Platens
PLATENS
– Of Poetry And Silent Mastery
Burning
Minds – Atomic Stuff – Art Of Melody Music
Genere:
Melodic Hard-Rock
Supporto:
cd – 2021
Dietro
al nome Platens c’è il cantante, produttore, polistrumentista e cantautore Dario Grillo. Agli appassionati di Heavy
Metal sicuramente il nome non risulterà nuovo, infatti Grillo ha suonato con i
palermitani Thy Majestie e Violent Sun. Con “Of Poetry And Silent Mastery” trattasi
di terzo disco in studio, il progetto esce dopo sette anni dal precedente “Out
Of The World” e ben diciassette dal debutto di “Between Two Horizons”.
In
questa ultima opera Grillo si avvale di un folto numero di special guest, Katya
Miceli (voce), Gabriels (synth), Mirko Turchetta (chitarra in “Open Arms”), Dan
Logoluso (chitarra in “End Of The World”), Orazio Fontes (chitarra in “Close
But Far”) e Davide Perruzza (chitarra in “Paralyzed”).
Molto
bello l’artwork ad opera di Antonella “Aeglos Art” Astori che accompagna
l’ascolto. Le atmosfere grigie ben si adattano al suono dell’album, un tocco in
più a completare anche il senso della vista oltre che quello dell’udito. Ad
aprire il libretto dei testi ci sono le note introduttive a cura di Pippo
“Sbranf” Marino (Metal.it).
Il
tema trattato da Grillo in questo album è l’importanza di lasciare parlare la
musica in maniera semplice e diretta in controtendenza con i tempi moderni dove
ognuno cerca di intraprendere il mondo musicale come una trance agonistica. In
effetti questo terzo album di Platens è il più diretto e a mio avviso anche il
più efficace nel raggiungere le corde dell’ascoltatore.
Dei
dodici brani contenuti in “Of Poetry And Silent Mastery” ad aprire c’è “Conspiracy”,
subito una falciata di Power melodico con un ritornello molto ben congeniato.
La voce di Grillo è in ottima forma, a mio modo di vedere una fra le migliori
del nostro panorama metallico, perché malleabile e duttile a seconda delle
situazioni sonore e soprattutto dentro le righe, senza mai strafare. La sua è
una dote naturale credo, ma ad ascoltare l’impostazione si capisce il lavoro
con cui si è portato a questi livelli. Sulla stessa riga (e ritmica) giunge “Wait
For Me”, ai confini con l’AOR.
Un
salto negli anni ‘80/’90 con “Easily” e le coralità a sostenere il ritornello.
Brano decisamente radiofonico. A questo punto è la volta della prima semi
ballata, ottimamente supportata dalle tastiere, dal titolo “The Path”,
sicuramente un brano adulto, ben arrangiato e ricco di storia del genere al suo
interno. Ancora tastiere in apertura di “End Of This World”, apocalisse sonora
che nell’incedere ritmico si introduce in ambientazioni nebbiose e grigie
proprio come l’artwor ha saputo descrivere. Una sottolineatura a parte per la
batteria qui impegnata seriamente ma sempre lineare e senza sbavature.
Probabilmente ci sono molti deja vu, in realtà è il genere che lo esige, questo
stile è coinvolgente e dimostra comunque la buona vena compositiva di Grillo.
Non mancano dunque repentini cambi di tempo.
Torna
l’AOR con “Paralyzed” e la seconda semi ballata con “Winter” dove chitarre e
piano giocano a staffetta per poi lasciare spazio alla voce. Bellissimo lo
strumentale verso la conclusione del brano, pieno di enfasi e di una qualità
sonora che evidenzia un lavoro di registrazione davvero pulito e ben
bilanciato. Il ritmo si alza con “Open Arms”, uno spaccato di luce e giocosità
rispetto quanto ascoltato sino ad ora, divertente e da cantare con loro. Voce e
piano per “Give Or Let Go”, dritta al cuore, ma è con “Where The River Flows”
che si ritorna indietro nel tempo in un AOR immortale. Chiude l’album il brano
più lungo con i suoi quasi sette minuti “Close But Far”, tanta carne al fuoco e
una certezza, Platens è un progetto davvero molto professionale e ricco di
emozioni. La dodicesima canzone è una bonus track cantata in italiano e si
intitola “Fragile”.
Poco
altro da aggiungere se non che fra le note trasuda sincerità e tanto amore, una
musica che non sembra voler invecchiare mai e questo accade grazie alla
freschezza compositiva di questi artisti che ci fanno capire anche quanto di
buono ci sia in Italia, dovremmo imparare a non piangerci sempre addosso e
credere in noi stessi perché siamo davvero grandi! Consigliato. MS
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