CROWNHEADS
– CrownHeads
LM-RECORDS/Autoproduzione
Genere:
Hard Prog
Supporto: cd – 2002
Dietro
al moniker Crownheads c’è il cantautore Frederick Livi, amante dell’Hard Rock e
della musica in senso totale. L’incontro con Nick Ermini (basso, chitarra) ed i
Pelican Milk di Alex Savelli (basso, chitarra), vecchia conoscenza del
Progressive Rock Italiano, porta verso gli inizi degli anni 2.000 a concepire
il primo album da studio intitolato “CrownHeads”. A seguire il lavoro nel
missaggio troviamo anche Paul Chain, e l’ascolto lascia presagire atmosfere
cupe e pesanti.
Così
lo è in parte, Livi si lascia ispirare dalla musica in maniera travolgente,
storie dure e in alcuni casi anche ballate riflessive. L’Hard Rock e le
chitarre elettriche alzano strati di
polvere, gli assolo sono toccanti e diretti, come al genere piace. Il cantato è
in lingua inglese.
Il
disco è suddiviso in nove tracce, mentre la formazione che suona (dopo diversi
assestamenti) è completata da Fabrizio (Lask) Cattalani (batteria) e Tesh
Todaro (tastiere), mentre Livi canta e suona anche l’armonica a bocca.
Il
disco si apre con una “liberazione”, come la copertina lascia intendere, una persona che va al bagno ad espellere i
liquidi e subito attacca la ruvida “Blue
Hell”, dove fra le note elettriche fuoriesce in maniera evidente l’amore
dell’artista per un certo Hard Rock dalle tinte oscure. Il riff è ruffiano e di
facile presa, mentre il solo di chitarra è una bella rasoiata. In questo
momento dell’ascolto appaiono avanti ad i miei occhi gli anni ’80 e la mano di
Chain.
Più
solare “Choose Your Evolution”, un Hard Rock intelligente che non resta avvinghiato ad un ginepraio di titoli o nomi, il genere si lascia contaminare e fuoriesce
come deve essere nelle sembianze di spirito libero.
“Wake
Up (Going Is A Golden Word)”, è maligna, così come la voce di Livi ed ancora
una volta si torna ad un Hard Rock Dark movimentato da un riff ficcante. Il
brano a metà si spezza in un approccio acustico ed introspettivo, lanciando
l’ascoltatore su alti lidi soprattutto durante il solo di chitarra elettrica.
Chi ama il genere mi ha capito sicuramente e già starà cercando il disco.
Più
formula canzone “This Is Not Time”, un brano che coccola, caldo ed avvolgente,
grazie anche all’uso degli archi che ben arrangiano il brano. L’uso del piano è
perfetto, sgocciolando note delicate e di personalità. Quando i particolari
sanno fare la differenza.
“Between
Dark And Light” nei suoi sette minuti ci racconta molto dei CrownHead e su come
intendono concepire il significato di fare Rock. Ancora una volta il piano apre
il brano e le atmosfere si fanno rarefatte per poi aprirsi in maniera spaziosa
nel proseguo e sappiamo bene come funzionano i crescendo sonori, il culmine lo
raggiungono sempre con un assolo di chitarra e qui non si esula dal modus
operandi. “Think Of My Future” è molto acustica e facile da memorizzare nel suo
incedere rilassato e ponderante. Ancora formula canzone per Sail Away” più
semplice nel complesso, ma nel finale mi sembra di riconoscere il suono della
chitarra di Paul Chain.. Il ritmo sale con “Still Feel”, Rock sicuramente
adatto per essere cantato in sede live.
Il
disco si chiude con “Jesus”. Armonica a bocca e un velo di oscurità che copre
il tutto.
I
CrownHeads fanno Rock sincero, conservando lo spirito artistico che la musica
dovrebbe avere sempre intrinseco, spazio all’arte oltre che
all’adrenalina. Il disco comprende anche
una bonus track, “Child In The DarkProject” dove i proventi andranno proprio a
“Child In The Dark Project” per adozioni a distanza. MS
FREDERICK
LIVI & CROWNHEADS – Traveling
Contact
Zone s.r.o.
Genere:
Hard Rock
Supporto:
cd -2016
Nel
titolo “Traveling” è intrinseco il significato di viaggio ed è proprio così che
il polistrumentista e cantante Frederick Livi vuole intendere, la vita è un
viaggio.
Lo
ritroviamo dopo l’ottimo “CrownHeads” del 2002 con tanta carne al fuoco in
questo lavoro dove risiedono dieci tracce sonore registrate nel corso di
differenti anni. Con lui partecipano al progetto numerosi musicisti anche di
fama mondiale, Alex Savelli (chitarra, basso), Fabrizio (Lask) Cattalani (batteria),
Roberto Galletto (piano), Sabrina Bursi (piano, tastiere), M. Lucas (chitarra,
basso, tastiere), Marck Eno (Marco Talevi) (batteria), Simone Oliva (chitarra)
e Marco Massa (cori).
“Traveling”
è un messaggio di libertà, un operazione contro i sistemi dello showbiz, lontano
dai talent, tanto da portare l’autore a registrare il tutto in luoghi
improvvisati per un grande guadagno in sincerità.
Ed
il viaggio si apre con “I Am Your Boy (Angel Face)”, un Country di due minuti e
mezzo, semplice e diretto per poi passare a “Belong To The Wind”, il Rock che ti
prende. Livi muta pelle costantemente durante il proseguo dell’ascolto, ma qui
si sente che è il suo territorio, quello che ci ha mostrato nel precedente
album “CrownHeads”. Chitarre elettriche e buone melodie da cantare con l’artista.
“Sweet
Babe” nomen omen, una semi ballata Rock a tratti avvolgente che si lascia ascoltare
con piacere, il viaggio è fatto di differenti emozioni, l’importante non è la
nascita o la morte, è il durante… La vita, e qui nel brano ci sono saluti per i
nostri compagni di viaggio. Chitarra acustica, armonica e voce in “Down The
Bridge”, un mix strano fra David Bowie, Bob Dylan ed Edoardo Bennato tanto per
rendere l’idea.
Torna
il Rock con “Betania” (premiata nel 2011 come miglior colonna sonora al “Tabloid Witch Award” Hollywood (CA) USA) in un incedere caparbio supportato da tastiere
importanti ed effetti sonori. Il pezzo potrebbe benissimo risiedere nel
calderone del Progressive Rock a dimostrazione della preparazione musicale di Frederick
Livi. Altro lento con “Mad Cowboy Disease”, da segnalare l’ottima intensità del
cantato, sentito e ben interpretato.
Ho
apprezzato molto la personalità di “Bloody Feet On The Floor”, classico brano che
si può ascoltare ad occhi chiusi e che ti fa muovere in maniera incondizionata
tutto il corpo. Potreste trovarvi in mezzo alla stanza a suonare la vostra
chitarra invisibile, non ci sarebbe nulla di strano.
Segue
“Babe Blue (Fuckin’ Lies)”, più canzone rispetto quanto ascoltato sino ad ora,
molto sentita dall’artista che interpreta il brano su atmosfere molto ariose.
Il
piano di Roberto Galletto è un valore aggiunto in “Child In The Dark” la voce
di Livi sembra quella di Cat Stevens e tutto assume un aurea spirituale.
In
chiusura l’acustica “Shining Shoes” che potrebbe benissimo risiedere nel disco “The
Final Cut” dei Pink Floyd.
“Traveling”
è un disco variegato, mai fermo su uno stile unico, tanto quasi da farmelo
relegare nel genere Progressive Rock, ma non conta il genere conta l’essere, poi
ognuno di noi la può pensare come vuole. Tuttavia il messaggio è chiaro,
godersi il viaggio attraverso le esperienze, questa è la vita, e questa è la
musica di Frederick Livi & CrownHeads, ascoltiamola. MS
Nessun commento:
Posta un commento