Autoproduzione
Genere: Rock
Supporto: ep – 2018
Sadocco sin da giovanissimo impara a suonare il pianoforte e la chitarra, iniziando così a comporre le prime canzoni. Un artista a tutto tondo che si avvale per questo nuovo ep della collaborazione di alcuni musicisti come Eric Kostas (batteria), Uri Bartor (basso), Darin Marshall (chitarre), Amir Frahin (tastiere), Mark Milan (fisarmonica), Chris Westlake (sax), Francesca Stella (flauto traverso), Elisabetta Montino (voce) e Silvya (percussioni).
Il
genere proposto in realtà non è ben definito, siamo nel limbo del Rock, ma
anche del Dark, tutte etichette che al prodotto possono tuttavia risultare
strette. Il disco si trova sia su cd Baby che in forma fisica ed è composto da
sei tracce, mentre l’artwork è ad opera della pittrice veneziana Elisabetta
Guarino.
Brent
Steed ha una voce intrigante, buona interprete ed un approccio in stile anni
’80, questo lo si può apprezzare sin dal primo brano “Jungleheart”.
La musica è diretta al dunque, ossia senza
troppi fronzoli e punta alla melodia semplice e di facile memorizzazione. Uso
perfetto per il ritornello ed un breve assolo di chitarra che fa la spia sulla
capacità compositiva di Sadocco, l’artista sa perfettamente come strutturare un
brano in maniera scorrevole. L’esperienza insegna.
Si
percorrono sentieri più Dark in “24”, qui con la partecipazione di Elisabetta
Montino e Francesca Stella. Non posso ancora una volta che rimarcare la
presenza di richiami agli anni ’80 e a quella New Wave che tanto ha spopolato
nel periodo, questo grazie all’uso delle tastiere. Piacevole l’uso delle voci.
Fase
più Rock con “Am I My Best Friend”, le chitarre elettriche di supporto sono la
spina dorsale del brano, vigore e ritmica ammaliante, il tutto con il sax nel
finale.
“Passion
Of Pain” mostra il lato più melodico di Brent Steed, una ballata che è vetrina
per la voce ma anche per l’anima dell’artista. Si riparte con il gas aperto con
“Get Your Price Down”, canzone Hard Rock con la partecipazione di Silvya alle
percussioni.
L’ep
si conclude con “Martina” e per chi vi scrive questo è il brano più intrigante
e coinvolgente dell’intero lavoro grazie alla sua struttura più malleabile e
con cambi di ritmo e di situazioni.
Brent
Steed ci ha proposto un lavoro degno di essere ascoltato ed acquistato, per la
sua sincerità, eleganza e semplicità. Rock che dimostra ancora una volta se ce
ne dovesse essere il bisogno, che in Italia sotto questo aspetto non si molla.
MS
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