Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO
La storia dei generi enciclopedica

venerdì 29 aprile 2022

Massimo Dellanilla

MASSIMO DELLANILLA – Riso, Pianto E Disincanto
Uroboro Records
Genere: Cantautore
Supporto: cd – 2022
 




Come dice il famoso detto, “Non c’è due senza tre”. Il cantautore gabianese Massimo Gabanetti, in arte Dellanilla, ritorna dopo il doppio cd “Sottosopra” dell’anno 2020. Lo ritroviamo ancora immerso nel cantautorato, quello che oggi è sempre più difficile incontrare, ma che negli anni ’70 ha spopolato in ogni dove. La musica acustica, fatta con garbo e con la chitarra protagonista, era quella che ti faceva passare serate con gli amici a cantare avanti una tavola, in una spiaggia o avanti ad un buon bicchiere di vino. Spesso faceva riflettere, non soltanto cantare e in alcuni casi diveniva addirittura “musica impegnata”. Ne abbiamo conosciuti molti di cantautori al riguardo, due nomi su tutti per farvi un esempio sono Francesco Guccini e Fabrizio De Andrè.
Dellanilla si pone in una via di mezzo, fra impegno e disimpegno, ma i testi proposti nelle canzoni hanno sempre una storia da raccontare. In “Riso, Pianto E Disincanto” l’autore dei brani si diverte a collezionare una serie di ritratti, con racconti di diversi personaggi che spesso fanno da trampolino a considerazioni di livello generale o a metafore.
Il disco è accompagnato da un’edizione cartonata con la copertina rappresentante un volto dipinto ad acquarello per opera di Gianantonio Gennari. Con Dellanilla suonano Renato Podestà (chitarre, mandolino, banjo, piano, percusssioni e cori), Davide Mariotti (chitarra in “Susy”, “Epitaffio”, “Intro” e “Coda”), Cek Franceschetti (chitarra resofonica e cori in “Amalia”) e Fabrizio Baselli (tromba e trombino). Le canzoni contenute nell’album sono quattordici, e il singolo estratto di cui viene girato anche il video s’intitola “Susy”.
Il cammino da intraprendere passa attraverso il “Preludio”, strumentale di un minuto che fa da apripista a “Balla Willy”. Divertente, su un ritmo salterello racconta la storia di questo personaggio che mette allegria mentre balla. Immaginate di prendere la musica di Stefano Rosso e miscelarla con le canzoni più allegre di Faber. “Ester” è una ballata malinconica con un testo che s’interseca con la poesia dove l’uso della parola è ragionato, immaginifico, vera e propria fotografia del racconto in questione. “Passi” ha l’incedere dello chansonnier, lo stile ricalca perfettamente le orme dei Modena City Ramblers nella loro famosa “I Cento Passi”. Con “Nora” un balzo fra il Rock e il Country, l’andatura del ritmo e la metrica lirica può anche ricondurre verso il cantautorato di quel gigante di nome Ivan Graziani. La tromba in alcune canzoni ha l’incarico di far tornare l’ascoltatore indietro nel tempo, così accade in “Lisa”, altra storia di una donna questa volta dalle sensazioni sonore anni ’30. Dopo la breve “Baffofulvo” giunge “Amara” ad alzare il ritmo e diverte in un'altra ballata dalle origini francesi. I testi sono contrari alla musica, ficcanti, duri, e ancora una volta riflessivi. Il nome di donna questa volta è quello di “Susy”, brano principale dell’album, dove Dellanilla mette davvero dentro tutta la propria anima.
Ancora trombe ad accompagnare la storia di “Amalia” e il ritorno del Rock alla Graziani, un connubio particolare che fanno della musica di Dellanilla un genere comunque di personalità. Una sorta di “Monna Lisa” acustica e retrò. Buono anche l’uso delle coralità, arrangiamenti in cattedra e per chi vi scrive questo episodio resta fra i migliori dell’intero album. Intensità in “Manichino”, un quadro sonoro ricco di colori che tuttavia tendono tutti verso il grigio. “Epitaffio” ha davvero molti deja vù e il disco si conclude con la breve “Coda” dove una slide accarezza l’ascoltatore e lo rimanda indietro ancora una volta agli anni ’70.
Oggi il cantautore è un artista da preservare come l’oro. Sempre più raro, è lui che impreziosisce la nostra musica, la cultura, quella che ci ha fatto crescere attraverso ascolti e ragionamenti. Il testimone dagli anni ’70 a oggi è passato attraverso diverse mani, una di queste è di Massimo Dellanilla. MS





Nessun commento:

Posta un commento