BLIND
GOLEM – Wunderkammer
Andromeda
Relix
Distribuzione:
Ma.Ra.Cash Records
Genere:
Hard Rock
Supporto:
cd – 2024
L’inossidabile
Hard Rock prosegue il granitico cammino anche in Italia grazie al ritorno dei
Blind Golem e all’attenzione della Andromeda Relix di Gianni Della Cioppa. Sin
dalla splendida copertina di Rodney Matthews, si evince lo stile proposto
prossimo ai maestri del genere come Uriah Heep e Deep Purple. I Blind Golem si
formano con il nucleo iniziale proveniente dai Forever Heep e dopo il buon
debutto del 2022 intitolato “A Dream Of Fantasy” dove non a caso si avvalgono
della partecipazione del tastierista storico Ken Hensley (Hriah Heep), si
apprestano al secondo full lenght “Wunderkammer” aperto dal singolo “Born
Liars”.
La
storia del genere c’insegna di un mondo fatto di energia pulita, musica sempre
supportata da una buona tecnica strumentale, ma quello che rende un disco Hard
Rock pienamente godibile è il divertimento che solo una band ben amalgamata sa
trasmettere.
I
componenti Silvano Zago (chitarre) e Francesco Della Riva (basso, voce) sono
gli ideatori del progetto e suonano nei Bullfrog, solida band di Hard Rock
Blues. Simone Bistaffa (tastiere) ha partecipato a progetti come Forever Deep,
Tolo Marton (Le Orme), John Papa Boogie, Walter Mantovanelli (batteria) con All
Souls Day, Paul Chain, Rocken Factory, mentre Andrea Vilardo (voce) con Moto
Armonico, Trifase e Scorpions Tribute. Daniela Pase partecipa ai cori, così
Fabio Serra alle tastiere aggiunte e cori, e Alessandra Adami voce narrante in
“It Happened In The Wood”.
Il
libretto cartaceo che accompagna il cd è piacevole nell’insieme, qui si può
vedere nella foto centrale la band in azione, a seguire immagini di oggetti
antichi che riportano a noi il tempo passato.
Le
undici tracce che compongono l’album iniziano con “Gorgon” dall’incedere
trascinante, un perfetto biglietto da visita con cui farsi conoscere. La stanza
è invasa dagli anni ’70, un antiruggine per le orecchie, e non lo dico soltanto
da vecchio nostalgico. Questi suoni senza tempo si danno staffetta con “Some
Kind Of Poet”, mentre schegge impazzite di R.J. Dio s’infilzano di tanto in
tanto nel corpo della struttura sonora. Eppure non tutto sembra datato, il
ritornello ad esempio ha la propria contemporaneità.
In
“Endless Run” le tastiere ricamano frange di Prog Rock, uno dei brani più
curati anche in fase corale. “Man Of Many Tricks” riporta l’ascolto nel
cadenzato e classico Hard Rock con semplicità, in maniera diretta ed efficace.
La
band mostra i muscoli attraverso “How Tomorrow Feels” e lo fa con sapienza
altalenando parti ruggenti a momenti pacati aventi lo sguardo rivolto agli anni
’80. Ancora una volta le coralità ricoprono un ruolo di primaria importanza
apportando alla musica maggiore corposità. I quasi otto minuti di “Golem!”
trasudano storia. Le chitarre elettriche si pongono in evidenza fra riff e
buoni assolo. Vengono raggiunte dalle tastiere che donano un tocco d’inatteso
Neo Prog.
“How
Tomorrow Feels” alterna ballata a energia Rock. Come ho avuto
modo di dire, Alessandra Adami apre “It Happened In The Woods”, composizione ricercata
dalle tinte dark. I Blind Golem dimostrano di alternare brani in maniera da
tenere sempre alta l’attenzione.
Ed
è la volta del singolo apripista “Born Liars”, trascinante, ruffiano al punto giusto,
il classico pezzo che si stampa in testa. Il ritornello richiama di molto lo
stile Toto. E avanti imperterriti negli intenti con “Green Eye”, altro tassello
classic Hard Prog. La chiusura è in mano di “Coda... Entering The Wunderkammer”,
fra voci incrociate e arrangiamenti ben strutturati, questi suggellano un disco
che va applaudito per tanti motivi, oltre a quelli citati aggiungo freschezza ed
emotività. Tutto ciò non sarebbe possibile se una band non possedesse tecnica,
intesa e cultura storica della musica. Da avere senza ombra di dubbio. MS
Versione Inglese:
Una scoperta. Chi come me ha una cultura musicale rock anni 70/80 si sente a proprio agio nell'ascolto. Bello il ritorno dalla variazione di solo della chitarra su una tonalità per niente "scontata". Grazie Max per i preziosi spunti musicali!
RispondiEliminaCiao Roberto! Grazie a te per condividere con me questa musica senza tempo. Ti ringrazio di cuore.
RispondiEliminaDa fervente amante delle sonorità hard rock dei 70, ovviamente Deep Purple su tutti, per l'organo hammond del maestro (buon anima) Jon Lord, trovo questi due brani abbastanza piacevoli. L' hard rock con le venature blues come anche i primi Whitesnake, e senza la mancanza delle tastiere è un richiamo a cui non puoi non rispondere. Magari in futuro se riuscissero a trovare la loro strada senza essere per forza derivativi, potranno fare un bel salto di qualità. La stoffa c'è. Anche i Italia. Speriamo non spariscono come quelle band che nei primi 2000 riproposero questo stile ne spuntavano come funghi, poi quasi tutti spariti. Speriamo una lunga vita a questa band.
RispondiEliminaMe lo auguro di cuore!
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