Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

domenica 15 gennaio 2023

Lifestream

LIFESTREAM – Alter Echo
Lizard Records / Open Mind
Genere: Progressive Rock – Neo Prog
Supporto: cd – 2022




E’ un periodo che mi trovo spesso a raccontare concept album, questo mi fa molto piacere, perché in fin dei conti ascoltare un album di musica cosiddetta “colta” è come leggere un libro o vedere un film, un argomento unico che si sviluppa fino alla fine, magari destando nell’ascoltatore riflessioni e perché no anche sorprese nel finale. Di certo non è semplice il concepimento, tantomeno facile cercare una trama d’interesse adeguata alla musica che si vuole esprimere. Ci provano i toscani Lifestream che dopo l’esordio datato 2018 intitolato “Diary” (Lizard Records) si ripropongono con questo “Alter Echo” suddiviso in tre fasi, “Ego”, “Omnis” e “Echo”. La storia racconta di due pianeti simili abbastanza vicini ma distanziati dal tempo (no, non è la lotta fra il bene e il male di “Felona E Sorona” delle Orme). Una catastrofe rende invivibile il primo e gli abitanti, una volta venuti a conoscenza di un secondo simile, partono nel viaggio alla scoperta di questa nuova papabile seconda casa. Il destino vuole che una volta giunti a destinazione, si accorgono che il nuovo pianeta ha avuto la stessa sorte del primo, qui gli abitanti precedenti hanno commesso lo stesso stupido errore, la storia come per una beffa si ripete. In definitiva si può interpretare anche in un'altra chiave di lettura, l’uomo primitivo e l’uomo moderno, fra la ragione, gli istinti, la consapevolezza e l’indifferenza. A supportare l’argomento c’è la musica che va ad attingere in differenti generi, come l’AOR, il Progressive Rock e l’Hard Rock.
Alberto Vuolato (chitarre), Andrea Franceschini (tastiere), Andrea Cornuti (basso) e Paolo Tempesti (batteria, voce), ritornano in cabina di pilotaggio per farci intraprendere questo viaggio sonoro che comincia con il capitolo “Ego” e “Landscape Of Loneliness”, brano di undici minuti formato da stralci sonori di differenti stati d’animo. Alcuni passaggi fanno ritornare indietro nel tempo quando il Neo Prog ha avuto negli anni ’80 i momenti migliori. Il passaggio centrale e strumentale dell’album affidato alle tastiere è davvero ricco di emozioni, da assaporare con gusto.  La tecnica a disposizione degli artisti li aiuta a esprimere al meglio le idee compositive, gradevole inizio grazie anche a belle coralità. Sopraggiunge l’Hard Prog di “What Went Wrong”, semplice e diretto come piace agli estimatori del genere. Si staglia avanti a noi il cosmo in “Habitat”, strumentale di tre minuti e poco più ricco d’enfasi, sembra quasi d’ascoltare i mitici Rockets, band francese degli anni ’70. La staffetta della narrazione passa a “The Long Way Home”, canzone ballata che palesa le ottime capacità compositive della band, fra un Hammond sornione e un ritmo lentamente cadenzato. Cori e crescendo rendono il brano piacevole, poi l’assolo di chitarra fa il resto. “Rebirth” ricalca le orme di passaggi precedenti mentre l’atto primo si conclude con la strumentale “Cryosleep” che non so perché mi ricorda nel pianoforte alcuni momenti delle nostrane e citate Orme. Neo Prog di classe. L’atto secondo “Omnis” si apre con il breve intro “Out Of The Caves”, le gocce d’acqua accolgono l’ascoltatore nella grotta e lo accompagnano verso “Pillars Of Creation” dove la band mostra i propri muscoli. Un ambiente bucolico si appresta ad accompagnare la fantasia durante l’ascolto di “Cradle Lullaby”, canzone inaspettatamente Folk, ancora una volta perfettamente interpretata nelle coralità. Questo è il vantaggio di un concept album, esso permette di mutare stili senza avere il timore di tradire nessun ascoltatore, in parole povere il semplice piacere di fare musica. Un piano è la base per “Seasons Passing By” e la conclusione dell’atto spetta a “Losing Control”, scorribanda nel Rock Progressivo in tutto e per tutto, annesso accenno alle vocalità in stile Gentle Giant.
Atto terzo, “Echo”, questo è composto di due brani, “Awareness” e la mini suite “Alter Echo”. “Awareness” ha un inizio molto bello di pianoforte e una melodia piacevole, mentre “Alter Echo” è degno suggello di questo concept che di certo non passerà inosservato ai cultori della musica Prog, con accenni Jethro Tull e molto altro. Bravi i Lifestream a realizzare questo disco di musica variegata per generi e mutamenti sonori.
Dopo alcuni ascolti in questo 2023 posso già sbilanciarmi nel dire che l’anno si presenta in maniera interessante, già si ha l’occasione di immergersi in buoni ascolti, appunto come nel caso di questo “Alter Echo”. MS






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