Libri ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 - 2013 - METAL PROGRESSIVE ITALIANO

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La storia dei generi enciclopedica

sabato 18 giugno 2011

Berlusconi in aula

Mills: Berlusconi in aula, Attanasio: 'mai dato soldi'

Armatore: 'Non diedi 600mila dollari all'avvocato inglese'. Saltano 4 udienze, rinvio al 18 luglio

18 giugno, 15:01 (Ansa.it)



MILANO - Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che stamani ha partecipato all'udienza per il caso Mills, ha lasciato il Palazzo di giustizia diretto ad Arcore. Berlusconi ha assistito alla deposizione dell'armatore Diego Attanasio. Durante le pause del processo ha conversato con i suoi legali ma, a differenza di altre volte, non ha rilasciato alcuna dichiarazione. All'esterno del palazzo di Giustizia di Milano non si e' presentato nessun sostenitore del Pdl, come invece era accaduto nei mesi scorsi, quando il capo del Governo era giunto in tribunale per assistere alle udienze. Ad attendere il premier, prima dell'arrivo, c'era invece la solita schiera di giornalisti, tutti concentrati dietro le transenne, e un ingente numero di uomini delle forze dell'ordine. La situazione fuori dal palazzo di Giustizia e' tranquilla. Non ci sono infatti ne' i sostenitori di Berlusconi ne' i gruppi di contestatori che in passato avevano occupato le vie limitrofe.
Il processo Mills a carico di Silvio Berlusconi e' stato rinviato al prossimo 18 luglio e sono dunque 'saltate' quattro udienze gia' fissate in calendario. Il lungo rinvio di un mese si e' reso necessario perche' le rogatorie per sentire i testi inglesi, come hanno spiegato i giudici, non saranno possibili fino a fine luglio e la rogatoria per sentire i testi svizzeri e' fissata per il 18 luglio; inoltre i giudici hanno confermato la loro ordinanza che da' la possibilita' alla difesa di Silvio Berlusconi di attendere che siano finiti tutti i testimoni del pm prima di sentire i testi della difesa, anche italiani. L'udienza si e' conclusa da poco e il premier Silvio Berlusconi ha lasciato l'aula
ATTANASIO, MAI DATO 600 MILA DOLLARI A LEGALE INGLESE - L'armatore napoletano Diego Attanasio, sentito come testimone nel processo Mills a carico di Silvio Berlusconi, ha spiegato di non aver mai dato, ne' regalato, ne' prestato, 600 mila dollari all'avvocato inglese. L'armatore ha dunque confermato oggi in aula la versione resa nel processo a carico di Mills, smentendo la tesi della difesa dell'avvocato di affari inglese che sosteneva che i 600 mila dollari al centro del processo sarebbero stati dati a Mills da Attanasio perche' li investisse. Secondo l'accusa, invece, quei 600 mila dollari sarebbero stati versati all'avvocato inglese da Silvio Berlusconi come prezzo della corruzione''Mills le ha mai detto 'senta ho tenuto per me, per esempio, 600 mila dollari'?'' ha chiesto il pm De Pasquale all'armatore napoletano, in passato cliente dell'avvocato di affari inglese che ha gestito per lui 10 milioni di dollari. ''No'', ha risposto Attanasio. ''Lei ha mai regalato 600 mila dollari a Mills?'', ha chiesto ancora il pm e il testimone ha risposto: ''Mi sembra proprio di no, non ci sarebbe stato motivo per me per regalare 600 mila dollari a Mills''. Attanasio ha chiarito inoltre di non aver mai prestato quella cifra al legale inglese e di non sapere ''i movimenti che faceva'' Mills nella gestione dei fondi. L'armatore inoltre ha spiegato di aver ''firmato diversi documenti in bianco, perche' Mills mi disse che per gestire i miei soldi gli servivano alcuni documenti firmati da me in bianco''. Infine, alla domanda del pm che gli chiedeva se avesse mai saputo di problemi fiscali e nella movimentazione del denaro avuti da Mills, Attanasio ha risposto: ''Mi sarebbe sembrato strano che un esperto di fiscalita' si trovasse con problemi fiscali''. .
PM: DA DIFESA ABUSO DI DIRITTO, VICINA PRESCRIZIONE - ''Un abuso di diritto''. Cosi' il pm di Milano Fabio De Pasquale ha definito, davanti ai giudici del processo Mills a carico di Silvio Berlusconi, la richiesta dei legali del presidente del Consiglio di ascoltare i propri testimoni quando sono conclusi quelli dell'accusa e, in particolare, di non procedere nemmeno all'esame di testi gia' convocati in aula dall'accusa. Oggi infatti l'armatore Diego Attanasio e' stato esaminato e contro esaminato da accusa e difesa, ma quando i giudici hanno chiesto alla difesa di procedere all'esame del testimone, citato anche nella loro lista, l'avvocato Piero Longo si e' richiamato alla decisione gia' presa e oggi confermata dai giudici di poter svolgere l'esame in un altra data. Dunque, Attanasio dovra' essere riconvocato in aula come teste della difesa. ''Sono stanco - ha chiarito Longo rivolgendosi ai giudici - e d'altronde i ritmi dei processi a Silvio Berlusconi in tribunale a Milano sono abbastanza peculiari''. Il pm, replicando, ha definito questa richiesta della difesa, accolta dal tribunale, ''un abuso di diritto'', soprattutto perche' ''in questo processo non c'e' neppure un foglio di carta nuovo'', ossia, secondo il pm, si basa sulle carte gia' discusse nel processo a carico di Mills. Inoltre, ha aggiunto De Pasquale, ''in presenza di procedimenti con termini di prescrizioni vicina (la prescrizione nel processo Mills scade nel gennaio 2012, ndr) bisogna esercitare tutte le possibilita' per evitare che questo evento infausto si verifichi''.
ANM, PREMIER DELEGITTIMA PM - ''Assistiamo al solito metodo: ancora una volta si tenta di delegittimare i magistrati in indagini che possono in qualche modo investire la politica''. Cosi' il presidente dell'Anm Luca Palamara replica al giudizio negativo espresso dal presidente del Consiglio sull'inchiesta sulla P4. ''Lasciamo lasciare i magistrati'', e' l'invito del leader del sindacato delle toghe. ''La rilevanza penale dei fatti sara' valutata nelle sedi competenti'', conclude Palamara.
P4: BERLUSCONI, SERENO PER LETTA, INCHIESTA SUL NULLA - ''Serenissimo'' perche' convinto che l'inchiesta sulla P4 e' ''basata sul nulla''. Silvio Berlusconi ribadisce di non essere preoccupato. Non teme ci siano accuse fondate negli atti giudiziari dei pm di Napoli, in cui compare oltre a Luigi Bisignani anche il nome del suo braccio destro, Gianni Letta. Sul quale, del resto, mette ''le mani sul fuoco''. Certo, la richiesta di arresto per il deputato del Pdl Alfonso Papa e il fatto che anche il nome del sottosegretario sia lambito dall'inchiesta, non contribuiscono a rasserenare il partito e il governo.
PM AL LAVORO, LUNEDI' BISIGNANI INTERROGATO DA GIP - Luigi Bisignani sarà interrogato lunedì pomeriggio dal gip Luigi Giordano che nei giorni scorsi ha firmato nei suoi confronti l'ordinanza di custodia agli arresti domiciliari. L'interrogatorio di garanzia, che si svolgerà nell'ufficio del magistrato al dodicesimo piano della Torre B del Palazzo di Giustizia, è l'unico fissato dal gip nell'ambito del procedimento sulla cosiddetta P4, la presunta associazione segreta che, secondo i pm, avrebbe raccolto informazioni riservate da utilizzare per fare pressioni o esercitare ricatti su esponenti delle istituzioni. Non si presenteranno davanti al giudice, infatti, il sottufficiale dei carabinieri Enrico La Monica, che da alcuni mesi si è stabilito in Senegal, né il deputato del Pdl Alfonso Papa per il quale l'esecuzione dell'ordinanza di custodia in carcere è sospesa in attesa delle decisioni della Camera. I legali di La Monica hanno preso oggi contatto con il gip, ma appare azzardata al momento l'ipotesi che l'indagato intenda tornare in Italia per difendersi dalle accuse. Va sottolineato che il gip non ha condiviso la sussistenza di elementi a sostegno dell'accusa di associazione segreta, così come non ha accolto la richiesta di misura cautelare a carico di Bisignani in riferimento a sei dei nove capi di imputazione contestati al 56enne uomo d'affari, in particolare per quanto riguarda la rivelazione di alcune notizie coperte da segreto (per le quali resta comunque indagato). Gli arresti domiciliari sono stati disposti esclusivamente per tre ipotesi di favoreggiamento: ovvero le notizie riservate fornite da Papa su una inchiesta in cui era coinvolta un'amica di Bisignani, Stefania Tucci e in cambio delle quali l'uomo d'affari avrebbe garantito il proprio interessamento per l'elezione di Papa in Parlamento; le informazioni su indagini in corso da parte della magistratura fornite a Lorenzo Borgogni, coinvolto nell'inchiesta Finmeccanica, e all'imprenditore Alessandro Bondanini. L'interrogatorio di Bisignani riveste grande importanza per l'indagine condotta dai pm Henry John Woodcock e Francesco Curcio. E' lui, già al centro di alcune tra e più eclatanti inchieste della prima Repubblica come quella della maxitangente Enimont, il perno dell'indagine secondo i pubblici ministeri che lo definiscono "dirigente d'azienda, mediatore e procacciatore d'affari, di fatto ascoltato consigliere dei vertici di alcune delle più importanti aziende controllate dallo Stato come l'Eni, il Poligrafico dello Stato e la Rai". Le reazioni suscitate dagli sviluppi della vicenda P4 sono un mix di sconcerto e riprovazione negli ambienti del palazzo di Giustizia di Napoli dove Alfonso Papa ha svolto per una decina di anni l'attività di pubblico ministero. Dopo le reazioni ufficiali da parte dell'Associazione nazionale magistrati, che ieri ha sollecitato i probiviri a intervenire sul caso Papa, oggi si registrano le dichiarazioni di Vincenzo Galgano, ex procuratore generale di Napoli. "Che Alfonso Papa fosse una pecora zoppa a Napoli lo sapevano tutti. Infatti lo frequentavano in pochi e io non ero tra questi", ha detto Galgano, ora in pensione, a margine di un convegno al quale ha partecipato il suo successore, Vittorio Martusciello. "Casi come questi, però, sono rari - ha aggiunto - il collega Martusciello, che torna a Napoli dopo 29 anni, trova una situazione che è cambiata in meglio".(

NOTA DI MS: Non cancellerò mai questo post per ricordare l'anno prossimo che anche questo processo cadrà in prescrizione.

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