Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

giovedì 15 settembre 2016

The Pineapple Thief

THE PINEAPPLE THIEF – Your Wilderness
K-Scope
Genere: Post Prog Rock
Supporto: lp – 2016


Ho apprezzato negli anni questa band inglese capitanata dal cantante chitarrista Bruce Soord, anche sull’entusiasmo della novità Porcupine Tree, vera e propria band spartiacque nel Progressive Rock. Molti i proseliti della band di Steven Wilson, ma anche molti coloro che hanno gridato al sacrilegio per il deturpamento del sacro Prog. In effetti il suono si sposta verso una Psichedelia melensa, a volte sognante e sussurrata, proprio questa peculiarità viene esaminata e portata in musica dalla band di Soord. Negli anni la distanza fra Porcupine Tree e The Pineapple Thief è sempre più sottile, anche se quest’ultimi si soffermano più su uno stile Rock che Prog Rock.
Guarda caso in questo disco, il dodicesimo in studio,  chi va a suonare la batteria? Un certo Gavin Harrison, ex Porcupine Tree, ed il cerchio si chiude. Il disco dunque si discosta ancora di più dallo stile proposto negli anni, verso un Prog più sognante e psichedelico, cantato anche il falsetto, un mix fra Porcupine Tree e Blackfield.
Si gioca molto sulle emozioni e sui suoni semplici ma di effetto. “In Exile” apre il disco sul  concetto appena descritto, effetti vocali su arpeggi semplici e un motivo minimale. Una canzone di potenza emotiva incredibile, ma siamo al confine di uno stile che potrebbe urtare la sensibilità dei Progster di primo pelo. Chitarra acustica arpeggiata in “No Man’s Land”, piccola gemma intimistica che gioca su coralità e ritmica alla Gavin Harrison con finale Post Rock. Blackfield in cattedra in “Tear You Up”, forse anche troppo… I ritornelli funzionano sempre, facili da cantare e ricordare. Con “That Shore” i Pineapple Thief comunque vogliono ricordare che il genere ha radici piantate nel Rock Psichedelico dei Pink Floyd. Ammaliante. Uno sguardo ai Radiohead con la più ritmata “Take Your Shot” con un coretto assolutamente da hit di alta classifica. Sicuramente brano che funziona in sede live.
Nel disco non si aggirano grandi assolo strumentali, uno però è di eccellenza, pelle d’oca agli amanti dei Supertramp nell’ascolto di “Fend For Yourself”, la ballata si esalta con il clarinetto di John Helliwell. Ma i special guest non finiscono qui, troviamo anche Geoffrey Richardson dei Caravan e Darran Charles (Godsticks). “The Final Thing On My Mind” è il brano più lungo e ricercato nei suoi quasi dieci minuti, qui il lato della band si ricuce con il proprio passato.
Il disco si chiude con una ballata, altra chicca per il cuore, “Where We Stood”.

Questo nuovo album dei The Pineapple Thief traccia un solco nella propria discografia, perché è un ulteriore passo nel limbo della nuova Psichedelia, quella a cui la K-Scope sta dando voce. Non ho un termine preciso per racchiudere questo stile, per cui lo relego nel termine Post Prog. Di questo disco ho la versione digitale e vinilica, quest’ultima ha un suono più caldo ed avvolgente, di sicuro maggiormente adatto allo stile proposto. Consigliato a chi ama la musica in generale, senza para-orecchi, poi se si chiama Prog o quant’altro, chi se ne importa? Io apprezzo. MS

venerdì 9 settembre 2016

Black Mirrors

BLACK MIRRORS – Stato D’Eccezione
Autoproduzione – Creative Commons
Genere: Punk
Supporto: cd - 2016


Torna il Punk ficcante dei Black Mirrors alla seconda uscita ufficiale dopo l’ottimo “La Vita Sul Serio” (2013). Il quartetto composto da  Andrea Morbi alla batteria, Francois Belocq al basso, Gabriele “Cats” Gatti alla chitarra e cori, e Giorgio “Camel” Tinelli alla voce, procede il cammino roccioso ed  impegnato nei testi, sempre attenti al sociale ed alla storia che abbiamo vissuto. Questa volta nella realizzazione si avvalgono di numerosi amici e special guest “d’eccezione”, il sempre fido Fabio “Dandy Bestia” Testoni (Skiantos) alla chitarra, Mario e Sandro Severini (Gang) alle voci, Gianluca Schiavon (Skiantos) alla batteria, Emilio “Cats99”Gatti (Screaming Hall) al violoncello, Eugenio “Cats96” Gatti (Punk Lobotomy) al sax, così ai fiati Marco Agostinelli, Fabio Bianchi e  Paolo Del Papa. L’album è ottimamente supportato da un libretto ricco di spiegazioni del caso, testi e foto, il tutto con la doppia pagina centrale dedicata ai Black Mirrors fotografati in strada con in sovrimpressione uno stralcio di una poesia di Alessandro Cartoni. L’immagine della copertina invece è tratta da un murale eseguito da Blu nel 2013 in una superficie 8x8 nel centro sociale XM24 a Bologna.
Le tracce che compongono il disco sono undici più tre bonus track, due brani dei Clash “Death Is A Star (live)”, tributo a Joe Strummer dei Clash purtroppo deceduto il 22 dicembre 2002 a Broomfield (UK) e “Ghetto Defendant (live)”. Il terzo brano è “Stato D’Eccezione”, ma Remix.
Apre proprio la title track ponendo il problema della restrizione della nostra libertà, fra Job Acts, referendum ed altre cose.  “Camel” è in grande spolvero, la grinta, la sua voce graffiante è perfetto viatico del concetto espresso, così come il Punk proposto, semplice, diretto, di facile memorizzazione, come il genere notoriamente richiede. Questo avvalora la cultura dei Black Mirrors che dimostrano di aver vissuto ed assimilato sulla propria pelle non solo il genere che suonano, ma il messaggio sociale che lo ha sempre contraddistinto. Sale il ritmo in “Monika”, storia di una ragazza nata da una famiglia di nazisti ma che sceglie il “sentiero guevarista”. La chitarra di “Cats” sciolina riff melodici, semplici ed efficaci, così la ritmica è precisa, senza virgole o fronzoli. Simpatica “Punk Is Dad”, che gioca sul pensiero sostenuto da  alcuni che il Punk è morto (dead), ma che in realtà invece è padre, così come lo è “Camel” con la nuova arrivata Anita, sua la voce finale nel brano, una vera e propria staffetta generazionale. Segue uno dei brani più divertenti dell’album, “W La FCA”, dedicata a Marchionne, con un ritornello da cantare a squarciagola in sede live.
Black Mirrors con i fiati di Agostinelli, Bianchi e Del Papa si addentrano in un brano fuori dal Punk, con richiami al grande James Brown dal titolo “Il Lavoro Non Esiste (Jobs Act)”. Amara considerazione, ma veritiera. Si ritorna al Punk con “Mentecattautore” ed “Omissis”, politica e stragi, Piazza della Loggia, Piazza Fontana e strategia della tensione. Bugie e rimozioni. “Memoria Con Divisa” è un Punk/Ska scritto assieme a Pietro Guiducci, l’Italia che si nasconde dietro l’appellativo di “brava gente”, e ritornano i fiati.
C’è anche l’omaggio al mitico Roberto “Freak” Antoni dei Skiantos, “Gli Italiani Son Felici” con la chitarra e la voce aggiunta di “Dandy Bestia”. Il brano è stato scritto dagli Skiantos dopo il referendum abrogativo sulla scala mobile del 1985. 
Il quartetto da anche voce a chi non l’ha più, al ricordo di personaggi che hanno fatto storia a modo loro, come “Corbari”, partigiano nel 1943 fra Ravenna e Forlì. Irriverente e ironico con gli avversari, Corbari anarchico ribelle ed eretico, rivive grazie anche ai Black Mirrors. Prima delle tre bonus track il disco è concluso da “Scrivere Vivere”, brano malinconico dedicato alla memoria di Riccardo Bonavita, intellettuale amico fraterno dei BM.
“Stato D’Eccezione” è un disco “coraggioso” che fuoriesce dalla banalità musicale odierna, dove la parola è importante quanto la musica, concetto oggi appena sfiorato soltanto da alcuni artisti, vuoi per pigrizia, vuoi per non essere contro tendenza, i Black Mirrors invece sono loro stessi, prendere o lasciare. All’ascolto chitarre ruvide, grida e Punk si equivalgono alle parole, stesso peso sulla bilancia, punto di forza e caratteristica di questa band.
Una finestra nel sociale, una “resistenza” concettuale dedicata a coloro che vogliono vedere, sapere e pensare, non solo ascoltare. Stato D’Eccezione! MS

Contatti: blackmirrors79@gmail.com