Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

venerdì 2 luglio 2021

Stratovarius, il Power di classe

 STRATOVARIUS

Di Massimo Salari




 

Si fondano ad Helsinki nel 1984 con il nome iniziale Black Water grazie al batterista e cantante Tuomo Lassila, il chitarrista Staffan Stråhlman e il bassista John Vihervä. Agli esordi risultano essere ancora lontani i riferimenti power metal, la band è piuttosto vicina al sound dei Black Sabbath e in particolare  a quello di Ozzy Osbourne. Diversi i cambi di line up, sino all’arrivo importante di Timo Tolkki, chitarrista e cantante influenzato dallo stile musicale di Ritchie Blackmore. Nel 1987 la band registra il suo primo demo, contenente le tracce Future Shock, Fright Night e Night ScreamerCon l’album FRIGHT NIGHT, i Stratovarius si fanno conoscere dal grande pubblico e proprio grazie a questo partono per un importante tour mondiale. Subiscono negli anni molti cambi di formazione e conoscono una crisi momentanea  nel 2008, Tolkki se ne va e lascia la chitarra a  Matias Kupiainen. I loro dischi sono sempre presi come punto di riferimento per il genere. La formazione storica è composta da Timo Tolkki (chitarra), Timo Kotipelto  (voce), Jens Johansson (tastiere), Jari Kainulainen (basso) e Jörg Michael (batteria). Timo Tolkki è anche l'autore della maggior parte delle musiche e dei testi.

 
 
DISCOGRAFIA IN STUDIO
 
FRIGHT NIGHT (1989 – CBS)
II (1992 - Bluelight Records)
TWILIGHT TIME (1992 - Shark Records)
DREAMSPACE (1994 - T&T Records)
FOURTH DIMENSION (1995 - T&T Records)
EPISODE (1996 - T&T Records)
VISIONS (1997 - T&T Records)
DESTINY (1998 - T&T Records)
INFINITE (2000 - Nuclear Blast)
ELEMENTS PT.1 (2003 - Nuclear Blast)
ELEMENTS PT.2 (2003 - Nuclear Blast)
STRATOVARIUS (2005 - Sanctuary Records)
POLARIS (2009 – earMUSIC)
ELYSIUM  (2011 – earMUSIC)
NEMESIS (2013 – earMUSIC)
ETERNAL (2015 – earMUSIC
)






 

STRATOVARIUS - Visions
T&T
Genere: Power Metal
Supporto: cd - 1997


 


 
Il genere Power Metal ricordo negli anni ’80 dicevano sia i critici musicali che i media tv, avrebbe dovuto avere vita breve. Ed invece mai previsioni furono così sbagliate, anche oggi nel 2020 ci sono proseliti e band nobili. Negli anni ’90 altro boom, con formazioni della Finlandia in prima linea, il genere soprattutto si arricchisce di classicismi e di invidiabile tecnica strumentale, basti pensare alla carriera di J.Y. Malmsteen, soprannominato il Paganini della chitarra elettrica.
I Stratovarius hanno una carriera invidiabile al riguardo, anche se negli anni al proprio interno non sono mancati importanti screzi personali, soprattutto fra il chitarrista Timo Tolkki ed il cantante Timo Kotipelto. Il carattere particolare del chitarrista ed il suo esaurimento nervoso non ha di certo giovato al quieto vivere della band, tuttavia ha portato ad una sana competizione interna e disco dopo disco la qualità accresce, sino raggiungere vette molto elevate con questo "Visions" nel 1997.
Almeno tre i classici contenuti in questo album concept che narra la vita di Nostradamus, The Kiss Of Judas, Black Diamond, e Paradise.
"Visions", sesto album della carriera dei Stratovarius,  raggiunge il quinto posto delle classifiche finlandesi, mentre in Italia si piazza al numero ventisei, per un disco prettamente metal è un risultato, specie da noi in Italia, ragguardevole. In Finlandia riesce a raggiungere le 20.000 copie vendute, assegnandosi il disco d’oro.
The Kiss Of Judas ci spara addosso tanta carica Power, in riff granitici ma eleganti, così la voce convince per estensione e modulazione. Il ritornello è quantomeno contagioso in quelle coralità portate al successo da band analoghe come gli Europe di The Final Countdown. Le tastiere a modo di Mellotron esibiscono epicità.
Black Diamond è aperto da un movimento barocco delle tastiere per poi lanciarsi un una sorta di Speed Metal song. Importanti i brevi e fulminanti assolo di chitarra che si passa la staffetta con le tastiere, la formula in questo genere è testata e funziona.
Una menzione a parte per la lenta Before The Winter, elegante nella struttura e ben interpretata.
Un disco godibile per la sua interezza, mai un momento di calo emotivo. MS







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