Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO
La storia dei generi enciclopedica

martedì 31 dicembre 2024

Buon 2025

 BUON 2025





Voglio ringraziare tutti Voi dal profondo del cuore per aver seguito il mio blog in questo 2024. Spero di ritrovarvi sempre così numerosi, ma soprattutto vi auguro di passare un 2025 in salute e soddisfazioni. Per la musica (se vorrete) ci penserò io.


Massimo Max Salari


M.E.N.

M.E.N. – Spillover
Ma.Ra.Cash Records
Genere: Post Prog Moderno – Elettronica
Supporto: digital / cd – 2024





Siete annoiati dalla solita musica? Avete apertura d’idee nei confronti del Progressive moderno? Amate la buona incisione magari ricca di effetti stereo nei quali si possono apprezzare anche le profondità? Se la risposta è si, allora i M.E.N. con l’album “Spillover” possono fare al caso vostro.
Il trio all’esordio è formato da Marco Grieco, Vincenzo Lardo e Nicola Cruciani.
Grieco è compositore, autore, regista, scrittore, cantante, polistrumentista, videomaker e designer di set virtuali e si cimenta in ambito musicale sin dalla tenera età di dieci anni.  Nel 1995, è finalista al Festival di Castrocaro e dal 2000 pubblica quattro CD come cantautore. Il territorio in cui si adopera è quello del Rock Progressivo, ma compone anche musical, come “Roma Caput Mundi The Eternal Musical” del 2010. Attualmente, Marco Grieco lavora alla composizione di due nuovi album con The Samurai Of Prog, previsti per il 2025 e 2026.
Lardo è noto anche con il soprannome di 240bpm. Polistrumentista, cantante, compositore, arrangiatore e produttore, chitarrista e bassista in numerose compagini musicali, dopo aver prodotto vari artisti indipendenti ha iniziato a lavorare in proprio realizzando il suo primo lavoro solista, “Welcome”. Di recente ha pubblicato due nuovi album, “Old Shots” e “New Shot”s e remixato “When Summer Comes” tratto dall’album “Power Dry” dei No Men (Tim Bowness, Steven Wilson).
Cruciani è l’anima sperimentale del trio, Nel 1997 fonda il progetto “Flavour Sperimentale”, una band di musica psichedelica, mentre dal 2005 a tutt’oggi registra vari album di musica sperimentale sotto il nome di “Bar Psichedelico”. La collaborazione con Vincenzo iniziata nel 2016, ha portato alla creazione di due album tematici, “In No Man’s Land” (2017) e “You Were All Here” (2021) da cui sono stati tratti un musical e un cortometraggio.
Con queste credenziali i M.E.N. si gettano anima e corpo nella ricerca, soprattutto sonora, utilizzando per la realizzazione di “Spillover” la tecnica olofonica 8D.
Tredici le tracce che compongono quest’album infarcito di sonorità classiche e d’avanguardia, il tutto supportato da un artwork esaustivo e particolareggiato. Il concept riguarda le contraddizioni della natura umana, dove la modernità ha causato danni al cuore di ogni individuo. Le influenze stilistiche provengono da gruppi come Porcupine Tree, Riverside, Pink Floyd e Marillion.
I suoni di “World Wide Weird” riportano alla mente quei passaggi ariosi scaturiti dalle chitarre più delicate dei Pink Floyd, ma gli effetti che circondano l’ascoltatore sono stupefacenti, fra vociare e rumori ci si ritrova nel bel mezzo di un vortice di sensazioni. “Everything” mostra il lato compositivo del progetto, molto attento alle giuste melodie, quelle che, in sostanza, ti devono rimanere impresse. Un vento accoglie il battito cardiaco in “Human Eclipse” dove la voce effettata rende la composizione introversa ed eterea. Essere annoverati nel Post Prog Moderno è proprio questo, cercare di modificare le regole del Rock, oggi. Ancora una volta le chitarre elettriche riportano nei territori dei Porcupine Tree.
Questo è uno dei casi in cui descrivere traccia per traccia non rende merito a un insieme tutto da scoprire per non perdere il piacere dello stupore. Il futuro è qui, a portata di mano con i M.E.N.
Siete pronti per una nuova esperienza senza precedenti? Se non avete un buonissimo impianto stereo, l’ascolto è altamente consigliato in cuffia. MS









Versione Inglese:



M.E.N. - Spillover
Ma.Ra.Cash Records
Genre: Modern Post Prog - Electronic
Support: digital / cd - 2024


Are you bored with the same old music? Do you have open-mindedness towards modern Progressive? Do you love good recording perhaps rich in stereo effects in which depths can also be appreciated? If the answer is yes, then M.E.N. with the album “Spillover” may be for you.
The debut trio consists of Marco Grieco, Vincenzo Lardo and Nicola Cruciani.
Grieco is a composer, author, director, writer, singer, multi-instrumentalist, videomaker and virtual set designer and has been involved in music since the tender age of ten.  In 1995, he was a finalist at the Castrocaro Festival and has released four CDs as a singer-songwriter since 2000. The territory in which he works is Progressive Rock, but he also composes musicals, such as “Roma Caput Mundi The Eternal Musical” in 2010. Currently, Marco Grieco is working on composing two new albums with The Samurai Of Prog, scheduled for 2025 and 2026.
Lardo is also known by the moniker 240bpm. A multi-instrumentalist, singer, composer, arranger and producer, guitarist and bassist in numerous musical groups, after producing various independent artists he began working on his own by producing his first solo work, “Welcome”. He recently released two new albums, “Old Shots” and “New Shot ‘s and remixed ’When Summer Comes” from the album “Power Dry” by No Men (Tim Bowness, Steven Wilson).
Cruciani is the experimental soul of the trio, In 1997 he founded the “Flavour Sperimentale” project, a psychedelic music band, while from 2005 to date he has recorded several albums of experimental music under the name “Psychedelic Bar”. The collaboration with Vincenzo, which began in 2016, led to the creation of two thematic albums, “In No Man's Land” (2017) and “You Were All Here” (2021) from which a musical and a short film were made.
With these credentials, M.E.N. threw themselves heart and soul into research, especially sound, using the 8D holophonic technique for the creation of “Spillover”.
Thirteen tracks make up this album infused with classic and avant-garde sounds, all supported by exhaustive and detailed artwork. The concept concerns the contradictions of human nature, where modernity has caused damage to the heart of every individual. Stylistic influences come from bands such as Porcupine Tree, Riverside, Pink Floyd and Marillion.
The sounds of “World Wide Weird” bring to mind those airy passages sprung from the gentler guitars of Pink Floyd, but the effects that surround the listener are astounding, between vocals and noises one finds oneself in the midst of a whirlwind of sensations. “Everything” shows the compositional side of the project, very attentive to the right melodies, the ones that, in essence, should stick with you. A wind welcomes the heartbeat in “Human Eclipse” where effected vocals make the composition introverted and ethereal. To be counted in Modern Post Prog is just that, trying to change the rules of Rock today. Once again the electric guitars bring one back into Porcupine Tree territories.
This is one of the cases where describing track by track does not do credit to a whole to be discovered in order not to lose the pleasure of amazement. The future is here, at your fingertips with M.E.N.
Are you ready for an unprecedented new experience? If you do not have a very good stereo system, listening is highly recommended with headphones. MS








domenica 29 dicembre 2024

Actionfredag

ACTIONFREDAG - Lys Fremtid I Mørke
Diger / A’Marxe
Genere: Scuola Di Canterbury
Supporto: lp / cd – 2024






La scena nordica in territori come Svezia e Norvegia, ha contribuito in maniera essenziale negli anni ‘90 alla ripresa del genere Rock Progressive. Mentre per il Neo Prog anni ’80 i punti di riferimento di band come Marillion, Pendragon, IQ, etc sono stati i Genesis, Pink Floyd e Camel, nel Prog nordico gli Anglagard, Landberk, Anekdoten e Sinkadus (per fare alcuni esempi) sono stati principalmente i King Crimson. Da questo connubio fuoriescono capolavori che ancora oggi si possono ascoltare con estremo piacere, ma non si tratta solo di nuovo Prog, anche la Scuola Di Canterbury ha avuto un forte rilancio grazie a gruppi come Tusmorke, Panzerpappa, e gli attuali Woobler.
Come in ogni genere, esistono collaborazioni fra band che scaturiscono nel classico “supergruppo”, come nel caso dei norvegesi Actionfredag, che comprendono musicisti di Tusmørke, Jordsjø, Panzerpappa, Lupa, Meer, la Maria Orieta Band e i Chronicles Of Father Robin. Si formano nel 2010 e suonano Progressive Rock / Jazz Rock con contaminazioni Heavy Metal. Già nel 2023 con l’album d’esordio intitolato “Turist I Eget Liv”, il gruppo formato da Ivar Haugaløkken Stangeby (tastiere), Aksel Valheim Lem (chitarra), Katrina Lenore Sjøberg (voce), Martin Hella Thørnquist (chitarra, voce), Espen Fladmoe Wolmer (batteria), e Ola Mile Bruland (basso), attira l’attenzione del pubblico canterburiano, oltre agli addetti ai lavori. Il livello compositivo ed esecutivo della band è ottimo, e dimostra come la cultura al riguardo sia fortemente radicata nel loro dna stilistico.
In questo secondo album “Lys Fremtid I Mørke”, la maturazione e l’intesa fra i componenti non è soltanto confermata, bensì consolidata.  Sin dall’iniziale “Angst Oppå Bordet", si può estrapolare l’interesse degli Actionfredag nei confronti del mondo King Crimson, grazie alle sonorità nervose e ai riff incessanti. Per la realizzazione di quest’album si avvalgono di una numerosa serie di special guest che ricoprono principalmente lo scenario dei fiati.
“Dalai Lama's Five Dollar Mamas I”, aumenta il ritmo e in certi momenti richiama il sound dei The Flower Kings, band svedese d’importanza storica proveniente dai Kaipa per la presenza del chitarrista e cantante Roine Stolt. Le fughe Jazz impreziosiscono ulteriormente l’ascolto.
Maggiormente riflessiva “Karesuando Camping”, qui la dolcissima voce di Katrina Lenore Sjøberg sposa a pieno la causa in cui il Jazz si palesa soprattutto grazie ai giri di basso di Ola Mile Bruland.
 “Planet Bygningsetaten” è il classico esempio di Scuola Di Canterbury, quella incontaminata e ricca di riferimenti anni ’70. Con un intro di chitarra arpeggiata “Cloudboy Blidbop” mostra il lato più orecchiabile e Folk della band, a testimonianza della capacità di apportare uno sguardo ulteriore al mondo musicale, capacità che in pochi artisti si può riscontare. A questo punto in maniera non convenzionale giunge “Ping Pong Lovesong”, bonus track che si può ascoltare soltanto nella versione cd dell’album, essa non fa altro che introdurre “Dalai Lama´s Five Dollar Mamas II”, altra fuga nel Jazz moderno e ricercato.
Fra i brani che ho maggiormente apprezzato per struttura e ricerca, specialmente per gli arrangiamenti orchestrali, è “Ja Noir”, e dico per chi dovesse conoscerla che qui ci sono richiami alla band Oiapok.
Ulteriore passo nella sperimentazione Jazz e dintorni giunge da “Slipp Ivar Fri”, qui sono i Gentle Giant a fare di tanto in tanto capolino, specialmente nella parte vocale che dialoga con la chitarra.
Il vociare della breve “Litt Mye” conduce alla conclusiva “Thank You Kleveland”.
“Lys Fremtid I Mørke” è un disco di una raffinatezza rara, ricercata, un esempio di come la Scuola Di Canterbury può vivere felicemente anche nei nostri giorni grazie alla freschezza delle composizioni. Bellissimo! MS







Versione Inglese:


ACTIONFREDAG - Lys Fremtid I Mørke
Diger / A'Marxe
Genre: School Of Canterbury
Support: lp / cd - 2024


The Nordic scene in territories such as Sweden and Norway, made an essential contribution in the 1990s to the revival of the Progressive Rock genre. While for 1980s Neo Prog the reference points for bands like Marillion, Pendragon, IQ, etc. were Genesis, Pink Floyd, and Camel, in Nordic Prog the Anglagard, Landberk, Anekdoten, and Sinkadus (to give a few examples) were mainly King Crimson. Out of this union came masterpieces that can still be listened to today with extreme pleasure, but it is not just new Prog, the School Of Canterbury also had a strong revival thanks to groups like Tusmorke, Panzerpappa, and the current Wooblers.
As in any genre, there are collaborations between bands that result in the classic “supergroup”, as in the case of Norway's Actionfredag, which includes musicians from Tusmørke, Jordsjø, Panzerpappa, Lupa, Meer, the Maria Orieta Band, and the Chronicles Of Father Robin. They formed in 2010 and play Progressive Rock / Jazz Rock with Heavy Metal contaminations.
 As early as 2023 with their debut album titled “Turist I Eget Liv”, the group formed by Ivar Haugaløkken Stangeby (keyboards), Aksel Valheim Lem (guitar), Katrina Lenore Sjøberg (vocals), Martin Hella Thørnquist (guitar, vocals), Espen Fladmoe Wolmer (drums), and Ola Mile Bruland (bass), attracts the attention of the Canterburian public, as well as insiders. The band's compositional and performance level is excellent, showing how the culture in this regard is strongly rooted in their stylistic DNA.
In this second album “Lys Fremtid I Mørke”, the maturation and understanding among the members is not only confirmed, but consolidated.  Right from the opening “Angst Oppå Bordet”, one can extrapolate Actionfredag's interest in the world of King Crimson, thanks to the nervous sounds and incessant riffs. For the realization of this album they make use of a large number of special guests who mainly cover the woodwind scenario.
“Dalai Lama's Five Dollar Mamas I”, picks up the pace and at certain moments recalls the sound of The Flower Kings, a historically important Swedish band from Kaipa due to the presence of guitarist and vocalist Roine Stolt. Jazz fugues further embellish the listening experience.
More reflective “Karesuando Camping”, here Katrina Lenore Sjøberg's very sweet voice fully espouses the cause in which Jazz is manifested mainly through Ola Mile Bruland's bass turns.
 “Planet Bygningsetaten” is a classic example of the School Of Canterbury, the pristine one full of 70s references. With an arpeggiated guitar intro “Cloudboy Blidbop” shows the band's more catchy, Folk side, a testament to their ability to bring an additional look at the musical world, an ability that can be found in few artists. At this point in an unconventional manner comes “Ping Pong Lovesong”, a bonus track that can only be heard on the CD version of the album, it merely introduces “Dalai Lama´s Five Dollar Mamas II,” another escape into modern and sophisticated Jazz.
Among the tracks that I most appreciated in terms of structure and research, especially the orchestral arrangements, is “Ja Noir”, and I say for those who might be familiar with it that there are callbacks to the band Oiapok here.
Further step into Jazz experimentation and environs comes from “Slipp Ivar Fri”, here it is Gentle Giant that peeps in from time to time, especially in the vocal part that dialogues with the guitar.
The vocal of the short “Litt Mye” leads to the concluding “Thank You Kleveland”.
“Lys Fremtid I Mørke” is a record of rare, sought-after refinement, an example of how the School Of Canterbury can live happily even in our days thanks to the freshness of the compositions. Beautiful! MS



 
 



sabato 28 dicembre 2024

Far Vibes

FAR VIBES – Time’s Up
Andromeda Relix
Genere: Dark Rock – Post Prog Moderno
Supporto: cd – 2024





Maurizio Cucchiarini è cofondatore chitarrista e cantante dei Run After To, Fabio Marra batterista della stessa band, ha esplorato ogni angolo della musica, dal metal al blues fino a immergersi nella fusion, e assieme decidono di dare vita a questo nuovo progetto nominato Far Vibes.
Con loro suonano Dany Russo (chitarra e voce), Marco Terenzi (chitarra e voce), e Andrea Giaro (basso).
Dopo l’esperienza con i Run After To, Marra si trasferisce a Milano e si unisce a diverse band locali, tra cui la fusion band Spike, e a seguire la collaborazione con Enzo Fazi, chitarrista funk/blues.
Maurizio Cucchiarini invece, dopo i Run After To, partecipa a diversi progetti musicali tra cui Vicinicinici e i Backdoor Honey.
La tematica scelta per il concept composto di nove brani, è la fase terminale della vita di Gesù che va dall’ultima cena alla resurrezione, dove il Time’s Up è il “tempo scaduto” che incontriamo nella vita, e nel caso di Gesù è la presa di coscienza, la sofferenza, la paura, i tradimenti e i mille dubbi che ha prima di abbracciare il Padre e lasciare alle spalle tutta la materia che l’ha accompagnato fino a quel momento. Il nome della band significa in italiano “vibrazioni lontane”, queste nascono nel periodo del lockdown forzato, dove la volontà dei due musicisti di dare vita al progetto anche a distanza è grande.
Il cammino alla ricerca della serenità e dell’elevazione spirituale inizia con l’immancabile “Intro” il quale immerge l’ascoltatore nel mondo riflessivo dei Far Vibes. In atmosfere scure e pacate, la chitarra rilascia arpeggi su note sostenute che riportano al mondo dei primi Porcupine Tree. “Last Supper” trova il punto di forza nel ritornello e negli arrangiamenti sempre in linea con alcune leggi della Psichedelia. Fra i brani più lunghi dell’album grazie ai sei minuti abbondanti c’è “Gethsemane”, partitura elettrica in cui il Dark sound è sottolineato dalla voce di Cucchiarini. Il cantato spesso è al limite del recitato e si adopera secondo la struttura armonica donando all’insieme un’enfasi particolare. Il cambio di tempo riporta anche nel territorio del Progressive Rock, ma non inteso come suono quanto per attitudine.
“Pilate” ripropone una veste cadenzata ricca di energia, immaginate i Black Sabbath o i primissimi Judas Priest, sposarsi con la band di Steven Wilson. In “Flagellation” la drammaticità regna sovrana, il dolore di questo figlio che si raccomanda al padre e alla madre si frappone fra le note al limite dell’Heavy Metal. Si ammorbidisce il sound con “Way Of The Cross”, brano sicuramente prossimo alla formula canzone rispetto quanto ascoltato sino ad ora. Buone le melodie di fondo che fanno da tappeto. Il momento drammatico della crocifissione è registrato in “Crucifixion”, altro tassello sonoro non scontato dell’intero lavoro in cui le capacità compositive di Cucchiarini mostrano la propria malleabilità. E sopraggiunge la morte di Cristo in “Death”, titolo di nome e di fatto. In questo pezzo potrete scorgere molti punti di fusione con il passato Rock. E non si poteva concludere se non con la risurrezione, il bel messaggio di speranza a cui restiamo avvinghiati per dare un senso all’esistenza. Ed ecco che “Resurrection – The End” è ricolmo di atmosfere eteree, magiche, solenni, tuttavia sempre sotto il velo Dark con cui i Far Vibes agiscono.
Il Dark proposto dai Far Vibes pone lo sguardo al presente, alternando parti elettriche ad altre sognanti spesso adiacenti al Progressive Rock per un risultato affascinante e di certo non scontato. “Time’s Up” è un prodotto che si fa ascoltare con attenzione dal quale fuoriescono riff generosi di adrenalina. MS







Versione Inglese:


FAR VIBES - Time's Up
Andromeda Relix
Genre: Dark Rock - Modern Post Prog
Support: cd - 2024


Maurizio Cucchiarini is co-founder guitarist and vocalist of Run After To, Fabio Marra drummer of the same band, has explored every corner of music, from metal to blues to diving into fusion, and together they decide to give life to this new project named Far Vibes.
Playing with them are Dany Russo (guitar and vocals), Marco Terenzi (guitar and vocals), and Andrea Giaro (bass).
After his experience with Run After To, Marra moved to Milan and joined several local bands, including the fusion band Spike, followed by a collaboration with Enzo Fazi, a funk/blues guitarist.
Maurizio Cucchiarini, on the other hand, after Run After To, participates in several musical projects including Vicinicinici and Backdoor Honey.
The theme chosen for the concept composed of nine songs is the terminal phase of Jesus' life from the Last Supper to the resurrection, where Time's Up is the “expired time” that we encounter in life, and in the case of Jesus it is the realization, suffering, fear, betrayals and a thousand doubts that he has before embracing the Father and leaving behind all the matter that has accompanied him up to that moment. The name of the band means “distant vibrations” in Italian, these were born in the period of forced lockdown, where the will of the two musicians to give life to the project even at a distance is great.
The journey in search of serenity and spiritual elevation begins with the ever-present “Intro” which immerses the listener in the reflective world of Far Vibes. In dark, calm atmospheres, the guitar releases arpeggios over sustained notes that bring one back to the world of early Porcupine Tree. “Last Supper” finds its strong point in the chorus and arrangements that are always in line with some of the laws of Psychedelia. Among the longest tracks on the album thanks to its generous six minutes is “Gethsemane”, an electric score in which the Dark sound is underscored by Cucchiarini's voice. The singing often borders on recitative and is employed according to the harmonic structure, giving the whole a special emphasis. The tempo change also brings one back into Progressive Rock territory, but not intended as a sound as much as an attitude.
“Pilate” repurposes a cadenced guise full of energy, imagine Black Sabbath or the very early Judas Priest, married to Steven Wilson's band. In “Flagellation”, drama reigns supreme, the pain of this son commending himself to his father and mother sandwiched between notes bordering on heavy metal. The sound softens with “Way Of The Cross”, a track that is certainly closer to the formula song than what we have heard so far.
Good background melodies serve as a carpet. The dramatic moment of the crucifixion is recorded in “Crucifixion”, another unsurprising sonic piece of the entire work in which Cucchiarini's compositional skills show their malleability. And over comes the death of Christ in “Death”, a title in name and in fact. In this piece you can discern many points of fusion with the Rock past. And it could only conclude with resurrection, the beautiful message of hope that we remain clinging to in order to make sense of existence. And here “Resurrection - The End” is filled with ethereal, magical, solemn atmospheres, yet always under the Dark veil with which Far Vibes operate.
The Dark proposed by Far Vibes sets its sights on the present, alternating electric parts with dreamy ones often adjacent to Progressive Rock for a fascinating and certainly not obvious result. “Time's Up” is a carefully listenable product from which riffs generous with adrenaline flow out. MS 



 

giovedì 26 dicembre 2024

Blind Golem

BLIND GOLEM – Wunderkammer
Andromeda Relix
Distribuzione: Ma.Ra.Cash Records
Genere: Hard Rock
Supporto: cd – 2024





L’inossidabile Hard Rock prosegue il granitico cammino anche in Italia grazie al ritorno dei Blind Golem e all’attenzione della Andromeda Relix di Gianni Della Cioppa. Sin dalla splendida copertina di Rodney Matthews, si evince lo stile proposto prossimo ai maestri del genere come Uriah Heep e Deep Purple. I Blind Golem si formano con il nucleo iniziale proveniente dai Forever Heep e dopo il buon debutto del 2022 intitolato “A Dream Of Fantasy” dove non a caso si avvalgono della partecipazione del tastierista storico Ken Hensley (Hriah Heep), si apprestano al secondo full lenght “Wunderkammer” aperto dal singolo “Born Liars”.
La storia del genere c’insegna di un mondo fatto di energia pulita, musica sempre supportata da una buona tecnica strumentale, ma quello che rende un disco Hard Rock pienamente godibile è il divertimento che solo una band ben amalgamata sa trasmettere. 
I componenti Silvano Zago (chitarre) e Francesco Della Riva (basso, voce) sono gli ideatori del progetto e suonano nei Bullfrog, solida band di Hard Rock Blues. Simone Bistaffa (tastiere) ha partecipato a progetti come Forever Deep, Tolo Marton (Le Orme), John Papa Boogie, Walter Mantovanelli (batteria) con All Souls Day, Paul Chain, Rocken Factory, mentre Andrea Vilardo (voce) con Moto Armonico, Trifase e Scorpions Tribute. Daniela Pase partecipa ai cori, così Fabio Serra alle tastiere aggiunte e cori, e Alessandra Adami voce narrante in “It Happened In The Wood”.
Il libretto cartaceo che accompagna il cd è piacevole nell’insieme, qui si può vedere nella foto centrale la band in azione, a seguire immagini di oggetti antichi che riportano a noi il tempo passato.
Le undici tracce che compongono l’album iniziano con “Gorgon” dall’incedere trascinante, un perfetto biglietto da visita con cui farsi conoscere. La stanza è invasa dagli anni ’70, un antiruggine per le orecchie, e non lo dico soltanto da vecchio nostalgico. Questi suoni senza tempo si danno staffetta con “Some Kind Of Poet”, mentre schegge impazzite di R.J. Dio s’infilzano di tanto in tanto nel corpo della struttura sonora. Eppure non tutto sembra datato, il ritornello ad esempio ha la propria contemporaneità.
In “Endless Run” le tastiere ricamano frange di Prog Rock, uno dei brani più curati anche in fase corale. “Man Of Many Tricks” riporta l’ascolto nel cadenzato e classico Hard Rock con semplicità, in maniera diretta ed efficace.
La band mostra i muscoli attraverso “How Tomorrow Feels” e lo fa con sapienza altalenando parti ruggenti a momenti pacati aventi lo sguardo rivolto agli anni ’80. Ancora una volta le coralità ricoprono un ruolo di primaria importanza apportando alla musica maggiore corposità. I quasi otto minuti di “Golem!” trasudano storia. Le chitarre elettriche si pongono in evidenza fra riff e buoni assolo. Vengono raggiunte dalle tastiere che donano un tocco d’inatteso Neo Prog.
 “How Tomorrow Feels” alterna ballata a energia Rock. Come ho avuto modo di dire, Alessandra Adami apre “It Happened In The Woods”, composizione ricercata dalle tinte dark. I Blind Golem dimostrano di alternare brani in maniera da tenere sempre alta l’attenzione.
Ed è la volta del singolo apripista “Born Liars”, trascinante, ruffiano al punto giusto, il classico pezzo che si stampa in testa. Il ritornello richiama di molto lo stile Toto. E avanti imperterriti negli intenti con “Green Eye”, altro tassello classic Hard Prog. La chiusura è in mano di “Coda... Entering The Wunderkammer”, fra voci incrociate e arrangiamenti ben strutturati, questi suggellano un disco che va applaudito per tanti motivi, oltre a quelli citati aggiungo freschezza ed emotività. Tutto ciò non sarebbe possibile se una band non possedesse tecnica, intesa e cultura storica della musica. Da avere senza ombra di dubbio. MS







Versione Inglese:


BLIND GOLEM - Wunderkammer
Andromeda Relix
Distribution: Ma.Ra.Cash Records
Genre: Hard Rock
Support: cd - 2024


The stainless Hard Rock continues the granitic path also in Italy thanks to the return of Blind Golem and the attention of Gianni Della Cioppa's Andromeda Relix. Right from the beautiful cover art by Rodney Matthews, the proposed style close to the masters of the genre such as Uriah Heep and Deep Purple is evident. Blind Golem was formed with the initial nucleus coming from Forever Heep and after the good 2022 debut titled “A Dream Of Fantasy” where, not surprisingly, they availed themselves of the participation of the historical keyboardist Ken Hensley (Hriah Heep), they are getting ready for their second full-length “Wunderkammer” opened by the single “Born Liars”.
The history of the genre teaches us of a world made of clean energy, music always supported by good instrumental technique, but what makes a Hard Rock record fully enjoyable is the fun that only a well blended band can convey. 
Members Silvano Zago (guitars) and Francesco Della Riva (bass, vocals) are the creators of the project and play in Bullfrog, a solid Hard Rock Blues band. Simone Bistaffa (keyboards) has participated in projects such as Forever Deep, Tolo Marton (Le Orme), John Papa Boogie, Walter Mantovanelli (drums) with All Souls Day, Paul Chain, Rocken Factory, while Andrea Vilardo (vocals) with Moto Armonico, Trifase and Scorpions Tribute. Daniela Pase participates on backing vocals, so does Fabio Serra on added keyboards and backing vocals, and Alessandra Adami narrator on “It Happened In The Wood”.
The printed booklet that accompanies the CD is pleasing overall, here one can see in the central photo the band in action, followed by images of old objects that bring back to us the past time.
The eleven tracks that make up the album begin with “Gorgon” with its sweeping procession, a perfect calling card with which to make themselves known. The room is invaded by the 1970s, an anti-rust for the ears, and I am not just saying this as an old nostalgic man. These timeless sounds relay each other with “Some Kind Of Poet”, while mad shrapnel from R.J. Dio sticks in the body of the sound structure from time to time. Yet not everything sounds dated, the refrain for example has its own contemporaneity.
In “Endless Run”, keyboards embroider bangs of Prog Rock, one of the most carefully crafted tracks even in the choral phase. “Man Of Many Tricks” brings the listening back into the cadenced and classic Hard Rock with simplicity, straightforwardly and effectively.
The band shows its muscles through “How Tomorrow Feels”, and does so expertly by alternating roaring parts with quiet moments having its gaze turned to the 1980s. Once again the choruses play a major role bringing more body to the music. The nearly eight minutes of “Golem!” exude history. Electric guitars take center stage between riffs and good solos. They are joined by keyboards that lend a touch of unexpected Neo Prog.
 “How Tomorrow Feels” alternates between ballad and Rock energy. As I have had occasion to say, Alessandra Adami opens “It Happened In The Woods”, a searching composition with dark overtones. Blind Golem demonstrate alternating tracks in a way that always keeps the attention.
And it's the turn of the opening single “Born Liars”, dragging, pandering to the right point, the classic song that sticks in the head. The chorus is very reminiscent of the Toto style.
And forward undaunted in intent with “Green Eye”, another classic Hard Prog piece. Closing is in the hands of “Coda. Entering The Wunderkammer”, amidst crisscrossing vocals and well-structured arrangements, these seal a record that should be applauded for so many reasons, in addition to those mentioned I add freshness and emotionality. All this would not be possible if a band did not possess technique, understanding and historical culture of music. To be had without a shadow of a doubt. MS








martedì 24 dicembre 2024

Princess

PRINCESS - Music Of God (The Bible Rock Opera)
Swan Records
Genere: Hard Prog
Supporto: cd – 2024





La tematica religiosa nei concept album è spesso chiamata in causa, specialmente nel mondo del Prog o Hard prog, basti pensare che solo negli anni ’70 gruppi storici come Rovescio Della Medaglia, Metamorfosi, Black Jester per l’Italia, oppure i Genesis, Jethro Tull, King Crimson e attualmente Neal Morse, si sono adoperati con vere opere al riguardo.
L’opera Rock è generalmente una scommessa ardita, molti la definiscono pretenziosa in quanto la rudezza del Rock si fonde con l’epicità che spesso certe argomentazioni richiede. Il rischio è di cadere nel banale o addirittura nel ridicolo se tutto non viene fatto con estrema professionalità, dettata soprattutto in questi casi dalla preparazione strumentale dei componenti della band.
Il mondo del Prog Rock in senso generale è spesso abbinato al termine “musica colta”, e in quanto tale non ha paura di trattare queste argomentazioni in maniera dettagliata.
Anche nel 2024 esistono band che si addentrano in concept religiosi, come nel caso della band Hard Prog romana Princess.
Viene formata nell’ormai lontano 1994 da Freddie Wolf (voce) e registra il primo demo “The Crown” nel 1999. Dopo uno stop nel 2002, ritornano nel 2017 per realizzare il vero debutto discografico intitolato “Princess”. Il secondo album del 2019 s’intitola “Lovely Heaven Crazy Band”, segue l’anno successivo “The Dark Side Of God”, con l’ospite  Tim “Ripper” Owens (ex Judas Priest, Iced Earth) alla voce in “The Night Of Evil (Halloween)”. Dopo la defezione del chitarrista Brodolini, nel 2023 è la volta del quinto album “PRINCrazinESS“. Detto questo, è chiaro che siamo al cospetto di una band di esperienza, per cui con le carte in regola per addentrarsi anche nel mondo dell’opera Rock. Oggi il trio è composto da Orlando Monteforte (basso), Mauro Manzoni (piano, tastiere), e Freddie Wolf. Il sound della band nel tempo si ammorbidisce per lasciare sempre più spazio alle tastiere di Manzoni, così che il termine Hard Prog veste oggi a pennello. Con loro si cimentano special guest del calibro di Max “Alen Warner” Brodolini (chitarra), Alfonso “Fò” Corace (batteria, percussioni, chitarra), Giordano Maselli (piano), Titta Tani (voce), Andrea Toro (voce), e Gianna Carlotta (voce).
Con una copertina che non lascia adito a dubbi, “Music Of God” è composto di dodici brani che partono dall’antico al nuovo testamento, dal giardino dell’Eden sino giungere alla storia di Mosé.
Chiaramente non può che essere un intro orchestrale ad aprire il disco, qui intitolato “Holy Overture (The Creation)”. Le atmosfere immergono immediatamente l’ascoltatore nel contesto, i suoni sono numerosi e dall’ampio spettro per un risultato altamente emotivo. “The Ballad Of Lilith (Garden of Eden)” mostra il mondo Princess più delicato, dove voce e arpeggio di chitarra fanno sorvolare la mente in questo paradiso. Buono l’uso delle coralità.
E’ con “Wrath Of God And The Flood Myth (Noah Epic)” che la band inizia a mostrare il proprio DNA Hard Rock, il quale sposa a pieno il concept dimostrando di saper porre energia e allo stesso tempo ricerca delle sonorità. Le melodie sono ben costruite e facili da memorizzare, punto a favore dell’opera mai troppo avulsa.
In casi come questo però non è giusto spoilerare brano per brano, in quanto sono un insieme di soluzioni a fare da padrone, per cui mi limito a sottolineare il gusto musicale, la ricerca che c’è dietro anche per i particolari che lascio a voi scoprire.
“Music Of God (The Bible Rock Opera)” è il disco che non ti aspetti e che mostra la maturità di una band che a mio avviso deve ottenere più attenzioni possibili, lo merita a pieno titolo. Vera opera Rock! MS







Versione Inglese:


PRINCESS - Music Of God (The Bible Rock Opera)
Swan Records
Genre: Hard Prog
Support: cd - 2024


Religious themes in concept albums are often called upon, especially in the world of Prog or Hard prog, suffice it to say that only in the 1970s historical groups such as Rovescio Della Medaglia, Metamorfosi, Black Jester for Italy, or Genesis, Jethro Tull, King Crimson and currently Neal Morse, have endeavored with real works in this regard.
Rock opera is generally a bold bet, many calling it pretentious in that the roughness of Rock blends with the epicness that certain arguments often require. The risk is to fall into the banal or even the ridiculous if everything is not done with extreme professionalism, dictated especially in such cases by the instrumental preparation of the band members.
The world of Prog Rock in a general sense is often combined with the term “cultured music,” and as such is not afraid to deal with these arguments in detail.
Even in 2024 there are bands that delve into religious concepts, as in the case of the Roman Hard Prog band Princess.
It is formed back in 1994 by Freddie Wolf (vocals) and recorded the first demo “The Crown” in 1999. After a stop in 2002, they returned in 2017 to make their true recording debut entitled “Princess”. The second album in 2019 is titled “Lovely Heaven Crazy Band,” followed the next year by “The Dark Side Of God”, with guest Tim “Ripper” Owens (former Judas Priest, Iced Earth) on vocals in “The Night Of Evil (Halloween)”. After the defection of guitarist Brodolini, 2023 is the time for the fifth album “PRINCrazinESS”. That said, it is clear that we are in the presence of an experienced band, so they have what it takes to delve into the world of Rock opera as well. Today the trio consists of Orlando Monteforte (bass), Mauro Manzoni (piano, keyboards), and Freddie Wolf. The band's sound over time softened to leave more and more room for Manzoni's keyboards, so that the term Hard Prog fits today. Joining them are such special guests as Max “Alen Warner” Brodolini (guitar), Alfonso “Fò” Corace (drums, percussion, guitar), Giordano Maselli (piano), Titta Tani (vocals), Andrea Toro (vocals), and Gianna Carlotta (vocals).
With a cover that leaves no doubt, “Music Of God” is composed of twelve songs that start from the Old Testament to the New Testament, from the Garden of Eden until reaching the story of Moses.
Clearly, it can only be an orchestral intro that opens the album, here titled “Holy Overture (The Creation)”.
The atmospheres immediately immerse the listener in the setting, the sounds are numerous and wide-ranging for a highly emotional result. “The Ballad Of Lilith (Garden of Eden)” shows the gentler Princess world, where vocals and guitar arpeggios make the mind fly over this paradise. Good is the use of choruses.
It is with “Wrath Of God And The Flood Myth (Noah Epic)” that the band begins to show its Hard Rock DNA, which fully marries the concept by demonstrating the ability to lay energy and at the same time research the sounds. The melodies are well constructed and easy to memorize, a point in favor of the work that is never too avuncular.
In cases such as this, however, it is not fair to spoil track by track, as they are a set of solutions that take center stage, so I will just emphasize the musical taste, the research behind even the details that I leave to you to discover.
“Music Of God (The Bible Rock Opera)” is the record you don't expect and shows the maturity of a band that in my opinion should get as much attention as possible, it fully deserves it. True Rock Opera! MS

 

 




domenica 22 dicembre 2024

Amos Ghirardelli

AMOS GHIRARDELLI – Libero Arbitrio
Velut Luna
Genere: Rock Progressive
Supporto: cd – 2024





L’anno 2024 si conclude con una grande sorpresa per quello che mi riguarda, un disco di Progressive Rock dal DNA puro, quello prettamente italiano caro a band come Premiata Forneria Marconi, Orme, etc. L’autore di Sassuolo si chiama Amos Ghilardelli e il disco porta il titolo di “Libero Arbitrio”.
Il sessantatreenne tastierista ha alle spalle quarant’anni di carriera musicale oltre che diverse collaborazioni, ma soltanto oggi si cimenta in un album da solista. Con lui suonano  Andrea Valfrè (tastiere), Filippo Ghirardelli (piano), Andrea Ghion (basso), Roberto "Bob" Parolin (batteria), Matteo Ballarin (chitarre), e Massimo Bellio (voce). Un lavoro mirato a un pubblico legato agli anni ’70, quando il Prog in Italia aveva un grande seguito, oltre che numerose band di ottima qualità. Nella musica di Girardelli c’è proprio questo, un sunto in cui il tempo sembra essersi fermato come in una magia. Per suonare questa musica serve anche una preparazione tecnica non indifferente, e gli strumentisti che accompagnano Amos sono davvero preparati, perfetti nei loro ruoli.
L’ascolto della lunga title track di sedici minuti evidenzia proprio queste caratteristiche, rilasciando movimenti che spaziano dal vigoroso al pacato, come genere insegna. Le melodie s’intrecciano con garbo ed eleganza in un susseguirsi di emozioni differenti che fanno comunque sempre capo al gusto per il bello.
Negli undici minuti strumentali di “Oltre La Nebbia” non meravigliatevi se vi troverete ad ascoltare a occhi chiusi, l’andamento ipnotico e caracollante induce inesorabilmente a un viaggio pindarico. Qui, aleggia anche una punta di Neo Prog anni ‘80. Tante tastiere e soavità.
“Frammento Di Me” è introspettiva e maggiormente rivolta alla formula canzone rispetto quanto ascoltato sino ad ora, dove la voce di Massimo Bellio riporta a certe ballate stile Premiata Forneria Marconi. Si ritorna al Prog canonico negli undici minuti di “Dreaming Sanremo”, qui  il ritmo sale, così l’adrenalina per certe sonorità fondamentali al contesto. L’intesa fra gli strumentisti è la ciliegia sulla torta.
La chiusura spetta a “Malinconia”, gemma che suggella un lavoro di cui ho sentito la mancanza, proprio come una boccata di ossigeno in questi tempi musicalmente abbastanza avulsi.
A “Libero Arbitrio” non riesco a trovare difetti veri e propri, perché questo è il Rock Progressivo Italiano, ora perché lo sapete, ma se ascoltato a scatola chiusa credo che lo avreste collocato anche voi nel passato glorioso di cui ho fatto cenno.
Buon ascolto e buona scoperta a tutti, ma non prima di aver fatto i miei sinceri complimenti ad Amos, un ponte fra Prog e semplicemente l’ottima musica. MS








Versione Inglese:


AMOS GHIRARDELLI – Libero Arbitrio
Velut Luna
Genre: Progressive Rock
Support: cd - 2024


The year 2024 ends with a great surprise as far as I am concerned, a Progressive Rock record with pure DNA, the purely Italian one dear to bands like Premiata Forneria Marconi, Orme, etc. The Sassuolo-based author's name is Amos Ghilardelli and the record bears the title “Libero Arbitrio”.
The 63-year-old keyboardist has forty years of musical career behind him as well as several collaborations, but only today does he try his hand at a solo album. Playing with him are Andrea Valfrè (keyboards), Filippo Ghirardelli (piano), Andrea Ghion (bass), Roberto “Bob” Parolin (drums), Matteo Ballarin (guitars), and Massimo Bellio (vocals). A work aimed at an audience related to the 1970s, when Prog in Italy had a large following, as well as numerous bands of excellent quality. In Girardelli's music there is just that, a summary in which time seems to have stopped as if in a magic. To play this music also requires no small amount of technical preparation, and the instrumentalists accompanying Amos are really prepared, perfect in their roles.
Listening to the long sixteen-minute title track highlights precisely these characteristics, releasing movements that range from the vigorous to the subdued, as genre teaches. The melodies intertwine gracefully and elegantly in a succession of different emotions that nevertheless always point to a taste for the beautiful.
In the eleven-minute instrumental of “Oltre La Nebbia”, don't be surprised if you find yourself listening with your eyes closed; the hypnotic, caracoling progression inexorably induces a Pindaric journey. Here, a hint of 80s Neo Prog also hovers. Lots of keyboards and suavity.
“Frammento Di Me” is introspective and more aimed at the song formula than what we have heard so far, where Massimo Bellio's voice brings back certain Premiata Forneria Marconi-style ballads. We return to canonical Prog in the eleven minutes of “Dreaming Sanremo”, here the pace rises, so does the adrenaline for certain sounds fundamental to the context. The chemistry between the instrumentalists is the icing on the cake.
Closing falls to “Malinconia”, a gem that seals a work that I have missed, just like a breath of oxygen in these musically quite avuncular times.
To “Libero Arbitrio” I cannot find any real faults, because this is Italian Progressive Rock, now because you know it, but if listened to it unopened I think you would have placed it too in the glorious past I mentioned.
Happy listening and good discovery to all, but not before giving my sincere compliments to Amos, a bridge between Prog and simply great music. MS








sabato 21 dicembre 2024

Tony Carnevale

TONY CARNEVALE – III Movimento (Extended Version – 2022)
Soundtrack Records
Genere:  Musica Classica – Symphonic Prog
Supporto: Vinile / cd – 1999 /2022





La musica in quanto espressione di un artista, non andrebbe etichettata.
Questo in teoria, in pratica si necessita di una collocazione per far capire a un ignaro lettore o nuovo ascoltatore, di cosa si tratta. Tuttavia esistono musicisti che ritengo siano impossibili da collocare in un contesto specifico. La storia di Tony Carnevale la conoscete oramai tutti, voi che leggete il mio blog, perché ho avuto modo di parlarne ampiamente. Il compositore romano ha numerose attività oltre ad aver collaborato con artisti di grande fama come Francesco Di Giacomo (Banco Del Mutuo Soccorso), Rodolfo Maltese (Banco Del Mutuo Soccorso), Patty Pravo, etc.
Ogni disco che compone è una storia a se stante, con la capacità di scrivere musica senza regole, libera di formarsi in divenire, ma non disdegna neppure il Progressive Rock, Il Jazz, insomma Carnevale ha sempre un modo per attirare l’attenzione dell’ascoltatore più esigente. Fra la sua nutrita discografia l’A Dance Opera For Symphonic-Rock Orchestra denominata “III Movimento”, vede oggi nuova veste ampliata e rimasterizzata analogicamente. Nasce nel 1999 come progetto di danza ed esce nei negozi in formato triplo con gli album precedenti, "Risonanze" e "La Vita Che Grida". Per la realizzazione dell’album, Carnevale si coadiuva di un’orchestra formata da undici elementi.
L’opera si apre con un titolo probabilmente voluto come riferimento ai Genesis, “Danza Sul Vulcano” e il Prog Rock in effetti si palesa per attitudine. Le arie che compongono il brano di dieci minuti si passano staffetta in cambi umorali e di tempo, com’è successo in “Darwin” o in “Di Terra” del Banco Del Mutuo Soccorso. Il contesto è ricco di richiami storici e orchestrali, facendo del pezzo una mini opera moderna.
“Igrayne”, ispirata dal personaggio di “Excalibur” madre futura di Re Artù, si apre sulle ali di un piano dolcissimo che lascia la scena alla chitarra elettrica di Rudy Costa impegnata in un solo misurato, sentito e di classe. Qui la psichedelia è presente, tanto per sottolineare ancora una volta, se ce ne dovesse essere il bisogno, la poliedricità di Carnevale.
E a proposito di grande Prog, ecco un ulteriore richiamo al genere con “Quadri”, elaborazione di “Quadri Di Un’Esposizione” di Modest Petrovič Musorgskij, e allo stile di Emerson Lake & Palmer. Un intento poetico di sottolineare che questa mini suite di tredici minuti è vera musica, contenente tutto quello che serve per entrare a pieno titolo nel termine Opera Rock! All’interno anche un richiamo a “Una Notte Sul Monte Calvo”.
“Il Cammino” è descritto così dall’autore: “Brano nato per la colonna sonora di una produzione su Benvenuto Cellini (poi realizzata da Battiato), evoca l’immagine di un lungo cammino collettivo, una carovana umana che viaggia senza una meta precisa”. Il brano risulta altamente cinematografico.
A concludere ci sono due incompiute, “Incompiuta - Parte Prima” e “Incompiuta – Parte Seconda”. La prima si adatta a una esibizione coreografica tutta al femminile, grazie alle ritmiche sinuose e accattivanti. La seconda è una improvvisazione su corpi danzanti, qui l’orchestra si cimenta in inseguimenti fra strumentazioni che si passano staffetta come in una colonna sonora di un film. Il piano riesce a incutere suspense in un atmosfera generale greve. Ampie aperture tracciano raggi di luce oltre la metà del brano, per poi ritornare in ambientazioni più scure e agitate.
Ciò che “III Movimento” mette nuovamente in cattedra è la purezza di quest’artista vero, incontaminato, una perla rara nel panorama musicale. Come Tony Carnevale davvero in pochi, e non lo dico per simpatia o galanteria, è la semplice realtà dei fatti. Se volete aprire una parentesi culturale alla vostra giornata, mettete “III Movimento” come colonna sonora, senza indugio. MS 






Versione Inglese: 



TONY CARNEVALE - III Movimento (Extended Version - 2022)
Soundtrack Records
Genre: Classical Music - Symphonic Prog
Support: vinyl / cd - 1999 /2022


Music as an expression of an artist, should not be labeled.
This is in theory, in practice one needs a collocation to make it clear to an unsuspecting reader or new listener, what it is about. However, there are musicians who I believe are impossible to place in a specific context. The story of Tony Carnevale you all know by now, you who read my blog, because I have had the opportunity to talk about it extensively. The Roman composer has numerous activities in addition to having collaborated with renowned artists such as Francesco Di Giacomo (Banco Del Mutuo Soccorso), Rodolfo Maltese (Banco Del Mutuo Soccorso), Patty Pravo, etc.
Each record he composes is a story in itself, with the ability to write music without rules, free to form in the making, but he also does not disdain Progressive Rock, Jazz, In short, Carnevale always has a way to attract the attention of the most demanding listener. Among his extensive discography, A Dance Opera For Symphonic-Rock Orchestra called “III Movimento” sees new expanded and analog remastered guise today. It was born in 1999 as a dance project and was released in stores in triple format with the previous albums, “Risonanze” and “La Vita Che Grida”. For the making of the album, Carnevale was assisted by an eleven-piece orchestra.
The work opens with a title probably intended as a reference to Genesis, “Danza Sul Vulcano”, and Prog Rock in effect becomes apparent in attitude. The tunes that make up the ten-minute piece pass relays in mood and tempo changes, as happened in “Darwin” or Banco Del Mutuo Soccorso's “Di Terra”. The context is rich with historical and orchestral references, making the piece a modern mini-opera.
“Igrayne”, inspired by the character of ‘Excalibur’ future mother of King Arthur, opens on the wings of a very sweet piano that leaves the stage to Rudy Costa's electric guitar engaged in a measured, heartfelt and classy solo. Psychedelia is present here, just to emphasize once again, should there be a need, Carnival's versatility.
And speaking of great Prog, here is a further nod to the genre with “Quadri”, an elaboration of Modest Petrovič Musorgsky's “Quadri Di Un Esposizione”, and the style of Emerson Lake & Palmer. A poetic intent to emphasize that this thirteen-minute mini-suite is real music, containing all that is needed to fully enter the term Opera Rock! Also inside is a reference to “Una Notte Sul Monte Calvo”.
“Il Cammino” is described as follows by the author: ”A song created for the soundtrack of a production on Benvenuto Cellini (later made by Battiato), it evokes the image of a long collective journey, a human caravan traveling without a precise destination”. The piece comes across as highly cinematic.
Concluding are two unfinished pieces, “Incompiuta – Parte Prima” and “Incompiuta – Parte Seconda”. The first is suitable for an all-female choreographic performance, thanks to the sinuous and captivating rhythms. The second is an improvisation on dancing bodies, here the orchestra engages in pursuits between instrumentations that pass relays like a movie soundtrack. The piano succeeds in instilling suspense in a heavy overall atmosphere. Wide openings trace rays of light beyond the middle of the piece, only to return to darker, more agitated settings.
What “III Movimento” again brings to the fore is the purity of this true, untainted artist, a rare pearl in the musical landscape. Like Tony Carnevale there are very few indeed, and I do not say this out of sympathy or gallantry, it is the simple fact of the matter. If you want to open a cultural parenthesis to your day, put “III Movimento” as a soundtrack, without delay. MS