Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

lunedì 13 gennaio 2025

Qohelet

QOHELET – Cantico Dei Cantici
Lizard Records / Zeit Interference
Genere: Sperimentale / Elettronica
Supporto: cd – 2025





Fra i componenti di spicco della scena contemporanea italiana concernente la sperimentazione, la ricerca sonora e la poesia messa a disposizione dell’analisi, ci sono i Qohelet di Gianni Venturi (cantante/poeta - Altare Thotemico, Moloch, Mantra Informatico) e Alessandro Seravalle (elettronica, piano, synth, samples - Garden Wall, Officina F.lli Seravalle). Dopo il debutto datato 2020 dal titolo omonimo, il duo si ripropone con il secondo atto dal titolo “Cantico Dei Cantici”, focalizzato sull’edizione di Guido Ceronetti, un elogio totale all’amore e alla donna vista quasi in chiave femministica.
I due artisti nella vita non si sono mai incontrati, ma fra di loro è sorta una sinergia assolutamente compatta, dove la visione delle prospettive è unisona, dettata dall’anima e dalla mente. Questa, se saputa adoperare con criterio, è la magia d’internet.
I Qohelet possono dare spunto a una riflessione quantomeno necessaria, gli autori ci tengono a essere considerati distanti dal contesto musicale odierno dettato dai media e dalle majors, così come lo sono dal termine “Progressive”, inteso come quello realizzato negli anni ’70 oramai radicato e immobile, tanto da poterlo ironicamente etichettare “Regressive”.
La ricerca accurata dei suoni, dell’approccio vocale e delle tematiche, fa si che questa musica sia rivolta a un pubblico strettamente preparato e aperto all’arte contemporanea, dove l’ascolto è legato alla riflessione.
L’opera suddivisa in otto tracce, è supportata dalla presenza di due special guest già noti in questo contesto, ossia Gianpietro Seravalle (sequenze ritmiche), fratello di Alessandro e partner nel progetto Officina F.lli Seravalle, ed Emiliano Vernizzi, sax anche degli Altare Thotemico, band in cui milita lo stesso Gianni Venturi. 
L’incisivo “Prologo” catapulta immediatamente lo stato d’animo dentro il concept fra ritmiche cadenzate ed effetti sonori sopra i quali la voce drammatica di Venturi si cimenta in un’interpretazione recitata e toccante. In sottofondo l’eco del sax dona sensazioni di profondità eterea, mentre in successione il ritmo sale. Immaginate di ascoltare una colonna sonora del libro letto in diretta.
“Primo Poema” ha risvolti arabeggianti, con frammenti di Area all’interno. Venturi si cimenta in una prova altisonante, adoperando la fonetica come strumento, questo modus operandi è noto ai più grazie alla carriera artistica di Demetrio Stratos. Alessandro Seravalle tesse tappeti sonori a tratti nervosi che riescono a esaltare l’enfasi del testo.
“Secondo Poema” si apre con il sax di Vernizzi per poi lasciare il campo all’elettronica sopra la quale un pensieroso Venturi descrive la ricerca dell’amore avvenuta per i mercati di Gerusalemme. Struggente narrazione dove i suoni onirici accompagnano il protagonista.
“Terzo Poema” vede l’intervento del pianoforte mentre il sax fa da controcanto alla narrazione. Gli amanti sono protagonisti del cantico, la donna è decantata con perizia in un inno alla bellezza assoluta. Le arie restano grevi, oscure, profonde, anche in “Quarto Poema”. Sensazioni distopiche si contrappongono alle tematiche con violenza al confine della disperazione. Frammenti sonori s’intrecciano a voci distorte nel “Quinto Poema”, le sperimentazioni si contrappongono alla teatralità al limite dell’assurdo, rilasciando un connubio fra approccio alla musica da camera ed elettronica. L’”Epilogo” detta le linee conclusive dell’opera adoperando interamente le caratteristiche Qohelet descritte, per poi giungere all’”Appendice Finale”, in cui le considerazioni degli artisti vengono esposte con la consueta drammatica veemenza.
“Cantico Dei Cantici” è un’opera assolutamente singolare, un pugno allo stomaco, una violenza perpetrata alla mente di coloro che generalmente non amano pensare durante l’ascolto della musica. Qui invece aleggia materia, forza, amore, spirito… Arte. MS 








Versione Inglese:


QOHELET - Song Of Songs
Lizard Records / Zeit Interference
Genre: Experimental / Electronic
Support: cd - 2025


Among the prominent components of the contemporary Italian scene concerning experimentation, sound research and poetry put at the disposal of societal analysis are Gianni Venturi's Qohelet (singer/poet - Altare Thotemico, Moloch, Mantra Informatico) and Alessandro Seravalle (electronics, piano, synth, samples - Garden Wall, Officina F.lli Seravalle). After their self-titled 2020-dated debut, the duo is back with a new album titled “Cantico Dei Cantici”, focused on Guido Ceronetti's edition, a total eulogy to love and woman seen almost in a feminist key.
The two artists in life have never met, but an absolutely compact synergy has arisen between them, where the vision of perspectives is unison, dictated by soul and mind. This, if wisely employed, is the magic of the Internet.
Qohelet may give food for thought at the very least, the authors care to be considered distant from today's musical context dictated by the media and the majors, just as they are from the term “Progressive”, understood as that made in the 1970s now entrenched and immobile, so much so that they can ironically label it “Regressive”.
The careful research of sounds, vocal approach and themes means that this music is aimed at a strictly prepared audience open to contemporary art, where listening is linked to reflection.
The work, divided into eight tracks, is supported by the presence of two special guests already known in this context, namely Gianpietro Seravalle (rhythmic sequences), Alessandro's brother and partner in the Officina F.lli Seravalle project, and Emiliano Vernizzi, sax also of Altare Thotemico, a band in which Gianni Venturi himself plays.
The incisive “Prologue” immediately catapults the mood inside the concept between cadenced rhythms and sound effects over which Venturi's dramatic voice engages in a moving, recited interpretation. In the background the sax echo gives feelings of ethereal depth as in succession the rhythm rises. Imagine listening to a soundtrack of the book read live.
“First Poem” has arabesque overtones, with fragments of Area within. Venturi takes on a lofty test, employing phonetics as an instrument; this modus operandi is known to most through the artistic career of Demetrio Stratos. Alessandro Seravalle weaves sound carpets at times nervous that manage to enhance the emphasis of the text.
“Second Poem” opens with Vernizzi's sax and then gives way to electronics over which a pensive Venturi describes the search for love that took place in the markets of Jerusalem. Poignant narration where dreamlike sounds accompany the protagonist.
“Third Poem” sees the intervention of the piano while the sax acts as a counterpoint to the narration. The lovers are the protagonists of the song, the woman is expertly decanted in a hymn to absolute beauty. The tunes remain grave, dark, deep, even in “Fourth Poem”. Dystopian sensations contrast the themes with violence bordering on despair. Sound fragments intertwine with distorted voices in “Fifth Poem”, experimentations contrast with theatricality bordering on the absurd, releasing a marriage of chamber music approach and electronics. The “Epilogue” dictates the work's concluding lines by entirely employing the Qohelet features described, and then arrives at the “Final Appendix”, in which the artists' considerations are expounded with their usual dramatic vehemence.
“Song Of Songs” is an absolutely singular work, a punch to the stomach, a violence perpetrated on the minds of those who generally do not like to think while listening to music. Here instead hovers matter, strength, love, spirit… Art. MS 

 

 

 



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