove sono venuti alle mani deputati di Lega e Fli. La vicepresidente Rosy Bindi ha sospeso la seduta.
Mentre stava per intervenire Italo Bocchino di Fli, in seguito ad un durissimo attacco del capogruppo della Lega Marco Reguzzoni nei confronti del presidente Gianfranco Fini, due deputati di Fli e Lega sono venuti alle mani. I commessi si sono frapposti, ma sono comunque volate le botte, in particolare tra Claudio Barbaro di Fli e Fabio Rainieri.
La vicepresidente Rosy Bindi ha chiesto "scusa" ad alcuni ragazzi che assistevano ai lavori dalla tribuna del pubblico "per lo spettacolo non edificante a cui hanno assistito".
Poi la seduta della Camera è ripresa presieduta da Gianfranco Fini. Al suo arrivo è stato accolto dal coro "dimissioni, dimissioni!" dei deputati della Lega. Una fila di commessi si frappone tra i deputati della Lega e quelli di Fli.
FINI: RESPINGO ACCUSE PARTIGIANERIA,NON REPLICO IN AULA - 'Non e' questa la sede in cui il presidente della Camera puo' dare risposte politiche; se lo facessi avallerei l'accusa di partigianeria nei miei confronti che ritengo insussistente. Saranno altre le sedi in cui, se lo riterro' esercitero' il diritto di replica'. Lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini.
"Ho ascoltato - ha detto Fini al termine del dibattito che lo riguardava direttamente - tutti quelli che sono intervenuti. Si è trattato di osservazioni di carattere squisitamente politico che come tali meritano tutte uguale rispetto. Non è questa la sede per rispondere politicamente; finirei con il confermare quella accusa di partigianeria che mi viene mossa e che a mio avviso è insussistente. Saranno altre le sedi in cui, se lo riterrò, eserciterò il diritto di replica", ha concluso.
NUOVO ROUND FLI-LEGA - Nuovo round in Transatlantico tra il deputato di Fli Claudio Barbaro e il leghista Fabio Rainieri. I due, all'uscita dall'Aula, sono venuti di nuovo a contatto e il parapiglia è continuato in Transatlantico con il deputato del Carroccio in versione descamisado, con la camicia fuori dai pantaloni ed evidentemente furioso: è stato subito bloccato dai commessi e scortato fino al ristorante di Montecitorio.
DEPUTATI FLI PROTETTI DA DUE FILE COMMESSI - Due file di commessi sono state dispiegate nell'aula della Camera per "proteggere" i deputati di Fli, oggetto di contestazione da parte dei colleghi della Lega e del Pdl.
LEGA CONTRO FINI, MAGGIORANZA URLA 'DIMISSIONI' - Durissimo attacco del capogruppo della Lega alla Camera Marco Reguzzoni nei confronti del presidente della Camera Gianfranco Fini. "Il suo comportamento di questo giorni è inopportuno: chi presiede la Camera non può sedere in uno studio televisivo al livello di altri leader politici", ha detto l'esponente del Carroccio, mentre i deputati della Lega e molti del Pdl applaudivano e urlavano "dimissioni, dimissioni!".
Reguzzoni parte duro: "La Lega è una forza pacifica e responsabile, ma non tollera soprusi né ingiustizie. E' inopportuno che il presidente Fini si faccia partecipe di dibattiti con valutazioni politiche. Uno che fa politica non può sedere sul seggio più alto della Camera". Ma la botta piu forte arriva poco dopo. Reguzzoni denuncia la "caduta di stile" di Fini "nel coinvolgere la moglie di un ministro, di un nostro ministro, offendendo tutti quelli che hanno pensioni in regola con le leggi, giuste o in giuste che siano, in vigore quando sono andati in pensione". Reguzzoni si riferisce al caso della moglie di Bossi, citata ieri da Fini a Ballarò come baby pensionata a 39 anni. "Quando vigevano quelle leggi la Lega non era in Parlamento; Fini invece sì e non ha fato nulla per eliminarle. Da Fini - dice ancora Reguzzoni - c'é stata una caduta di stile per un movimento sempre rispettoso, mai sceso nel gossip, che mai ha fatto il nome di Fini che invece nel gossip c'é scesa eccome". E infine, Reguzzoni condanna il fatto che "un movimento politico, Fli, che mai candidato alle elezioni, ha il nome di Fini nel simbolo. E questo è inaccettabile".
CICCHITTO: NAPOLITANO INTERVENGA SU POSIZIONE FINI - "Investiremo il presidente Napolitano della situazione di difficoltà istituzionale determinata dal comportamento del presidente Fini": lo ha detto nell'aula della Camera il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto, contestando "la situazione di difficoltà" determinata dal comportamento "del Presidente della Camera, che rappresenta tutta la Camera ma se va in tv e addirittura attacca la moglie di un Ministro crea un problema".
BOCCHINO: PROBLEMI PIU' SERI PER ALTRE CARICHE - "Gianfranco Fini ha il diritto, dovere di partecipare al dibattito politico" mentre le priorità del paese sono altre , rappresentate dalla paralisi del parlamento perché la maggioranza non è in condizioni di votare nulla". "Guardate ad altre alte cariche istituzionali, per le quali emergono problemi più seri". Italo Bocchino, vicepresidente di Fli, difende in aula il presidente della Camera dagli attacchi della maggioranza dalla quale è arrivata la richiesta di dimissioni. "Mentre Reguzzoni poneva un problema politico di piccolo cabotaggio il portavoce della Commissione europea affermava di attendere ancora decisioni da parte dell'Italia entro le 18 di stasera con misure concrete e un calendario certo". Questi, secondo Bocchino, sono i veri problemi con un "governo che non riesce a mettere a punto misure concrete mentre qualcuno nega (a Fini) il diritto di partecipare al dibattito come invece vanno i vicepresidenti della Camera Maurizio Lupi e Rosy Bindi senza che nessuno glielo contesti".
CASINI: COMPORTAMENTO FINI SEMPRE CORRETTO - "Il comportamento del presidente della Camera è sempre stato improntato alla correttezza e questo in questo momento politico basta e avanza". Lo ha detto il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini intervenendo in Aula alla Camera in difesa di Gianfranco Fini criticato dalla maggioranza. "Non c'é stato un solo atto da parte di Fini che non sia stato improntato alla correttezza istituzionale. Fini - conclude Casini - è soggetto politico, partecipa al dibattito e quindi viene anche attaccato. Di che stiamo parlando?".
FRANCESCHINI: PRESIDENTE VALUTATO PER COME PRESIEDE - "Il presidente della Camera va valutato solo per il modo in cui presiede i lavori": lo ha detto nell'aula della Camera il capogruppo del Pd, Dario Franceschini, ricordando: "Non è la prima volta che un presidente della Camera sia anche un leader politico".

CHE DIFFERENZA C'E' FRA UN BLACK BLOC E QUESTI SIGNORI? CHE QUESTI NON HANNO IL CASCO... POVERA ITALIA (MAX)

lunedì 24 ottobre 2011

Francesco Ferrazzo

FRANCESCO FERRAZZO - Goccia Dopo Goccia
Selfproduced

Distribuzione italiana: -
Genere: Cantautore
Support: CD - 2011




La musica italiana è uno dei più strani fenomeni culturali su cui poter dibattere. Il cantautoriato deve avere sia il giusto feeling con l'armonia che con il testo, il tutto a favore di ritornelli spesso ruffiani e carta carbone. Si parla spesso di amore e di ciò che gira attorno al sentimento, più o meno con adeguata fantasia. Questa non è la maggioranza di chi si espone in questo genere, intendiamoci, ma sembra una regola alla quale anche il pubblico usufruitore è legato. Perchè esordisco questa mia analisi del disco "Goccia Dopo Goccia" dicendo che la musica italiana è uno strano fenomeno è presto detto, semplicemente perchè quando in quella regola si vanno ad infiltrare sonorità più ricercate, oppure un testo più ficcante, il giocattolo sembra rompersi.
Ecco che esce allo scoperto il termine "impegnato", quello che se te lo cuciono addosso poi è come il campanello del lebbroso. Francesco Ferrazzo è differente, riesce a dosare con gusto ed intelligenza tutti gli ingredienti nominati, riuscendo a comporre musica calda, coinvolgente e da cantare. Il cantautore di Verbania studia pianoforte sin da piccolo e suona negli anni in svariati gruppi Pop Rock, per poi collaborare anche con la cantautrice Luisa Parrelli. La critica lo incontra nel 2001 e nel 2002 fra il Festival Premio Di Recanati ed il Premio Lunezia 2002, mentre nel 2005 è la volta della partecipazione al Premio De Andrè, il tutto sempre giungendo alla semifinale. "Goccia Dopo Goccia" ha una lunga gestazione, di ben tre anni e comprende sette composizioni scritte nel corso di dieci anni.
"Guardarsi Dentro" è il primo brano e sfoggia sin da subito la capacità di Ferrazzo nel saper congiungere la musica con il testo in maniera equilibrata, dove l'uno sembra non poter fare a meno dell'altro per la giusta riuscita. Facile in certi versi accostarlo al primo Daniele Silvestri. Un ritornello semplice e ficcante esalta il movimento sonoro, che nella sua semplicità va comunque a ricercare anche un lato psichedelico non invadente. La title track è dolce e malinconica, con la voce calda di Ferrazzo rovistatrice dei pentagrammi di Ivano Fossati. "A Testa In Giù" esalta maggiormente la personalità dell'artista, ancora una volta legato alla melodia quasi sussurrata, alternato ad un vivace ritornello. Buono il solo di chitarra finale, degno suggello del brano. "Di Cosa Ha Bisogno La Gente" osa di più, anche nei testi. Scanzonata ed ironica è supportata da una ritmica più presente. "Stai Sereno" è semplice, in perfetto stile cantautoriale anni '70/80. Per ascoltare il lato più intimo di Francesco, bisogna giungere a "Tranne Che A Te", bel connubio voce e piano, che si evolve con delicatezza. Chiude l'album il breve "Departure", strumentale toccante e fugace.
"Goccia Dopo Goccia" ci presenta un nuovo artista a cui non serve gridare ne sparare effetti speciali per attirare l'attenzione di chi ascolta e di questi tempi non mi sembra una cosa da poco. Impegnato? Niente paura, piuttosto sincero e sintetico, il giusto che serve per emozionare. Dategli una possibilità perché lo merita. MS

giovedì 20 ottobre 2011

Gheddafi Ucciso

Gheddafi ucciso, corpo a Misurata. Era in una buca, ha urlato: 'Non sparate'

Nato: Possibile riunione Consiglio Atlantico. Governo transitorio libico: 'Bombardato da aerei Nato il convoglio sul quale l'ex rais stava cercando di fuggire da Sirte'

20 ottobre, 17:08 (Ansa.it)

SIRTE - Muammar Gheddafi è stato ucciso: la notizia è stata confermata ufficialmente dal Cnt, il governo transitorio libico. Il Cnt riferisce della morte di Gheddafi in seguito alle ferite riportate durante la cattura. Al Jazira, citando sue fonti, riporta che il rais è stato ucciso durante una sparatoria. Secondo Libya Tv, Gheddafi sarebbe stato ucciso con un colpo alla testa.
Il colonnello era stato catturato in una buca a Sirte e davanti ai combattenti del Cnt ha urlato: "Non sparate, non sparate!". Lo riferiscono gli insorti.
Mutassim Gheddafi, uno dei figli del rais, è stato trovato morto a Sirte. Lo ha riferito un comandante del Cnt.
Il figlio di Gheddafi Saif al Islam dovrebbe essere ancora alla macchia nel deserto libico meridionale. Lo ha detto un membro del Consiglio nazionale transitorio ad al Jazira.
Secondo l'emittente Libya Tv arrestato il potente capo dei servizi segreti dell'ex regime Abdallah Senoussi.
Le forze militari del Consiglio di transizione libico hanno annunciato di aver conquistato le ultime posizioni tenute dai pro-Gheddafi a Sirte. 'Sirte è stata liberata. Non ci sono più forze di Gheddafi' ha detto il colonnello Yunus Al Abdali. 'Stiamo dando la caccia ai suoi combattenti che stanno cercando di fuggire".
Citando fonti del Cnt, al Arabiya riferisce che a Sirte sono stati arrestati anche il ministro dell'Istruzione dell'ex regime Ahmed Ibrahim e uno dei consiglieri di Mutassim Gheddafi, figlio del rais.
La gente festeggia nelle città libiche la notizia della cattura di Gheddafi. Con continui collegamenti telefonici l'emittente araba Libia Tv sta facendo sentire la gioia dei cittadini, che si sono riversati sulle strade alla notizia, diffusa dal Cnt, dell'arresto del rais.
CORPO GHEDDAFI IN MOSCHEA MISURATA - La tv araba al Jazira ha reso noto che il corpo di Muammar Gheddafi è stato posto all'interno della moschea di Misurata.
CNT, CONVOGLIO GHEDDAFI BOMBARDATO DA AEREI NATO - E' stato colpito da aerei della Nato il convoglio sul quale Gheddafi stava cercando di fuggire da Sirte. Lo ha riferito l'esponente del Consiglio nazionale di transizione Abdel Majid. "Gheddafi stava cercando di fuggire in un convoglio che è stato attaccato da aerei da guerra della Nato", ha detto Majid. Gli aerei hanno colpito quattro veicoli diretti a ovest. Il capo delle forze armate del regime Abu Bakr Yunus Jaber è stato ucciso durante l'attacco, ha aggiunto Majid, mentre il cugino e consigliere di Gheddafi Ahmed Ibrahim è stato catturato.
NATO, POSSIBILE RIUNIONE CONSIGLIO ATLANTICO - Nelle prossime ore il Consiglio Atlantico potrebbe riunirsi a livello di rappresentanti permanenti per fare il punto sulla missione in Libia e l'eventuale stop alle operazioni. Lo si apprende da fonti diplomatiche secondo le quali tutto dipende dalle comunicazioni ufficiali che giungeranno nelle prossime ore dal Cnt. Negli ultimi giorni, a quanto si é appreso, gli ambasciatori dei Paesi Nato stanno seguendo l'evolversi della situazione in Libia con cadenza quotidiana. E in questo contesto è stato avviato il dibattito su quando dichiarare ufficialmente conclusa la missione dell'Alleanza. Le fonti ricordano comunque che le operazioni della Nato sono state avviate non per catturare o uccidere Gheddafi, ma sulla base delle risoluzioni dell'Onu al fine di proteggere la popolazione civile.
FERMO IMMAGINE RAIS SU AL JAZIRA E AL ARABIYA - Il fermo immagine del corpo senza vita di Gheddafi sta scorrendo sulle emittenti arabe Al Jazira e Al Arabyia, che precisano però di non poterne verificare l'autenticità. Quello che si vede è un uomo molto somigliante a Gheddafi, privo di sensi, con parte del volto coperto di sangue. Da quello che si può capire dal fermo immagine qualcuno sta cercando di alzarlo tirandolo per le braccia. La France presse ha reso noto di essere venuta in possesso di una foto scattata da un portatile nella quale si vede il rais con il volto e gli abiti insanguinati.
CATTURATO PORTAVOCE GHEDDAFI VICINO A SIRTE - Il portavoce di Gheddafi Mussa Ibrahim è stato catturato vicino a Sirte. Lo ha detto il comandante Abdul Jalil Al Hakim, comandante dell'undicesima Brigata, assicurando di averlo visto con i suoi occhi.
JIBRIL, TEMPO PER UN PAESE UNITO E NUOVO - Il premier del CNT, Mahmoud Jibril, ha detto che è tempo che i libici costruiscano una buova Libia unita

DI LUI MORTO INTERNET E'PIENO D' IMMAGINI E FILMATI, IN MENO DI 30 MINUTI!!!!! E BIN LADEN???? (MAX)

lunedì 17 ottobre 2011

MINA: Cercasi autore del brano

Mina cerca sul web autore suo brano

'Questa canzone' presa da demo andrà nel nuovo cd, ma non si sa di chi è

17 ottobre, 17:07 (ANSA.IT)

ROMA - Farà parte del suo nuovo album in uscita a novembre, ma neanche lei sa chi l'abbia scritta. E così Mina ha deciso di mobilitare il web per rintracciare l'autore di 'Questa canzone'. Il 'demo' a lei inviato non era accompagnato né da un nome, né da un recapito. Da domani mattina la canzone verrà resa pubblica sul sito www.minamazzini.com/questacanzone e sulla nuova pagina Facebook, dove si troveranno le indicazioni necessarie per fornire la prova inequivocabile della paternità del pezzo.
La pagina Facebook ufficiale di Mina (www.facebook.com/mina) si inaugura finalmente in questa occasione, dopo le migliaia di pagine dedicate dai fan di tutto il mondo alla più grande cantante italiana sui social network. La canzone sarà accompagnata da un video realizzato da Mauro Balletti, le cui immagini si ispirano alla favola che più assomiglia alla vicenda di questo autore sconosciuto invitandolo, come Cenerentola, a "provare la scarpetta".

domenica 16 ottobre 2011

SONDAGGIO: Chi votereste oggi?

Si conclude uno dei sondaggi più lunghi della storia di NONSOLO PROGROCK. La domanda è semplice  e più che mai attuale, visto l'andamento della situazione socio-politica italiana. La crisi mette a ferro e fuoco sia la situazione finanziaria che lavorativa delle famiglie, mentre la politica si esibisce in un teatrino penoso di interessi personali. La gente protesta, gli indignati scendono in piazza ed alcuni cretini (i soliti) rovinano il tutto con teppismi di bassa lega. La gente è arrivata, non ne vuole più saperne di pagare a vuoto (perchè i soldi in realtà non vanno a buon termine, altrimenti saremmo uno di più ricchi paesi d'Europa). I giovani giustamente rivendicano un futuro non di precariato, l'auspicio e la richiesta è più che legittima. Quindi c'è bisogno di cambiamento, ce lo richiede anche l'Europa, basta leggere fra le rifghe del declassamento dell'Italia in A2. Ma l'alternativa esiste? E' credibile? C'è chi dice si e chi dice di no, in realtà esiste ed i nostri lettori si sono diretti proprio in quella direzione. Giusta o sbagliata che sia, la scelta diomostra una feroce voglia di cambiamento, più istantanea possibile, per chiudere un era di umiliazioni mondiali e di teatrini cabarettistici. Mi sembrano troppo pochi i voti  al PDL, certamente nella realtà saranno di più, tuttavia è segnale  di diminuzione.
Qui di seguito metto i sensazionali risultati di questo sondaggio che pur non essendo fatto in altissima quota, mostra comunque uno spaccato a mio avviso molto veritiero dell'Italia odierna. Ringrazio come sempre tutti voi che avete partecipato e vi auguro un buon week end.
MAX

SE SI ANDASSE AL VOTO OGGI, CHI VOTERESTE?

PDL                                     2%
LEGA                                   5%
PD                                      17%
UDC                                     2%
IDV                                     14%
Futuro E Libertà               2%
Movimento 5 Stelle        17%
VENDOLA                        17%
ALTRO                              17%

sabato 15 ottobre 2011

Ross 54

ROSS 54 - Live at the Black Hole
Selfproduced

Genere: Psichedelic Prog
Support: DVD - 2007



Questo dvd viene registrato in quel di Milano per l’occasione del debutto live della band del tastierista Xeno. Nel concerto si può ascoltare per intero il cd d’esordio “Brodo Primordiale”, un insieme di vibrazioni e suoni che tramite la psichedelia ci avvicina alla frequenza del suono cosmico. Il prodotto esce autoprodotto ed in coppia con il cd, il quale racchiude tutto il concerto.
La musica è quella che fa sognare ad occhi aperti e Xeno compone la band con l’apporto di Davide Vigo alle percussioni, Pierre Soldano al basso e Vito Scrima alla chitarra. Stiamo parlando di debutto, di conseguenza siamo al cospetto anche di ingenuità ed errori da correggere, non tanto in sede compositiva ed esecutiva, ma per quello che concerne il lato produttivo e visivo. Mentre il cd rapisce l’ascolto, il dvd denota angoli da smussare, pur testimoniando una prestazione più che dignitosa. Le telecamere a volte tremano e si odono voci fuori campo, ma questo dona al tutto una freschezza ed una passione che non denotavo dai tempi dei primi Marillion era Fish-Pointer, quando era la spontaneità che legava il tutto. Questo è fare la musica, viverla, concepirla ed entrare in armonia con essa, anche quando non sei supportato da un buona produzione. “Big Ball1 & 2”, “A Big Explosion” sono fra i momenti più alti del concerto, anche se in realtà tutta la musica dei Ross 54 rapisce l’attenzione. Buona l’idea degli interventi grafici durante la visione del concerto e nel menù principale troviamo la selezione scene, un piccolo extra con i nostri emozionati per il debutto e dei file immagine.
Dunque nulla da eccepire sulla freschezza del prodotto, anzi, da ammirare per lo sforzo passionale e per la classe del songwriting, mentre uno sforzo produttivo migliore ce lo attendiamo per la prossima volta. Xeno avrà altre vibrazioni da elargire e noi saremo ancora una volta qui pronti a suggerle, per ora un "bravi" non ve lo toglie nessuno. MS