KOYO – Onism
Autoproduzione
Genere: Post Prog Moderno
Supporto: cd / lp – 2024
Spesso
ci siamo chiesti quale potrebbe essere il suono del Rock Progressivo del
futuro, ho provato nel mio piccolo a contribuire al quesito pubblicando per
Arcana Edizioni un libro al riguardo intitolato “Post Prog Moderno”, cercando
di analizzare le band che hanno nel proprio intento quello di spostare le
coordinate del genere attraverso il rispetto del passato rivisitato con nuove
idee e, giustamente, le sonorità moderne. Sicuramente il pubblico radicato al
Prog Rock storico degli anni ’70 non gradisce il cambiamento, proprio per
questo ho pensato di nominarlo Post Prog Moderno, con l’intento di tracciare
una riga temporale e stilistica.
Si
è detto altresì che oggi molto è stato già creato e che quindi è sempre più
difficile cercare nuove soluzioni, ma malgrado ciò, esistono sempre gruppi che
fanno della musica il piacere di ricercare.
L’Inghilterra
è stata sempre la patria del Rock Progressive, e anche in quello moderno
vogliono dimostrare di meritare lo scettro della non convenzionalità. Una band
che tengo sotto osservazione dal tempo è quella dei Koyo (in italiano Cojote).
Si forma nel 2015 a Leeds, da un’idea degli ex colleghi di conservatorio Huw Edwards
(voce, chitarra), Jacob Price (campionamento, sintetizzatori), Seb Knee-Wright (chitarre),
Dan Comlay (basso) e Tom Higham (batteria), amanti di gruppi come Ozric Tentacles,
The Velvet Underground e My Bloody Valentine. Danno alla stampa solo due album
in studio e un live, a dimostrazione di non voler pubblicare forzatamente un
qualcosa d’incompleto, piuttosto di ponderato e curato. Come tutti i veri
artisti si curano poco del parere dei propri fans, mutando nel tempo le proprie
coordinate stilistiche. Attraverso questo terzo album intitolato “Onism” ne
abbiamo un’ulteriore conferma.
Potremmo
usare anche il termine Rock Alternativo e Psichedelico, ma questo si sa che è
il problema di quando una band ha un carattere personale davvero marcato, che
induce uno scribacchino come me a non inserirli in un contesto specifico.
Infatti
“La Cucaracha”, in barba al titolo, si presenta con un riff forte e un
andamento martellante da sembrare quasi un ossimoro. Il basso roboante di
Complay apre “Mechanical Bull”, immaginate di ascoltare i Radiohead non
eccessivamente tristi ma con quelle chitarre che negli assolo non si aprono a
inutili elucubrazioni, bensì a brevi movimenti nervosi. Buona anche la cura per
le coralità. Di base in questa musica c’è attenzione per le melodie, mai perse
di vista in quest’andirivieni di suoni elettrici. “Hooked” prosegue il lavoro
ai fianchi dell’ascoltatore proponendo un sound possentemente Rock che fa da
contraltare al cantato elegante e pacato di Edwards. I riff procedono
attraverso piccole influenze Grunge con “Electric Eel”, ma per ascoltare
qualcosa di altamente ricercato, bisogna arrivare alla strumentale “Dark
Horse”, qui i Koyo fanno seriamente, realizzando sei minuti di musica energica
e non banale, grazie a interventi campionati e una ritmica possente. Qui sì che
la chitarra elettrica mostra i propri muscoli.
Impossibile
rimanere indifferenti avanti a “Into The Dirt”, un vero e proprio schiaffo
sonoro. Molti di voi già si staranno chiedendo dove risiede allora il Rock
Progressivo, la risposta è semplice, sta nei numerosi cambi di tempo, di umore
e nella cura dei particolari. Certo non sono i Genesis! Il pezzo più lungo ha
la durata di otto minuti e mezzo e s’intitola “Is This Real”. L’ascolto ci
propone un nuovo approccio alla musica da parte della band, curato e per certi
versi inatteso, con una maggiore attenzione per gli arrangiamenti. Persino il
vocale è in falsetto. A proposito di stranezze entrate in “Stoneman” e allora
vi accorgerete della vastità del mondo Koyo. Il brano conclusivo a mia
disposizione è una bonus track sanguigna intitolata “Existential Crisis”, nomen
omen. Concludendo, “Onism” è un disco che non passa di certo in sordina, un
lavoro che ha picchi d’interesse molto alti, a tratti geniali. Questo è il
bello della musica per chi fa di essa un credo di vita e non semplicemente una
colonna sonora di sottofondo per le giornate spensierate. Che botta! MS
Versione Inglese:
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