BULLFROG
– High Flyer
Grooveyard
Records
Genere:
Hard Rock
Supporto: cd – 2018
Possiamo
definire oggi a ragione i Bullfrog una band storica italiana in ambito Hard
Rock. In attività dal 1993 il trio veronese giunge con “High Flyer” al loro
quinto sigillo da studio. Una band che ha vissuto molto sui palchi, e che ha
respirato molta polvere in strada per andare di concerto in concerto, ma anche
con grandi soddisfazioni, hanno aperto per miti come Uriah Heep, Glenn Hughes
(ex – Deep Purple), Uli Roth (ex-Scorpions) e moltissimi altri ancora. Il trio
è composto da Silvano Zago (chitarra), Francesco Dalla Riva (basso, voce) e
Michele Dalla Riva (batteria).
“High
Flyer” si presenta in veste cartonata con l’artowrk ad opera di Nicolò Carozzi e undici brani da
sciropparsi tutti di un botto! Si perché è il genere stesso che lo esige, come
si dice a tavola, “una ciliegia tira l’altra”. Ho vissuto gli anni dell’Hard Rock con impeto
e veemenza, essendo stato giovane, e ne ho ascoltato e visto live così tanto da
poterne restare sazio, ma così mai è stato, anzi restando su argomentazioni culinarie,
dico che l’appetito vien mangiando.
L’Hard
Rock lo si ha nel sangue, scorre, e quando partono le chitarre nel brano
d’apertura “Lola Plays The Blues”, mi sconquassa dentro. Fare esempi di punti
di riferimento è alquanto semplice, alcuni nomi potrebbero essere Led Zeppelin,
Deep Purple, Cream, Bad Company, Lynyrd Skynyrd, Hendrix,
Mountain, alcuni Saxon ed altre cento storiche band, perché questo è il
sentiero.
Mid
tempo per “Losing Time” dal profumo zeppeliano alquanto marcato, tanto Hard
Blues e sudore.
Resto
folgorato da “Dangerous Trails”, più di otto minuti di goduria, piacevolmente colpito
dal Rock sudista di “Hot Rod”, e ci sono anche momenti più rilassati ed
acustici come “Johnny Left The Village” e la conclusiva “River Of Tears”, ma è
tutto l’album che ha numerosi picchi di piacere.
Se
vi chiedono che il genere oggi non esiste più o che perlomeno non ha validi
spunti, sbattetegli in faccia “High Flyer”, e visto che vi ci trovate ditegli
pure che bisogna farla finita di essere esterofili, qui appunto… “Si vola
alto”. MS
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