MEER
- Wheels Within Wheels
Karisma
Records
Genere: Crossover Prog
Supporto: cd / 2lp – 2024
Vi
giuro che non è colpa mia se negli ultimi tempi recensisco molte band del Nord
Europa, ma credetemi se vi dico che esiste un flusso di band quantomeno travolgente
impossibile da ignorare. Questa volta andiamo in Norvegia con la band Meer.
Iniziano
la carriera nel 2008 come duo (i fratelli Johanne Margrethe e Knut) e il nome
di Ted Glen Extended, ma dopo aver pubblicato nel 2012 l’omonimo ep, ampliano
la formazione sino giungere a otto elementi, da qui l’esigenza di cambiare anche
il logo in Meer. Oggi sono composti da Johanne-Margrethe Kippersund Nesdal (voce),
Knut Kippersund Nesdal (voce, tastiere), Eivind Strømstad (chitarre, cori,
tastiere), Åsa Ree (violino, cori), Ingvild Nordstoga Sandvik (viola, cori),
Ole Gjøstøl (pianoforte, tastiere, organo, cori), Morten Strypet (basso, cori),
e Mats Fjeld Lillehaug (batteria, percussioni, cori). La base sonora di
partenza nei primi ep e album, si regge su un Folk Rock Celtico per poi mutare
verso un Progressive Rock orchestrato e sofisticato, questo grazie alla
strumentazione di archi.
“Wheels
Within Wheels” è il terzo disco in studio dopo l’ottimo “Playing House”
(Karisma Records – 2021), un lavoro che ha aperto loro la porta del Prog che
conta. Con questa idea di orchestra Pop alternativa, i norvegesi mutano pelle
rispetto il passato disco, curando maggiormente le vocalità e gli
arrangiamenti. Undici i brani contenuti che trattano la complessità delle
interazioni umane, messe alla dura prova dalle criticità di questo cruciale
periodo storico fra guerre, odio e lotte per il potere.
L’ora
di musica inizia con “Chains Of Changes”, una sorta di lungo intro in cui il
piano si avventura in partiture delicate per poi lasciare spazio all’intervento
delle successive strumentazioni, in questi sei minuti c’è già l’essenza
dell’anima Meer. Bella la voce di Johanne Nesdal che riesce a immergere
l’ascoltatore in atmosfere care al mondo Canterburyano.
La
profondità dei suoni donano all’ascolto un fascino antico.
In
questa musica c’è una ricerca accurata per le melodie, non solo tecnica fine a
se stessa ma attenzione per un refrain da godere a pieno. Basso e batteria
aprono “Behave”, una canzone che ha tutte le caratteristiche di un brano
prettamente nordico sfoggiante atmosfere malinconiche, qui rese leggiadre
soltanto dal fischio che accompagna il movimento.
“Take
Me To The River” ha una delicatezza che travalica nella Psichedelia , mentre la
seconda parte nel Folk. Da questo istante in poi l’album incredibilmente cresce
in qualità, come se quanto proposto sino ad ora fosse stato semplicemente nella
norma. “Come To Light” è una ballata in cui si esalta tutto l’amore per la
vita. Per la riuscita i Meer usano tutta la loro classe in vocalità. Il singolo
porta il titolo di “Golden Circle”, il classico pezzo che cattura per ritmica e
intensità, qui la band si approccia al mondo del Pop. Ritorna la malinconia in
“To What End?” con una splendida interpretazione vocale maschile/femminile. Ed
è la volta di un brano che potrei accostare al termine capolavoro, “Today
Tonight Tomorrow”, celestiale ed elegante in tutti i passaggi, sia tastieristici
che orchestrali. La pianistica “World Of Wonder” fa da interludio a “Mother”,
esaltazione per il faro illuminante della nostra esistenza, colei che ci ha
tenuto in grembo per nove mesi: la mamma. Le arie fiabesche c’immergono
nuovamente dentro l’utero. Per concludere due pezzi che sono clamorosi e che
sfoggiano tutto l’armamentario Meer, “Something In The Water” e “This Is The
End”.
“Wheels
Within Wheels” è un album brillante che non può mancare nella vostra
collezione, e scusatemi se questa volta mi azzardo a pronunciare l’aggettivo “capolavoro”,
che tuttavia mi resta difficile perché è davvero tanto tempo che non lo uso. Fatto.
MS
Versione Inglese:
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