QOHELET – Cantico Dei Cantici
Lizard Records / Zeit Interference
Genere: Sperimentale / Elettronica
Supporto: cd – 2025
Fra
i componenti di spicco della scena contemporanea italiana concernente la sperimentazione,
la ricerca sonora e la poesia messa a disposizione dell’analisi, ci
sono i Qohelet di Gianni Venturi (cantante/poeta - Altare Thotemico, Moloch,
Mantra Informatico) e Alessandro Seravalle (elettronica, piano, synth, samples -
Garden Wall, Officina F.lli Seravalle). Dopo il debutto datato 2020 dal titolo
omonimo, il duo si ripropone con il secondo atto dal titolo “Cantico Dei
Cantici”, focalizzato sull’edizione di Guido Ceronetti, un elogio totale all’amore
e alla donna vista quasi in chiave femministica.
I
due artisti nella vita non si sono mai incontrati, ma fra di loro è sorta una
sinergia assolutamente compatta, dove la visione delle prospettive è unisona,
dettata dall’anima e dalla mente. Questa, se saputa adoperare con criterio, è
la magia d’internet.
I
Qohelet possono dare spunto a una riflessione quantomeno necessaria, gli autori
ci tengono a essere considerati distanti dal contesto musicale odierno dettato
dai media e dalle majors, così come lo sono dal termine “Progressive”, inteso
come quello realizzato negli anni ’70 oramai radicato e immobile, tanto da
poterlo ironicamente etichettare “Regressive”.
La
ricerca accurata dei suoni, dell’approccio vocale e delle tematiche, fa si che
questa musica sia rivolta a un pubblico strettamente preparato e aperto
all’arte contemporanea, dove l’ascolto è legato alla riflessione.
L’opera
suddivisa in otto tracce, è supportata dalla presenza di due special guest già
noti in questo contesto, ossia Gianpietro Seravalle (sequenze ritmiche),
fratello di Alessandro e partner nel progetto Officina F.lli Seravalle, ed
Emiliano Vernizzi, sax anche degli Altare Thotemico, band in cui milita lo
stesso Gianni Venturi.
L’incisivo
“Prologo” catapulta immediatamente lo stato d’animo dentro il concept fra
ritmiche cadenzate ed effetti sonori sopra i quali la voce drammatica di
Venturi si cimenta in un’interpretazione recitata e toccante. In sottofondo
l’eco del sax dona sensazioni di profondità eterea, mentre in successione il
ritmo sale. Immaginate di ascoltare una colonna sonora del libro letto in
diretta.
“Primo
Poema” ha risvolti arabeggianti, con frammenti di Area all’interno. Venturi si
cimenta in una prova altisonante, adoperando la fonetica come strumento, questo
modus operandi è noto ai più grazie alla carriera artistica di Demetrio
Stratos. Alessandro Seravalle tesse tappeti sonori a tratti nervosi che
riescono a esaltare l’enfasi del testo.
“Secondo
Poema” si apre con il sax di Vernizzi per poi lasciare il campo all’elettronica
sopra la quale un pensieroso Venturi descrive la ricerca dell’amore avvenuta
per i mercati di Gerusalemme. Struggente narrazione dove i suoni onirici
accompagnano il protagonista.
“Terzo
Poema” vede l’intervento del pianoforte mentre il sax fa da controcanto alla
narrazione. Gli amanti sono protagonisti del cantico, la donna è decantata con
perizia in un inno alla bellezza assoluta. Le arie restano grevi, oscure,
profonde, anche in “Quarto Poema”. Sensazioni distopiche si contrappongono alle
tematiche con violenza al confine della disperazione. Frammenti sonori s’intrecciano
a voci distorte nel “Quinto Poema”, le sperimentazioni si contrappongono alla
teatralità al limite dell’assurdo, rilasciando un connubio fra approccio alla musica
da camera ed elettronica. L’”Epilogo” detta le linee conclusive dell’opera
adoperando interamente le caratteristiche Qohelet descritte, per poi giungere
all’”Appendice Finale”, in cui le considerazioni degli artisti vengono esposte
con la consueta drammatica veemenza.
“Cantico
Dei Cantici” è un’opera assolutamente singolare, un pugno allo stomaco, una
violenza perpetrata alla mente di coloro che generalmente non amano pensare
durante l’ascolto della musica. Qui invece aleggia materia, forza, amore,
spirito… Arte. MS
Versione Inglese:
QOHELET
- Song Of Songs
Lizard Records / Zeit Interference
Genre: Experimental / Electronic
Support: cd - 2025
Among the prominent components of the contemporary
Italian scene concerning experimentation, sound research and poetry put at the
disposal of societal analysis are Gianni Venturi's Qohelet (singer/poet -
Altare Thotemico, Moloch, Mantra Informatico) and Alessandro Seravalle
(electronics, piano, synth, samples - Garden Wall, Officina F.lli Seravalle).
After their self-titled 2020-dated debut, the duo is back with a new album
titled “Cantico Dei Cantici”, focused on Guido Ceronetti's edition, a total
eulogy to love and woman seen almost in a feminist key.
The two artists in life have never met, but an
absolutely compact synergy has arisen between them, where the vision of
perspectives is unison, dictated by soul and mind. This, if wisely employed, is
the magic of the Internet.
Qohelet may give food for thought at the very least,
the authors care to be considered distant from today's musical context dictated
by the media and the majors, just as they are from the term “Progressive”,
understood as that made in the 1970s now entrenched and immobile, so much so
that they can ironically label it “Regressive”.
The careful research of sounds, vocal approach and
themes means that this music is aimed at a strictly prepared audience open to
contemporary art, where listening is linked to reflection.
The work, divided into eight tracks, is supported by
the presence of two special guests already known in this context, namely
Gianpietro Seravalle (rhythmic sequences), Alessandro's brother and partner in
the Officina F.lli Seravalle project, and Emiliano Vernizzi, sax also of Altare
Thotemico, a band in which Gianni Venturi himself plays.
The incisive “Prologue” immediately catapults the mood
inside the concept between cadenced rhythms and sound effects over which
Venturi's dramatic voice engages in a moving, recited interpretation. In the
background the sax echo gives feelings of ethereal depth as in succession the
rhythm rises. Imagine listening to a soundtrack of the book read live.
“First Poem” has arabesque overtones, with fragments
of Area within. Venturi takes on a lofty test, employing phonetics as an
instrument; this modus operandi is known to most through the artistic career of
Demetrio Stratos. Alessandro Seravalle weaves sound carpets at times nervous
that manage to enhance the emphasis of the text.
“Second Poem” opens with Vernizzi's sax and then gives
way to electronics over which a pensive Venturi describes the search for love
that took place in the markets of Jerusalem. Poignant narration where dreamlike
sounds accompany the protagonist.
“Third Poem” sees the intervention of the piano while
the sax acts as a counterpoint to the narration. The lovers are the
protagonists of the song, the woman is expertly decanted in a hymn to absolute
beauty. The tunes remain grave, dark, deep, even in “Fourth Poem”. Dystopian
sensations contrast the themes with violence bordering on despair. Sound
fragments intertwine with distorted voices in “Fifth Poem”, experimentations
contrast with theatricality bordering on the absurd, releasing a marriage of
chamber music approach and electronics. The “Epilogue” dictates the work's
concluding lines by entirely employing the Qohelet features described, and then
arrives at the “Final Appendix”, in which the artists' considerations are
expounded with their usual dramatic vehemence.
“Song Of Songs” is an absolutely singular work, a
punch to the stomach, a violence perpetrated on the minds of those who
generally do not like to think while listening to music. Here instead hovers matter,
strength, love, spirit… Art. MS
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