ACTIONFREDAG
- Lys Fremtid I Mørke
Diger
/ A’Marxe
Genere: Scuola Di Canterbury
Supporto: lp / cd – 2024
La
scena nordica in territori come Svezia e Norvegia, ha contribuito in maniera
essenziale negli anni ‘90 alla ripresa del genere Rock Progressive. Mentre per
il Neo Prog anni ’80 i punti di riferimento di band come Marillion, Pendragon,
IQ, etc sono stati i Genesis, Pink Floyd e Camel, nel Prog nordico gli
Anglagard, Landberk, Anekdoten e Sinkadus (per fare alcuni esempi) sono stati
principalmente i King Crimson. Da questo connubio fuoriescono capolavori che
ancora oggi si possono ascoltare con estremo piacere, ma non si tratta solo di
nuovo Prog, anche la Scuola Di Canterbury ha avuto un forte rilancio grazie a
gruppi come Tusmorke, Panzerpappa, e gli attuali Woobler.
Come
in ogni genere, esistono collaborazioni fra band che scaturiscono nel classico
“supergruppo”, come nel caso dei norvegesi Actionfredag, che comprendono
musicisti di Tusmørke, Jordsjø, Panzerpappa, Lupa, Meer, la Maria Orieta Band e
i Chronicles Of Father Robin. Si formano nel 2010 e suonano Progressive Rock /
Jazz Rock con contaminazioni Heavy Metal. Già nel 2023 con l’album d’esordio
intitolato “Turist I Eget Liv”, il gruppo formato da Ivar Haugaløkken Stangeby
(tastiere), Aksel Valheim Lem (chitarra), Katrina Lenore Sjøberg (voce), Martin
Hella Thørnquist (chitarra, voce), Espen Fladmoe Wolmer (batteria), e Ola Mile
Bruland (basso), attira l’attenzione del pubblico canterburiano, oltre agli
addetti ai lavori. Il livello compositivo ed esecutivo della band è ottimo, e
dimostra come la cultura al riguardo sia fortemente radicata nel loro dna
stilistico.
In
questo secondo album “Lys Fremtid I Mørke”, la maturazione e l’intesa fra i
componenti non è soltanto confermata, bensì consolidata. Sin dall’iniziale “Angst Oppå Bordet",
si può estrapolare l’interesse degli Actionfredag nei confronti del mondo King
Crimson, grazie alle sonorità nervose e ai riff incessanti. Per la
realizzazione di quest’album si avvalgono di una numerosa serie di special
guest che ricoprono principalmente lo scenario dei fiati.
“Dalai
Lama's Five Dollar Mamas I”, aumenta il ritmo e in certi momenti richiama il
sound dei The Flower Kings, band svedese d’importanza storica proveniente dai
Kaipa per la presenza del chitarrista e cantante Roine Stolt. Le fughe Jazz
impreziosiscono ulteriormente l’ascolto.
Maggiormente
riflessiva “Karesuando Camping”, qui la dolcissima voce di Katrina Lenore
Sjøberg sposa a pieno la causa in cui il Jazz si palesa soprattutto grazie ai
giri di basso di Ola Mile Bruland.
“Planet Bygningsetaten” è il classico esempio
di Scuola Di Canterbury, quella incontaminata e ricca di riferimenti anni ’70.
Con un intro di chitarra arpeggiata “Cloudboy Blidbop” mostra il lato più
orecchiabile e Folk della band, a testimonianza della capacità di apportare uno
sguardo ulteriore al mondo musicale, capacità che in pochi artisti si può
riscontare. A questo punto in maniera non convenzionale giunge “Ping Pong
Lovesong”, bonus track che si può ascoltare soltanto nella versione cd
dell’album, essa non fa altro che introdurre “Dalai Lama´s Five Dollar Mamas
II”, altra fuga nel Jazz moderno e ricercato.
Fra
i brani che ho maggiormente apprezzato per struttura e ricerca, specialmente
per gli arrangiamenti orchestrali, è “Ja Noir”, e dico per chi dovesse
conoscerla che qui ci sono richiami alla band Oiapok.
Ulteriore
passo nella sperimentazione Jazz e dintorni giunge da “Slipp Ivar Fri”, qui
sono i Gentle Giant a fare di tanto in tanto capolino, specialmente nella parte
vocale che dialoga con la chitarra.
Il
vociare della breve “Litt Mye” conduce alla conclusiva “Thank You Kleveland”.
“Lys
Fremtid I Mørke” è un disco di una raffinatezza rara, ricercata, un esempio di
come la Scuola Di Canterbury può vivere felicemente anche nei nostri giorni
grazie alla freschezza delle composizioni. Bellissimo! MS
Versione Inglese:
Carissimo Massimo, ero certo che un tale capolavoro prima o poi venisse recensito da te. Come ti ho scritto di recente, ritengo la Norvegia attuale, la capitale mondiale nel suonare un rock progressivo non banale e senza i soliti cliché. Di questo disco, che ormai, mi sta accompagnando in questi inutili giorni di feste, con guerre truculente vicine a noi, senza uno spiraglio di trattativa, per non pensare alla politica italiana, con personaggi di una incompetenza e ideologia rivolta agli anni 30 del Novecento, non ho trovato molto efficace l' intervento di Roine Stolt dei Flower Kings, che in un contesto così colto lo trovo molto fuori luogo. È certamente un ottimo esecutore, ma a parte le primissime pubblicazioni, trovo il gruppo svedese di una pacchianeria rivolta al mero esibizionismo. Altra cosa i Kaipa dei 70, anche loro oggi rovinati per sempre. Essendo alla fine di questo anno, dove ognuno fa la sua lista dei migliori dischi usciti, personalmente sono abbastanza d' accordo con le uscite che hai descritto, non tutte e io ne avrei aggiunte di altre più sul versante Jazz rock, R.I.O. magari anche i Jack'o the clock. Ma personalmente non faccio classifiche, e ritengo che non sia stata una grande annata per il nostro caro amato genere. Ma sicuramente metto sul podio questo lavoro, sperando possano continuare a sfornare tali delizie.
RispondiEliminaMi scuso per lo sfogo politico estero e soprattutto interno, ma soffrire altri 3 anni o forse anche 8 di questo governo che strizza l'occhio ai neo fascisti, ritira la patente a chi ha fumato cannabis 10 giorni prima ma risulta come un drogato alla guida è inaccettabile. Lo avessero fatto in Francia avrebbero bruciato il parlamento. Ma noi italiani siamo indifferenti, menefreghisti con un' analfabetizzazione di ritorno.
Caro Massimo, ti auguro un buon anno e alla tua famiglia e per le tue prossime recensioni sempre interessanti.
Caro Ivano, come hai ragione... Ti auguro un felicissimo 2025, ne abbiamo tutti bisogno, oggi più che mai!
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