Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

sabato 26 gennaio 2019

Gianni Venturi


GIANNI VENTURI – Mantra Informatico (Of Voice And Men)
M.P. & Records / G.T. Music Distribution
Genere: Sperimentale
Supporto: cd – 2018



L’universo Venturi è un universo di poesie, suoni, riflessioni, constatazioni, grida, ricerca…
L’universo di Venturi è oggettivamente pericoloso perché fa pensare.
L’universo di Venturi è in fase di continua espansione, come la materia che compone il tutto, quindi in perfetta sintonia con le cose.
Venturi è un narratore dei tempi, senza filtro, acido, duro, consapevole e diretto. Negli anni ho imparato ad ascoltarlo e ad apprezzarlo in tutti i suoi progetti, dai primordiali Altare Thotemico a Vuoto Pneumatico, Moloch, il risultato è sempre poesia e riflessione. Nella fine del 2018 apre la collaborazione con Vannuccio Zanella ed approda nella prestigiosa ed attenta G.T. Music. Il risultato è “Mantra Informatico (Of Voice And Men)”, composto da tredici tasselli sonori. Assieme a Gianni c’è il fido ed immancabile fratello Valerio Venturi al basso, mentre il fonico programmatore di ritmiche ed arrangiamenti è Daniele Bagnoli. Il libretto che accompagna il cd contiene foto e testi ed è ad opera di Alessandro Corona.
Le riflessioni nei confronti della società iniziano immediatamente su un ritmo spezzato in “Distonia”, fra sussurri e grida. Il sunto è una sentenza glaciale, “Nulla sono, nulla sarò”. Giochi e ricerca vocale accompagnano tutti i brani, anche “Isole” in cui si parla di stranieri, il vagabondare nel nostro stesso mondo, significativo lo stralcio “Ora vago con gambe molli alla ricerca dell’infelicità sconosciuta…”.
Non sfugge alle analisi di Venturi neppure il mondo  dell’informazione, argomento principe ed ispiratore dell’album, quel “Mantra Informatico” che ci mette avanti ad un mondo nudo e freddo, dove un clic basta per far sparire una notizia che non ci piace, “E tutto si acquieta”.
“Plastica Lucente” è una vera poesia che oserei definire in maniera blasfema “giornalistica”, in essa fotografie di parole e situazioni. Il ritmo qui si fa pulsante, tuttavia la musica non è mai protagonista nelle opere di Venturi, ma un necessario pennarello evidenziatore.
Il concetto sullo straniero si fa ancor più rilevante in “Straniero Ovunque”, mentre la melodia si piega al volere delle parole.
A sottolineare il pensiero “Nulla sono, nulla sarò” giunge il brano “Assenza” dove l’autore si sente “La pietra lapidaria non angolare, nel muto dialogare”. Una visione pessimistica della vita societaria che molto spesso sa di inesorabile sentenza. Eppure nella poesia di Venturi c’è anche spazio all’amore, ma un amore ponderato, raccontato in maniera dettagliata per sensazioni ataviche che raccontano di noi. Il velo di tristezza e crudezza è sempre posato sulle parole. “Dolore Antico” spiega.
Chiuso in un bozzolo inossidabile, Venturi cerca di proteggersi dalla massa di cervelli spenti che vede attorno a se, uomini grigi “che sembrano umani in divenire” ed aggiunge: “ La massa mi spaventa”, il “Nulla”.
Non la passa liscia neppure la politica delle banche, ci pensa “Pensiero Portante”. Si torna a parlare d’amore in  “Dimmi Che Mi Ami”, “Fa che duri la notte, reagisci colpo su colpo” perché si ha bisogno di amare, in uno sfogo che comunque naviga nel dolore.
Si analizza il razzismo in “La Visione Di Leonardo!”, traccia più dura dell’intero “Mantra Informatico”, qui Venturi va a briglia sciolta, arrabbiato e duro come non mai. Ce n’è per tutti!
Il frangente più sperimentale del disco è “Iside”, poesia ed elettronica, un connubio fra passato e presente davvero coinvolgente e toccante (ma anche destabilizzante).
L’album si chiude con “Mother”, voce/fonetica e ritmica in una sorta di world riveduta e corretta. Nel brano sono ospiti Lucien Moreau (voce), Debora Longini (elettronica) ed Emiliano Vemizzi (sax).
So bene che la musica serve per distrarsi, per sfogarsi, cantare, o ballare, ma c’è musica e musica, qui serve per riflettere. L’autore è un poeta del presente dal quale oramai, annosamente, non posso più fare a meno di attingere alla sua fonte, per capire in maniera distaccata dove stiamo andando e cosa stiamo facendo. La sua visione delle cose è pessimistica, ma se in realtà si vanno ad approfondire i concetti, non sono altro che cruda e sporca verità, piacciano o meno.
Che il pessimista sia un ottimista informato con esperienza? Ecco il “Mantra Informatico”.
Venturi, mi hai illuminato ancora una volta, grazie.  MS

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