Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO
La storia dei generi enciclopedica

sabato 21 dicembre 2024

Tony Carnevale

TONY CARNEVALE – III Movimento (Extended Version – 2022)
Soundtrack Records
Genere:  Musica Classica – Symphonic Prog
Supporto: Vinile / cd – 1999 /2022





La musica in quanto espressione di un artista, non andrebbe etichettata.
Questo in teoria, in pratica si necessita di una collocazione per far capire a un ignaro lettore o nuovo ascoltatore, di cosa si tratta. Tuttavia esistono musicisti che ritengo siano impossibili da collocare in un contesto specifico. La storia di Tony Carnevale la conoscete oramai tutti, voi che leggete il mio blog, perché ho avuto modo di parlarne ampiamente. Il compositore romano ha numerose attività oltre ad aver collaborato con artisti di grande fama come Francesco Di Giacomo (Banco Del Mutuo Soccorso), Rodolfo Maltese (Banco Del Mutuo Soccorso), Patty Pravo, etc.
Ogni disco che compone è una storia a se stante, con la capacità di scrivere musica senza regole, libera di formarsi in divenire, ma non disdegna neppure il Progressive Rock, Il Jazz, insomma Carnevale ha sempre un modo per attirare l’attenzione dell’ascoltatore più esigente. Fra la sua nutrita discografia l’A Dance Opera For Symphonic-Rock Orchestra denominata “III Movimento”, vede oggi nuova veste ampliata e rimasterizzata analogicamente. Nasce nel 1999 come progetto di danza ed esce nei negozi in formato triplo con gli album precedenti, "Risonanze" e "La Vita Che Grida". Per la realizzazione dell’album, Carnevale si coadiuva di un’orchestra formata da undici elementi.
L’opera si apre con un titolo probabilmente voluto come riferimento ai Genesis, “Danza Sul Vulcano” e il Prog Rock in effetti si palesa per attitudine. Le arie che compongono il brano di dieci minuti si passano staffetta in cambi umorali e di tempo, com’è successo in “Darwin” o in “Di Terra” del Banco Del Mutuo Soccorso. Il contesto è ricco di richiami storici e orchestrali, facendo del pezzo una mini opera moderna.
“Igrayne”, ispirata dal personaggio di “Excalibur” madre futura di Re Artù, si apre sulle ali di un piano dolcissimo che lascia la scena alla chitarra elettrica di Rudy Costa impegnata in un solo misurato, sentito e di classe. Qui la psichedelia è presente, tanto per sottolineare ancora una volta, se ce ne dovesse essere il bisogno, la poliedricità di Carnevale.
E a proposito di grande Prog, ecco un ulteriore richiamo al genere con “Quadri”, elaborazione di “Quadri Di Un’Esposizione” di Modest Petrovič Musorgskij, e allo stile di Emerson Lake & Palmer. Un intento poetico di sottolineare che questa mini suite di tredici minuti è vera musica, contenente tutto quello che serve per entrare a pieno titolo nel termine Opera Rock! All’interno anche un richiamo a “Una Notte Sul Monte Calvo”.
“Il Cammino” è descritto così dall’autore: “Brano nato per la colonna sonora di una produzione su Benvenuto Cellini (poi realizzata da Battiato), evoca l’immagine di un lungo cammino collettivo, una carovana umana che viaggia senza una meta precisa”. Il brano risulta altamente cinematografico.
A concludere ci sono due incompiute, “Incompiuta - Parte Prima” e “Incompiuta – Parte Seconda”. La prima si adatta a una esibizione coreografica tutta al femminile, grazie alle ritmiche sinuose e accattivanti. La seconda è una improvvisazione su corpi danzanti, qui l’orchestra si cimenta in inseguimenti fra strumentazioni che si passano staffetta come in una colonna sonora di un film. Il piano riesce a incutere suspense in un atmosfera generale greve. Ampie aperture tracciano raggi di luce oltre la metà del brano, per poi ritornare in ambientazioni più scure e agitate.
Ciò che “III Movimento” mette nuovamente in cattedra è la purezza di quest’artista vero, incontaminato, una perla rara nel panorama musicale. Come Tony Carnevale davvero in pochi, e non lo dico per simpatia o galanteria, è la semplice realtà dei fatti. Se volete aprire una parentesi culturale alla vostra giornata, mettete “III Movimento” come colonna sonora, senza indugio. MS 






Versione Inglese: 



TONY CARNEVALE - III Movimento (Extended Version - 2022)
Soundtrack Records
Genre: Classical Music - Symphonic Prog
Support: vinyl / cd - 1999 /2022


Music as an expression of an artist, should not be labeled.
This is in theory, in practice one needs a collocation to make it clear to an unsuspecting reader or new listener, what it is about. However, there are musicians who I believe are impossible to place in a specific context. The story of Tony Carnevale you all know by now, you who read my blog, because I have had the opportunity to talk about it extensively. The Roman composer has numerous activities in addition to having collaborated with renowned artists such as Francesco Di Giacomo (Banco Del Mutuo Soccorso), Rodolfo Maltese (Banco Del Mutuo Soccorso), Patty Pravo, etc.
Each record he composes is a story in itself, with the ability to write music without rules, free to form in the making, but he also does not disdain Progressive Rock, Jazz, In short, Carnevale always has a way to attract the attention of the most demanding listener. Among his extensive discography, A Dance Opera For Symphonic-Rock Orchestra called “III Movimento” sees new expanded and analog remastered guise today. It was born in 1999 as a dance project and was released in stores in triple format with the previous albums, “Risonanze” and “La Vita Che Grida”. For the making of the album, Carnevale was assisted by an eleven-piece orchestra.
The work opens with a title probably intended as a reference to Genesis, “Danza Sul Vulcano”, and Prog Rock in effect becomes apparent in attitude. The tunes that make up the ten-minute piece pass relays in mood and tempo changes, as happened in “Darwin” or Banco Del Mutuo Soccorso's “Di Terra”. The context is rich with historical and orchestral references, making the piece a modern mini-opera.
“Igrayne”, inspired by the character of ‘Excalibur’ future mother of King Arthur, opens on the wings of a very sweet piano that leaves the stage to Rudy Costa's electric guitar engaged in a measured, heartfelt and classy solo. Psychedelia is present here, just to emphasize once again, should there be a need, Carnival's versatility.
And speaking of great Prog, here is a further nod to the genre with “Quadri”, an elaboration of Modest Petrovič Musorgsky's “Quadri Di Un Esposizione”, and the style of Emerson Lake & Palmer. A poetic intent to emphasize that this thirteen-minute mini-suite is real music, containing all that is needed to fully enter the term Opera Rock! Also inside is a reference to “Una Notte Sul Monte Calvo”.
“Il Cammino” is described as follows by the author: ”A song created for the soundtrack of a production on Benvenuto Cellini (later made by Battiato), it evokes the image of a long collective journey, a human caravan traveling without a precise destination”. The piece comes across as highly cinematic.
Concluding are two unfinished pieces, “Incompiuta – Parte Prima” and “Incompiuta – Parte Seconda”. The first is suitable for an all-female choreographic performance, thanks to the sinuous and captivating rhythms. The second is an improvisation on dancing bodies, here the orchestra engages in pursuits between instrumentations that pass relays like a movie soundtrack. The piano succeeds in instilling suspense in a heavy overall atmosphere. Wide openings trace rays of light beyond the middle of the piece, only to return to darker, more agitated settings.
What “III Movimento” again brings to the fore is the purity of this true, untainted artist, a rare pearl in the musical landscape. Like Tony Carnevale there are very few indeed, and I do not say this out of sympathy or gallantry, it is the simple fact of the matter. If you want to open a cultural parenthesis to your day, put “III Movimento” as a soundtrack, without delay. MS







venerdì 20 dicembre 2024

Rock Progressivo Anno 2024

 

ROCK PROGRESSIVO anno 2024

Considerazioni libere

Di Massimo Salari




 
Scandito come gocce d’acqua che cadono lentamente e sistematicamente nello stesso punto, il tempo procede il suo cammino con o senza il consenso umano. Probabilmente il tempo è una delle poche cose in cui ancora non siamo stati capaci di fare danni, anche se lo sogniamo.
I lettori italiani sanno bene in che periodo viviamo, agli amici fuori nazione dico che qui da noi la libertà è solo un sostantivo per il dizionario italiano, la realtà è ben altra cosa. Gli strumenti tecnologici hanno visto maggiorata la funzione di controllo e manipolazione mentale.
Vi starete chiedendo il perché di questo preambolo incongruente all’argomento, ebbene così estraneo non è, moltissime band hanno preferito quest’argomento per i loro album concept, il più citato assieme all’AI e alle fiabe in senso generico.
Nel 2024 ciò che ho notato nell’indagare e leggere nel web, è ancora questa eterna e insanabile discrepanza sul significato del termine Progressive Rock (…e che palle!). Personalmente ho capito che a nulla è servito scrivere un libro sull’argomento (“Post Prog Moderno – L’Alba Di Una Nuova Era”), nemmeno per far discutere o chiarire dei concetti. Credo che dopo quattro libri musicali, mi dedicherò solamente ai romanzi, sicuramente sarà meglio.
Sono personalmente stanco di ripetere le stesse cose, ci sono ancora i talebani del Prog che non ritengono tale il genere moderno (che da solo non ha significato se non abbinato a un genere), come se per loro la sperimentazione fosse morta negli anni ’70. Come se tutta la vita bisogna suonare come i Genesis, allora si, che sei Prog! Come se tutta la vita devi avere una tecnica assurda per fare musica logorroica e complessa, allora si che sei Prog!
Il Progressive Rock è un’attitudine.
Vi giuro, è l’ultima volta che lo dico: Prog è l’abbreviazione di Progressive, cioè di “Progredire”, tentare di cambiare le coordinate di un genere, per cui Progressive Rock, Progressive Metal, Progressive Folk, Progressive Jazz e così via all’infinito sono tentativi di mutare un genere ben specifico. Dire “Io ascolto Prog” non ha alcun significato a meno che sei musicalmente parlando onnivoro e aperto a ogni tipo di contaminazione, ma così generalmente non è. Ad esempio è difficile che un Progghettaro Rock puro apprezzi il Metal Progressive, esclusi dei rari casi. Certo è che alcune band odierne a loro volta tentano nuove soluzioni, ma sono passati sessanta anni e il Progressive Rock di oggi non può essere uguale a quello passato. Sono cambiate le mode, le tecnologie strumentali e soprattutto il contesto sociale che ricopre il ruolo maestro nella musica dai tempi dei tempi. Ho persino sentito dire che oggi le band (o artisti), non hanno idee e neppure tecnica strumentale, ciò denota un’analisi superficiale e infondata sull’argomento. Chiaro che esistono realtà meno ferrate, ma queste ci sono sempre state, anche in passato! Sono cresciute in maniera esponenziale le uscite discografiche, per cui la matematica porta a un inevitabile calcolo delle probabilità. Però il buono c’è sempre stato in ogni periodo.
Venendo alle band attuali, queste sono sempre impegnate nella ricerca, ma non suoneranno più come i Genesis, tuttavia sono anche loro Progressive Rock! Chi suona oggi il genere come negli anni ’70, può essere conteggiato nel termine, ma soltanto per settoriale indicazione sonora, per questo esiste oggi il termine “Post Prog Moderno”,  ossia portare avanti la voglia di cambiamento distante dagli stilemi del passato. Un paletto per non mischiare per esempio gli Opeth con i suddetti Genesis.
Ognuno di noi è attaccato alla musica con cui è cresciuto, non accettando il nuovo, per cui questo mio discorso resterà a molti un’accozzaglia di stupidaggini, ecco l’incongruenza della mentalità “Progressiva”, l’elevarsi al dotto della musica con i gusti più raffinati e rimanere nella bolla del passato. Un poco come se oggi dovessimo ancora andare in giro a piedi e che l’invenzione della ruota non fosse servita a nulla.
I gusti musicali non si discutono, la musica più bella del mondo è solo quella che ti piace, ma la storia non s’inventa.
Potete non essere concordi con me, liberi ognuno di avere un proprio credo, questo è soltanto il mio.
Detto ciò, vediamo rapidamente una carrellata di dischi che sono usciti in questo 2024 e che mi hanno colpito maggiormente.
A livello estero, sono ancora i big a fare da traino, anche se qualche sorpresa non è mancata.
Ho apprezzato il ritorno dei SOLARIS con “Martian Chronicles III: I Or A.I.”, i VIIMA di “Väistyy Mielen Yö”, i RITUAL con “The Story of Mr. Bogd Part 1”, l’interessante ritorno degli OPETH con “The Last Will and Testament”, i THE ARISTOCRATIC con “Duck The Aristocrats”, l’inossidabile NEAL MORSE & THE RESONACE e il loro “No Hill For A Climber”, e poi TONY LEVINE, MADRIGAL, AGUSA, BIG BIG TRAIN, BENT KNEE, KARFAGEN, AMAROK, e soprattutto il Prog Folk dei francesi ODDLEAF nell’ottimo “Where Ideal and Denial Collide”.
Nulla di trascendentale, soltanto buona musica che di questi tempi credetemi non è poco.







Per quello che concerne il Progressive Rock Italiano ne avete una ampia carrellata nel blog stesso, tuttavia tengo a nominare per primi i RAVEN SED.
Ho apprezzato molto la ricerca di CLAUDIO MILANO, TONY CARNEVALE, GIANNI VENTURI, il ritorno dei DAAL, MERGIN CLUSTER, il Prog classico e intramontabile dei CELESTE, LE ORME, BAROCK PROJECT, i MOONDBOUND, QUANAH PARKER, PHAEDRA, NORTHNER LINE, MOTO ARMONICO, PROWLERS, MACROSCREAM, IL CUBO DI RUBIK, MAURO MONTOBBIO, L’UOVO DI COLOMBO, CAMBIO DELLA GUARDIA, ALIANTE, TEODICEA, ODESSA, AETHER, DGM, LEVIATHAN, LETHE, NOTTURNO CONCERTANTE, IL SENTIERO DI TAUS, LUNOPHONE, CARMINE CAPASSO, G.O.L.E.M., NICOLA ALESINI e SARO COSENTINO, e TWENTY FOUR HOURS. Non li ho nominati per ordine di gradimento ma casuale, viste le buone proposte a livelli quasi equi.




Quindi tanta buona musica anche in questo 2024 e mi scuso con chi non ho nominato o che non ho ancora avuto modo di ascoltare.
La musica c’insegna che ogni periodo ha il buono e il meno buono, ma ricordiamoci sempre che dietro a un disco c’è un lavoro, un concetto, tanto tempo dedicato e passione, per questo consiglio di ritagliare più tempo libero per l’ascolto, ossia di dedicare attenzione a cosa si ascolta e non un fugace mordi e fuggi magari da un telefonino.
Ascoltiamo!
Buone feste a tutti, un augurio grande che possa giungere in ogni vostra casa e famiglia!
Prog on!


 Versione Inglese:


PROGRESSIVE ROCK year 2024
Free Thoughts

By Massimo Salari




 
Punctuated like drops of water falling slowly and systematically in the same spot, time proceeds its path with or without human consent. Time is probably one of the few things in which we have not yet been able to do damage, even if we dream of it.
Italian readers are well aware of the times we live in, to friends outside the nation I say that here in our country freedom is just a noun for the Italian dictionary, the reality is quite different. Technological tools have seen an increased function of mental control and manipulation.
You may be wondering why this incongruent preamble to the topic, well so unrelated it is not, many bands have preferred this topic for their concept albums, the most cited along with AI and fairy tales in a general sense.
In 2024 what I have noticed in investigating and reading on the web, is still this eternal and irremediable discrepancy on the meaning of the term Progressive Rock (...and what the heck!). Personally, I realized that it was of no use to write a book on the subject (“Post Modern Prog - The Dawn Of A New Era”), not even to make people discuss or clarify concepts. I think that after four music books, I will devote myself only to novels, surely it will be better.
I am personally tired of repeating the same things, there are still the Prog Taliban who do not consider the modern genre (which by itself has no meaning unless coupled with a genre) to be such, as if experimentation died for them in the 1970s. As if all your life you have to sound like Genesis, then yes, you are Prog! As if all your life you have to have absurd technique to make logorrheic and complex music, then yes you are Prog!
Progressive Rock is an attitude.
I swear to you, this is the last time I'll say it: Progressive is short for “Progressive,” that is, attempting to change the coordinates of a genre, so Progressive Rock, Progressive Metal, Progressive Folk, Progressive Jazz and so on ad infinitum are attempts to mutate a very specific genre. To say “I listen to Prog” has no meaning unless you are musically speaking omnivorous and open to all kinds of contamination, but that is generally not the case. For example, it is difficult for a pure Progghettarian Rock person to appreciate Progressive Metal, except in rare cases. Certainly it is that some of today's bands in turn try new solutions, but sixty years have passed and today's Progressive Rock cannot be the same as the past. Fashions have changed, instrumental technologies have changed, and above all the social context that plays the master role in music since the days of yore.
. I have even heard that bands (or artists) today, do not have ideas or even instrumental technique, this denotes a superficial and unfounded analysis on the subject. Clearly, there are less fermented realities, but these have always been there, even in the past! Record releases have grown exponentially, so the math leads to an inevitable calculation of probabilities. There has always been good in every period, though.
Coming to current bands, these are always committed to research, but they will no longer sound like Genesis, yet they too are Progressive Rock! Those who play the genre today as they did in the 1970s can be counted in the term, but only by sectional sonic indication, which is why the term “Modern Post Prog” exists today, i.e., carrying forward the desire for change away from the styles of the past. A stake not to mix for example Opeth with the aforementioned Genesis.
 
Each of us is attached to the music we grew up with, not accepting the new, so this speech of mine will remain to many a hodgepodge of nonsense, here is the incongruity of the “Progressive” mentality, rising to the duct of music with the most refined tastes and staying in the bubble of the past. A little like we still have to walk around today and that the invention of the wheel was of no use.
Musical tastes are not debated, the best music in the world is just the music you like, but history is not invented.
You may disagree with me, free everyone to have their own beliefs, this is only mine.
Having said that, let's quickly look at a roundup of records that came out in this 2024 and impressed me the most.
Overseas, it is still the biggies that lead the way, although a few surprises were not lacking.





I enjoyed the return of SOLARIS with “Martian Chronicles III: I Or A.I.,” VIIMA's “Väistyy Mielen Yö,” RITUAL with “The Story of Mr. Bogd Part 1,” the interesting return of OPETH with ‘The Last Will and Testament,’ THE ARISTOCRATIC with ‘Duck The Aristocrats,’ the stainless NEAL MORSE & THE RESONACE and their ‘No Hill For A Climber,’ and then TONY LEVINE, MADRIGAL, AGUSA, BIG BIG TRAIN, BENT KNEE, YANG, KARFAGEN, AMAROK, and especially the Prog Folk of the French ODDLEAF in the excellent ”Where Ideal and Denial Collide.”
Nothing transcendental, just good music which in these times believe me is not little.
As far as Italian Progressive Rock is concerned you have an extensive roundup of it in the blog itself, however I would like to mention RAVEN SED first.
I really enjoyed the research of CLAUDIO MILANO, TONY CARNEVALE, GIANNI VENTURI, the return of DAAL, MERGIN CLUSTER, the classic and timeless Prog of CELESTE, LE ORME, BAROCK PROJECT, the MOONDBOUND, QUANAH PARKER, PHAEDRA, NORTHNER LINE, HARMONIC MOTION, PROWLERS, MACROSCREAM, THE RUBIK'S CUBE, MAURO MONTOBBIO, PIGEON'S EGG, CHANGE OF THE GUARD, GLIDER, THEODICY, ODESSA, AETHER, DGM, LEVIATHAN, LETHE, NOCTURNE CONCERTANTE, THE PATH OF TAUS, LUNOPHONE, CARMINE CAPASSO, G. O.L.E.M., INNER PROSPEKT, NICOLA ALESINI and SARO COSENTINO, and TWENTY FOUR HOURS. I have not named them in order of liking but random, given the good offerings at almost equal levels.





So a lot of good music in this 2024 as well, and I apologize to those I have not named or haven't had a chance to hear yet.
Music teaches us that every period has the good and the not-so-good, but let's always remember that behind a record there is work, a concept, a lot of dedicated time and passion, which is why I recommend carving out more free time for listening, that is, paying attention to what you are listening to and not a fleeting bite maybe from a cell phone.
Let's listen!
Happy holidays to all, a big wish may it reach every one of your homes and families!
Prog on!

giovedì 19 dicembre 2024

Stefania Graziani With Tony Carnevale

STEFANIA GRAZIANI WITH TONY CARNEVALE – Hands
Soundtrack Records
Genere: Classica Contemporanea – Sinfonico
Supporto: cd – 2024





Lasciatemi passare il concetto: l’arte condivisa, quella fatta a più mani, è oggi diventata un patrimonio dell’umanità.
In un contesto sociale mordi e fuggi, dove l’approssimazione e la facilità di poter autoprodurre un brano o un disco (che dir si voglia) a discapito della qualità la fa da padrone, imbattersi in un lavoro dettagliato, curato e senza paletti restrittivi riguardanti i generi, è quantomeno stupefacente.
Tony Carnevale, compositore, arrangiatore, orchestratore, direttore di coro e d’Orchestra, produttore artistico, produttore musicale, fonico e formatore, credo non abbia bisogno di ulteriori presentazioni, mentre per chi non lo dovesse ancora conoscere rimando all’approfondimento nei suoi siti www.tonycarnevale.world e www.tonycarnevale.it .
Con una discografia importante alle spalle, Carnevale è anche maestro direttore dell’ANORA Project (https://www.anora.it/anora-project/), basato principalmente sulla collaborazione artistica come scambio di esperienze, stimoli, creatività e umanità. Il sistema compositivo affrontato viaggia liberamente, senza preconcetti di sorta, lasciando all’artista la possibilità totale di essere se stesso e sperimentare.
Stefania Graziani è diplomata in pianoforte e Musica da Camera, anche lei è componente fondatore del progetto Anora e nel contesto realizza l’album “La Musica Cambia”, quindici brani per piano solo. Assieme a Carnevale si gettano anima e corpo in un lavoro creato a quattro mani, non a caso il titolo è “Hands” che tuttavia nello specifico assume numerosi significati: mani che creano, mani che esprimono arte non derivante dall’AI, mani esperte di uomo e di donna che si stringono per un’intesa di fondo.
In questi undici brani, la musica è in divenire, si plasma strada facendo in un approccio non razionale legato principalmente al cuore dei creatori, quindi di collaborazione. La cura per il suono è un valore aggiunto all’opera, gli strumenti sono campionati uno a uno, un approccio che definirei al tempo d’oggi quasi romantico. Il cd si presenta con il disegno di Lorenzo Graziani, su progetto grafico di Luisa Mosca.
L’apertura spetta a “Nelle Tue Mani - Prima Parte” , un titolo confidenziale che si traspone nella musica rappresentata in una staffetta dove  il sorvolare delicato delle dita sui tasti d’avorio, incontra il suono malinconico degli archi d’orchestra.
“Uniti E Distinti” rappresenta al meglio il significato della lezione Anora, creare assieme ognuno attraverso la propria personalità. Un seguirsi, ascoltarsi, incrociarsi per poi fondersi in un tutt’uno. Il violino è il collante di questo movimento emotivamente struggente.
“Mare Calmo Sotto A Un Temporale” coglie a pieno lo stato d’animo di chi vive l’esperienza di una quiete dopo la perturbazione. Gli strumenti che variano dal piano al flauto, al violoncello, conducono l’ascoltatore verso un crescendo in cui la vita da sfoggio della propria essenza. Analogo il discorso per “Lo Scorrere Dell’Acqua”, una composizione in cui musica classica e sinfonica si legano alla perfezione. Circa a metà dell’album giunge un brano che spezza l’ascolto, in cui un vivace clavicembalo riesce a unire il passato al presente, “Incontri Possibili”. Immaginate Johann Sebastian Bach duettare con Ian Anderson (Jethro Tull). Ritorna l’intimità, questa volta quella della capacità di amare, grazie a “Il Tempo Del Cuore”.
“Nelle Tue Mani – Parte Seconda” è una reprise del brano di apertura strutturata su un crescendo davvero coinvolgente.
In “Il Vento Sognato”, gli autori immaginano il vento entrare in una stanza piena di strumenti e, come per gioco, tutti prendono forma e vita. Movimento allegro dove ognuno si cimenta in una goffa sinfonia.
“Nel Castello Di Carta” è un pezzo onirico in cui la fantasia vola guidata dai suoni crescenti e mutevoli, il tutto sempre in modo elegante e leggiadro nel volteggiare. “Viaggio Senza Dove” gode anche di percussioni etniche, mentre la chiusura spetta a “Passo A Due”. Qui Tony Carnevale vuole dedicare il brano proprio a Stefania Graziani tendendogli la mano che lei sapientemente sa cogliere e far viaggiare sulla tastiera assieme a quelle di Tony.
“Hands” è quindi una colonna sonora per vivere a pieno la vita in tutte le sue sfaccettature, non soltanto musica bensì una parte fondamentale di tutti noi: l’anima. MS 






Versione Inglese:


STEFANIA GRAZIANI WITH TONY CARNEVALE - Hands
Soundtrack Records
Genre: Classical Contemporary - Symphonic
Support: cd - 2024


Let me pass on the concept: shared art, art made by many hands, has today become a heritage of humanity.
In a biting social context, where approximation and the ease of being able to self-produce a song or record (whatever you want) at the expense of quality reigns supreme, to come across a detailed, polished work with no restrictive stakes regarding genres is at least amazing.
Tony Carnevale, composer, arranger, orchestrator, choir and orchestra conductor, artistic producer, music producer, sound engineer and trainer, I believe needs no further introduction, while for those who should not yet know him I refer you to the in-depth discussion on his sites www.tonycarnevale.world and www.tonycarnevale.it .
With an important discography behind him, Carnevale is also master director of the ANORA Project (https://www.anora.it/anora-project/), based primarily on artistic collaboration as an exchange of experience, stimulation, creativity and humanity. The compositional system approached travels freely, without preconceptions of any kind, leaving the artist the total opportunity to be himself and experiment.
Stefania Graziani has a diploma in piano and Chamber Music, she is also a founding member of the Anora project, and in the context she creates the album “La Musica Cambia”, fifteen pieces for solo piano. Together with Carnevale they throw themselves body and soul into a work created by four hands, not by chance the title is “Hands” which, however, specifically takes on numerous meanings: hands that create, hands that express art not derived from AI, expert hands of man and woman that clasp together for an underlying understanding.
In these eleven tracks, the music is in the making, shaping itself as it goes along in a non-rational approach related primarily to the heart of the creators, thus of collaboration. The care for sound is an added value to the work, the instruments are sampled one by one, an approach I would call in this day and age almost romantic. The CD is presented with artwork by Lorenzo Graziani, based on graphic design by Luisa Mosca.
The opening is up to “Nelle Tue Mani – Prima Parte” , a confidential title that is transposed into the music represented in a relay where the delicate flying of fingers over ivory keys, meets the melancholy sound of orchestral strings.
“Uniti E Distinti” best represents the meaning of the Anora lesson, creating together each through their own personality. A following each other, listening to each other, crossing over and then merging into one. The violin is the glue of this emotionally poignant movement.
“Mare Calmo Sotto A Un Temporale” fully captures the mood of those who experience stillness after disturbance. Instruments ranging from piano to flute to cello lead the listener to a crescendo in which life shows off its essence. Similar is the case with “Lo Scorrere Dell'Acqua”, a composition in which classical and symphonic music bind to perfection. About halfway through the album comes a track that breaks the listening experience, in which a lively harpsichord manages to unite the past with the present, “Incontri Possibili”. Imagine Johann Sebastian Bach duetting with Ian Anderson (Jethro Tull). Intimacy returns, this time that of the ability to love, thanks to “Il Tempo Del Cuore”.
“Nelle Tue Mani – Seconda Parte” is a reprise of the opening track structured on a truly engaging crescendo.
In “Il Vento Sognato”, the authors imagine the wind entering a room full of instruments and, as if by play, they all take shape and life. Cheerful movement where everyone tries their hand at an awkward symphony.
“Nel Castello Di Carta” is a dreamlike piece in which the imagination soars guided by the growing and changing sounds, all always elegantly and gracefully twirling. “Viaggio Senza Dove” also enjoys ethnic percussion, while the close is up to ”Passo A Due”. Here Tony Carnevale wants to dedicate the song specifically to Stefania Graziani by extending his hand, which she skillfully grasps and lets travel on the keyboard along with Tony's.
“Hands” is thus a soundtrack to living life to the fullest in all its facets, not just music but a fundamental part of all of us: the soul. MS






mercoledì 18 dicembre 2024

DeaR

DEAR – Gli Altri
Music Force /Egea Music
Genere: Cantautore
Supporto: 3cd – 2024





Il cantautore Davide Riccio, in arte DeaR, apre nuovamente  le porte del suo archivio dopo il triplo “DeaR Tapes (Greetings From Uchronia)” del 2023 in cui si andavano a ripescare i brani scritti dal 1981 ai primi anni ’90. Trattasi di un triplo lavoro questo “Gli Altri” dove lo scrittore, poeta, giornalista, compositore e musicista, mette in luce tutto il materiale scritto dal 1991  al 1999. Anche in quest’oceano di canzoni si può apprezzare la vena artistica del torinese attivo nel tempo anche in collaborazioni che riguardano Roulette Cinese, Philippe Blache, Deadburger e Carlo Actis Dato.
L’universo DeaR è sconfinato, raramente ripetitivo, a testimonianza della volontà di spaziare negli stili e nei tempi.
Mentre con “DeaR Tapes” si può conoscere un artista in alcuni frangenti acerbo e alla ricerca di un vero e proprio stile, in “Gli Altri” denota una presa di posizione maggiormente marcata, sicuramente dettata dall’esperienza acquisita nel tempo.
Il primo cd tratta il periodo 1991 – 1995 e si apre con un corale di quasi due minuti intitolato “L’Orologio Da Rote”. Lo stile Dear si presenta nel brano “Volta Per Volta”. Non esulano richiami al passato come nel refrain di “Ma Poi Non Arrivi Mai” in cui gli anni ’60 splendevano attraverso composizioni allegre e cantabili. Così presenti anche gli anni ’80 in moltissime altre composizioni come ad esempio “Per Esserci Al Mondo”, un sapiente bilanciamento fra musica ben arrangiata con il sax di Alvin Crapanzano e il testo sempre arguto, come ci ha saputo abituare Riccio nel tempo. L’autore si lancia di tanto in tanto in ricerche strutturali e sonore, rasenti il Progressive Rock, non tanto per sonorità vere e proprie, ma quanto per l’attitudine, un esempio ne è la strumentale “Zenkiai”. Dance Fusion in agguato in “Khlobar”, così la New Wave in “In Un Istante” a testimonianza dell’apertura mentale di DeaR nei confronti della musica in generale. Personalmente ho trovato molto interessante il Jazz di “Zygoun”.
Il cd 2 affronta il periodo 1996 – 1998 e mostra un differente approccio alla musica, più ricercato e consapevole dei propri mezzi, fra cambi di ritmo, stili e umori. Tentativi elettrici in “Cyborg Punk Pogo”, strumentale che esula da quanto ascoltato sino ad ora. Ballata psichedelica “Verrà Il Giorno” in cui la fantasia di certo non manca, ma uno dei movimenti che mi ha colpito di più è quello pianistico di “Tingel Tangel” dal sentore passato e grigio. Il mondo del cantautorato puro è ben rappresentato in “Il Sogno Di Un Uomo Ridicolo”, dove la lezione di Fabrizio De Andrè sembra essere metabolizzata a dovere.
Il cd 3 mostra il DeaR periodo 1998 – 1999, il quale sembra essere molto ispirato e impegnato, si evince subito dalla breve “Quest’è Colui Che Il Mondo Chiama Amore”. Sembra più distante il periodo Post Punk cantautorale a favore di una profondità concettuale differente. Cominciano anche i frangenti elettronici che accompagneranno DeaR nei brani degli anni 2.000. Aumenta altresì la cura degli arrangiamenti. La Psichedelia non è del tutto abbandonata (vedi “Samskara” o “Raga Jana”), mentre notevole è la pianistica “Satiesques (Musiche Per La Segreteria Telefonica)” e “Timisoara (In Remembrance Of)”.
In un’immensa scorpacciata di musica autoprodotta nell’home recording studio come questa, è inevitabilmente impossibile non incappare in qualche brano demo registrato maluccio o con meno mordente, ma questo fa parte dell’evoluzione artistica di un cantautore che non ha remore nel mettersi in pasto al pubblico in tutte le sue sfaccettature. Il mondo DeaR è veramente cosmico e pieno di colori, sta a voi scegliere quelli che meglio rappresentano il vostro spirito. MS 



Versione Inglese:


DEAR – Gli Altri
Music Force /Egea Music
Genre: Songwriter
Support: 3cd - 2024


Singer-songwriter Davide Riccio, aka DeaR, opens the doors of his archive once again after the triple “DeaR Tapes (Greetings From Uchronia)” of 2023 in which songs written from 1981 to the early 1990s were dug up. It is a triple work this “The Others” where the writer, poet, journalist, composer and musician highlights all the material written from 1991 to 1999. Also in this ocean of songs, one can appreciate the artistic vein of the Turinese active over time also in collaborations involving Chinese Roulette, Philippe Blache, Deadburger and Carlo Actis Dato.
The DeaR universe is boundless, rarely repetitive, a testament to a willingness to range in styles and tempos.
While with “DeaR Tapes” one can get to know an artist at some junctures acerbic and in search of a real style, in “The Others” he denotes a more pronounced stance, surely dictated by the experience gained over time. The first CD covers the period 1991 - 1995 and opens with a nearly two-minute chorale entitled “L'Orologio Da Rote”. The Dear style shows up in the track “Volta Per Volta”. There are no exaggerated reminders of the past as in the refrain of “Ma Poi Non Arrivi Mai” in which the 1960s shone through upbeat and singable compositions. So present, too, are the 1980s in many other compositions such as “Per Esserci Al Mondo”, a skillful balance between well-arranged music with Alvin Crapanzano's sax and the always witty lyrics, as Riccio has accustomed us to over time. The author occasionally launches himself into structural and sonic research, bordering on Progressive Rock, not so much in terms of actual sonorities but in terms of attitude, an example being the instrumental “Zenkiai”. Dance Fusion lurks in “Khlobar”, so does New Wave in “In Un Istante”, a testament to DeaR's open-mindedness to music in general. Personally, I found the Jazz in “Zygoun” very interesting.
CD 2 deals with the period 1996 - 1998 and shows a different approach to music, more researched and aware of its means, between changes of rhythm, styles and moods. Electric attempts in “Cyborg Punk Pogo,” an instrumental that is outside what we have heard so far. Psychedelic ballad “Verrà Il Giorno” in which there is certainly no lack of imagination, but one of the movements that struck me the most is the piano-driven “Tingel Tangel” with its pasty, gray hint. The world of pure songwriting is well represented in “Il Sogno Di Un Uomo Ridicolo”, where the lesson of Fabrizio De Andrè seems to be properly metabolized.
CD 3 shows DeaR's 1998 - 1999 period, which seems to be very inspired and committed, evident immediately from the short “Quest'è Colui Che Il Mondo Chiama Amore”. It seems more distant from the Post Punk songwriting period in favor of a different conceptual depth. The electronic bangs that will accompany DeaR in the songs of the 2000s also begin. The care of the arrangements also increases. Psychedelia is not entirely abandoned (see “Samskara” or “Raga Jana”), while notable are the piano-driven “Satiesques (Music For The Answering Machine)” and “Timisoara (In Remembrance Of).”
In an immense glut of self-produced music in the home recording studio such as this one, it is inevitably impossible not to stumble upon a few poorly recorded demo tracks or those with less bite, but this is part of the artistic evolution of a singer-songwriter who has no qualms about putting himself out there to the public in all his facets. The world of DeaR is truly cosmic and full of colors, it is up to you to choose the ones that best represent your spirit. MS

lunedì 16 dicembre 2024

Stefano Manzini

STEFANO MANZINI – Consapevolezze
Music Force / Egea Music
Genere: Cantautore
Supporto: EP – 2024





Libertà è consapevolezza, libertà è un percorso artistico da intraprendere, lasciando alle spalle ogni freno inibitorio. Come ha avuto modo di raccontare il Banco Del Mutuo Soccorso negli anni ’70, siamo nati liberi, anche se la società nel tempo ci ha imposto delle restrizioni, resta il fatto che la libertà si manifesta nell'ardire del pensiero, nella scelta consapevole, e nell'incessante ricerca di se stessi.
La musica che maggiormente si presta a esprimere i concetti più o meno forbiti è il cantautorato. La storia è piena di cantautori, qui in Italia soprattutto vede il massimo splendore negli anni ’70, poi un brusco stop. Oggi sembra tornare l’interesse attorno a questo stile e alla voglia di fare musica, per questo accolgo con grande piacere un nuovo nome nel panorama, Stefano Manzini.
Inizia a cantare alla tenera età di sei anni nel coro della sua scuola elementare, ed è qui che scocca la scintilla. Studia canto moderno alla Music and Art International di Chieti per poi passare all’Accademia Musicale città di Pianella (Pe). E’ nel 2020 che inizia a produrre singoli con l’aiuto dell’amico compositore Vincenzo Di Nicolantonio e gli arrangiamenti di Elio Depasquale. Dopo alcune date live, Manzini si sente pronto per realizzare il primo album solista composto di cinque canzoni intitolato “Consapevolezze”.
La bellissima fotografia di Paolo Marchegiani (Contesto Creative) che accompagna il disco, esprime al meglio il concetto di viaggio nella consapevolezza, nella libertà, nell’amore, attraverso un binario che indica la strada da percorrere.
“Comunque Vada” è una ballata aperta da un arpeggio semplice mirato allo stato emotivo dell’ascoltatore. Una storia d’amore in cui la giovane voce del cantautore lancia un appello alla lei di turno. Il brano ha le caratteristiche della canzone italiana melodica con tanto di crescendo annesso. “Comunque Vada” è altamente radiofonica e può raggiungere un pubblico vastissimo.
“Fiaba (Allo Specchio)” gode di un ritornello ricco di deja vu che tuttavia funziona per caratteristiche riconducibili alla musica italiana anni ‘90/’00.
Torna la ballata in “Lasciare Andare” dove Manzini è ottimo interprete. Le parole sono sentite, la doppia voce uomo donna dona profondità all’ascolto incentrato inizialmente su voce e piano. Il brano è stato scritto nel 2022.
Uno sguardo a cosa è la vita in “Sei Parte Della Storia”, un punto di vista intimo in cui il cantautore paragona la vita a una canzone. Lo stile a questo punto è ben definibile, mentre l’EP si chiude con la versione “Intimate Session” di “Comunque Vada”, e il piano ricopre il ruolo principale.
“Consapevolezze” è un primo passo per farsi conoscere e la Music Force pone a Manzini questa finestra nel mondo della musica. Questi sono interessanti brani diretti, liberi, dove passare felicemente venti minuti in compagnia di buona musica italiana. MS

 

 



Versione Inglese:


STEFANO MANZINI - Consapevolezze
Music Force / Egea Music
Genre: Songwriter
Support: EP - 2024


Freedom is awareness, freedom is an artistic path to take, leaving behind any inhibiting brakes. As Banco Del Mutuo Soccorso had it to say in the 1970s, we are born free, even if society over time has imposed restrictions on us, the fact remains that freedom manifests itself in the boldness of thought, in conscious choice, and in the relentless pursuit of self.
The music that best lends itself to expressing the more or less forbidding concepts is songwriting. History is full of singer-songwriters, here in Italy especially seeing its heyday in the 1970s, then an abrupt stop. Today there seems to be a return of interest around this style and the desire to make music, so I welcome with great pleasure a new name to the scene, Stefano Manzini.
He began singing at the tender age of six in his elementary school choir, and that's where the spark was ignited. He studied modern singing at Music and Art International in Chieti and then moved on to the Music Academy City of Pianella (Pe). It was in 2020 that he began producing singles with the help of his friend composer Vincenzo Di Nicolantonio and arrangements by Elio Depasquale. After a few live dates, Manzini feels ready to release his first solo album consisting of five songs entitled “Consapevolezze”.
The beautiful photography by Paolo Marchegiani (Contesto Creative) that accompanies the album best expresses the concept of a journey into awareness, freedom, and love, through a track that points the way forward.
“Comunque Vada” is a ballad opened by a simple arpeggio aimed at the listener's emotional state. It is a love story in which the young singer-songwriter's voice makes an appeal to the she on duty. The song has the characteristics of the melodic Italian song complete with an attached crescendo. “Comunque Vada” is highly radio-friendly and can reach a very wide audience.
“Fiaba (Allo Specchio)” enjoys a refrain full of deja vu that nevertheless works for characteristics traceable to 90s/'00s Italian music.
The ballad returns in “Lascia Andare” where Manzini is an excellent performer. The words are heartfelt, the dual male-female vocals give depth to the listening centered initially on voice and piano. The track was written in 2022.
A look at what life is all about in “Sei Parte Della Styoria”, an intimate viewpoint in which the singer-songwriter compares life to a song. The style at this point is well defined, as the EP closes with the “Intimate Session” version of “Comunque Vada”, and the piano plays the main role.
“Consapevolezze” is a first step in making itself known, and Music Force gives Manzini this window into the world of music. These are interesting straightforward, free tracks where one can happily spend twenty minutes in the company of good Italian music. MS


sabato 14 dicembre 2024

Red Sand

RED SAND - Paint't Box
Oskar
Genere: Neo Prog
Supporto: Bandcamp / vinile / cd – 2024




Ho sempre guardato al Canada con un occhio attento in ambito Rock Prog e dintorni, qui si sono palesate numerose sorprese attraverso band coraggiose e innovative. Hanno rivisitato generi con forte personalità, se non addirittura divenire veri e propri precursori come per esempio i Rush o i Voivod. Anche nel Prog Rock molte sono le sorprese, una di queste si chiama Red Sand.
Fondati nel Quebec nel 2003 dal chitarrista Simon Caron, fans di David Gilmour (Pink Floyd), Andy Latimer (Camel) e Steven Rothery (Marillion), rilasciano negli anni ben dieci album di rispettabile Neo Prog.
Gli albori sono debitori alle band sopra citate, ma anche agli IQ e Pendragon, per poi spostarsi nel tempo verso un sound maggiormente personale. Iniziano con la formazione a quintetto per poi sfumare a trio composto di Michel Renaud (voce), Simon Caron (chitarre, basso, tastiere) e Perry Angelillo (batteria).
Musica semplice, diretta, spesso di classe e raffinata nelle melodie sempre in cattedra, specialmente durante gli assolo di chitarra che fanno sicuramente la gioia di estimatori di Pink Floyd e Marillion.
Musica colorata, non a caso il titolo “Paint’t Box”, ma non basta una scatola di colori, serve soprattutto avere idea di cosa rappresentare e colorare, perché disegnare un falso, è più semplice che creare un qualcosa di nuovo, ecco quindi che i Red Sand si adoperano del loro pur restando in uno stile oramai noto sin dagli anni ’80. Il disco si avvale di sei brani, fra i quali la suite finale di trentuno minuti in cui la classe della band fuoriesce in tutto il suo splendore.
I primi cinque pezzi scorrono molto bene, brevi, intensi, con assolo di chitarra che scaldano il cuore, in una volata passano, “Wake Up the Child”, “Us”, “Breaking Wings”, e “Poland”, ma il piatto forte è “Tie”.
L’equilibrio fra tastiere e chitarra è un altro elemento del sound Red Sand, così lo stesso vale per il passato e il presente.
Arpeggi, cambi di ritmo, parti strumentali (spesso in modalità IQ), qui ci sono tutte le prerogative che il Neo Prog ha saputo insegnare nel tempo.
Più di mezz’ora che vola come fossero dieci minuti, questo la dice lunga sulla sostanza di questa imperiale composizione.
Se vado a cercare quel qualcosa che si può aggiustare, è sicuramente l’equilibrio dei suoni nelle parti più pacate e la timbrica della ritmica, non che non vadano bene, dico che non rispecchia molto il mio gusto personale, così la voce che spesso rimane dietro la strumentazione, ma sono dettagli, la sostanza è ben altra.
Invito tutti all’ascolto di “Paint’t Box”, non soltanto gli amanti del genere in esame perché qui trattasi di musica totale. Dico altresì che questo stesso anno i Red Sand rilasciano un bonus di brani scritti nel 2021 per l’album “The Sound Of The Seventh Bell”, altro bel disco che potrete scoprire così come i precedenti, e allora noterete davvero l’evoluzione descritta di questa band. MS







Versione Inglese:


RED SAND - Paint't Box
Oskar
Genre: Neo Prog
Support: bandcamp / vinyl / cd - 2024


I have always looked at Canada with a keen eye in and around Rock Prog, here numerous surprises have emerged through brave and innovative bands. They have revisited genres with strong personalities, if not even becoming true forerunners like for example Rush or Voivod. Also in Prog Rock many are the surprises, one of them is called Red Sand.
Founded in Quebec in 2003 by guitarist Simon Caron, fans of David Gilmour (Pink Floyd), Andy Latimer (Camel) and Steven Rothery (Marillion), they release no less than ten albums of respectable Neo Prog over the years.
The beginnings are indebted to the aforementioned bands, but also to IQ and Pendragon, and then shift over time to a more personal sound. They began with a quintet lineup and then faded to a trio consisting of Michel Renaud (vocals), Simon Caron (guitars, bass, keyboards) and Perry Angelillo (drums).
Simple, straightforward, often classy and refined music in the melodies always in the cathedra, especially during the guitar solos that are sure to delight admirers of Pink Floyd and Marillion.
Colorful music, not coincidentally the title “Paint't Box”, but it is not enough to have a box of colors, it is necessary above all to have an idea of what to represent and color, because drawing a fake, is easier than creating something new, so here the Red Sand make an effort of their own while remaining in a style now known since the 80s. The disc makes use of six tracks, including the final thirty-one-minute suite in which the band's class comes out in all its glory.
The first five pieces flow very well, short, intense, with heart-warming guitar solos, in a sprint they go, “Wake Up the Child”, “Us”, “Breaking Wings”, and “Poland”, but the highlight is “Tie”.
The balance between keyboards and guitar is another element of the Red Sand sound, so is the past and present.
Arpeggios, rhythm changes, instrumental parts (often in IQ mode), here are all the prerogatives that Neo Prog has been able to teach over time.
More than half an hour flying by like it was ten minutes, that says a lot about the substance of this imperial composition.
If I go looking for that something that can be fixed, it is definitely the balance of the sounds in the quieter parts and the timbre of the rhythmic, not that they are not good, I say that it does not reflect much my personal taste, so the vocals that often remain behind the instrumentation, but these are details, the substance is quite another.
I invite everyone to listen to “Paint't Box”, not only lovers of the genre under consideration because this is total music here. I also say that this same year Red Sand releases a bonus of songs written in 2021 for the album “The Sound Of The Seventh Bell”, another beautiful record that you can discover as well as the previous ones, and then you will really notice the described evolution of this band. MS

 

 




giovedì 12 dicembre 2024

Moongarden

MOONGARDEN - Christmas Night 2066
Maracash Records / AMS Records
Genere: Symphonic Prog
Supporto: cd – 2023




Sono poche le band di Rock Progressivo Italiano moderno che possono vantare oggi una discografia così estesa composta di dieci album in studio, i mantovani Moongarden sono fra di loro. La band oggi sestetto, si basa su due colonne portanti principali che fanno riferimento ai nomi di Cristiano Roversi (tastiere, mellotron), e Davide Cremonini (chitarre). La storia comincia nell’ormai lontano 1993, molte date live e tanti altri riconoscimenti, soprattutto da parte della critica di settore in quanto la musica Prog sinfonica proposta è sempre agiata su alti livelli compositivi e tecnici. Tuttavia i Moongarden hanno anche loro nel proprio istinto, il piacere di creare melodie gradevoli ben miscelate all’insegnamento dei maestri del passato come Genesis e Pink Floyd su tutti.  Sono passati cinque lunghi anni dal bellissimo “Align Myself To The Universe”, ma il tempo e il Covid non hanno scalfito la volontà e il piacere di suonare ancora ottima musica, per questo ritroviamo la band con “Christmas Night 2066” e la solita splendida copertina realizzata dall’ormai icona del settore Ed Unitsky.
Il sestetto si completa con Simone Baldini Tosi (voce, violino), Dimitri Sardini (chitarre), Mirko Tagliasacchi (basso), e Mattia Scolfaro (batteria).
Nonostante il titolo dell’album, qui l’argomento non è incentrato sul Natale, bensì su un concept riguardante una famiglia impegnata in un’ipotetica guerra con tutto ciò che ne consegue, soprattutto sulla lotta di una madre costretta a subire il forte dolore della perdita del figlio. Nelle note di copertina si può leggere “Facciamo finta che sia Natale”, tutto questo apporta alla lettura del concept un dolore aggiunto che esalta all’ennesima potenza la stupidità della guerra oltre la mancanza di una felicità naturale che solo una famiglia riesce a dare, soprattutto in certi momenti. Questo apporta al sound dell’album un filo di malinconia particolare esaltata maggiormente dalla bella voce di Simone Baldini Tosi.
La versione deluxe del lavoro, contiene materiale aggiuntivo proveniente da cinque anni di collaborazioni di varia natura, Mangala Vallis, con Simone Rossetti, Il Porto Di Venere, e Saro Cosentino, oltre a cover dei Genesis.
Da rilevare immediatamente la robustezza dei suoni che riempiono l’ascolto durante gli undici brani del concept, tutto ciò è soprattutto per merito delle tastiere di Roversi, Mellotron compreso.
L’intro di “After All” mette in chiaro l’accaduto attraverso il greve incedere impreziosito da coralità vocali e un violino di sottofondo alle tastiere davvero struggente, così la rude “The Armageddon Parade” può iniziare la narrazione degli eventi. “God's Will” con il portamento pone un macigno sullo stato d’animo. Il sound possiede arrangiamenti moderni che possono richiamare alla mente passaggi cari a band come Porcupine Tree o The Pineapple Thief (in alcuni brevi casi) a testimonianza della volontà di progredire nel settore senza paletti o preconcetti. Il Progressive Rock in teoria dovrebbe essere questo, adeguarsi ai tempi, ed è a mio modo di vedere, la carta giusta per lasciare attivo l’interesse. Il collage dei brani tutti intersecati fra di loro, pone vivo l’ascolto che scivola via senza improvvisi stop monotoni, così come è adeguata la scelta di alternare partiture strumentali a momenti cantati. Le chitarre richiamano a tratti quelle di Steve Hackett (Genesis), perché le radici non si scordano mai, così come sparuti passaggi nel Neo Prog Marillioniano anni ’80. Un brano toccante su note di pianoforte s’intitola “Just You And Me”, piccola gemma sonora, e il concept si chiude in crescendo emotivo con “Building A New World” e “After All It's Christmas”, vetrina per le capacità balistiche della band che sa esibirsi con classe.
Il 2023 si conclude in bellezza con quest’album che di sicuro spaccherà il pubblico in due fazioni, quelli che lo riterranno troppo malinconico e quelli che invece godranno a pieno di queste toccanti atmosfere. Badate che in fin dei conti loro si chiamano “Il giardino della luna”, non della terra! MS 





Versione Inglese:


MOONGARDEN - Christmas Night 2066
Maracash Records / AMS Records
Genre: Symphonic Prog
Support: cd - 2023


There are few modern Italian Progressive Rock bands today that can boast such an extensive discography consisting of ten studio albums, Mantua's Moongarden are among them. The band today a sextet, is based on two main pillars that refer to the names of Cristiano Roversi (keyboards, mellotron), and Davide Cremonini (guitars). The story begins in the now distant 1993, many live dates and many other recognitions, especially from the critics of the sector as the proposed symphonic Prog music is always comfortable on high compositional and technical levels. However, Moongarden also have in their instincts, the pleasure of creating pleasing melodies well mixed with the teaching of past masters such as Genesis and Pink Floyd above all.  It has been five long years since the beautiful "Align Myself To The Universe", but time and Covid have not nicked the will and pleasure of still playing great music, which is why we find the band again with "Christmas Night 2066" and the usual stunning cover artwork by the now industry icon Ed Unitsky.
The sextet is completed with Simone Baldini Tosi (vocals, violin), Dimitri Sardini (guitars), Mirko Tagliasacchi (bass), and Mattia Scolfaro (drums).
Despite the title of the album, the subject matter here is not about Christmas, but rather a concept about a family engaged in a hypothetical war with all that entails, especially the struggle of a mother forced to endure the severe pain of losing her son. In the liner notes it can be read "Let's pretend it's Christmas", all of which brings to the reading of the concept an added pain that exalts to the nth degree the stupidity of war as well as the lack of a natural happiness that only a family can provide, especially at certain times. This brings to the sound of the album a particular thread of melancholy enhanced more by the beautiful voice of Simone Baldini Tosi.
The deluxe version of the work, contains additional material from five years of various collaborations, Mangala Vallis, with Simone Rossetti, Il Porto Di Venere, and Saro Cosentino, as well as Genesis covers.
Immediately noteworthy is the robustness of the sounds that fill the listening experience throughout the eleven tracks of the concept, all of which is mainly due to Roversi's keyboards, Mellotron included.
The intro of "After All" makes it clear what has happened through the heavy pacing embellished by choral vocals and a truly poignant keyboards background violin, so the rough "The Armageddon Parade" can begin the narrative of events. "God's Will" with poise places a boulder on the mood. The sound possesses modern arrangements that may call to mind passages dear to bands such as Porcupine Tree or The Pineapple Thief (in some brief instances) testifying to a willingness to progress in the field without stakes or preconceptions. Progressive Rock in theory should be this, adapting to the times, and it is in my view, the right card to leave interest active. The collage of songs all intersecting with each other sets the listening alive, which slips away without sudden monotonous stops, just as the choice of alternating instrumental scores with sung moments is appropriate.
The guitars at times recall those of Steve Hackett (Genesis), because roots are never forgotten, as are sparse passages into 1980s Marillionian Neo Prog. A touching track on piano notes is titled "Just You And Me", a small sonic gem, and the concept closes in emotional crescendo with "Building A New World" and "After All It's Christmas", a showcase for the band's ballistic abilities that they know how to perform with class.
2023 ends on a high note with this album that is sure to split audiences into two factions, those who will find it too melancholy and those who will fully enjoy these touching atmospheres. Mind you, after all, they are called Garden of the Moon, not Earth! MS